
Il prete rosso, il prete di strada, il prete new global. Don Andrea Gallo è il fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, un'isola di solidarietà che accoglie persone in difficoltà: tossicodipendenti, ex prostitute, ex ladri, uomini e donne in transito da un sesso all'altro. E diventato celebre quando ha denunciato i fatti della scuola Diaz e di Bolzaneto in occasione del G8 genovese, diventando un'icona del mondo pacifista. Don Gallo, però, è soprattutto un uomo di Chiesa, profondamente convinto di indossare l'abito talare, e altrettanto convinto di poterlo fare in piena libertà di pensiero e di azione. Un prete angelicamente anarchico, che in questo libro rivela il suo punto di vista rivoluzionario su temi complessi come la lotta alla droga, il new globalismo, la politica, e racconta di incontri straordinari con quell'umanità dolente che bussa alla sua porta e con le tante star del mondo dello spettacolo e della politica, da Vasco Rossi a Romano Prodi, che lo amano e lo sostengono da anni. Ciò che ne viene fuori sono i frammenti di un romanzo verista, qualcosa di simile a quel mondo di "storie dignitose e disperate" messo in musica e parole dal suo concittadino Fabrizio De André. Prefazione di Vasco Rossi.
I comandamenti civili del don Gallo-pensiero finalmente raccolti in un 'breviario di strada": i temi della giustizia sociale, della valorizzazione delle donne, dell'omosessualità, le battaglie contro il proibizionismo, le prese di posizione politiche e, come sempre, il suo grande amore per gli ultimi. Messaggi e appelli che chiamano in causa anche i big della politica e della cultura, attraversando i sentieri della tecnologia, dei nuovi media e dei social network: per il Don - secondo uomo religioso in Italia per numero di followers, subito dopo il papa - un'altra occasione per stare in contatto con il suo popolo. In omaggio solo per la prima tiratura il volume dei tweet su papa Francesco.
"Quando gli uomini e le donne cercano di entrare in contatto con Dio, allora nascono le preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è l'espressione che viene dal profondo del cuore".
"Negli ultimi mesi si sta diffondendo un po' ovunque una grande paura, per questa crisi inarrestabile, per l'incalzante mancanza di lavoro, e quindi per il futuro dei nostri giovani. Eppure non dobbiamo farci prendere dal panico: la strada verso la soluzione c'è, ed è alla portata di tutti, anche se difficile da praticare. Usciamo dalla "società delle spettanze", per la quale ogni cosa è dovuta, sempre!" Don Gallo, spinto dall'urgenza di questo momento storico, prende la parola e annuncia la buona novella: non ascoltiamo i profeti di sventura. La crisi che stiamo attraversando può essere un momento di crescita, di ricostruzione del tessuto sociale, che in questi anni è stato drammaticamente disintegrato. Per farlo bisogna rimboccarsi le maniche e partire dal piccolo: attraverso una solidarietà liberatrice che non sia semplice assistenzialismo, attraverso l'incontro e l'accoglienza, l'ascolto dei movimenti e delle richieste dei giovani, e soprattutto attraverso la giustizia sociale e l'equità. L'amatissimo "prete del marciapiede" ci prende per mano e ci mostra la strada, ci incoraggia, ci esorta a non arrenderci: è proprio questo aspetto concreto, pratico, tenace a far sì che il don non sia un semplice maestro, ma un vero testimone. Perché "alla fine, Dio non ci chiederà se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili".
È pensando ai giovani che don Gallo ha scritto questo libro: sono loro che dovranno guidare un Paese che si trova in un "mare in tempesta", e aiutarlo a ritrovare la bussola. "Le mie bussole sono due: come partigiano e come essere dotato di una coscienza civile, la mia prima bussola è la Costituzione. Poi, come cristiano, la mia bussola è il Vangelo". Don Andrea Gallo non è solo un prete: è prima di tutto un uomo. Dossetti, Gramsci, Bocca, De André, Brecht sono i suoi eroi, e viaggiare con lui attraverso il senso - che non è solo memoria del passato ma soprattutto speranza per il futuro - della nostra carta costituzionale è un'esperienza entusiasmante e divertente, anche se spesso amara. La forza del Don è contagiosa, e le sue parole e i suoi aneddoti, che vanno dalle esperienze durante la Resistenza ai tristi episodi del G8 del 2001 a Genova, non finiscono mai di stupirci e arricchirci. In Appendice una Lettera a Fabrizio De André dei ragazzi e le ragazze di don Andrea Gallo.
È la prima biografia del cardinale Zuppi, il "don Matteo" che ama circolare in bicicletta da quando era parroco nelle periferie romane fino alle attuali strade di Bologna di cui è arcivescovo.
Nello spirito della Comunità di Sant'Egidio, è in prima linea come testimone di pace e interprete di un Vangelo che presenta con un linguaggio familiare e profondo.
L'autore ripercorre le sue attività, anno per anno, e ne ricostruisce fedelmente il pensiero attingendo ai suoi libri, articoli, interviste e dichiarazioni pubbliche.
La narrazione scorrevole e ricca di particolari testimonia la grande stima che Zuppi raccoglie anche nei contesti laici, come testimonia la prefazione firmata da Gian Piero Jacobelli, insigne intellettuale non cattolico.
C'è chi giocava nel Manchester United e chi correva nella nazionale di atletica leggera, chi era un asso del baseball Usa e chi non aveva rivali nei tuffi dalla piattaforma: storie di campioni che hanno abbandonato la carriera per seguire la vocazione religiosa, riscoprendo nei valori dello sport i punti cardinali grazie ai quali orientare la loro nuova vita. Sono raccolte anche testimonianze di chi ha scoperto il professionismo già da religioso e gli interventi di grandi protagonisti del mondo dello sport (Sara Simeoni, David Rudisha, Osvaldo Bagnoli e Davide Ballardini) che hanno conosciuto alcuni dei giovani raccontati nel libro. Ma una voce autorevole nel dialogo tra sport e fede interviene anche nella prefazione di Dino Zoff.
«Si laurea in Teologia con una tesi su Ligabue». Così titolava nel marzo 2017 il quotidiano la Repubblica, seguito da decine di segnalazioni sulla stampa cartacea e on line e sui social network. Così l'autore della tesi, uno stupito Lorenzo Galliani, si è trovato al centro di un acceso dibattito pubblico sull'accostamento, per molti irriverente, fra il rocker emiliano e la religione. Eppure Ligabue appare costantemente in dialogo con il cielo e con un Dio dal volto umano, anche quando critica con parole dure la Chiesa: a testimoniarlo decine di citazioni dal suo canzoniere e dalle interviste rilasciate in trentanni di carriera. Prefazione di Matteo Zuppi.
L'autore ripercorre la storia di don Zeno e della Citta/Comunita di Nomadelfia, da lui fondata. Il volume ripercorre la storia di Nomadelfia sin dall'inizio raccontando fatti ed episodi inediti descritti secondo i ricordi dell'autore, ma soprattutto attraverso le parole di don Zeno. L'autore e uno dei pionieri di questa straordinaria esperienza di vita comunitaria, iniziata in una sorta di campeggio permanente", come lui ama definire il primo insediamento nomadelfino. Nel volume descrive tutta la storia di Nomadelfia. Gli anni tristi in cui i nomadelfini furono dispersi dal Governo italiano e don Zeno allontanato, prima dalla comunita da lui fondata, e poi ridotto allo stato laicale; il riconoscimento di Nomadelfia e la piena riabilitazione di don Zeno Saltini da parte della Chiesa. Leggendo il volume ci si rende conto come Virgilio, ancora oggi, sia rimasto colpito, anzi sbalordito, da questa esperienza e dal carisma di don Zeno. "
La prima biografia autorizzata di Chiara Lubich e la storia del Movimento dei focolari. Attraverso numerose testimonianze della protagonista e di persone vicino a lei, Jim Gallagher ripercorre le tappe di una vita ricca di eventi straordinari: la consacrazione a Dio avvenuta all’età di 19 anni, all’avvio del primo Focolare subito dopo. Da quel momento si moltiplicano le iniziative e le proposte e il Movimento si allarga a macchia d’olio: il Focolare maschile, l’inserimento di sacerdoti, vescovi, giovani, le numerosissime piccole comunità cristiane dove si cerca semplicemente di realizzare il programma di Gesù "Che tutti siano uno". Il carisma dell’unità che coinvolge famiglie, gruppi giovanili, intere città con scuole, ospedali, editrici, centri di accoglienza. Oggi i Focolari sono presenti in tutto il mondo e uniscono uomini e donne anche di diverse religioni.
Jim Gallagher, giornalista e scrittore, vive e lavora a Londra. Visiting lecturer presso l’istituto Robert Schuman di Giornalismo e Studi sui Media Europei, è specializzato nella formazione dei giornalisti provenienti da tutta Europa.
Chiara Lubich nasce a Trento il 22 gennaio 1920. Durante la Seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta, e ne fa l'ideale della sua vita: il 7 dicembre 1943 è la data che segna la nascita del movimento dei Focolari. È tra i poveri di Trento che inizia la sua "divina avventura. Vari giovani, attratti dalla radicalità evangelica, si uniscono a quel primo gruppo. Al movimento si avvicineranno, con gli anni, anche persone di altre fedi e convinzioni. Nel 1977 Chiara riceve a Londra il premio Templeton per il progresso della religione. Dopo l'impatto con la miseria delle periferie di San Paolo, in Brasile, dà il via al progetto dell'economia di comunione. Il movimento dei Focolari getta ponti tra le persone, le generazioni, le categorie sociali e i popoli: con questa motivazione riceve il premio Unesco 1966 per l'Educazione alla Pace. Dopo lunghi anni di attività, Chiara Lubich si è spenta a Rocca di Papa il 14 marzo 2008, all'età di 88 anni.
Vita del Servo di Dio Arsenio da Trigolo (al secolo Giuseppe Antonio Migliavacca, 1849-1909), cappuccino. Dapprima sacerdote gesuita, fondò l'istituzione delle Suore di Maria SS. Consolatrice. Allontanato dalla Congregazione a seguito di accuse infamanti e prive di fondamento, ottenne di essere ammesso fra i Cappuccini. Fu confessore stimato, predicatore di esercizi, animatore del Terz'Ordine e direttore spirituale.