
Presentare un metodo educativo attraverso la vita e l'esempio concreto di un educatore santo: è l'obiettivo di questa pubblicazione. Il libretto racconta l'incontro tra Don Bosco e nove ragazzi: Paolo Albera, Bartolomeo Garelli, Giacomo Levi, Giovanni Bonetti, Luigi Lasagna, Francesco Dalmazzo, Marcello Rossi, Giovanni Giacomelli e un orfano della Valsesia. La narrazione di ogni incontro è completata da una riflessione e da alcuni spunti per aiutare gli educatori a confrontare il loro metodo educativo con quello del "padre e maestro dei giovani".
Biografia di Fratel Luigi Bordino: dalla guerra in Russia al servizio dei sofferenti. Coed. Elledici-Velar.
Per la delicatezza nel servizio dei poveri e dei sofferenti fu soprannominato angelo della Piccola Casa". Coed. Elledici-Velar. "
La vita travagliata di una ragazza cilena (1891-1904): cresciuta alla "scuola salesiana" nel collegio femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice, offì la sua vita per la salvezza della mamma, succube di un uomo violento.
Domenico Savio, Michele Magone, Francesco Besucco, Michele Rua, Giovanni Cagliero, ma anche Giovanni Bisio, Luigi Piscetta, Pietro Enria, Giovanni Villa e molti altri. Ragazzi noti e ragazzi meno conosciuti, santi e monelli. Sono solo alcuni fra le centinaia di giovani che hanno incontrato Don Bosco e sono rimasti con lui all’:Oratorio di Valdocco. Questo libro racconta il loro primo incontro con il ":santo dei giovani":, le loro prime impressioni, ciò: che li ha affascinati di questo prete, l’:entusiasmo di essere ":i ragazzi di Don Bosco":, la loro storia prima di incontrarlo, il cammino fatto per diventare ":buoni cristiani e onesti cittadini":. Al termine di ogni racconto, il testo propone alcune domande per la rifl essione personale e una proposta concreta per ":passare all’:azione":, perché: Don Bosco non rimanga solo un bel ricordo ma, attraverso noi, sia ancora vivo per accogliere i giovani d'oggi.
Due autentici figli di don Orione, vittime della guerra civile spagnola (1936). Coed. Elledici - Velar.
La figura di padre Matteo La Grua è centrale nell'ambito della lotta contro il diavolo, ma non solo: se lo stesso Amorth lo cita come uno dei sacerdoti con grandi doni carismatici in questo ambito, padre La Grua è stato anche molto di più. Padre spirituale dai doni di discernimento straordinari; figura di spicco nell'ambito del Rinnovamento nello Spirito; baluardo di testimonianza cristiana nella Palermo mafiosa... Il presente libro racconta la vita del francescano attraverso un'intervista che l'autrice stessa ha raccolto dalla sua viva voce, facendo rivivere con freschezza la sua figura. A cinque anni dalla morte, padre La Grua rimane uno dei punti di riferimento per ogni seria riflessione sul discernimento cristiano delle anime, che lui chiamava "cristoterapia" e che ancora oggi può venire in soccorso dei molti che, senza soluzione di continuità, continuano a invocarne presenza e vicinanza, come ai tempi in cui di lui si raccontava come aprisse la porta «a tutti, dalla duchessa di Aosta all'ultimo dei poveri del quartiere, persone con problemi di ordine fisico, che si accostavano alle preghiere di guarigione, ma anche con mali spirituali, bisognosi di un consiglio. Fino agli ultimi giorni di vita di padre Matteo (scomparso nel gennaio 2012 all'età di 97 anni) i fedeli hanno continuato a bussare incessantemente alla porta della piccola segreteria».
“Una volta, dopo un pranzo in Curia, dove ogni anno mi invitava per due volte affinché lo informassi dettagliatamente sull’andamento del Centro Aletti, il padre generale di allora, padre Peter-Hans Kolvenbach mi ha detto:
– Mi raccomando: un giorno dovrà scrivere un libro sul suo padre spirituale. Intendo dire, un libro su padre Spidlík. Evidentemente, non lo potrà fare se non scrivendo anche del suo padre di sangue, perché in un certo senso anche lui era un padre spirituale. In questo è stato privilegiato dalla grazia di Dio. Ma, scrivendo su padre Spidlík, attento: non deve essere una biografia classica, un elenco di dati e di “detti celebri” del padre. Padre Spidlík ha già scritto da solo il suo pensiero. L’insegnamento del padre si legge in ciò che succede nel figlio. Si parla del padre confessandosi e, confessandosi, si manifesta la paternità e la figliolanza nella loro più autentica identità”.
(dall’inizio del libro)
La prima biografia completa di uno dei più grandi mistici della nostra epoca, il napoletano don Dolindo Ruotolo (1882-1970). Un volume che resterà punto di riferimento, poiché fondato sulla testimonianza e i documenti anche fotografici originali in possesso della nipote Grazia, oggi ultranovantenne, che ha voluto condividere l'immenso lascito esistenziale e spirituale dello zio con il giornalista Luciano Regolo. Sacerdote, esorcista, ora servo di Dio di cui è in corso la causa di canonizzazione, don Dolindo fin da giovane ha intessuto dialoghi con il Cielo, in particolare con il Signore Gesù, la Madonna ma anche l'angelo custode e santa Gemma Galgani. La sua figura è legata a quella di Padre Pio, con cui era in contatto spirituale, e con cui condivise la salute sempre provata; fenomeni mistici come le bilocazioni, gli scontri notturni con il demonio; e l'obbedienza serena all'autorità della Chiesa nei tempi del più freddo discernimento. Nel 1965 predisse, con 13 anni di anticipo, l'elezione di Giovanni Paolo II. Questi doni soprannaturali erano il frutto dell'adorazione, della preghiera contemplativa, delle mortificazioni mediante le quali il mistico si preparava all'incontro con i fedeli che lo assediavano per ascoltare le sue prediche, confessarsi, chiedere intercessioni e consigli. Teologo e apologeta, scrisse molte opere fra cui spiccano un Commento alla Sacra Scrittura in 33 volumi, ma anche le migliaia di semplici messaggi, aforismi e le devozioni cristiane che gli venivano dettate nelle locuzioni interiori e che trascriveva sulle immaginette che donava a tutti come sostegno nella fede. Il suo primo insegnamento è stato di vivere guardando sempre a Gesù, nella certezza che in ogni circostanza, anche la più difficile e dolorosa, se ci affidiamo a Lui, la nostra vita volgerà al bene.
Le Perle di don Dolindo raccolgono un gran numero di brevi e folgoranti frasi del sacerdote e mistico napoletano. Sono perle attraversate da un unico «filo»: essere il nulla in Dio e portare Dio tra gli uomini.
Amio padre diceva: "Umbe' vuoi sapere quanto è buono il Signore? Quando predico guardo il tabernacolo e gli chiedo: sei contento? E lui risponde: continua così, continua, tu sei Gesù-Dolindo, io Dolindo-Gesù". Gli diceva anche: "Umbe', sono stato faccia a faccia con Gesù, proprio io, povero sciosciammocca (inutile cretino)". Dolindo Ruotolo - sacerdote e terziario francescano - è stato insieme a Padre Pio da Pietrelcina un dono di Dio per la Chiesa. Un amanuense dello Spirito Santo, con una Sapienza e uno spirito profetico infusi dall'alto, un taumaturgo di non minor potenza del confratello cappuccino, uno stigmatizzato di Cristo già nel nome, un figlio prediletto della Vergine Maria, un servo fedele che volle essere il nulla del nulla in Dio e il tutto di Dio negli uomini per la salvezza delle anime. Nulla gli fu più caro della Chiesa, non permetteva a nessuno di compatirlo diffamando la Madre Chiesa. Proclamava solennemente che Essa è la Madre dei Santi, che solo nell'obbedienza alla Chiesa Cattolica e al Santo Pontefice possono fiorire le piante del Paradiso e che la santità è un frutto che nasce dal dolore in unione con Gesù crocifisso.
Don Dolindo Ruotolo è stato insieme a Padre Pio un dono di Dio per la Chiesa, un amanuense dello Spirito Santo con una sapienza e uno spirito profetico infusi dall'alto e un figlio prediletto della Vergine Maria. I temi trattati in questa antologia sono: la Vergine Maria e san Giuseppe nella storia della salvezza (racconto dei passi evangelici nei quali sono protagonisti), Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo: il mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio.