
La montagna in tutti i suoi molteplici aspetti, esaminata da una prospettiva filosofica. Per Tomatis, professore di Ermeneutica filosofica, l'ambiente montano aiuta a comprendere e a risolvere le questioni centrali della vita umana perché sulle vette tutto riesce a essere colto compiutamente, con profondità e con partecipe distacco come in una prospettiva dall'alto. Attraverso le proprie esperienze, l'autore elabora un pensiero che ritrova una dimensione di libertà e di pace, in grado di porre in dialogo anche le differenti culture della Terra, perché, come ebbe a dire un alpinista d'altri tempi: "La montagna è dei buoni." Chiuso il libro, al lettore parrà d'aver raggiunto veramente alcune tappe di un percorso spirituale.
La mistica come il 'non' del pensiero.
La filosofia della mente e una disciplina relativamente giovane, ma erede di una lunga tradizione cominciata con il pensiero greco e segnata dalle linee tracciate da Platone, Aristotele e Democrito. I temi classici del rapporto tra mente e corpo e tra coscienza e intenzionalità sono un campo sempre più vivo e centrale della riflessione filosofica e oggetto di un dibattito fecondo, soprattutto in ambito analitico. In dialogo con le acquisizioni della ricerca in psicologia empirica e con i dati sul funzionamento del sistema nervoso provenienti dalle neuroscienze cognitive, la filosofia della mente costituisce uno snodo chiave delle scienze dell'uomo. Questa introduzione si propone di illustrarne i concetti e le teorie principali, con un approccio rigoroso che permette di avere una panoramica ricca e precisa e ne fa uno strumento d'ingresso ideale per i neofiti ma anche di sintesi per gli specialisti.
Il libro considera le diverse correnti della filosofia della mente e presenta una visione antropologica ispirata a premesse aristoteliche e tomistiche, nelle quali i livelli della persona (neurovegetativo, somato-sensitivo, spirituale) sono fortemente integrati. La filosofia della mente è un'area del pensiero contemporaneo tipicamente interdisciplinare. Nasce, in parte, dalla filosofia analitica, ma soprattutto da problemi epistemologici e antropologici suscitati dalle scienze cognitive, la filosofia computazionale e la psicolinguistica.
Qual è la definizione più adeguata di medicina? Possiamo parlare di una scienza medica, caratterizzata da un metodo specifico? Chi è medico? Quali sono i diritti e i doveri del medico e quali quelli del paziente? Che cosa intendiamo quando usiamo termini quali malattia e salute? Sono solo alcune delle domande che rivelano la complessa trama di temi epistemologici ed etici propria di quella forma di sapere nota come l'arte lunga, da sempre in bilico tra il rigore dei protocolli scientifici e la singolarità psicofisica del malato. Da Ippocrate a Galeno, da Georg Ernst Stahl a Claude Bernard, da Sigmund Freud e Karl Jaspers ai recenti dibattiti sul ragionamento in clinica, questo volume restituisce al lettore le pagine più significative della filosofia della medicina e dell'evoluzione del pensiero clinico-metodologico, affrontando i nodi concettuali attorno a cui "l'alleanza medico-paziente", stretta ufficialmente per la prima volta nel giuramento di Ippocrate, è andata sviluppandosi parallelamente alla crescita del sapere scientifico, delle moderne tecnologie e della consapevolezza dell'importanza delle istituzioni e delle strutture sanitarie.
Gabriele Lolli è uno studioso di logica e matematica che ha sempre rivolto una marcata attenzione alla dimensione storica delle discipline, in una serie ormai numerosa di libri fortunati. Questo suo nuovo saggio, come indica il sottotitolo, intende fornire un panorama complessivo delle filosofie della matematica del Novecento con l'obiettivo di darne non un repertorio completo ma limitato a quelle posizioni condivise in gran parte e ancora attuali.
Esiste una filosofia della Massoneria? Esiste un'antropologia massonica? In quali fonti storiche, in quali documenti tale concezione ha trovato una sua codificazione? Qual è il compito della Massoneria nel mondo in cui viviamo? L'uomo e la società, sotto l'impulso della scienza, stanno rapidamente cambiando, ma non tutti i cambiamenti sono orientati verso il bene. Contro tali possibili deviazioni, la Massoneria deve vigilare ed esercitare l'autorità morale che le è propria. Ma per fare ciò deve aver chiaro il modello di perfezionamento dell'uomo che può venire soltanto dalla sua antropologia. Solo così la Massoneria svolgerà la sua reale funzione: il perfezionamento materiale e morale dell'uomo.
Si offre per la prima volta al lettore italiano un ampio studio dedicato esclusivamente alla riflessione filosofica sulla fotografia, considerata come prospettiva privilegiata dalla quale comprendere la contemporaneità sul piano scientifico, sociale, politico. Come emerge con chiarezza lungo il percorso di lettura proposto, la fotografia è il medium attraverso il quale si è formato lo sguardo dell'uomo contemporaneo. Il volume si articola in quattro nuclei tematici: percezione, cultura visuale, arte e mediazione. L'obiettivo è raccogliere le riflessioni più importanti sull'immagine fotografica soprattutto in relazione alle dinamiche socioculturali che hanno determinato la sua affermazione. La scelta dei brani, oltre a importanti classici di filosofia della fotografia, comprende alcuni scritti poco conosciuti nel panorama italiano di cultura visuale, nonché saggi fondamentali tradotti per la prima volta nella nostra lingua.
Esistono cose essenziali per la vita umana. La cura rientra nell'ordine delle cose essenziali, perché per dare forma al nostro essere possibile dobbiamo aver cura di noi, degli altri e del mondo. Il nostro modo di stare con gli altri nel mondo è intimamente connesso con la cura che abbiamo ricevuto e con le azioni di cura che mettiamo in atto. Siamo quello che facciamo e quello di cui abbiamo cura. È irrinunciabile aver cura della vita, per conservarla nel tempo, per farla fiorire e per riparare le ferite dell'esserci. Poiché la vita umana è fragile e vulnerabile, il lavoro di cura è intensamente problematico; il primo compito di una filosofia impegnata a cercare la misura di senso dell'esperienza consiste dunque nel prendere in esame il fenomeno della cura al fine di comprenderlo nelle sue qualità essenziali. Si tratta di comporre, secondo il metodo fenomenologico, una teoria descrittiva della cura che possa costituire lo sfondo per disegnare una valida politica dell'esperienza.