
Ho imparato a conoscere e amare il Serming certamente grazie all'esperienza diretta, ma anche attraverso gli occhi e le mani del suo fondatore, Ernesto Olivero, con cui forse, anzi sicuramente, seguendo un disegno divino, sono diventato nel tempo amico. Non è semplice parlare del Serming raccontandone il suo impegno caritatevole, il lavoro e l'impiego che l'incredibile numero di operatori della pace destina ogni giorno al Bene. Il Bene con la B maiuscola. Quello che non si occupa di distinguere i colori, di differenziare le razze, di giudicare le culture. Ma quello che opera. Punto e basta. Quello che è davvero determinante per la vita di tutti noi. Più di un rigore parato nella finale dei Mondiali.
Gigi Buffon
Michele Guzzardi racconta la sua conversione avvenuta in carcere, l'impulso instancabile nel darne testimonianza, l'impegno straordinario del movimento ecclesiale "Rinnovamento nello Spirito Santo" all'interno degli istituti penitenziari. Parole che commuovono, interrogano, spingono a portare il Vangelo di Cristo nella grande e complessa periferia del carcere, spesso dimenticata, ma così ricca di sorprendente umanità.
Perché «oltre il visibile»? Perché l'autore è non vedente dall'età di 26 anni ed è avvezzo, a causa della sua malattia, ad andare «oltre» ciò che i suoi occhi vedono e perché questa singolare biografia è un invito a conoscere se stessi in profondità attraverso una lettura attenta delle Sacre Scritture. Un libro che conduce il lettore in un percorso di guarigione interiore, da leggere tutto d'un fiato, per poi ritornare su ogni singola pagina, meditarla e lasciare che emerga ogni propria umana bellezza.
Il libro di Daniela Bignone è il diario di più di venti anni trascorsi in un Paese affascinante e ancora poco conosciuto da noi occidentali. Una lettura appassionante, che lascia il segno. Un testo che ci aiuta a scoprire il valore della diversità.
Il Pakistan: un territorio dal clima torrido che vanta però le cime nevose più alte del mondo. Uno Stato recente, ma dalla storia millenaria e spesso tormentata. Terra di guerre, di invasioni e conquiste, la cui cultura ha origine nella miscela di varie culture. È il Paese della Via della Seta e il secondo Stato islamico del mondo. Qui, Daniela Bignone, donna, occidentale, cristiana, trascorre ventitré anni. Impressioni, incontri, sapori, profumi e colori di questa esperienza si susseguono nelle pagine del suo diario.
Chiara Lubich ha attraversato buona parte del Novecento, e vissuto l'avvio del III Millennio, cogliendo i tratti distintivi di un cambiamento d'epoca ed intercettando con il suo messaggio centrato sull'unità le principali questioni che riguardano l'assetto e la direzione di marcia dell'era contemporanea. Per questo, una più matura comprensione della sua esperienza storica e del suo pensiero consentono oggi di rintracciare significative consonanze con altri protagonisti dell'epoca contemporanea, che spesso non si sono mai incontrati tra loro, ma dialogando per così dire a distanza, hanno aperto nuove prospettive e proposto nuovi sguardi per la vita personale e collettiva dell'umanità.
Aprile 1951. Nei boschi che circondano il corso del fiume Morava, tra Slovacchia e Austria, il giovane sacerdote salesiano Titus Zeman viene arrestato dalle forze di polizia della Cecoslovacchia comunista. Catturano, con lui, alcuni sacerdoti diocesani perseguitati dal regime e molti chierici, che egli accompagnava a Torino per sottrarli alla rieducazione ideologica e permettere loro di raggiungere il traguardo del sacerdozio.
Nell’imminenza della beatificazione di Titus Zeman la Postulazione ha preparato la biografia ufficiale del prossimo beato della Famiglia Salesiana, a cura della Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione e redattrice della Positio super martyrio del Venerabile Servo di Dio.
Titus era nato a Vajnory – allora piccolo paese agricolo alla porta di Bratislava – nel 1915. Sarebbe morto – dopo 18 feroci anni di torture, vessazioni fisiche, psichiche e morali – l’8 gennaio 1969. Era stato marchiato come «uomo destinato all’eliminazione», condannato per alto tradimento e spionaggio (ma assolto con formula piena pochi mesi dopo la morte, in un Processo di revisione); e trattato infine come «cavia da esperimento». Aveva vissuto nelle carceri più dure, accanto ad assassini e altri ergastolani. Buono sportivo, chimico e professore di materie scientifiche, animo coraggioso e intrepido che non temeva i pericoli di un itinerario tra i boschi e le montagne, dalla Slovacchia sino all’Alto Adige, Titus amava la Chiesa come un madre, «dando se stesso per lei anima e corpo». La sua vicenda – che si intreccia a quella di molti altri testimoni sofferenti della fede del Secolo dei Totalitarismi cui, pure, queste pagine danno voce – si configura come un vero e proprio martirio per il sacerdozio e la salvezza delle vocazioni. Uomo di confine e di frontiera, sempre presente dove si giocava la “Grande Storia”, Titus Zeman interpella oggi ciascuno di noi. Chiedendoci per che cosa siamo disposti a vivere, e sino a che punto la verità, la bontà, la bellezza di Cristo e del Suo vangelo meritino una testimonianza fino al supremo sacrificio della vita.
Lodovica Maria Zanet, dottore di ricerca, è docente invitato di “Antropologia della santità” presso la Pontificia Università Salesiana di Torino-Crocetta e collaboratrice della Postulazione Generale della Congregazione Salesiana, con l’incarico di redigere le Positiones sulle virtù eroiche o il martirio dei candidati agli onori degli altari. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La santità dimostrabile. Antropologia e prassi della canonizzazione (EDB 2016).
Il libro traccia il profilo culturale, umano, spirituale di un intellettuale francese che, dopo una formazione laica da storico, ha abbracciato la tradizione ortodossa, dando vita a un'originale e feconda sintesi di pensiero nell'intreccio tra visione cristiana e cultura laica occidentale. È stata una delle voci spirituali cristiane più autorevoli degli ultimi decenni, capace di penetrare i drammi, le attese, le domande delle donne e degli uomini del mondo contemporaneo. I suoi numerosi scritti gli hanno assicurato una notevole popolarità in Italia. In questa collana Dio è simpatia, un grande successo anche editoriale. I contributi di Marko Rupnik, Frank Damour, Michel Evdokimov, Andrea Riccardi, Vladimir Zelinsky insieme a quelli di altri autori illuminano aspetti diversi di una personalità di grande fascino intellettuale e di sicura profondità spirituale. L'introduzione è di Andrea Riccardi.
Nel tardo IV secolo, a Costantinopoli, Olimpia è una donna famosa e stimata dai contemporanei, tanto che Gregorio di Nissa dedica a lei il suo commento al Cantico dei Cantici. Oggi però la sua figura si impone per un altro motivo: Olimpia è diacona, ordinata dal patriarca Nettario e poi preziosa collaboratrice del successore, Giovanni Crisostomo. Nella tanto dibattuta questione "donne e diaconato-, liberato il campo da ingombranti pregiudizi, il racconto della vita di Olimpia fa riscoprire come abbia esercitato il suo ministero per l'edificazione di una Chiesa a misura di Vangelo. Ampliando la prospettiva, le pagine del libro presentano una donna dai molti volti - sposa, asceta, vergine, diacona -, indagano l'emergere della sua personalità, mostrano le tappe della sua fede, seguono lo sviluppo del suo rapporto con la Scrittura e attraversano le lotte pubbliche e interiori che dovette affrontare, fino ad approdare al riconoscimento della santità di Olimpia come "pietra- che edifica la Chiesa. E a suggerire che la liturgia trovi modi più appropriati per farne memoria.
Il 23 gennaio 1964, a soli 27 anni, moriva la beata Benedetta Bianchi Porro. Nata a Dovadola, nel forlivese, nel 1936, fu colpita a pochi mesi di vita dalla poliomielite e poi da una malattia rara e incurabile che la rese progressivamente sorda, paralizzata e infine cieca. Con gli altri comunicava attraverso un alfabeto tattile trasmessole attraverso la mano destra. Nonostante le sue infermità, Benedetta seguì un normale corso di studi e si iscrisse alla Facoltà di Medicina, che frequentò fino al 1958, quando sostenne il suo ultimo esame. Personalità ricca e sensibile, maturò un'intensa spiritualità e seppe confortare coloro che intrattennero con lei rapporti diretti ed epistolari. Carmela Gaini Rebora, che conobbe la famiglia Bianchi Porro in anni lontani, traccia un profilo di Benedetta attraverso i racconti della madre e la lettura del diario della giovane. La presentazione è di padre Guglielmo Camera, postulatore della causa che ha portato nel 2019 alla beatificazione di Benedetta.
Il libro è la rilettura critica dei soli anni di permanenza di Odorico in Cina (1324?-1328). L'opera può essere studiata come una moderna guida turistica-storica per chi volesse ripercorrere i luoghi, che ancora sono in Cina, e che presumibilmente videro il passaggio del frate di Pordenone.
La storia di Odoardo Focherini ripercorsa attraverso le tappe principali che l'hanno caratterizzata. Dalla formazione in oratorio all'impegno nell'Azione cattolica. Dal matrimonio alla nascita dei sette figli. Dall'esperienza come garzone al giornalismo per "L'Avvenire d'Italia", passando per il mestiere di assicuratore. Dal salvataggio di oltre cento ebrei, fino alla deportazione e alla morte (a soli 37 anni) nel lager di Hersbruck. Per arrivare alla medaglia di "giusto tra le nazioni", conferitagli dallo Stato d'Israele, e alla beatificazione con il riconoscimento del martirio "in odio alla fede". La figura di Focherini viene raccontata da Vellani insieme a due nipoti del beato, che oggi si occupano della diffusione della figura del nonno. Nel DVD allegato al libro immagini e documenti d'epoca, schede di approfondimento, testi dagli scritti di Focherini, testimonianze di chi lo ha conosciuto.
Odete Vidal Cardoso (1930-1939) appartenne a una delle più ricche famiglie di Rio de Janeiro. Nessuno però la ricorda per questo: la sua tomba nella Basilica della Immacolata Concezione è costantemente ricoperta di fiori da persone di ogni ceto sociale.
«Ciò che più mi impressionava in quella straordinaria bambina era il suo ardente desiderio, fin da quando ebbe l’uso della ragione, di farsi santa. Per lei farsi santa significava amare infinitamente Nostro Signore, desiderio che manifestò in ogni momento della sua vita. Il Signore, secondo il Suo misterioso disegno, manifestò in questa bambina, dopo i suoi tre anni, la sua predilezione e Odetinha corrispose a quel che Dio aveva prestabilito. Chiedeva alla madre, che quotidianamente partecipava alla Santa Messa, di portarla con lei, anche se fosse di mattina presto, per potersi stringere a lei dopo che aveva ricevuto la Santa Comunione, perché diceva che in questo modo poteva abbracciare Gesù». Così ha raccontato monsignor Alfir Barreto Araújo, che ha frequentato la famiglia di Odette sin dal 1934, prima come giovane seminarista e poi come sacerdote.
Cosa c’era in quella bambina da renderla tanto speciale da poterla annoverare tra le piccole mistiche dei nostri tempi?
La biografia di Odetinha, come veniva chiamata, ne ricostruisce l’esistenza terrena, basandosi su testimonianze di quanti l’hanno conosciuta, e ci restituisce la singolare figura di bambina precoce nella fede. Infatti come nelle varie arti sono esistiti, ed esistono, i bambini precoci, i piccoli geni, così è avvenuto, e avviene, per la fede. Dimostrò nella breve vita una maturità che la portò a ripetere, sul letto di morte: «Mio Gesù, mio Amore, mia vita, mio tutto!».
Il card. Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, ha dichiarato che Odetinha «è un segno per rendersi conto che in ogni epoca dell’umanità e in ogni momento della nostra vita si ha l’opportunità di santificarsi».