
Tommaso Moro è stato, nel XVI secolo, uno degli uomini più potenti dell’Inghilterra. Apparentemente lontano dalla 'perfezione evangelica' che veniva identificata comunemente con la condizione del monaco celibe, povero e obbediente ai superiori: era infatti sposato, padre di figli, proprietario di terre e secondo in autorità soltanto al re. Eppure... Eppure, quando Enrico VIII gli chiede di rinunziare ai dettami della coscienza per la ragion di Stato, Tommaso non ci sta: accetta di perdere il potere, le proprietà, la famiglia e persino la vita pur di non tradire ciò che riteneva essere il progetto divino sull’umanità. Con ciò diventa non solo un santo canonizzato dalla Chiesa cattolica, ma un esempio universale di 'libertà nel mondo'. La vicenda – e le sue implicazioni teologiche – sono magistralmente evocate in questo aureo libretto di Hans Küng, certamente uno dei massimi teologi 'ecumenici' contemporanei: le condanne da parte del Vaticano non hanno impedito che i suoi numerosi libri (tra cui la trilogia Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo) siano stati tradotti in decine di lingue.
A cura di C. Ghidelli
Il volume presenta la figura di Carlo Manziana (1902-1997), prete della Congregazione dell'Oratorio di Brescia, che visse la terribile esperienza del campo di concentramento di Dachau.
Attraverso alcuni suoi scritti, per lo più inediti, emerge in modo evidente la dimensione educativa che ha sempre caratterizzato la sua azione pastorale e il suo magistero.
SOMMARIO
Introduzione: messaggio di una vita di Carlo Ghidelli.
Libertà evangelica di Carlo Manziana.
Luigi Sturzo (1871-1959) fu un formidabile animatore della terra siciliana e poi dell’Italia intera, appassionato della libertà e sempre dalla parte dei deboli. Prete e politico scomodo, fu odiato da Benito Mussolini per il suo rigore nello spiegare l’inconciliabilità tra cristianesimo e fascismo. L’immensità del suo pensiero oggi brilla per la Chiesa e per la nostra confusa e avvilita società.
Dai suoi inizi a Caltagirone all’appello «a tutti gli uomini liberi e forti», fino all’esilio all’estero e al rientro nella vita politica postfascista, produsse una monumentale opera di intuizioni ancora feconde e animate da un profondo spirito di amore e servizio al prossimo, che ha portato la Chiesa ad avviare il processo per la sua beatificazione.
Dove sta andando la Chiesa italiana? C’è un’alternativa all’opposizione inconciliabile fra anticlericali e devoti? Forse è possibile trovarla riascoltando le voci di un cattolicesimo critico che percorre la storia più recente del nostro paese. È quello che propone Gilberto Squizzato, seguendo le vicende di coloro che hanno scelto non solo di stare dalla parte degli ultimi ma anche di esercitare il diritto cristiano alla parresia, alla parola libera, dentro e fuori la Chiesa. Dal precursore Mazzolari alla scuola di Barbiana di don Milani, dai preti operai alle comunità di base alle femministe cristiane a chi oggi apre a divorziati e gay, Libera Chiesa è la ricchissima controstoria di chi ha lottato per una Chiesa rinnovata spiritualmente, non compromessa con il potere politico, e capace di criticare, di volta in volta, il fascismo, il Concordato, la Democrazia Cristiana, il berlusconismo, il Vaticano conservatore di Ruini e Bertone, l’iperliberismo. Un libro fittissimo di testimonianze e di provocazioni intellettuali, che mostra a credenti e non credenti come la Chiesa cattolica possa essere, tornando alla fedeltà evangelica, non un fortino assediato dalla modernità, ma un presidio per la libertà di chiunque.
Lia Cerrito, Missionaria del Vangelo, ha incarnato il carisma vocazionale dell'Istituto ed è stata una donna ed una testimone dalla proteiforme attività, piena di idee, di progetti da realizzare e di tanti realizzati, ricca di fantasia, capace di sognare ma al tempo stesso di essere straordinariamente aderente alla vita di ogni giorno, calata del tutto nel mondo, pur non appartenendo al mondo. Le sue giornate erano intense, materialmente e spiritualmente, come stanno a testimoniare i suoi scritti editi ed inediti, le sue agende, i suoi appunti. Lia Cerrito ha espresso in pieno nella Chiesa del XX secolo il "genio femminile": lo aveva come dono, così come aveva come dono la "cultura del progetto", quel guardare sempre avanti con ottimismo, nonostante le tante difficoltà oggettive che ogni progetto si portava dietro, perché continuamente proiettata sul mistero Pasquale. Era al contempo una donna semplice, affascinata dal messaggio di Francesco d'Assisi, conquistata dalla "povertà evangelica" su cui tornerà molto spesso nei suoi scritti come riflessione personale e come riflessione da donare agli altri. Qui si presentano sinteticamente le vicende di una consacrata che ha vissuto nel secolo la sua esperienza vocazionale e che ha fatto della Parola il suo centro assoluto e indiscusso.
«Donna, fidanzata, sposa e madre meravigliosa e forte, che, nel suo amore per la vita e la creatura in grembo, ha saputo ascendere alla vetta dell'amore più grande che Gesù ci ha indicato» (Pietro Molla). "L'epistolario di Gianna e Pietro, qui ripubblicato in una nuova edizione, ci offre uno squarcio nella vita intima di questa coppia cristiana, partendo dal breve periodo del fidanzamento, attraversando i primi fervidi anni di matrimonio, con le gioie e le preoccupazioni per i figli, con le sofferenze per i frequenti viaggi di lavoro del marito, con le sollecitudini per le persone vicine e per le comunità, fino alla maturità che a poco a poco prepara il supremo dono di sé di Gianna. Tutto ciò è la trama di una vita quotidiana densa di incombenze, di attenzioni, di premure, di coltivate memorie e di ricorrenze condivise. E tuttavia, intrecciato con la trama semplice dell'umano, sta l'ordito di una vita spirituale, che quella trama sostiene e fa brillare di uno splendore unico: vita di preghiera condivisa fin da fidanzati, di assiduità ai sacramenti, di devozioni e meditazioni vissute insieme. L'umano si intreccia così molto facilmente con la grazia, il grande e discreto affetto coniugale si incontra e si lascia plasmare docilmente dallo Spirito, che lo orienta a mète sempre più esigenti." (dalla Prefazione di don Livio Melina)
Questa edizione dell'epistolario del padre Luigi Tezza, cofondatore della congregazione delle Figlie di San Camillo, è giunta a maturazione dopo lungo lavoro di studio e ricerca. Il lettore che la aprirà potrà confrontarsi con la spiritualità di questo autentico figlio di San Camillo. Potrà gustarne la santità che è stata "certamente, opera di Dio in lui, alla quale però egli ha collaborato costantemente, dando il meglio di se stesso" (card. José Saraiva Martins). La sua esperienza spirituale emerge luminosa in questi scritti come pure la sua grande dedizione, le sue spiccate capacità organizzative, che gli permisero di operare senza sosta in quel vasto campo di lavoro che è il mondo della sofferenza e della salute. Senza risparmiarsi, rispose alle necessità pastorali del tempo, raggiungendo con zelo i molti luoghi del dolore per portarvi sollievo e garantire l'accompagnamento spirituale. In questo testo, poi, emerge quella crescente creatività, unita a una carica profetica, che lo portò spesso a prendere decisioni del tutto nuove ed estranee alle linee del suo Istituto in quell'epoca. Ciò che si delinea dalla sua penna è il ritratto di un uomo che ha saputo continuare il carisma del Fondatore nel tempo, potenziando e ampliando l'ispirazione provvidenziale di Camillo de Lellis. Queste pagine, oltre ad accompagnare il lettore nel cammino di santità del padre Tezza, sono valide e attuali anche per noi, che certamente vogliamo fare nostri i reiterati inviti alla santità di san Giovanni Paolo II che non ha smesso di ricordare: "Siate santi. È la santità il compito essenziale di tutti i cristiani".
Laura ha poco più di vent’anni, ama la vita e sogna di sposarsi, ma presto scopre di essere gravemente malata. Attraverso le lettere che scrive al fidanzato e le pagine del diario rivela la sua straordinaria forza, quella dell’amore vissuto, che le permette di affrontare con fede e coraggio grandi sofferenze, dedicandosi con serenità agli impegni di ogni giorno.
Oggi la sua testimonianza accompagna non solo chi l’ha conosciuta, ma tutti quelli che si lasciano incontrare dalla sua storia.
Il 7 dicembre 2016 si è aperta la causa per la sua beatificazione.
"Laura ama Guido, l’ha conosciuto a Spello, a un ritiro: un amore incantato dei vent’anni. Che dura solo tre anni e mezzo, troncato dalla morte di lei, il 4 aprile 1987, per tumore alle ossa" (dal Blog di Luigi Accattoli).
Nella parola di Clorivière dominano un anelito spirituale costante e un grande amore per Maria, per la Chiesa e per l'Eucaristia. Questi sentimenti egli vive e trasmette. Il riferimento e' sempre solo a Dio. Una spontanea semplicita' evangelica caratterizza nel P. De Cloriviere la parola come la vita, forte, ricca, spiritualmente profonda. Certamente egli e' guida che sa per esperienza quanto insegna; parla a persona che cerca una maturita' cristiana e spirituale e dovra' quindi conoscere la realta' della croce nella rinuncia, nella sofferenza della purificazione di sentimenti, affetti, pensieri, dell'essere tutto, per diventare sempre piu' conforme all'immagine del Figlio di Dio". Cristo deve essere percio' il centro dinamico della sua vita. E' questa la grande lezione che riassume pure la personalita' del P. De Clorivière, il suo "essere" e il suo "agire". "
«Il disegno originario che s’annuncia nelle Lettere di fondazione, il precedente carteggio già pubblicato [Edizioni Studium, Roma 2007] si vede prendere forma ora in queste duecentododici Lettere di formazione, raccolte per la cura e con le chiose sempre puntuali di Cesarina Broggi, tutte scritte dalla Madre tra il 27 marzo del 1925 e il 24 dicembre del 1950 e rimaste indenni fino a noi.
[…] Si può immaginare quanto siffatti testi, che trascrivono la comunicazione orale di incontri comunitari (come quelli memorabili di Gubbio negli anni Trenta), abbiano inciso fortemente nella vita spirituale delle Missionarie della Scuola e nel loro rapporto (ogni volta singolare) con la Fondatrice. In queste lettere invece, con la discrezione tipica della scrittura personale, la Madre è come se parlasse “da anima ad anima”, si rivolge al cuore e alla mente delle sue figlie, entra con vigile naturalezza nel loro vissuto quotidiano che ha sempre bisogno d’una parola nuova o d’un impulso evangelico o d’un lieve richiamo per ritrovare la sua valenza misteriosa e divina. Se appena s’indaga la figura stilistica di questa scrittura si resta subito conquistati dalla sua immediatezza e dalla sua vicinanza alla vita e ai sentimenti della corrispondente. Al tempo stesso, mentre si prende cura d’ogni Sorella e ne asseconda le movenze più quotidiane (o forse proprio per questo), con un colpo d’ala la scrittura della Madre si solleva puntualmente e del tutto naturalmente ai grandi ideali e ai grandi motivi della vita cristiana e della consacrazione religiosa».
«Rispetto ai due precedenti volumi dell’epistolario, sembra circolare qui un’aria diversa, una libertà nuova, una sorta di radicalismo missionario che s’impone infine come frutto e insieme causa della piena maturità spirituale e apostolica della Tincani, una sorta di cifra definitiva della sua personalità evangelica e del suo carisma. […] Queste Lettere di missione vedono la luce nell’autunno del 2012, mentre si prepara e ormai si celebra il Sinodo dei vescovi su «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana », come dire che il Sinodo cerca ex professo la terapia adeguata alla crisi. Al riguardo questo carteggio di Luigia Tincani può tuttora risvegliare energie e prima ancora coscienze».
Dall’Introduzione di Mons. Guido Mazzotta
Nelle lettere dalla Somalia, Annalena Tonelli condivide con familiari e amici le drammatiche vicende di un popolo dilaniato dalla guerra civile. In quel Paese, per dieci anni, la missionaria italiana opera tra Beled Weyne, Mogadiscio e Marka. La sua azione di promozione umana consiste nello sfamare i più deboli, curare gli ammalati e ricostruire scuole per dare a tutti una speranza. L'11 dicembre 1991 scrive al suo vescovo di Forlì: «Lui dona questa capacità inesauribile, zampillante, eternamente rinnovata, di essere per gli altri e con gli altri».