
L’educazione è relazione tra persone che tentano di trarre fuori il vero Sé dell’altro, la parte più autentica, la zona intima, il cuore del talento affettivo e attitudinale. Questo libro restituisce al loro più autentico significato le parole legate al processo educativo e applicabili a qualsiasi altro ambito relazionale. Educare è scegliere di vivere nel profondo, guardando gli altri non con un buonismo sentimentalista o con rigore accademico, ma per voler andare oltre e imbattersi nella «grande bellezza» di ciascuno di noi.
La vita non è forse la cosa più naturale al mondo? Eppure, dagli albori del pensiero filosofico l'uomo s'interroga su come viverla. "Non mi ci raccapezzo", ammetteva Wittgenstein, esperienza che non ci è certo estranea. "Pure Kant si trova a disagio di fronte alla confusione che regna tra i più diversi maestri dell'arte di vivere". Sì, perché la vita può essere oggetto di una vera e propria arte. Se "l'escursione nella filosofia", come argomenta Wilhelm Schmid in questo saggio, "inizia quando l'esistenza viene messa in questione", l'antichità si è interrogata a lungo su come vivere: dalle scomode domande di Socrate all'idea del bene di Platone, dalla virtù aristotelica alle scuole epicuree, stoiche, fino ai latini Seneca, Marco Aurelio, Cicerone. E dall'epoca moderna in poi che l'arte di vivere diserta la scena, quando certezze e criteri tradizionali si dissolvono progressivamente. L'uomo moderno procede a tentoni, saggiando, rivela Montaigne, grande artefice della sua riscoperta. Essa prende allora una via sperimentale, "senza sapere davvero dove si possa essere condotti percorrendola". Oggi il filosofo tedesco Schmid, che dell'arte di vivere ha fatto il perno della sua ricerca, ci guida attraverso la sua storia e le sue poste in gioco.
Gli animali sono fra noi, la nostra vita è impossibile senza la loro, eppure non riusciamo davvero a vederli. Siamo doppiamente ciechi: non sappiamo quasi niente dell'animalità degli animali non umani e ignoriamo la nostra. Sinora la filosofia si è limitata a tracciare il confine fra loro, gli animali, e noi, gli umani. Non riusciamo a guardarli senza confrontarli con noi: non parlano, non pensano, non ridono e così via. È come cercare di capire l'Homo sapiens chiedendosi se abbia o no piume o branchie. "Filosofia dell'animalità" cerca di immaginare che forma di vita sia quella animale. Ma soprattutto delinea i contorni dell'animalità umana e quel che abbiamo tagliato e tagliamo fuori da noi stessi ogni giorno per poter diventare, e definirci, umani.
Già cara a Dioniso, e insignita assai presto di un valore simbolico anche dalla ragione filosofica, tale bevanda consente una profonda riconsiderazione del rapporto tra vita e pensiero, vizio e virtù, ragione e passione, misura e dismisura. Ciò cui si allude, nel contesto di una analisi e rigorosa e aneddotica, è un'altra immagine della filosofia in quanto tale. E proprio a partire dal vino. Dalla condanna più radicale al più sincero entusiasmo, da un interesse più scientifico a un non meno frequente e radicale investimento simbolico, diversi sono stati gli atteggiamenti nei confronti della sua potenza seduttiva.
Che cos'è il viaggio? Una presa di coscienza dell'altro, un'alterità che c'interpella e ci costringe al confronto, un'esperienza che non è possibile senza una frattura, un distacco da noi stessi. Viaggiare non è mai stato così facile come oggi, eppure raramente ci s'interroga sul suo valore e sul suo significato. Il viaggio è diventato una metafora abusata, la funzione essenziale del nostro essere sempre in rete. Spesso si riduce a un semplice spostamento, a una dislocazione dei consumi, e può indicare tanto una vacanza organizzata quanto i viaggi dei migranti. In questo libro, il filosofo Franco Riva studia la fenomenologia del viaggiare e cerca di riportare al loro senso profondo le parole che la accompagnano: ospitalità, incontro, meraviglia, responsabilità, libertà... Riva guarda al viaggio nella vita privata, nelle dinamiche globali, nelle sue declinazioni esistenziali e letterarie. Al centro della sua analisi c'è una necessità urgente e profonda, quella di ricreare, prima di tutto dentro di noi, quello spazio aperto che permette al viaggio e alla vita di continuare a intrecciarsi l'uno con l'altra.
Il XXI secolo è già segnato dal trauma del terrorismo. Che cosa si nasconde dietro al fondamentalismo che lo alimenta e riproduce? Una reazione all'illuminismo e alla modernità, due capisaldi della filosofia occidentale, oppure una crisi autoimmune della società globalizzata? Habermas e Derrida, entrambi a New York e incalzati da Giovanna Borradori, si ritrovano a dialogare per la prima volta sull'essenza del terrorismo, la crociata americana e l'enigma dell'Europa.
Antonio Livi ricostruisce la nozione filosofica di «senso comune» e ne dimostra il valore ai fini della fondazione di una scienza della totalità, che è la metafisica. La filosofia del senso comune precisa lo spazio di razionalità che spetta alla fede. Dello stesso autore nella collana «Sagitta», Lessico della filosofia (pp. 224).
Nuova edizione interamente rielaborata della 'Filosofia del senso comune'.