
L'"Eutifrone" mette a nudo la povertà e la carenza strutturale del rapporto teologico della 'religione olimpica', incarnata dal sacerdote Eutifrone, e, tramite Socrate, mostra l'esigenza di una concezione religiosa totalmente rivoluzionaria e fondata sulla ricerca dialettico-filosofica del vero. E le conseguenze di tale rivoluzione sono enormi: anche se in via solo allusiva, Platone rivela, di ricercare in questo modo un nuovo rapporto tra l'uomo e il divino, un rapporto svincolato da quel 'commercio' fatto di scambi tra richieste e sacrifici propiziatori, a cui spesso si riduceva la religione greca tradizionale. Introdurre questo nuovo rapporto significa comprendere che dal divino viene all'uomo solo il bene e non il male.
L'Eutidemo è uno degli ultimi dialoghi della giovinezza di Platone. Il filosofo vi mette in scena, con le tinte parodistiche della farsa, una critica impietosa del ramo meno nobile della dialettica antica: l'eristica, ossia l'arte sofistica di combattere pretestuosamente con i discorsi al solo fine di confutare in maniera ingannevole le argomentazioni degli avversari, senza riguardo per la verità.
La storia dell'etica filosofica è percorsa dall'interesse per problemi ricorrenti in contesti teorici e storici anche molto diversi, che risultano centrali nei tentativi odierni di interpretare la vita morale non meno che in quelli compiuti nei secoli passati. Il riproporsi di tali questioni è segnato anche da forti discontinuità e da tentativi di scostarsi nettamente dagli esiti e dai metodi degli approcci precedenti. La convergenza su alcuni nuclei tematici, però, garantisce la possibilità di dialogo e di confronto tra prospettive diverse, anche cronologicamente lontane, e incoraggia la collaborazione tra l'approfondimento teorico e l'indagine storico-filosofica. In quest'ottica i saggi di questo volume offrono vie d'accesso ad alcuni temi classici, di fronte ai quali in etica si definiscono alternative teoriche di fondo: relativo/assoluto, naturale/normativo, valore/valori, ragione/passioni, comandi/consigli. Ciascuno di essi viene esaminato prima in riferimento a teorie antiche o medievali e poi soffermandosi su posizioni moderne o contemporanee. Attraverso analisi parallele si mostrano convergenze, differenze, cesure e possibilità di dialogo tra momenti diversi della storia dell'etica.
Stefano Bacin è attualmente borsista della Fondazione Alexander von Humboldt presso la Johannes Gutenberg-Universität di Magonza e sarà Marie Curie Fellow alla Goethe-Universität di Francoforte nel biennio 2011-2012. Ha pubblicato, tra l'altro, un volume sulla prima formazione di Fichte ("Fichte a Schulpforta, 1774-1780", Guerini, 2003; edizione tedesca Frommann-Holzboog, 2007), e uno sulle linee fondamentali dell'etica di Kant e la loro evoluzione ("Il senso dell'etica. Kant e la costruzione di una teoria morale", Il Mulino, 2006).
L'etica, o filosofia morale, ha origine da domande apparentemente semplici: che cosa rende giuste le buone azioni e ingiuste quelle cattive? Perché la morte è qualcosa di cui avere paura? In cosa consiste la felicità? Sono domande che ci sorgono spontanee nel corso della vita, e alle quali crediamo di poter dare facilmente risposta; ma più ci pensiamo, più ci rendiamo conto che ogni risposta è insoddisfacente e ci porta a nuove domande. In questo modo nasce la riflessione filosofica. Questo libro esamina le questioni centrali dell'etica attraverso uno studio delle principali teorie morali proposte nella storia della filosofia occidentale. Ciascuna teoria viene presentata nelle sue linee fondamentali e negli sviluppi contemporanei; la presentazione procede attraverso l'argomentazione e la discussione critica delle diverse posizioni, così da offrire al lettore non solo un'utile introduzione all'etica, ma anche un'illustrazione del modo in cui viene intrapresa l'indagine filosofica.
Con l'Etica di Spinoza, la filosofia occidentale ha raggiunto un vertice, che resta e resterà forse per sempre ineguagliabile. Giorgio Colli ha scritto che il libro "ha la fermezza di un tempio in un paesaggio disabitato". Non sembra rivolgersi a nessuno, non chiede di essere ascoltato e, tuttavia, "offre molto di più di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare da un libro: indica la via della felicità". Di questo libro essenziale, non sono oggi disponibili in Italia edizioni col testo latino a fronte. Con questa edizione bilingue, che riproduce il testo dell'edizione critica di Gebhardt, si intende offrire un sussidio insostituibile per chiunque voglia misurarsi con il capolavoro di colui che Deleuze ha definito "il principe dei filosofi".
Questo volume illustra I temi e le concezioni dell'etica attraverso la presentazione dei suoi principali autori classici, esaminati lungo un percorso cronologico che consente di registrare le continuità e le trasformazioni delle categorie filosofiche. Nelle linee evolutive che sono rintracciate lungo i secoli, le nostre concezioni morali trovano le loro prime formulazioni, le argomentazioni e le distinzioni filosofiche, i contenuti sostantivi e soprattutto un bacino fondamentale per la riflessione etica attuale. Attraverso l'esame dettagliato dei grandi autori, da Platone a Nietzsche, Piergiorgio Donatelli fa emergere i vari piani e dimensioni dell'etica. Tra questi, i modelli (l'etica come sapere, modo di vivere, critica della società, autocomprensione riflessiva), le teorie (giusnaturalismo, sentimentalismo, razionalismo...), la natura dell'etica (il ragionamento pratico, la psicologia morale, il luogo o la realtà della morale), le nozioni filosofiche centrali (virtù, doveri, diritti, coscienza, libertà), il rapporto con le altre sfere (politica, religione, estetica), i nuclei sostantivi (le tassonomie di virtù e doveri, le concezioni della giustizia, della libertà, di ciò che ha valore, della sessualità). Cosi concepito, il libro offre al lettore un tessuto di idee e punti di vista indispensabili a strutturare la riflessione intorno ai problemi complessivi della vita umana individuale e associata.
Piero Martinetti - "grande rimosso" della filosofia italiana e "pensatore di statura europea", nelle definizioni di Massimo Cacciari - si confronta con l'opera capitale di Spinoza, uno dei fondamenti della filosofia moderna. Spinoza appare agli occhi di Martinetti, un "mistico della ragione", il cui pensiero è accostabile, per tragitto di ricerca, a quello di altri grandi spiriti dell'umanità che, come Lev Tolstoj, seppero far rinascere la religione nel grembo della ragione. Il commento di Martinetti si sviluppa dunque sotto la luce di un'affinità profondamente vissuta, sempre messa alla prova dall'analisi del testo in una costante tensione morale. Al centro, rimane la necessità di trasformare la realtà attraverso la conoscenza e di raggiungere una vera libertà. Libertà che consiste nell'avere conoscenza dei propri affetti e nel saperli, di conseguenza, dominare.
Trattato di etica filosofica per le facoltà di filosofia. Il testo, con linguaggio piano, introduce lo studente di filosofia, che affronta riflessivamente per la prima volta la problematica etica, dentro tematiche obbiettivamente assai difficili.
I Rotary Club veneziani (Venezia, Venezia Mestre Torre e Venezia Riviera del Brenta) hanno raccolto in questo volumetto il pensiero e le libere opinioni di molti personaggi (politici, amministratori, docenti, studiosi, filosofi e teologi) sul tema dell'Etica e della Responsabilità di chi deve operare in conformità al bene, alla giustizia e allo sviluppo dell'uomo.
"È sempre sbagliato, ovunque e per chiunque, credere a qualcosa in base a evidenze insufficienti". Queste parole riassumono il progetto filosofico di William K. Clifford e la sua critica radicale verso ogni credenza religiosa. Inserendosi da protagonista nell'infuocato dibattito tra scienza e religione dell'Inghilterra vittoriana, il giovane filosofo e matematico articolava con grande finezza e ironia il suo pensiero. Il "dovere della ricerca", nemico di ogni principio di autorità, era per Clifford una condizione necessaria, tanto che per lui esisteva "soltanto una cosa più perversa del desiderio di comandare: la volontà di ubbidire". Claudio Bartocci e Giulio Giorello presentano qui, per la prima volta in italiano, i tre saggi più importanti e affilati del filosofo-matematico inglese, tanto attuali quanto sorprendenti nella loro chiarezza.