
Le Lezioni sull'"Enciclopedia filosofica" di Kant (risalenti agli anni 1778-79) costituiscono il più immediato e imprescindibile sfondo sistematico della "Critica della ragion pura", il capolavoro kantiano pubblicato appena due anni dopo. Il volume è completato da una ricca appendice documentaria che ricostruisce l'attività didattica del filosofo.
Una selezione dei testi indispensabili per comprendere l’Enciclopedia e i conflitti a cui essa dette luogo, ma anche i temi generali di argomento filosofico, morale, religioso, estetico, scientifico che conservano intatta la loro attualità. L’antologia, presentata, tradotta e annotata dallo storico della filosofia Paolo Casini, include gli articoli più significativi e gli autori più notevoli.
L'energia spirituale raccoglie i più importanti saggi bergsoniani riguardanti "problemi di filosofia e di psicologia". Benché il titolo possa trarre in inganno, gli scritti riuniti in questo libro, tutti piccoli capolavori di lucidità, testimoniano il serrato confronto con le scienze caratteristico del gesto filosofico di Bergson. Le riflessioni sviluppate qui gravitano attorno al tema del rapporto mente-corpo, evidenziando il filo rosso che lega la filosofia della mente di Materia e memoria alla metafisica della vita dell'Evoluzione creatrice,e anticipando i problemi che saranno trattati nelle Due fonti della morale e della religione. Ma in queste pagine Bergson mette soprattutto alla prova il suo arsenale di invenzioni concettuali (durata, slancio vitale) nello studio di particolari fenomeni psichici, parte dei quali era stata oggetto delle ricerche di Freud in quegli stessi anni, e sviluppa una teoria della memoria e del cervello, basata sull'idea di "attenzione alla vita", che costituisce ancora una sfida per le scienze cognitive. Nelle folgoranti pagine sul sogno, il déjà-vu, l'oblio e il sonnambulismo, ritroviamo inoltre l'asse portante dei celebri studi di Deleuze sul tempo nell'immagine cinematografica.
Le Enneadi contengono tutti gli scritti di Plotino ossia cinquantaquattro trattati, scritti fra il 254 e il 269, sistemati dal discepolo Porfirio in sei gruppi di nove trattati, donde il nome di Enneadi (dal greco ennea, che vuol dire appunto nove).
Questa raccolta dei testi di Epicuro, pubblicata da Usener verso la fine dell'Ottocento, costituisce l'edizione classica che ha rinnovato la conoscenza della filosofia del "Giardino". La prima parte del volume è costituita dalle tre lettere di Epicuro conservate da Diogene Laerzio. Seguono i numerosi frammenti delle opere perdute di Epicuro e delle lettere, suddivisi opera per opera, e il testamento di Epicuro; quindi vengono i frammenti provenienti da opere incerte, ripartiti per argomento in "Prolegomeni alla filosofia", "Canonica", "Fisica" ed "Etica", una raccolta di frammenti e testimonianze aggiunti dall'autore in un secondo tempo, la vita di Epicuro di Diogene Laerzio e quella della "Suda" e, infine, un utile sussidio esegetico.
Le lettere comprese in questo volume dell'"Epistolario" di Nietzsche illuminano un periodo della sua vita tanto fecondo quanto drammatico. Dopo le dimissioni dall'Università di Basilea per motivi di salute, il filosofo inizia la sua inquieta esistenza di "fugitivus errans" verso il Sud, nella ricerca ossessiva della "luminosità di un cielo sereno", la sola condizione climatica in cui egli sembra poter vivere e lavorare. Ma tra il 1880 e il 1881 domina un'atroce sofferenza fisica: Nietzsche si sente "come un animale alla tortura", sottoposto a una tensione quasi insostenibile.
L'epoca della secolarizzazione può essere considerata una delle indagini più lucide sul mondo contemporaneo e sul processo di secolarizzazione che lo contraddistingue. Particolarmente illuminanti sono le pagine sul '68 e sulla 'contestazione' e quelle che, attraverso il pensiero di alcuni filosofi del '900, ripropongono il concetto di 'tradizione'.
«Il nostro seminario dovrà essere una pratica del pensare, il che significa del meditare pensieri pre-meditati da Eraclito. Allorché ci confrontiamo con i suoi testi, che ci sono tramandati soltanto come frammenti, la nostra priorità non è la problematica filologica, per quanto importante essa possa risultare. Il nostro intendimento è quello di spingerci fino alla cosa stessa, il che significa fino alla cosa che dovette stare dinanzi allo sguardo spirituale di Eraclito.» Martin Heidegger Eugen Fink
A vent’anni dalla precedente versione, da tempo esaurita, la nuova traduzione del Seminario tiene conto degli aggiornamenti apportati dagli studi più recenti e mette nuovamente a disposizione del lettore italiano un testo classico, che da un lato fornisce un’autentica ‘introduzione’ al pensiero di Heidegger e Fink, e dall’altro illumina la figura più suggestiva, ma anche più enigmatica, della filosofia greca: Eraclito di Efeso (ca. 535 a.C. - ca. 475 a.C.). Heidegger e Fink si cimentano in un’interpretazione serrata e rigorosa, fornendo un ritratto vivo di Eraclito. Quello che il lettore potrà leggere è un vero e proprio esercizio di filosofia, un colloquio attualizzante con Eraclito e con l’intera tradizione occidentale da lui discesa, che fornisce a sua volta un ritratto altrettanto prezioso di due grandi filosofi contemporanei, colti in una discussione vivace e appassionata. «Il colloquio di Heidegger e Fink ‘con Eraclito’ richiede una particolare disposizione all’ascolto – molto più che per altri luoghi del loro pensiero –, per via della presenza di due voci, del costante fuori campo, quasi sempre non esplicitato, delle loro precedenti interpretazioni e dello specifico terreno linguistico su cui si muove il seminario, una peculiare pratica di pensiero, definita senza mezzi termini: ‘parlare con Eraclito’.» Adriano Ardovino
Avvertenza del Curatore dell’edizione italiana - I. Tipo di approccio. – Avvio dal fr. 64 (frammenti riportati: 41, 1, 50, 47) - II. Circolo ermeneutico. – Riferimento di έν e πάντα (frammenti riportati: 1, 7, 80, 10, 29, 30, 41, 53, 90, 100, 102, 108, 114) - III. πάντα-όλον, πάντα- όντα. – Differente interpretazione del fr. 7 (frammento riportato: 67). – πάν ερπετόν (fr. 11). – Carattere di maturazione temporale delle Ore (fr. 100) - IV. Ηλιος, chiarore del giorno-notte, μέτρα-τέρματα (frammenti riportati: 94, 120, 99, 3, 6, 57, 106, 123) - V. Problema di un’interpretazione speculativa. – πύραείζων e tempo? (fr. 30) - VI. πύρ e πάντα (frammenti riportati: 30, 124, 66, 76, 31) - VII. Differenza degli interpreti: verità dell’essere (fr. 16) o prospettiva cosmologica (fr. 64). – Eraclito e la cosa del pensiero. – Il non-ancora-metafisico e il non-piùmetafisico. – Il tenersi in rapporto di Hegel ai Greci. – Le πυρος τροπαί e l’albeggiare (frammenti riportati: 31, 76) - VIII. Immorsatura di vita e morte (frammenti riportati: 76, 36, 77). – Appartenenza di uomini e dèi (frammenti riportati: 62, 67, 88) - IX. Immortali : mortali (fr. 62). – εν το σοφόν (frammenti riportati: 32, 90) - X. Stabilità dell’apertura tra dèi e uomini (fr. 62). Lo «speculativo» in Hegel. – Il tenersi in rapporto di Hegel a Eraclito. – Vita-morte (frammenti riportati: 88, 62) - XI. Il «logico» in Hegel. – «Essere cosciente» ed «esserci». – Collocazione dell’essere umano tra luce e notte (frammenti riportati: 26, 10) - XII. Sonno e sogno. – Polivocità dello άπτεσθαι (frammenti riportati: 26, 99, 55) - XIII. Riferimento alla morte, attendere-sperare (frammenti riportati: 27, 28). – Le «opposizioni» e la loro «transizione» (frammenti riportati: 111, 126, 8, 48, 51). – Domanda conclusiva: i Greci come provocazione - Nota del Curatore dell’edizione tedesca - Appendice. Dalle Annotazioni al seminario su Eraclito organizzato con Eugen Fink
In questo volume vengono tradotti una serie di saggi scritti da Gadamer negli anni tardi della sua vita, tratti dall'ultimo volume "Gesammelte Werke". Il fondatore dell'ermeneutica propone il suo congedo confrontando il proprio progetto di pensiero, sempre attento alla tradizione filosofica classica greca e tedesca, con la sfida della mentalità scientifico-tecnologica e con le risposte, a suo giudizio insoddisfacenti, della filosofia analitica angloamericana e del decostruzionismo francese. Il volume si chiude con una serie di ritratti filosofici attinti dagli incontri che hanno scandito l'esistenza ultracentenaria dell'autore, ed è arricchito da apparati utili a orientarsi nell'intera produzione gadameriana.
Nel 1982, Michel Foucault dedica il suo corso al Collège de France alla "cura di sé". In senso stretto per Foucault si tratta di passare in rassegna le grandi scuole filosofiche dell'antichità, mettendo in luce l'importanza che il pensiero greco prima, e latino poi, assegnavano al principio di "avere cura di se stessi", di occuparsi attivamente della propria crescita spirituale e di "allenarsi" ad affrontare gli eventi futuri senza lasciarsi intimorire e senza lasciarsi trascinare dalle emozioni che tali eventi avrebbero potuto suscitare. Ma l'intento di Foucault non è circoscritto alla ricostruzione storico filosofica: ciò che gli preme mettere in luce è la precarietà dei modi attraverso cui avviene, all'opposto, la formazione dell'uomo moderno.