
Tante storie di vita, in cui la musica porta speranza ai bambini più disagiati; costruisce pace nei contesti più difficili; loda Dio coinvolgendo la sete di infinito degli esseri umani; afferma la dignità e il diritto alla vita di ogni persona; crea, consolida e costruisce relazioni profonde e vere. Da esse nasce un trascinante inno alla gioia.
L'apertura della fase diocesana del processo di beatificazione del servo di Dio padre Raffaele da Mestre, sacerdote cappuccino, è l'occasione che ha spinto l'autore a riprendere in mano la sua prima biografia, da tempo esaurita. La memoria del servo di Dio che egli consegna è un racconto vivo, ricco e caldo, perché personale testimonianza del tempo in cui p. Raffaele lo ha seguito passo passo nel suo cammino iniziale alla vocazione francescana cappuccina
Il volume raccoglie documenti e fonti orali che testimoniano la freschezza umana e religiosa della personalità di padre Guglielmo Gattiani, umile frate minore cappuccino, totalmente dedito al Vangelo sine glossa, capace di aderire alle forme estreme della povertà evangelica. La nuova edizione si presenta arricchita di nuovi dati e considerazioni.
Quello che emerge dalla biografia è l'impossibilità di relegare padre Guglielmo nostalgicamente al mondo del passato. Egli è uomo di pace, il cui sguardo sulla realtà ha molto da dire sul futuro.
PAOLO BERTI, bolognese, laureato in architettura a Firenze, dopo aver lavorato in uno studio professionale, inizia gli studi teologici per entrare nell'Ordine dei frati Cappuccini. Ordinato sacerdote, si dedica all'apostolato itinerante e alla predicazione, con corsi e esercizi spirituali presso numerosi istituti religiosi. Già segretario nazionale dell'evangelizzazione dei Cappuccini, attualmente fa parte di una commissione dell'Ordine per l'Evangelizzazione nell'Emilia-Romagna. È inoltre componente del GRIS - Gruppo di ricerche informazioni socio-religiose, con sede a Bologna. Ha scritto varie biografie: santa Clelia Barbieri, don Giuseppe Codicé, don Olinto Fedi; presso le EDB ha pubblicato quella di p. Raffaele Spallanzani: Padre Raffaele. Un seminatore di gioia (2008). Nel suo sito web www.perfettaletizia.it pubblica le omelie domenicali e schede su tematiche di attualità (droga, miti, islam e altro ancora).
La filosofia di Aristotele, pur avendo dominato per circa due millenni la cultura occidentale ed essendo di conseguenza stata oggetto di innumerevoli contestazioni, continua a rappresentare un punto di riferimento obbligato nel dibattito filosofico odierno. Recentemente si è anzi dovuta registrare una vera a propria Aristoteles-Renaissance, che ha diffuso ed aumentato l’interesse per questo pensatore nei settori più diversi della vita culturale. All’Aristotele considerato tradizionalmente padre della sillogistica e della teologia razionale si è affiancato e spesso sostituito un Aristotele nuovo, maestro di filosofia del linguaggio, di dialettica, di metodologia della ricerca scientifica, di fenomenologia ontologica, ma soprattutto di filosofia pratica (etica e politica). Questo rinnovato interesse non è stato tuttavia sempre accompagnato da una conoscenza diretta, sufficientemente completa e veramente spregiudicata, delle sue opere. Questo libro delinea, sia pure in modo succinto, tutti i principali aspetti sia della personalità sia del pensiero del filosofo greco, facendoli emergere direttamente dai testi e ponendoli continuamente a confronto con la problematica filosofica attuale.
Enrico Berti, professore emerito dell’Università di Padova, è autore di numerosi studi sull’argomento: La filosofia del primo Aristotele (Padova 1962, Milano 1997), L’unità del sapere in Aristotele (Padova 1965), Studi aristotelici (L’Aquila 1975, Brescia 2012), Aristotele: dalla dialettica alla filosofia prima (Padova 1977, Milano 2004), Le ragioni di Aristotele (Roma-Bari 1989), Aristotele nel Novecento (Roma-Bari 1992 e 2008), Il pensiero politico di Aristotele (Roma-Bari 1997), Nuovi studi aristotelici (4 voll., Brescia 2004-2010).
Religioso dell’Ordine dei Frati Minori conventuali, sacerdote nel 1941. Dopo un’esperienza triennale nel Seminario Francescano e di direzione dell’editrice “Il Messaggero di S. Antonio” fu direttore della Biblioteca Antoniana del Convento del Santo (1948-2001).
Di originale intuito musicale favorì la produzione e la stampa delle opere dei Confratelli Bernardino Rizzi (1891-1968) e Costanzo Porta (1529-1601).
Discepolo prediletto del grafologo p. Girolamo Moretti (1879-1963) collaborò assiduamente per la realizzazione e l’approfondimento della grafologia.
Sacerdote zelante, laborioso, silenzioso, sapiente amò l’apostolato del confessionale e della direzione spirituale. Lo testimoniano i numerosi figli e discepoli. Pubblicò numerose opere dense di dottrina mistica e originalità.
Riproporre l'esperienza mistica della beghina viennese Agnes Blannbekin, vissuta a cavallo tra XIII e XIV secolo costituisce un arricchimento anche per la storia della spiritualità di genere, che ha fatto riaffiorare il nome di molte altre donne, tacitate nel tempo sulla base di un pregiudizio culturale che non riconosceva ad esse uno spazio adeguato. Si arricchisce così il panorama della spiritualità cristiana, accogliendo un'altra voce nella sinfonia della mistica femminile medievale. A differenza di altre figure già note, il testo che proponiamo esce da un lungo silenzio, grazie all'edizione critica recentemente pubblicata in Germania. Agnes Blannbekin allarga così la schiera di quelle donne la cui esperienza ha profondamente segnato la storia della societas christiana, della Chiesa medievale e dell'universale esperienza umana di relazione con il divino.
Autentico testimone nella Chiesa e nella comunità civile, Vittorio Bachelet ha vissuto la propria fede al servizio del Vangelo e del bene comune. Da lui impariamo a tenere unito, a non dividere, a costruire e ad accettare fino in fondo la responsabilità di credenti e di cittadini. Con questa sensibilità gli autori disegnano, anche attraverso la voce e i ricordi di quanti hanno conosciuto e stimato Bachelet, i diversi momenti del suo percorso umano. Emergono così la coerenza e la forza del suo impegno, il valore della sua testimonianza appassionata. Una lezione umana, intellettuale e spirituale che ci aiuta a riflettere, oggi, sulle radici spirituali dell'impegno cristiano.
Anton Tommaso Volpi (1721-1797), parroco di Villasola e di Osio Sopra, presbitero ambrosiano originario di Somasca acquisito dalla diocesi di Bergamo, entrò con competenza e lucidità speculativa nelle polemiche dottrinali dibattute negli anni '80 del Settecento tra giansenisti e antigiansenisti. La lettura della sua opera e dell'epistolario, pubblicato nel volume, rivela la figura di uno studioso appartato che con i suoi scritti intese contribuire alla chiarificazione concettuale necessaria ad un confronto equilibrato fra le sensibilità teologiche in gioco, al di là di prevenzioni e passioni di partito.
Il volume racconta la straordinaria e commovente storia di Caterina Labouré (1806-1876), contadina della Borgogna, diventata una delle più luminose sante del cattolicesimo. Rimasta orfana di madre all'età di nove anni, con un gesto spontaneo si vota da quel momento a Nostra Signora, chiamandola "Mamma". Nel 1830 inizia il noviziato presso le Figlie della Carità. È proprio nella loro cappella in Rue du Bac, a Parigi, che le appariranno san Vincenzo de' Paoli, Gesù presente nell'Eucaristia e la Vergine Maria, che la incaricherà di far coniare una Medaglia. Per questo, Caterina dovrà insistere a lungo con il suo confessore, che solamente nel 1832, durante una terribile epidemia di colera, si deciderà a realizzarla. Questa sarà ben presto conosciuta e venerata in tutto il mondo come la "Medaglia miracolosa". Prodotta in centinaia di milioni di esemplari, contribuirà al rinnovamento del culto mariano e alla promulgazione del dogma dell'Immacolata Concezione nel 1854. Nessuno, tranne i suoi confessori, conosceva l'identità della veggente, che continuerà per tutta la vita a prendersi cura dei malati e degli anziani, conservando l'anonimato. Caterina Labouré è stata canonizzata il 27 luglio 1947. Ancora oggi la cappella della Rue du Bac accoglie quotidianamente centinaia di pellegrini da tutto il mondo.
Dal 9 settembre 1943 fino alla fine di maggio del 1945, durante i mesi della repubblica Sociale italiana e dell'occupazione tedesca, mons. Adriano Bernareggi registrò le proprie giornate su alcuni fogli di quaderno. in quelli che lui stesso ha definito degli "appunti", nelle ore notturne il vescovo annotò i fatti quotidiani, riportando le informazioni che, da diverse parti, giungevano in Curia. giorno dopo giorno, prese forma un vero e proprio "diario di guerra". Le sue pagine spalancano una finestra non solo sulla città e sulla provincia ma anche sull'animo di mons. Bernareggi. La Curia si trasforma in un osservatorio, dal quale leggere i mesi dell'occupazione con gli occhi del vescovo. Quella tracciata dal diario è una storia della guerra civile nella bergamasca dall'interno dell'episcopio. di fronte agli avvenimenti, il vescovo si mosse seguendo precisi schemi teologici. Tuttavia, tali riferimenti dovevano essere declinati in un contesto confuso e, quasi sempre, partendo da informazioni imprecise, lacunose, talora fuorvianti. Quotidianamente, mons. Bernareggi si scontrò con la necessità di mediare i principi morali con l'esigenza del bene comune, prendendo decisioni controverse e, spesso, incomprensibili oltre i muri del palazzo vescovile. il diario apre così uno squarcio sull'animo del vescovo, chiamato ad assumersi la responsabilità di una carità universale che si scontrava con quella "scuola intensiva di violenza" che era la guerra.
Algeria, marzo 1996. Sette monaci cistercensi trappisti vengono rapiti e assassinati in circostanze mai completamente chiarite. Nel clima di guerra civile che insanguinava il paese, i monaci avevano scelto di restare accanto al popolo rendendo l'estrema testimonianza cristiana di carità.
Federico Ozanam (1813-1853) fu l'iniziatore di quella che diverrà la "Società di San Vincenzo De' Paoli", che in pochi anni si diffonderà in Francia e in altri paesi. Malgrado il progredire di una grave malattia, Federico continua a impegnarsi instancabilmente per i più poveri e i più deboli della società.