
L'Autore presenta la vita di un santo quasi sconosciuto ma che ha saputo dimostrare come nessun altro quanto il dolore non significhi infelicità". "
Sono in tanti, nel mondo, a considerare Henri Nouwen (1932-1996) come il proprio maestro spirituale. La ragione di un'influenza così vasta risiede forse nella sua determinazione a fare esperienza diretta della sofferenza di uomini e donne, spronati e persuasi a compiere insieme a lui un viaggio attraverso il mistero del Vangelo, la solitudine, il dolore, la ricerca di senso nella vita e la condivisione con i poveri. La sua stessa esistenza è stata un arduo cammino, segnato dalla depressione, dalla lotta fra sentimenti contrastanti (la ricerca di intimità umana, l'amore per la vita comunitaria, il bisogno di solitudine) e dal desiderio mai soddisfatto di raggiungere il cuore dell'esperienza cristiana facendo della propria vita un dono per gli altri. Nei suoi oltre cinquanta libri - tutti salutati da grande successo e costantemente ristampati - si riflettono del resto molte esperienze vissute in prima persona. La sua attività di studioso fu molto intensa e lo vide fra l'altro insegnare in università prestigiose come Yale e Harvard. Non vi è però dubbio che le esperienze più significative furono quelle che lo portarono a condividere la vita degli «ultimi», in particolare i dieci anni trascorsi in Canada presso l'Arche, la comunità fondata da Jean Vanier e dedicata alle persone con handicap. In un periodo in cui il mondo cattolico sembra attraversato da una forte ansia di rigenerazione e di rinnovamento, la parabola di Henri Nouwen può rappresentare per molti, se non per tutti, un'importante fonte di stimoli e suggestioni e un esigente termine di paragone.
Sono in tanti, nel mondo, a considerare Henri Nouwen (1932-1996) come il proprio maestro spirituale. La ragione di un'influenza così vasta risiede forse nella sua determinazione a fare esperienza diretta della sofferenza di uomini e donne, spronati e persuasi a compiere insieme a lui un viaggio attraverso il mistero del Vangelo, la solitudine, il dolore, la ricerca di senso nella vita e la condivisione con i poveri. La sua stessa esistenza è stata un arduo cammino, segnato dalla depressione, dalla lotta fra sentimenti contrastanti e dal desiderio mai soddisfatto di raggiungere il cuore dell'esperienza cristiana facendo della propria vita un dono per gli altri. Nei suoi oltre cinquanta libri si riflettono del resto molte esperienze vissute in prima persona. La sua attività di studioso fu molto intensa e lo vide fra l'altro insegnare in università prestigiose come Yale e Harvard. Non vi è però dubbio che le esperienze più significative furono quelle che lo portarono a condividere la vita degli "ultimi", in particolare i dieci anni trascorsi in Canada presso l'Arche, la comunità fondata da Jean Vanier e dedicata alle persone con handicap. In un periodo in cui il mondo cattolico sembra attraversato da una forte ansia di rigenerazione e di rinnovamento, la parabola di Henri Nouwen può rappresentare per molti, se non per tutti, un'importante fonte di stimoli e suggestioni e un esigente termine di paragone.
Una biografia dell'arcivescovo di Recife, per ripercorrerne tutto l'arco della vita (1909-1999). Giovanni Paolo II, nel 1980, quando incontrò Câmara nella sua diocesi, lo salutò con l'espressione: «Fratello dei poveri, fratello mio». Fu il maggior riconoscimento che ricevette mentre era in vita, dopo anni di sospetti sulla sua identità di «vescovo rosso». Il processo di beatificazione è stato avviato da papa Francesco. Bergoglio e Camara hanno molto in comune, a partire dalla predilezione per i poveri intesa come strada maestra per il cammino della Chiesa. Sensibilità e temi che il vescovo brasiliano ha anticipato di cinquant'anni. Protagonista - dietro le quinte - del Concilio Vaticano II, è stato la voce di chi non ha voce, convinto sostenitore che lo sviluppo è il nuovo nome della pace.
Dom Hélder Câmara è stato certamente una delle figure più significative della Chiesa universale e della società del secolo scorso.
Cresciuto alla scuola dei poveri e dei perseguitati, di cui divenne ben presto la voce, predicò un Vangelo di pace e di giustizia, indicando la strada della conversione e della nonviolenza. Fortemente contrastato dal potere politico-militare del suo Paese e guardato con sospetto anche da ampi settori della Chiesa e dei dicasteri vaticani, dom Hélder, con il sostegno e la stima di Paolo VI, cercò di tradurre in realtà il sogno di un altro mondo possibile, basato sulla giustizia, sulla fraternità e sulla pace, e quello di una Chiesa aperta allo Spirito, povera e serva del Regno.
Solo a torto Hans Küng (1928-2021) potrebbe essere ridotto a "teologo ribelle" oppure a "contestatore del papa". Perché è stato precursore e visionario, ottenendo ascolto in settori come l'economia e la politica. È stato prete e pastore, abituato a porgere orecchio alle preoccupazioni di chi gli si rivolgeva in cerca d'aiuto. È stato uno dei pochi teologi conosciuti e rispettati anche da un pubblico laico e da rappresentanti di altre fedi religiose, in tutto il mondo. La sua emozionante biografia intellettuale non solo è stata plasmata da temi diversissimi, ma ha anche mostrato tante sfaccettature differenti. Lo spettro di argomenti coperti dalla sua opera teologica è semplicemente impressionante, così come il suo impegno indefesso per un rinnovamento della teologia, per la riforma della chiesa, per l'ecumenismo, per il dialogo interreligioso e per un'etica globale. Nei contributi di questo libro, amici, teologhe e teologi rendono omaggio dalle più diverse prospettive all'opera multiforme di Küng e mostrano l'importanza duratura del pensiero di questo autore d'eccezione. «Ho ricevuto in dono una vita ricca sotto tutti i punti di vista. Non sono "stanco della vita", bensì "pago della vita": così come, secondo la Bibbia, sono morti "sazi di giorni" sia Abramo e il re Davide, sia Giobbe» Hans Küng.
Il volume raccoglie diverse testimonianze sul compianto Cardinale Giacomo Lercaro, da parte di Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, il Card. Siri, ed altri ancora. Nel volume sono raccolte alcune testimonianze sul Cardinale Giacomo Lercaro, lasciate da personalita' che hanno fatto la storia del XX secolo. Da questa raccolta scaturisce una figura del tutto inedita del grande cardinale e arcivescovo di Bologna, uomo di Chiesa impegnato nel dare concretezza e attuazione alle norme scaturite dal Concilio Vaticano II, e adinterpretare le nuove istanze poste dall'epoca contemporanea.
«Si laurea in Teologia con una tesi su Ligabue». Così titolava nel marzo 2017 il quotidiano la Repubblica, seguito da decine di segnalazioni sulla stampa cartacea e on line e sui social network. Così l'autore della tesi, uno stupito Lorenzo Galliani, si è trovato al centro di un acceso dibattito pubblico sull'accostamento, per molti irriverente, fra il rocker emiliano e la religione. Eppure Ligabue appare costantemente in dialogo con il cielo e con un Dio dal volto umano, anche quando critica con parole dure la Chiesa: a testimoniarlo decine di citazioni dal suo canzoniere e dalle interviste rilasciate in trentanni di carriera. Prefazione di Matteo Zuppi.
«Esponente di spicco del giornalismo vaticano negli anni della ricostruzione postbellica e nella straordinaria stagione conciliare, Enrico Zuppi (1909-1982) merita di essere ricordato degnamente per le doti di professionalità, di serietà e di forte e convinta idealità di cui ha dato prova nella direzione di varie testate, ma soprattutto dell’“Osservatore della Domenica”, settimanale di vasta diffusione, che egli guidò con criteri moderni e innovativi dal 1946 al 1979. […] Elementi essenziali della personalità e della spiritualità di Zuppi affiorano nei carteggi con amici e maestri che compaiono in questo volume: Giovanni Battista Montini, Raimondo Manzini, don Giovanni Rossi, Giuseppe Prezzolini, il giovane giornalista Giancarlo Zizola. […] Ma questi elementi acquistano una nitidezza e una forza particolari nelle lettere a Carla Fumagalli, scritte da Zuppi nel breve periodo del loro fidanzamento (marzo-ottobre 1946) e poi negli anni del matrimonio. Le “Lettere a Carla” […] gettano luce sul lato intimo, segreto, vitale della prorompente personalità di Zuppi e offrono un ulteriore, decisivo contributo per cogliere a fondo la nitida testimonianza di uomo e di cristiano da lui resa. In realtà impegno pubblico e dimensione privata si fondono in Zuppi in una luminosa, trasparente autenticità».
Dalla Prefazione del Cardinale Achille Silvestrini
Carla Fumagalli (1921-2004) nacque a Seveso, in provincia di Milano, in una famiglia fortemente radicata nella tradizione umana e religiosa ambrosiana. Il papà era impiegato in una fabbrica di stoffe e seta e suo zio, fratello della madre, fu segretario di Pio XI durante tutto il Pontificato, iniziando un lungo servizio nella Chiesa, che lo portò ad essere Prefetto della Congregazione dei Vescovi e Cardinale. Carla con determinazione durante la guerra completò i suoi studi, laureandosi nel 1944 in Lettere nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Poco dopo incontrò Enrico Zuppi, che sposò nel 1946, dopo solo sei mesi di fidanzamento. Seguì Enrico a Roma e abbandonò l’amato insegnamento – che aveva già iniziato nei licei classici – per dedicarsi a tempo pieno alla famiglia. Tutta la sua vita è stata spesa per i figli e i nipoti e per sostenere l’attività di Enrico, che accompagnava con intelligenza attenta e sensibile. Dopo la morte di Enrico si è dedicata ad ordinare tutta l’attività da lui realizzata ed a promuovere varie pubblicazioni a riguardo, in particolare il libro di Valerio De Cesaris, Enrico Zuppi e «L’Osservatore della Domenica». Un giornale da leggere e da vedere, apparso in questa collana nel 2002
«Formatosi alla scuola del Concilio, don Tonino è stato formatore e appassionato curatore di vocazioni con l’impegno di tutto se stesso: innamorato della sua vocazione, sapeva fare innamorare gli altri della chiamata di Dio, mettendo ali alla sua vita quotidiana, sapendo leggere nei cuori, irradiando luce di fede e di carità con la sua semplice presenza, curando i rapporti personali senza mai massificare le relazioni, costruendo ponti di dialogo e di misericordia, ispirandosi sempre all’ideale della perfetta letizia». (Dalla prefazione di Mons. Bruno Forte)
Il libro di Mons. Angiuli conduce il lettore a rintracciare un don Tonino forse meno noto, ma necessario per comprenderne a tutto tondo la figura: l’educatore di coloro che, come lui, avevano avuto il sentore di una chiamata particolare; una chiamata di dedizione a Cristo, alla Chiesa e, di conseguenza, all’umano in ogni sua espressione.
Questo volume offre per la prima volta una biografia di Madre Giulia Verhaeghe (1910-1997) e mette in luce come Dio abbia fatto crescere in lei, e per il suo tramite, una nuova realtà ecclesiale: la Famiglia spirituale "L'Opera". "Madre Giulia non ha fondato un'opera diversa dall'opera di Gesù Cristo, ma si è posta interamente al servizio della Sua opera. In tal modo ci invita a non porre altre opere accanto all'opera di Cristo, ma a dedicarci alla Sua opera, ad essere e a vivere con la Sua opera e così, attraverso di Lui, con Lui e in Lui, porsi al servizio della salvezza del mondo. Tutto ciò che ella ha fatto è riferito a Cristo, Figlio del Dio vivente". (Cardinale Joseph Ratzinger Papa Benedetto XVI).
Si tratta di una biografia di Guido Maria Conforti (Casalora di Ravadese 1865 Parma 1931), fondatore dei Missionari Saveriani.
La sua vocazione missionaria si concretizzò nel 1895 con la fondazione dell’Istituto emiliano per le missioni estere, ufficialmente riconosciuto nel 1898 come Congregazione di San Francesco Saverio per le missioni estere. Terra di missione per i primi saveriani: la Cina.
Vicario generale a Parma, nel 1902 fu nominato arcivescovo di Ravenna e, nel 1907, vescovo di Parma. Svolse nel contempo una grande attività per sostenere il crescente spirito missionario della Chiesa italiana tra XIX e XX secolo. Egli stesso si recò in visita in Cina nel 1928.
Beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1996, sarà a breve proclamato santo da papa Benedetto XVI.
Questa biografia è stata redatta in occasione della canonizzazione di Guido Maria Conforti, utilizzando come fonti i documenti del processo diocesano e di quello apostolico per la canonizzazione, gli scritti del Conforti stesso e la documentazione raccolta da Franco Teodori nei suoi 28 volumi noti come Fonte Confortiana Teodoriana, oltre a testimonianze extraprocessuali conservate negli Archivi della Postulazione e informazioni raccolte dalla viva voce di persone degne di fede.
Presentazione di Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma.
Prefazione di P. Rino Benzoni, superiore generale dei saveriani.
DESTINATARI
In particolare missionari (specialmente salesiani), diocesi di Ravenna e di Parma, di cui G.M. Conforti è stato rispettivamente arcivescovo e vescovo E tutti coloro che amano il genere biografico.
AUTORE
Augusto Luca, saveriano, è stato direttore delle riviste dell’Istituto e missionario in Giappone. È autore di diverse biografie di missionari in Oriente.Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo: L’ultimo missionario, L’abate Giovan Battista Sidotti e la sua scomparsa in Giappone nel 1708 (Milano 2009); Nel Tibet ignoto (Milano 20092); Pietro Uccelli, uomo di Dio (Brescia 2005); Madre Agnese Shih, testimone di Cristo in Cina (Roma 2005). Con Paoline ha pubblicato Anna Maria Adorni. Madre degli ultimi (Milano 2010).