
Nato in una famiglia cristiana, Kiko Argüello riceve un'educazione religiosa. Ma a un certo punto della sua vita, la fede va in crisi. "Dio esiste o non esiste", si domanda. Entra così in un periodo di deserto spirituale nel quale nulla però lo soddisfa: né i successi artistici come pittore, né le relazioni umane. Sull'orlo della disperazione, Kiko grida a Dio il proprio sconforto. E Dio lo prende per mano e lo guida passo passo a riscoprire il dono della fede, prima attraverso l'incontro con i Cursillos de Cristiandad, poi immergendosi completamente nella vita dei poveri nelle baracche di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid. Da questa esperienza, matura in Kiko la consapevolezza dell'urgenza di annunciare la Buona Notizia, il kerigma, ai più poveri. Insieme a Carmen Hernández, una missionaria laica, a contatto con il rinnovamento del Concilio, fonda una piccola comunità riunita intorno alla Parola e alla liturgia. Dalla Spagna si sposterà poi alla periferia di Roma per continuare la sua missione. È l'inizio del cammino neocatecumenale, che fa sua l'istanza del Concilio Vaticano II di istituire il catecumenato degli adulti, distinto in più gradi (SC 64), dando inizio a una forma di iniziazione cristiana, presente oggi in oltre cento paesi del mondo. Questo libro ne racconta, per la prima volta in prima persona, la nascita.
Gioacchino da Fiore, abate, nacque nel 1130 ca. a Celico, paese della Calabria. Egli ebbe una profonda fede nell’imminente Regno di Dio: una terza età del genere umano l’età dello Spirito dopo l’età del Padre e del Figlio. Lo Spirito Santo è portatore del progresso; tutti i popoli della terra ne sono partecipi.
Nato per essere guida di altri uomini, credeva fermamente che il monaco doveva essere “sentinella di Dio”. Nel Liber Concordiae infatti così scriveva: “È nostro dovere salire sull’osservatorio della montagna e, non appena avvistati i nemici, dare l’allarme… Voi da degni soldati di Cristo, quali siete, mettete da parte le opere delle tenebre e indossate le armi della luce.
Noi, se non diamo fiato alla tromba siamo responsabili del vostro sangue; voi, se trascurate di indossare le armi della luce, perirete per colpa vostra”.
Conoscere Gioacchino è significativo in un tempo come il nostro, in cui si avverte l’esigenza di riconquistare e difendere quella che l’abate chiama il più insigne dono dello Spirito: “la pace spirituale del mondo”.
Un piccolo libro sulla figura della Venerabile Francisca de Paula de Jesus, detta comunemente Nhà Chica (zia Francesca).
A 80 anni di età, 56 di sacerdozio, Alessandro Pronzato, autore di "Vangeli scomodi" e voce cara agli ascoltatori di Radio Maria, sente una gran voglia di continuare a camminare e attraverso queste pagine si confida e sommessamente confessa la gioia di essere prete.
Carlo Urbani (1957-2003), medico, entrò a far parte dell'organizzazione "Médicins Sans Frontières" della cui sezione italiana fu presidente. Consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, si dedicò con coraggio alle ricerche sulla Sars, una terribile malattia respiratoria. Lui stesso ne fu contagiato, e ne morì ad Hanoi, in Vietnam.
Immergersi nella biografia di Raimon Panikkar (1918-2010) è come aprire una finestra su quelle che saranno le vite degli uomini di domani. Nato a Barcellona da madre catalana e padre hindu, Panikkar è stato chimico, filosofo, teologo, numerario dell'Opus Dei, sacerdote cattolico, docente universitario, marito, scrittore, ma anche amico, "maestro", "profeta" e molto altro ancora. Vestito all'europea o in sandali e dhoti, a Bonn, Roma, Varanasi, Santa Barbara o Tavertet, quest'uomo ha penetrato la saggezza di culture e religioni diverse e ha saputo gettare un nuovo sguardo sulla tradizione cristiana e occidentale. La figura di Panikkar appartiene oggi alla leggenda, alimentata in parte da lui stesso, in parte "dilatata, rafforzata e diffusa da tutti quelli che l'hanno conosciuto". Bielawski la riprende con dedizione e rispetto, prova a distillare l'uomo dal "mito" raccontandone la vita e presentando il suo pensiero. In questo viaggio incontriamo teorie ardite, come la visione cosmoteandrica o advaitica, e riflessioni sulla secolarità sacra, sul buddhismo e sulla trinità radicale. Passo dopo passo, il percorso apparentemente erratico del filosofo di Tavertet rivela una profonda coerenza, poiché l'apertura universale, la fiducia cosmica, la passione per Cristo e una coraggiosa ricerca della libertà fanno da filo rosso. Bielawski individua il senso di questo cammino unico e ci guida con trasporto nel "labirinto" Panikkar.
Nato a Latiano (Brindisi) nel 1841, visse una profonda esperienza spirituale che lo spronò a diffondere la devozione del Rosario. Promotore della costruzione del santuario mariano di Pompei, ma anche uomo di straordinario impegno e di generosa carità, affiancò al centro mariano numerose opere sociali. Morì nel 1926.
Frate Junipero Serra (1713-1784) era un sacerdote dei Frati minori, originario delle Isole Baleari. Il suo grande obiettivo fu di portare il Vangelo alle popolazioni autoctone d'America: per molti anni si dedicò a questo arduo compito in Messico e poi in California, dove fondò ventuno missioni. Lavorando senza sosta con pazienza, perseveranza e umiltà, oltre che lungimiranza e coraggio, sparse i semi della fede cristiana in quelle nuove terre.
«Questo breve schematico racconto della mia prigionia non può essere completo; né vi possono trovare posto tutte le vicende vissute, tutto quanto ho veduto e compreso. (…) Ho scritto queste pagine con il desiderio di fare testimonianza della semplicità con cui i nostri soldati hanno compiuto il loro dovere e hanno dato, senza odio e rancore, la loro vita per la patria. (…) Nel ricordo dei nostri fratelli lasciati laggiù, rimaniamo uniti sotto i due simboli che per i morti e per i vivi in Russia sono stati gli unici emblemi sacri: la croce di Cristo e il tricolore».
Il cappellano degli alpini don Giovanni Brevi non ha bisogno di presentazioni. Il suo nome, legato alla tragica campagna di Russia, è noto in Italia e in Germania, in Austria e in Spagna, fra centinaia di migliaia di reduci, come quello di un uomo che non ha avuto paura né delle angherie né della morte.
Migliaia e migliaia di uomini, che vissero per mesi, anni o lustri le drammatiche vicissitudini della prigionia nell'Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale, lo ricordano con commossa ammirazione e con profonda riconoscenza per ciò che fece in aiuto di tutti i sofferenti, senza distinzione di nazionalità e di fede.
Tra le motivazioni della Medaglia d'oro al valor militare, conferitagli dal governo italiano nel 1951, si legge: «Esempio sublime di pura fede e di quanto possa un apostolo di Dio e un soldato della Patria».
Sommario
Presentazione. Introduzione. «La salvezza è a ovest». L'inferno di Tambow. Ordine di Stalin: «Vietato morire!». Il Cristo negli stivali. La spada di Brenno. Un messaggio alla Patria. La giustizia al guinzaglio. Tra gli schiavi del Cremlino. Ritorno. I dispersi. Campi di concentramento e carceri attraverso i quali passò padre Giovanni Brevi.
Note sull'autore
GIOVANNI BREVI (1908-1998), sacerdote dal 1934, divenne cappellano militare nel 1941 dopo una lunga esperienza di missionario tra i lebbrosi in Camerun. Partecipò con gli alpini della Divisione Julia alla campagna d'Albania, partì per la Russia nel 1942 e vi rimase, da prigioniero di guerra, condannato, deportato e costretto ai lavori forzati, per dodici anni. Reduci spagnoli e tedeschi l'hanno proposto ai rispettivi governi per una onorificenza a memoria e ringraziamento della sua opera di soccorso. Il governo italiano gli ha assegnato, il 5 agosto 1951, la Medaglia d'oro al valor militare, che si aggiunge alle altre ricompense guadagnate sul campo come ufficiale in Albania e in Russia.
Autore:
Piero Gheddo
È nato nel 1929 a Tronzano Vercellese. Sacerdote del Pime nel 1953, ha trascorso 41 anni a Milano come redattore e poi direttore di "Mondo e Missione" e di "Italia Missionaria", con molti viaggi nelle missioni di ogni continente. Giornalista e perito del Concilio Vaticano II (1962-1965), è stato tra i fondatori di "Mani Tese" (1964), della "Emi" (1973) e di "Asia News" (1986). Per 16 anni a Roma presso l'Ufficio storico del Pime, ha avviato cinque cause di beatificazione. Dal 2010 è tornato a Milano.
Contenuti:
«La vita è fatta per esplodere, per andare lontano; se essa è costretta entro i suoi angusti limiti non può fiorire; se la conserviamo solo per noi stessi la si soffoca. La vita è radiosa dal momento in cui si comincia a donarla».
Così il Beato Clemente quando compiva 80 anni nel 1977.
Fatto per andare lontano: si è donato tutto al suo popolo di tribali molto poveri, elevandoli con la scuola, la promozione umana e il Vangelo.
È invocato "protettore dei bambini", perché viveva con 200-250 orfani abbandonati, che manteneva ed educava dando loro un mestiere: da essi è nata la Chiesa.
Clemente non si accontentava mai dei risultati raggiunti, puntava sempre verso nuovi orizzonti. È il messaggio che lascia soprattutto ai giovani: la vita è un dono di Dio da spendere per fare del bene. Non chiudersi nel piccolo circolo dei propri interessi, ma nutrire grandi ideali, lavorare, sacrificarsi e con l'aiuto di Dio realizzarli.
A un anno dalla beatificazione questa è la biografia completa di padre Clemente, raccontata da lui stesso con le sue 2300 lettere e i suoi 700 articoli. Non pochi scritti di Clemente andrebbero inseriti nelle antologie letterrarie delle scuole, perché trasmettono la gioia di vivere, l'impegno per un ideale e i valori umanizzanti del Vangelo.
"Joseph Ratzinger non doveva diventare papa. Non poteva. Secondo le regole non scritte dei conclavi una personalità così 'polarizzante' non sarebbe mai riuscita a ottenere i due terzi dei voti necessari per essere eletto. Invece il 19 aprile 2005, dopo un'elezione tra le più rapide dell'ultimo secolo, il tedesco Ratzinger si affacciò sorridente alla Loggia delle Benedizioni. Chi varca il Portone di Bronzo impara presto cosa significa il termine 'polarizzare'. Significa creare con dichiarazioni, gesti e idee un campo di tensione così forte da spaccare la Chiesa tra visioni differenti": dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI è ancora un pontefice che divide. Eletto per rassicurare la parte di Chiesa in cerca di autorità e identità, il papa ha messo a disagio il cattolicesimo che si ispira al Concilio Vaticano II; con una citazione sprezzante su Maometto ha provocato uno scontro violento con l'Islam; elogiando Pio XII e togliendo la scomunica al vescovo negatore della Shoah ha causato una serie di crisi con l'ebraismo; le sue frasi sull'Aids hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; non ha affrontato questioni come il calo dei sacerdoti e il ruolo della donna. Marco Politi ricostruisce questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore'...
Il primo parroco del Santuario Madonna del Divino Amore, nei pressi di Roma (1900-1974). Coed. Elledici - Velar.