
Nel dicembre 2004 ad Alberto Del Corno viene diagnosticato un tumore maligno alla tiroide. Dopo un lungo percorso di cura è dichiarato "in remissione completa". Tuttavia «per sentirti davvero fuori dal tunnel non basta quella scritta su un pezzo di carta. Sei tu che devi accettare di essere guarito e io non ero ancora pronto». Così entrano in gioco i social. «Scoperta l'esistenza dei gruppi facebook, la prima cosa che mi venne in mente fu cercare se ne esistessero di dedicati alle patologie della tiroide. Mi si aprì un mondo, il mio mondo; lessi avidamente i primi post e mi resi conto di una stupenda realtà: non ero più solo. Fino ad allora avevo combattuto il mio tumore nel silenzio della solitudine. In tanti mi erano stati vicini, ma nessuno può capire veramente cosa provi, se non chi sta vivendo la tua stessa esperienza.» Comincia così un'avventura che prosegue tuttora e che l'Autore descrive in queste pagine intense e vivaci con tono leggero, presentando i tanti amici e le tante storie che da anni lo accompagnano. Con uno stile schietto e immediato, Del Corno ci permette di entrare nella "Casetta" da cui ha preso vita una nuova realtà più ampia, al servizio di chi si trova ad affrontare una patologia tiroidea: il gruppo facebook "Vivere senza tiroide".
Dalla Spagna alla Svezia, dal Sud America alla Svizzera, da Medjugorje all'Italia, il volume ripercorre gli itinerari del sacerdote tramite cui lo Spirito Santo ha operato guarigioni ed altre azioni straordinarie.
Un cas important dans l'histoire du jansènisme
Il monaco in bianco e nero è il benedettino e trappista Padre Paolino Beltrame Quattrocchi, le sue avventure sono fatti storicamente accaduti nel corso del '900, testimonianza di come si possa sempre rivolgere il proprio sguardo "dal tetto in su", pur conservando i piedi ben piantati per terra. Giovanissimo frate benedettino, cappellano in guerra e medaglia d'argento al valor militare, protagonista temerario di pagine rocambolesche e toccanti della Resistenza, predicatore severo e instancabile curatore di anime, ispirazione per Guareschi dell'amatissimo Don Camillo, Padre Paolino ha vissuto un secolo senza fermarsi mai.
Da San Francesco a Santa Veronica Giuliani e alla Beata Anna Caterina Emmerick, da Santa Mariam di Gesù Crocifisso alla Beata Elena Aiello e a Teresa Neumann, da Edvige Carboni a Marthe Robin e a Natuzza Evolo... Sedici sono i profili che questo libro illustra di uomini e donne che hanno ricevuto il dono straordinario delle stimmate.
Da queste figure meravigliose che hanno reso santa la loro vita sotto il segno della croce, emerge che le ferite di Cristo crocifisso e risorto non sono segno di morte ma di vita, di vittoria dell'amore sull'odio, di grazia sovrabbondante donata da Dio e da elargire a tutti.
Le braccia degli stigmatizzati sono come quelle di Gesù crocifisso: aperte per abbracciare ogni creatura, partecipando attivamente all'opera redentrice di Cristo.
La sofferenza offerta diventa così delizia che genera energia spirituale e rende, semplici uomini e donne, simboli viventi di quell'Amore e di quella Misericordia da cui proveniamo.
Frutto di una ricerca pluriennale, questa biografia di Giuseppe Lazzati rappresenta un passo fondamentale nella conoscenza di un testimone del cattolicesimo italiano del XX secolo. Dopo una prima formazione all'interno dell'associazione Santo Stanislao, con l'iscrizione all'Università Cattolica e l'adesione ai Missionari della Regalità di padre Agostino Gemelli, Lazzati si trovò a condividere il progetto che aveva individuato nell'esaltazione della regalità di Cristo l'ambivalente via per rilanciare la supremazia cattolica sulla società in un tempo di totalitarismi. La creazione di un proprio gruppo di laici consacrati - i Milites Christi - e l'esperienza della deportazione resero il progetto compatibile con la realtà italiana del dopoguerra.
Si tratta di un volume che raccoglie articoli, saggi, note, ricordi, testimonianze del tutto fuori dell'ordinario del Servo di Dio Giuseppe Lazzati che costituiscono un segno inconfutabile non solo dell'eco suscitata dalla sua scomparsa, ma soprattutto del perdurare nel tempo di un ricordo che resta vivo e dà alla figura, al pensiero e all'azione di Lazzati una costante attualità. Alla fine del volume alcune testimonianze
Il volume presenta un ritratto di Lazzati,nel centenario della nascita,mentre è in corso il processo di beatificazione,attraverso testimonianze e ricordi di chi l’ha conosciuto: amici, collaboratori, discepoli, personalità del mondo politico, religioso e culturale, ma anche persone comuni che ebbero il privilegio d’incontrarlo. Tra questi mons.Villa,vescovo emerito di Pavia; mons.Tresoldi, vescovo emerito di Crema; padre Sorge; don Grampa, professore universitario ed esecutore testamentariodi Lazzati; Franco Monaco, suo figlio spirituale; Franco Cognoli, manager di fama internazionale; Luigi Pizzolato, preside della facoltà di lettere alla Cattolica di Milano; Sergio Zaninelli, rettore dell’Università Cattolica tra il 1998 e il 2002; padre Camillo De Piaz,amico e consigliere di padre Turoldo.
AUTORE Luca Frigerio, giornalista, redattore delle pagine culturali di Incrocinews e de Il Segno. Scrittore e fotografo, da vent’anni racconta storie di uomini e avventure dell’arte. Con Paoline ha pubblicato Noi nei lager. Testimonianze di militari italiani internati nei campi nazisti (1943-1945),Milano 2008.
Attiva a Vicenza nei primi nni del Nocento e impegnata per la parità fra i sessi, Elisa Salerno è giornalista e scrittrice che riassume tutta la sua attività nel definirsi prima cattolici e poi femminista.
La fede e la forte tensione morale la portano a teorizzare un femminismo cristiano elaborato e divulgato attraverso l'intensissima attività di scrittura, spesa tra giornali, saggi e narrazioni, ma anche numerosissime lettere scritte a papi, vescovi e politici, convinta che la condizione della donna potesse cambiare ma solo attraverso una sinergia che coinvolgesse i vertici del potere.
La complessa e affascinante figura di Elisa Salerno è stata oggetto di studio sotto vari profili, suscitando interessa dal punto di vista letterario, storico, pedagogico e giornalistico.
Breve e agile biografia della Beata Laura Vicuña, la ragazza morta a tredici anni per salvare la mamma da una situazione di peccato. La sua esistenza rivela la santità del quotidiano vissuta con gioia in un ambiente saturo di ideali capaci di sostenere e rendere naturale anche il sacrificio perché motivato dall'amore.
L'incredibile e luminosa storia di fede e resistenza di un monastero di clarisse guidato da Caritas Pirckheimer, negli anni della riforma luterana e in un mondo in bilico tra sincero ardore religioso e ottuso fanatismo.
"In quell'istante il mio presente fu spazzato via, il mio passato cancellato e il mio futuro annichilito": è il 9 agosto 1945 e sono le ore 11:02. È l'istante in cui Takashi Nagai e pochi altri sopravvissuti si ritrovano, come in un incubo, in una Nagasaki ridotta in cenere dall'esplosione della bomba atomica. Ha perso la sua amata moglie Midori, gran parte dei suoi amici e conoscenti, tutti i suoi averi e i frutti degli sforzi di una vita intera. Già malato di leucemia e condannato a morte prossima, resta solo insieme a due figli bambini che presto dovrà lasciare orfani in quel deserto post-nucleare. "Lasciando questi ragazzi" è una raccolta di brevi testi che Nagai scrive ai suoi figli affinché le sue parole possano accompagnarli nel cammino della vita che dovranno percorrere senza i genitori al loro fianco. Una vita che sarà piena di sofferenza ma che, proprio per questo, griderà ancor più forte l'urgenza di qualcosa che porti luce e speranza. Per Nagai ogni circostanza, persino quando porta il volto atroce della morte e della distruzione, è il luogo dove la Verità ci raggiunge, facendosi strada proprio attraverso le ferite che si aprono nel cuore. Prefazione di Massimo Camisasca.