
Il cardinale John Henry Newman sarà beatificato dal Papa il 19 settembre 2010, a Birmingham, durante il suo viaggio apostolico nel Regno Unito (16-19 settembre 2010). Questo evento segna il culmine della riscoperta di questo grande teologo, oggi considerato tra i più importanti nella storia della Chiesa. In particolare, va sottolineata la sua influenza sul pensiero di Joseph Ratzinger, che si esprime sia nella concezione dell’atto di fede come atto razionale sia nella centralità attribuita alla coscienza, da non confondersi con un individualismo arbitrario.
John Henry Newman (1801-1890), teologo, filosofo e cardinale inglese, è il più autorevole apologeta della fede cattolica che la Gran Bretagna abbia prodotto nel corso della sua storia. Molto amato in Italia, la sua ricchissima opera è ampiamente tradotta in italiano. Verrà proclamato beato da papa Benedetto XVI, una tappa decisiva in vista della canonizzazione, e il 9 ottobre è stato fissato come giorno di festa a lui dedicato.
Convertito della tempra di Paolo e di Agostino, autorevole apologeta della fede, prosatore efficacissimo, questo sacerdote anglicano divenuto cattolico nell’ottobre del 1845 e cardinale nel 1879, sorprende per la modernità delle sue analisi. Molte delle difficoltà che la Chiesa si trova oggi ad affrontare sono puntualmente anticipate nei suoi scritti.
Prima della sua conversione al cattolicesimo Newman fu per quasi vent’anni parroco della chiesa anglicana di Saint Mary, a Oxford, ed era considerato il predicatore più dotato del suo tempo. I sermoni che vi teneva in occasione delle feste più importanti – come nei normali giorni liturgici – sono un esempio tra i più efficaci della straordinaria forza spirituale del suo pensiero.
Qual è il segreto del persistente richiamo esercitato dagli scritti di Newman? Forse risiede nel modo fresco, persuasivo e incredibilmente vivace con cui ci presenta il cristianesimo. Penetra a fondo nelle pieghe delle verità e dei grandi temi che si propone di indagare (l’obbedienza alla Legge di Dio, l’autenticità della professione di fede, l’importanza dell’amore e della carità ecc.), senza il timore di assumere posizioni scomode o difficili, e anzi imboccando con decisione e lucidità le vie che conducono al cuore di ogni argomento. E poi continua a incantarci perché ci sollecita a non dare un fiacco assenso a una serie di enunciazioni astratte, ma a cercare un vivido incontro con un insieme di realtà concrete, che conquistano tutta la nostra persona e a cui ci chiede di aderire senza esitazioni o incertezze, nella sostanza e non solo nella forma.
In questa raccolta, curata dallo stesso Newman, il lettore troverà alcune delle sue omelie più belle, «così rivoluzionarie nella forma e cristalline nel ragionamento», come scrive la grande scrittrice Muriel Spark nella prefazione al volume. La raccolta di quelli che lui stesso considerava i suoi migliori sermoni rappresenta quindi l’introduzione più efficace all'insegnamento di Newman.
In questa brillante raccolta di saggi, G. K. Chesterton analizza, con la sua ironia colta e pungente, i mali del suo e del nostro tempo: l’individualismo, il materialismo, il relativismo, l’edonismo, il consumismo, oltre a una rassegnata disperazione che sembra invadere l’animo dell’uomo, ormai privo di valori, fede e religione.
Secondo l’autore esiste un solo antidoto per questo smarrimento etico, per le aberrazioni del comunismo, le intemperanze del capitalismo, le distorsioni dell’agnosticismo, l’esasperato modernismo e giovanilismo, la mania dei culti spiritici e le mode fuggevoli e insignificanti: è la Parola di Gesù, unica fonte di vita vera. E la Chiesa cattolica è l’ultimo baluardo rimasto a difesa dell’uomo comune, normale ma non banale, alla ricerca della propria felicità in questo e nell’altro mondo.
Della Chiesa Chesterton riconosce gli errori, anche gravi, ma sottolinea l’importanza e il valore del suo messaggio, che ha attraversato i secoli e che ancora oggi è vivo e presente in mezzo a noi.
I giudizi dello scrittore, così come gli argomenti che affronta, in particolare quelli riguardanti la famiglia, appaiono davvero di una sconcertante attualità; egli si fa portavoce di una fede convinta, alla quale ha aderito con la ragione e con il cuore e che ha una portata e un valore universali.
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici e Ortodossia, il romanzo Il Napoleone di Notting Hill e l’Autobiografia.
Esiste un uomo che non si sia mai interrogato su Dio? L'uomo in cerca della propria identità può domandarsi "chi sono io?" senza chiedersi "chi sono io, mio Dio?". "Il XX secolo è stato il secolo degli ateismi", ha scritto il teologo tedesco Karl Rahner, ma l'ateismo è un approdo o un passaggio? Esiste davvero, o non si tratta piuttosto di varie forme di idolatria? Nonostante i massicci tentativi di cancellarla (le ideologie totalitarie di ieri e di oggi), e le illusorie profezie sulla "fine della religione", la domanda di Dio è viva, e potrà essere eliminata unicamente sopprimendo insieme l'umano. Il saggio introduttivo di Umberto Casale e la ricca antologia di testi di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI analizzano la prima e più fondamentale questione teologica a partire dal contesto culturale secolarizzato in cui viviamo. Tre sono le tappe di questo percorso: l'esodo dell'uomo verso Dio (l'analisi filosofica della questione e la ricerca nelle religioni), l'avvento di Dio verso l'uomo (la rivelazione biblica incentrata su Gesù Cristo) e l'approdo alla verità rivelata: "Dio è Amore" (la teologia trinitaria).
Con la riproposta di queste Cose della vita, la Sugarco completa la nuova edizione dei volumi della Collana "Vivaio". Questo libro è stato preceduto da Pensare la storia e da La sfida della fede ed è stato poi seguito da un quarto titolo, del tutto nuovo, Emporio cattolico, nato dalla produzione più recente di Vittorio Messori. Rilette a distanza, le pagine di Le cose della vita rivelano una sorprendente attualità e una capacità davvero singolare di analisi e di previsione non smentita dal seguito degli eventi. I lettori affezionati di Messori non ne saranno sorpresi: sanno, infatti, che questa tenuta dei suoi scritti deriva dalla capacità di coordinare — sulla base di un crudo realismo allergico a illusioni e utopie — una quantità vastissima di informazioni, frutto di una vita al contempo da giornalista e da studioso. Gli eventi della cronaca non sono per Messori che spunti per inquadrare problemi non secondari od effimeri e per svolgere considerazioni profonde e durevoli, alla ricerca di una "lettura cattolica della storia" che oggi sembra mancare ai credenti. E che è proprio ciò che questo autore ha cercato di ritrovare con i quattro, grossi volumi della serie. In questa nuova edizione sono stati aggiunti 15 capitoli apparsi di recente sul mensile "il Timone", dove Messori ha ripreso la pubblicazione di quella rubrica "Vivaio" che, per anni, suscitò entusiasmi e indignazioni su altri media e tra una vasta miriade di lettori.
«Con questo "La luce e le tenebre", giungo al quinto libro di una collana denominata "Vivaio" e che prende il nome da una rubrica fortunata da me tenuta prima sul quotidiano "Avvenire" e poi sulla rivista di apologetica "Il Timone". Questo quinto volume, che naturalmente può essere letto anche come autonomo rispetto agli altri, conclude in un certo senso un lungo ciclo. Qui le materie trattate, come negli altri volumi del resto, sono le più svariate, ma tutte inquadrate in tre grandi filoni, quello della storia, quello delle ideologie imperanti e quello dell'apologetica. In un certo senso riassumono il mio pensiero sempre più convinto con l'amato Pascal che se ci sono nel mondo abbastanza ombre per chi non vuol credere, non manca abbastanza luce per chi vuole credere. Ecco allora "La luce e le tenebre", un testo che parla di fatti a volte di qualche anno addietro, ma con uno sguardo contemporaneo, uno sguardo da credente che, attraverso le armi del cronista, scandaglia storia e cronaca per rintracciare i passi felpati ma non assenti del Signore della storia» (Vittorio Messori).
L’autobiografia di S. Ignazio di Loyola è un classico della spiritualità cristiana, vero fondamento della spiritualità ignaziana e dei Gesuiti. L’ampio commento intende introdurre il lettore a percorrere e a fare proprio l’itinerario spirituale del carisma del santo. Per questo si mettono in evidenza le diverse tappe della crescita dell’intera sua vita spirituale in generale e di alcuni aspetti o caratteristiche particolari del suo tipico avvicinarsi a Dio: conversione, capacità di discernere la Sua volontà, e decidersi per essa, speranza, integrazione tra carisma e istituzione.
Nello stesso tempo, però, le note, nel loro succedersi ordinato, cercano costantemente di mostrare come l’esperienza di Ignazio narrata in questo testo è il luogo in cui ha preso inizialmente corpo e la sorgente da cui si è andato sviluppando il suo carisma sia di iniziatore di una spiritualità ecclesiale attraverso gli Esercizi Spirituali, sia di fondatore della Compagnia di Gesù.Per questo, per una migliore comprensione della spiritualità ignaziana e della spiritualità gesuitica, ambiscono illuminare, attraverso il testo dell’autobiografia, gli Esercizi Spirituali e le Costituzioni della Compagnia di Gesù.
Il presente volume si offre al lettore come una raccolta di articoli che mostrano, da diverse angolature, il vissuto cristiano di San'Ignazio di Loyola. Hanno un chiaro filo conduttore, quello della riflessione incentrata sul modo in cui lui pregava e discerneva, cioe sul modo in cui viveva il rapporto con il Mistero della rivelazione cristiana e sul modo in cui esso lo trasformava attraverso le decisioni che imparo a prendere guidato dal discernimento spirituale. Inoltre, l'applicazione del metodo 'teologico-esperienziale' al vissuto del Santo, come frutto della recentissima ricerca nello studio del vissuto cristiano, e particolarmente illuminante. Non solo per comprendere la trasformazione interiore di Sant'Ignazio, ma anche come mezzo per rinnovare l'approccio metodologico rispetto alla vita cristiana ignaziana. In effetti, bisogna far confluire in quest'area la ricerca sul metodo che si compie nell'area della vita cristiana. Cosi si apre la strada ad una piu feconda relazione tra riflessione e vissuto, da una parte, e tra vita cristiana e tradizione ignaziana, dall'altra.
I cieli nell'opera valtortiana continuano a narrare la meravigliosa storia di un Dio che, per amore, ha spogliato Se stesso per vestire i panni dell'Umanità amata. Un'accurata analisi delle visioni mistiche di Maria Valtorta, effettuata con l'ausilio dell'Astronomia, permette di datare ogni avvenimento narrato. Si ottengono le date liturgiche più importanti: la nascita di Maria e di Giovanni Battista, il Battesimo di Gesù e la notte del 24 dicembre dell'1 a.C. per il Natale, che dà inizio all'era cristiana.
Si tratta di un risultato sorprendente ed inaspettato, come se Qualcuno, mentre l'autrice scriveva, avesse voluto aggiungere qualcosa di importante, richiamando al centro della vita del cristiano la Liturgia e l'incontro sacramentale e mistico con il Cristo che in essa si vive.
“Far conoscere il mistero di Giuda” è uno degli scopi dichiarati dell’opera valtortiana, dalla quale abbiamo tratto interi capitoli, o brani di capitoli, che riguardano la vicenda terrena dell’Iscariota nei tre anni della vita pubblica di Gesù.
Con questo prezioso volume l’Editrice Shalom desidera:
• augurare al Papa una vita lunga e chiedere al Signore, che Benedetto XVI ama con tutto se stesso, tanta salute e forza per portare avanti il suo ministero.
• Affidarsi a lui, guida sicura e coraggiosa che nell’Enciclica “Dio è amore” ha riscoperto ed evangelizzato la parola amore in tutte le sue sfumature di significato.
• Ringraziare il Signore per averci donato questo testimone di Cristo che si è donato totalmente a Lui, radicando la Chiesa sui principi fondamentali del cristianesimo, che non seguono mode o stagioni, ma rispondono alle domande più profonde che nascono nel cuore di ogni uomo. Non solo i cattolici, ma tutta l’umanità gli è riconoscente.
Tutta l’Editrice è pronta a dare la vita per il Papa e per il Vangelo che incarna:
• Grazie Santo Padre per la sua benedizione, per la sua vicinanza a tutti i malati, ai sofferenti.
• Grazie per la sua presenza, la sua forza nella mitezza, il suo sorriso bonario.
• Grazie per il suo esempio, la sua fede e il suo abbraccio sempre pronto a lenire le ferite dell’umanità sofferente.
Una testimonianza di prima mano che costituisce un documento eccezionale.
Basta, per renderlo tale, il riepilogo delle Profezie di Barbiana, con la messa in evidenza di quella sulla necessità dei “Ventimila Sammarini”, che si rileva, in questo momento storico, di impressionante realismo.
“Gli imperialismi? Ci vorrebbero ventimila sammarini per eliminarli.
Il mondo cambierebbe radicalmente in meglio, sarebbero protette le culture e le identità.
Sostanzialmente sarebbe protetta anche la pace, perché le guerre diverrebbero guerricciole”.
Dietro a questa Profezia - eravamo nel 1966 - stava l’intuizione profetica del disastro criminale del mondialismo. L’altro grande Profeta del secolo scorso, Don Luigi Giussani, il fondatore di “Comunione e Liberazione”, non soltanto condivise lo splendido e immortale “Decalogo di Barbiana” e l’intero impianto profetico, ma di fronte alla Profezia dei “Ventimila Sammarini” esclamò: “Don Lorenzo ha ragione… Ha ragione! O ventimila sammarini o la barbarie !” Ma nessuno si faceva illusioni, a cominciare dallo stesso Don Milani che afferma: “…prima che le masse si accorgano che abbiamo ragione scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica arriveranno a livelli di incredibile bassezza”.
Parte da Barbiana, da quel 31 luglio 1966, una battaglia che l’Autore, pur privo di mezzi, combatterà per mezzo secolo.
Infatti aveva dato al Profeta di Barbiana, su Sua richiesta, la solenne promessa di “non tradirlo per nessuna ragione”.
Il libro rende conto e documenta puntigliosamente l’ultima testimonianza, attraverso il Movimento Autonomista Toscano, che si svolge a partire dal 1998, dopo aver passato in rassegna i fatti davvero clamorosi che gli sono capitati in cinquant’anni.
ALESSANDRO MAZZERELLI (Firenze, 1943), fonda nel 1962 l’Associazione Giovanile “Forza del Popolo”, nelle cui idee si riconobbe Don Lorenzo Milani, che nel 1966-67 vi fece aderire i suoi “ragazzi”. Presidente del Movimento Autonomista Toscano, è stato fondatore e direttore della rivista Il Solidale e del “Movimento Solidale” che precedette anche “Solidarnosc”. Direttore della rivista Autonomia Toscana, ha pubblicato per Il Cerchio Né schiavi di Roma, né servi di Milano. Storia del Movimento Autonomista Toscano (1998); Ho seguito don Lorenzo Milani, Profeta della Terza Via (2007) e Parole Eterne del mio Amico Don Lorenzo Milani, Profeta in Barbiana (2010)