
Barbara ha 40 anni, vive in un condominio alla periferia di Roma. Ha un diploma di belle arti conseguito a Parigi. Si mantiene vendendo i suoi quadri, tele sgargianti che rappresentano scene sacre. Nelle ore in cui non lavora, Barbara prega, medita davanti alle icone, intona liturgie. Barbara è un'eremita. Lucio, invece, cammina. Non ha l'auto né altri mezzi. Una volta l'anno, all'inizio dell'estate, parte a piedi, resta fuori casa qualche mese, dormendo nelle sacrestie, nei santuari, ovunque gli si offra ospitalità. Se ne ha l'occasione, parla del Vangelo con le persone che incontra.
Altrimenti resta in silenzio. Poi rientra, torna al suo eremo nei boschi della Toscana.
Lì trascorre il resto dell'anno, studiando la Bibbia, accogliendo le persone che si rivolgono a lui per un consiglio, un'indicazione spirituale e che in cambio gli lasciano qualcosa da mangiare. Carlo è sacerdote, ma ha una laurea in medicina e una specializzazione in psichiatria. Ha lavorato a lungo in Francia, negli ospedali. Ora passa in silenzio e solitudine tutte le mattine e tutte le sere, in un piccolo appartamento di città. Il pomeriggio, scende nella chiesa sotto casa dove confessa ogni giorno una decina di persone. Questi sono alcuni rapidi profili degli eremiti italiani di oggi. Gli eremiti, a cui molti pensano come a figure di un passato lontanissimo, sono invece, e proprio negli ultimi decenni, una realtà viva e presente sia in Italia che all'estero.
Questo libro presenta i risultati della prima indagine sul campo dedicata all'eremitismo italiano: 35 lunghe interviste con eremiti giovani e anziani, uomini e donne. L'eremita, una figura dal passato millenario, non smette di stupire, di interrogare, di lanciare un messaggio al quale nemmeno il passante frettoloso rimane indifferente.
«Plata o plomo»: soldi o una pallottola. Ogni anno in Messico transitano mezzo milione di migranti indocumentados che dal Centroamerica in preda alla violenza tentano di raggiungere gli Stati Uniti in cerca di un futuro migliore. Sulla loro strada trovano la ferocia dei narcos, banditi che - oltre a far soldi con la droga - si arricchiscono sulla pelle dei migranti grazie a rapimenti, traffici di organi, schiavismo e prostituzione. Alejandro Solalinde non è rimasto a guardare. Dopo una vita da prete «normale», ha iniziato ad aprire le porte del cuore e di casa agli stranieri che cercavano un rifugio, un pezzo di pane, una parola di conforto. Non ha taciuto, padre Alejandro: ha denunciato i soprusi dei trafficanti, le connivenze della politica, la corruzione della polizia. I narcos gliel’hanno giurata: sulla sua testa pende una taglia di 1 milione di dollari. Di qui le minacce, i tentati omicidi, una scorta di 4 uomini per difendere un uomo che difende gli indifesi.
La vicenda di padre Alejandro - per la prima volta qui raccontata da Lucia Capuzzi - si intreccia con i 20 mila migranti rapiti ogni anno in Messico, uomini, donne e bambini che spariscono nel nulla. E con i 20 mila indocumentados accolti da questo prete tenace. Persone alle quali Solalinde dedica la vita in nome di quel Dio schieratosi dalla parte degli ultimi.
«I sequestri. Cominciarono senza che ce ne accorgessimo. Gruppi di migranti sparivano. Mi misi ad indagare. I conti non tornavano. Era evidente che molti si perdevano per strada. Dove finivano? Con molta pazienza riuscimmo a ricostruire la macchina dei sequestri. Ero un prete: mi occupavo di teologia e psicologia. Capii che mi stavo per infilare in un enorme guaio. Eppure non potevo né volevo evitarlo. Non c’era tempo per pensare a me. C’erano delle persone indifese in pericolo, in tremendo pericolo. Sapevo che dovevo fare qualcosa» Alejandro Solalinde
Nel 2003 Martine Brochard - interprete di molti film di successo e di alcune delle fiction più amate dal pubblico italiano, oltre che attrice di teatro di lungo corso - scopre di essere malata di leucemia. In quel momento sembrano andare in pezzi le certezze di una vita e ogni cosa viene rimessa in discussione, mentre inizia il difficile e avventuroso viaggio nel mondo dei malati, degli ospedali, della sofferenza. Proprio dall'interno di questa nuova dimensione, in cui l'umanità si mostra povera e nuda, senza i mascheramenti che la società ogni giorno le impone, inizia però per Martine un intenso percorso di maturazione spirituale e di fede che l'aiuterà a risollevarsi e a trovare una nuova serenità, malgrado le ulteriori durissime prove che la vita le riserva: su tutte la morte del marito, il drammaturgo Franco Mole. L'attrice racconta in questo libro la sua storia attraverso un flusso continuo di emozioni e ricordi (l'infanzia, il lavoro, gli amori), felicemente integrato dalle delicate poesie di Roger Brochard, suo padre, da frammenti dei testi teatrali del marito, e dalle favole scritte da lei stessa. La narrazione è semplice, leggera, coinvolgente, sempre aperta al sorriso e alla speranza, e lascia nel lettore la confortante sensazione che è possibile trovare un senso all'esistenza anche quando tutto sembra congiurare contro di noi.
Il libro estrapola, dalla lunghissima relazione di Matteo Ripa (mille pagine) infarcita di particolari tecnici, quelle che sono descrizioni impagabili delle persone e dei luoghi incontrati durante il suo viaggio verso la Cina, e soprattutto dei tredici anni che trascorse alla corte dell'imperatore Kangxi. Sono descrizioni che portano molta attenzione al lato umano, tolgono l'imperatore Kangxi, uno dei più famosi della storia della Gina, dal trono e lo avvicinano come essere umano alla vita.
Spaziando dalla prima infanzia fino a oggi, l’autore ripercorre con ironia e leggerezza tutta la sua vita. Non lo fa perché, come precisa egli stesso, presenti fatti straordinari, ma perché nella quotidianità e nella normalità di tutti i giorni, l’esperienza gli ha fornito risposte ai tanti perché della vita. Condividendo il percorso della sua esistenza e gli insegnamenti che ne ha tratto, l’autore spinge il lettore a riflettere sulla propria e a trovare la stessa fiduciosa accettazione del disegno di Dio per ognuno di noi.
Note sull'autore
Sebastiano Scarnà è nato a Ferla, piccolo comune della provincia di Siracusa. Conseguita la laurea in Fisica presso l’Università di Catania, dopo alcuni anni di insegnamento al Nord, si è trasferito a Palazzolo Acreide dove ha insegnato Elettrotecnica e Automazione per 25 anni presso l’I.T.I. del paese. Pensionato e vedovo, ha seguito le figlie a Mantova e Belluno. Nel 2012 ha dato alla stampa un libretto dal titolo Tra ironia e sogno (Albatros).
Mons. Alfred Xuereb è stato per cinque anni e mezzo "secondo" segretario personale di Benedetto XVI. Ha accompagnato il Papa nei contesti della sua vita quotidiana più personali e forse meno noti al grande pubblico. Frutto di questi anni è il presente "diario", in cui don Alfred condivide con noi i suoi ricordi personali, emotivamente intensi, di quel periodo. Le Messe del mattino celebrate da Papa Benedetto nella cappella del Palazzo Apostolico, talvolta arricchite da bellissime omelie, le passeggiate nei Giardini Vaticani e in quelli di Castel Gandolfo, i viaggi all'estero, le grandi celebrazioni, i momenti della preghiera e del riposo, gli incontri con Mons. Georg, l'amatissimo fratello, il clima della vigilia natalizia, con i canti e i ricordi d'infanzia di Papa Benedetto, l'amore per gli animali... Non mancano le pagine in cui don Alfred esprime la sua partecipazione ai momenti difficili, di travaglio e di sofferenza, del servizio di Benedetto XVI. Discreti i cenni al diminuire delle forze del Papa; ricche di grande e contenuta emozione le pagine sulla rinuncia al Pontificato. Chiude il libro il commosso commento al funerale che testimonia - anche fotograficamente - l'affetto dei fedeli verso Benedetto XVI. Un diario dai contenuti personali che ora diventa, a suo modo, dopo che Benedetto XVI è tornato alla casa del Padre, anche un libro di storia.
Giuseppe Carini racconta in modo vivace, ma sfidante, la sua amicizia con padre Puglisi. Aveva 21 anni e studiava medicina quando lo conobbe a Brancaccio, quartiere di Palermo con consolidate realtà mafiose, dove era nato e cresciuto. Fin da piccolo - anche grazie a un parente che il giovanissimo Giuseppe idealizzava - era attratto da Cosa Nostra. Come molti o tutti nel quartiere era cresciuto con il mito dell'uomo d'onore. Poi accadde l'incontro con 3P - come i ragazzi chiamavano padre Pino Puglisi - e la sua vita cambiò. Divenne un suo stretto collaboratore sino al giorno dell'omicidio, e restò fedele ai suoi insegnamenti al punto da divenire nel 1995 testimone di giustizia. Da quel momento è nello speciale programma di protezione previsto in questi casi.
Nel 1799 l'Abbazia di Casamari (Frosinone) fu teatro di un terribile eccidio ad opera di alcuni soldati dell'esercito napoleonico, che massacrarono sei monaci rimasti fedelmente al loro posto ed avevano anche accolto benevolmente i loro assassini.
Meister Eckhart (1260ca-1328ca) ha inteso l'esperienza mistica non nel senso di eventi spettacolari dell'anima o di teofanie celesti improvvise. La sua unione con Dio non è un evento isolato dell'anima, bensì la presenza perdurante del divino nel fondo dell'esistenza umana. Egli ritiene valido soltanto pensare a Dio di continuo, quasi abbracciandolo con il pensiero e senza dirsi mai soddisfatto di un Dio soltanto pensato. La presenza continua e ineffabile di Dio viene colta dallo sguardo nell'atto in cui egli dona in sovrabbondanza la vita.
In un tempo come il nostro dove la storia contemporanea è quasi sconosciuta, occorre far conoscere le persone migliori e che hanno dato al loro cammino esistenziale un senso positivo e per il bene di tutti. Le 12 figure esemplari e attuali, che vengono presentate nel volume scritto a più mani, sono tutte nate e vissute nella splendida e tormentata Sicilia. La Regione d'Italia che in ogni parte del mondo viene spontaneamente e ingiustamente associata alla mafia, alla rassegnazione, alla resa incondizionata alla corruzione politica, al disimpegno civile. Di Luigi Sturzo, Placido Rizzotto, Pina Suriano, Anna Maria Ciccone, Piersanti Mattarella, Pio La Torre, Rosario Livatino, Giuseppa Fava, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Puglisi, Maria Saladino, ne vengono tracciati una breve biografia e una attualizzazione del loro pensiero e dell'apporto significativo e creativo che hanno donato non solo alla Sicilia, ma al nostro intero Paese. Nel presente anno - in cui ricorre il trentesimo anniversario delle stragi mafiose di Capaci e di via D'Amelio a Palermo - la conoscenza approfondita del concreto vissuto e dell'impegno socio-culturale di alcuni testimoni potrà spronarci ad una
Jacques non è un personaggio di fantasia. È nato a Saint-Germainen-Laye il 6 aprile 1930 ed è morto a Parigi, sulla ghigliottina, il 1° ottobre 1957. Jacques Fesch, in nome di una conversione avvenuta in carcere, divenne presto un caso. Curzia Ferrari non si lascia catturare dal déjà vu: con una successione di colpi di scena, passiamo dalla vita provinciale di una famiglia borghese e piuttosto disunita al luccicore dei bistrot parigini, dove Jacques coltiva una speciale inclinazione per il jazz; vivace è anche il suo amore per la natura, pur nell’inferno del denaro di cui non può fare a meno. Del resto, suo padre Georges è proprietario di una banca, e il tema dell’argent è uno dei fili conduttori del libro. Tormentato dal dèmone dell’oro, Jacques organizza un colpo di mano, e lì – nel sangue di un poliziotto ucciso durante la fuga –, vede chiudersi i propri giorni in qualità di uomo libero.
Nei tre anni di reclusione nella prigione de «La Santé» prende gradatamente fisionomia una profonda ricerca di Dio. Il sigillo lo metterà l’arcivescovo di Parigi che nel 1987 aprirà la causa di beatificazione. Ma Dio non era già forse nelle stravaganze cercate e respinte da Jacques? E Dio non è forse nella sua serena accettazione della pena di morte, voluta soprattutto dal potentissimo Sindacato di Polizia francese? Ce lo lasciano intuire alcuni passi del libro – e questo è uno degli elementi che lo rendono affascinante, di irrefutabile apertura ai misteri dell’Oltre.
L’Egitto è stato uno dei miti principali della cultura europea fin dall’Umanesimo. Uno dei capitoli principali di questa storia è costituito dall’opera di Athanasius Kircher il quale si interroga sui rapporti tra Roma e l’Egitto proponendo di individuare nell’antica teologia egizia un’anticipazione di dottrine fondamentali dello stesso cristianesimo e in particolare delle dottrine della Trinità e dell’incarnazione di Cristo. Gettando luce su uno dei personaggi più eclettici e complessi del Seicento, questo volume ricostruisce l’ambiente culturale della Roma barocca caratterizzata dal fiorire degli studi linguistici e dal fascino per l’antico Egitto con un’attenzione specifica alla politica religiosa e culturale della Chiesa cattolica.

