
È sempre difficile capire i libri del passato prescindendo dalle loro origini, e questo è particolarmente vero per i Vangeli, libri unici per i quali si intrecciano le interpretazioni più diverse: testimonianza storica o divina, splendido racconto umano o trascendentale mistero di fede. Eppure, suggerisce in questa "Introduzione" il cardinal Martini, per apprezzare il carattere straordinario di tali documenti e il loro insegnamento non conta l'essere credente: ciascun lettore può infatti trovare risposte alle domande che sente maggiormente vicine alla propria sensibilità, interrogando il testo dai punti di vista più diversi. Grazie a queste pagine possiamo ricostruire, di tappa in tappa, il percorso millenario di questi testi, per arrivare a comprendere la loro natura più umana e vicina a noi, e per poterli leggere alla luce della nostra esperienza più prossima. Prefazione di Franco Manzi.
"Con un approccio originale al tema del popolarismo, Lino Prenna risale alle radici filosofiche e teologiche che ne hanno segnato il percorso, quale declinazione storica del cattolicesimo democratico. Ma in questo bel libro c'è anche il tentativo, altrettanto ambizioso, di indicare una ipotesi di attualizzazione (il «nuovo popolarismo», appunto) su cui è prevedibile che si apra una qualche discussione. Il professor Prenna ci offre poi un'ulteriore suggestione, quella di intrecciare il discorso con il pensiero di papa Francesco, un Papa apparentemente non politico, perché non mostra alcun interesse ai partiti, mentre lo è profondamente nella sostanza del suo insegnamento, perché aiuta la politica e i politici a vedere ciò che da soli non riescono a fare. I cattolici democratici, popolari o neopopolari, sono sollecitati da queste pagine a trasformare in progetto politico il suo magistero sociale: un magistero declinato in modo comprensibile e convincente anche per i non credenti e, soprattutto, per chi fa politica, spesso vivendo il proprio tempo nel più assoluto smarrimento culturale." (dalla Prefazione di Pierluigi Castagnetti)
Dell’opera capitale di Joseph Ratzinger, Gesù di Nazaret, sono usciti finora i due volumi dedicati alla vita pubblica del Salvatore, Dal Battesimo alla Trasfigurazione (Rizzoli 2007) e Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla Risurrezione (Libreria Editrice Vaticana 2011).
Oggi, finalmente, si ha tra le mani il nuovo e atteso testo sull’infanzia di Gesù.
In questo agile volume il Papa analizza i testi dei Vangeli nel tentativo – riuscito - di accompagnare il suo lettore a porsi una serie di domande cruciali: È vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo lo fa? Joseph Ratzinger – Benedetto XVI in questo coinvolgente scritto fa cogliere al suo lettore il rischio, sempre presente in ogni cultura, di presentare il vangelo come un semplice fatto del passato.
Per questo andando, come nei precedenti volumi, oltre l’esegesi storica porta il Vangelo nel presente, nell’oggi di ogni donna e di ogni uomo.
Nell’imminenza del Natale, questo volume è certamente un aiuto per coloro che sono impegnati nel cammino verso e con Gesù ed è anche una guida per l’uomo in ricerca e inquieto che, davanti al mistero della Natività, si pone la domanda: “Gesù da dove viene?”
JOSEPH RATZINGER è nato a Marktl am Inn, in Germania, il 16 aprile 1927. Ordinato sacerdote nel 1951, arcivescovo di Monaco e Frisinga e cardinale nel 1977, prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, è stato eletto papa il 19 aprile 2005 con il nome di Benedetto XVI. I due volumi del Gesù di Nazaret sono presenti nel catalogo BUR.
PREMESSA. Da L’infanzia di Gesù, di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Rizzoli – LEV, 2012
Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell’infanzia di Gesù. Non si tratta di un terzo volume, ma di una specie di piccola “sala d’ingresso” ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazaret.
Qui ho ora cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano all’inizio dei loro Vangeli sull’infanzia di Gesù. Un’interpretazione giusta, secondo la mia convinzione, richiede due passi. Da una parte, bisogna domandarsi che cosa intendevano dire con il loro testo i rispettivi autori, nel loro momento storico – è la componente storica dell’esegesi. Ma non basta lasciare il testo nel passato, archiviandolo così tra le cose accadute tempo fa. La seconda domanda del giusto esegeta deve essere: È vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo lo fa?
Di fronte a un testo come quello biblico, il cui ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso, la domanda circa il rapporto del passato col presente fa immancabilmente parte della nostra interpretazione. Con ciò la serietà della ricerca storica non viene diminuita, ma aumentata. Mi sono dato premura di entrare in questo senso in dialogo con i testi. Con ciò sono ben consapevole che questo colloquio nell’intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico. Spero che il piccolo libro, nonostante i suoi limiti, possa aiutare molte persone nel loro cammino verso e con Gesù.
Castel Gandolfo, nella solennità dell’Assunzione di Maria in Cielo
15 agosto 2012
Joseph Ratzinger – BENEDETTO XVI
ESTRATTI. Da L’infanzia di Gesù, di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Rizzoli – LEV, 2012
(…) Gesù è nato in un’epoca determinabile con precisione. All’inizio dell’attività pubblica di Gesù, Luca offre ancora una volta una datazione dettagliata ed accurata di quel momento storico: è il quindicesimo anno dell’impero di Tiberio Cesare; vengono inoltre menzionati il governatore romano di quell’anno e i tetrarchi della Galilea, dell’Iturea e della Traconìtide, come anche dell’Abilene, e poi i capi dei sacerdoti (cfr. Lc 3,1 s).
Gesù non è nato e comparso in pubblico nell’imprecisato “una volta” del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l’universale e il concreto si toccano a vicenda. In Lui, il Logos, la Ragione creatrice di tutte le cose, è entrato nel mondo. Il Logos eterno si è fatto uomo, e di questo fa parte il contesto di luogo e tempo. La fede è legata a questa realtà concreta, anche se poi, in virtù della Risurrezione, lo spazio temporale e geografico viene superato e il “precedere in Galilea” (Mt 28,7) da parte del Signore introduce nella vastità aperta dell’intera umanità (cfr. Mt 28,16ss).
Da pagina 36 del manoscritto
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(…) Maria avvolse il bimbo in fasce. Senza alcun sentimentalismo, possiamo immaginare con quale amore Maria sarà andata incontro alla sua ora, avrà preparato la nascita del suo Figlio. La tradizione delle icone, in base alla teologia dei Padri, ha interpretato mangiatoia e fasce anche teologicamente. Il bimbo strettamente avvolto nelle fasce appare come un rimando anticipato all’ora della sua morte: Egli è fin dall’inizio l’Immolato, come vedremo ancora più dettagliatamente riflettendo sulla parola circa il primogenito. Così la mangiatoia veniva raffigurata come una sorta di altare.
Agostino ha interpretato il significato della mangiatoia con un pensiero che, in un primo momento, appare quasi sconveniente, ma, esaminato più attentamente, contiene invece una profonda verità. La mangiatoia è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento. Ora, però, giace nella mangiatoia Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo – come il vero nutrimento di cui l’uomo ha bisogno per il suo essere persona umana. È il nutrimento che dona all’uomo la vita vera, quella eterna. In questo modo, la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l’uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini.
Da pagina 38 del manoscritto
Dopo la scelta radicale della rinuncia, il lascito spirituale di un pontefice destinato a segnare una traccia profonda nella storia.
“Nella santità della Chiesa, ben poco santa rispetto all’aspettativa umana di assoluta purezza, non si rivela forse la vera santità di Dio che è amore, amore però che non si tiene arroccato nel nobile distacco dell’intangibile purezza, ma si mescola con la sporcizia del mondo per così ripulirla?”
"C'è uno scetticismo triste e superficiale che si esprime nella vulgata popolare con la frase: 'dall'aldilà non è mai tornato nessuno'. S'intende dire che, in fin dei conti, quelle sull'oltretomba sono tutte congetture, ipotesi, magari anche vere, ma chi lo sa davvero se c'è qualcosa?". È forse la domanda più importante dell'esistenza. Ma sono proprio giustificati i dubbi? A partire dalla tragica sera in cui il cuore di sua figlia Caterina ha smesso di battere, Antonio Socci si è interrogato a lungo su quella condizione al confine della vita: un'esperienza di pre-morte al culmine del quale è avvenuta una resurrezione. È iniziato così un viaggio inatteso nel continente misterioso delle esperienze di pre-morte che la scienza medica sta studiando e che riguardano milioni di esseri umani nel mondo. Sono storie che diventano oggi una formidabile "dimostrazione scientifica dell'esistenza dell'anima". L'autore si è cimentato pure con i molti miracoli di resurrezione compiuti da Gesù e poi testimoniate nelle vite dei santi fino ai nostri giorni. Queste pagine mostrano la sconvolgente vicinanza dell'aldilà alla nostra vita quotidiana che in un attimo, con un semplice respiro o un battito di cuore che vengono a mancare, può spalancarci davanti o una realtà di felicità straripante e di amore inimmaginabile, oppure un luogo di terrore e strazio indicibili.
*** CONTIENE LE OMELIE FINO AL 20 MARZO 2014 ***
Papa Francesco si rivolge ai più piccoli: frasi semplici, corredate da splendide illustrazioni per invitarli alla fede e all’amore di Cristo. “Per favore, non ‘frullate’ la fede in Gesù Cristo. C’è il frullato di arancia, c’è il frullato di mela, c’è il frullato di banana, ma per favore non bevete ‘frullato’ di fede. La fede è intera, non si frulla. È la fede in Gesù.” Così si rivolge papa Francesco ai più piccoli in questo libro. Nei mille incontri con i bambini di ogni parte del mondo, il papa più amato della storia ha saputo costruire con loro un rapporto speciale, frutto del suo stile semplice e immediato. In queste pagine, con lo stesso tono fresco, parla al cuore dei nostri bambini, per invitarli a un rapporto sincero e genuino con Gesù, il nostro migliore amico.
In questo libro si parla di un abbraccio: quello che Papa Francesco, Omar Abboud e Abraham Skorka si sono scambiati davanti al Muro del Pianto di Gerusalemme durante il primo viaggio del Pontefice in Terra Santa. Un gesto spontaneo e genuino compiuto da amici che da sempre condividono un dialogo fecondo pur professando fedi differenti, testimoniando una modalità unica di vivere l'esperienza religiosa. Antonio Spadaro indaga le ragioni profonde che hanno ispirato il viaggio di Bergoglio e, attraverso lo sguardo inedito di un ebreo e un musulmano che il Papa ha voluto vicini, ripercorre i gesti e le parole di quei giorni, segnati in Medio Oriente da tensioni crescenti: la visita al Santo Sepolcro, alla Moschea della Cupola e alla Grotta della Natività, l'incontro con i bambini dei campi profughi palestinesi e l'omaggio alle vittime dell'Olocausto al memoriale di Yad Vashem. Fino all'invito rivolto ai leader di Israele e Palestina: "Venite a pregare a casa mia". Scegliendo quella dell'amicizia e dell'empatia come strada privilegiata, Francesco ha scardinato tutti gli schemi, mostrando al mondo come per conquistare la pace non bastino accordi politici o diplomatici ma occorra un cambio di mentalità radicale che porti a non veder più nell'altro un nemico. Perché "la vita è un cammino, un cammino lungo, ma un cammino che non si può percorrere da soli. Bisogna camminare con i fratelli alla presenza di Dio".
Ryan, João, Natasha, Emil, Yfan, Alessio… I bambini di tutto il mondo, dalla Cina alla Russia, dall’Europa all’Equatore si rivolgono ogni giorno a Papa Francesco per chiedergli aiuto, consigli, risposte ai propri dubbi e spiegazioni sul senso più profondo della fede e dell’esistenza, inviandogli lettere e disegni. Che cosa faceva Dio prima di fare il mondo? Che cosa ne è dei nostri cari dopo la morte? Abbiamo davvero tutti, anche i malvagi, un angelo custode? E ancora: qual è stata la scelta più difficile che il Papa ha dovuto fare nella sua missione e che cosa farebbe se potesse realizzare un miracolo? A queste e altre domande contenute in una trentina di lettere provenienti dai cinque continenti, Papa Francesco risponde con parole semplici e straordinariamente intime, come un padre premuroso, accogliendo e confidando ai più piccoli la sua riflessione sulla vita e sulla fede. Sono corrispondenze indimenticabili che faranno bene a tutti, anche a chi ha perso l’innocenza dei bambini. Perché Dio è semplice, e semplice la sua presenza in mezzo a noi.
Realtà e giovinezza. La sfida ripropone dialoghi con i giovani e interventi su di essi, svolti da don Luigi Giussani tra il 1955 e il 1994. A distanza di anni, stupisce la loro pertinenza alla situazione attuale. Anticipando una percezione oggi diffusa, grazie a una quotidiana convivenza con i giovani, don Giussani si era reso conto che il contesto educativo e sociale tendeva a fare tacere le loro esigenze fondamentali (verità, bellezza, giustizia, felicità), mortificando il desiderio che proprio nella giovinezza trova il suo momento più espressivo. Abbandonata la carriera teologica per dedicarsi all’educazione dei giovani, prima nel Liceo classico Berchet di Milano e poi nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, don Giussani ha rappresentato per migliaia e migliaia di ragazzi la possibilità di incontrare un adulto capace di ridestare - con la sua presenza - quelle esigenze fondamentali così tristemente ridotte dal mondo circostante. Con la sua proposta educativa don Giussani ha mostrato qual è la strada per ritrovare le domande costitutive del cuore: «Imbattersi in persone in cui quelle domande sensibilmente determinino ricerca, aprano a una soluzione, provochino pena o gioia. Allora la montagna di sassi rotola via». Realtà e giovinezza. La sfida è un viaggio affascinante alla riscoperta della persona nella sua irriducibilità a qualunque potere umano; e un inno alla giovinezza come atteggiamento del cuore.
Ciascuno, il più distante dalla fede come il più fervido credente, si è senza dubbio interrogato sulla veridicità delle apparizioni della Madonna a Medjugorje, che si susseguono ininterrotte dal lontano 1981, fra le tematiche più delicate che hanno suscitato non poco scompiglio dentro e fuori le mura vaticane e su cui la Chiesa cattolica tuttora si esprime con cautela. Fin da principio convinto della totale sincerità dei veggenti è padre Gabriele Amorth, esorcista tra i più agguerriti nella lotta al Maligno e anche fine mariologo, devoto alla Vergine, uno dei primi a recarsi a più riprese nella cittadina bosniaca, mischiandosi alle folle di migliaia di pellegrini.Questo libro raccoglie le catechesi predicate dal sacerdote paolino in una serie di incontri mensili tenuti in una parrocchia romana, e dedicati proprio ai messaggi trasmessi durante le apparizioni. Ripercorrono temi religiosi e di attualità, intimi e collettivi, fra terra e cielo: la paura e la misericordia, l’immigrazione e le guerre, il perdono e la preghiera, il peccato e il tempo. In un mondo in crisi, si può ancora lasciarsi stupire e mettere in discussione da questi instancabili appelli di Maria alla pace, alla fratellanza, alla speranza, all’amore – trasposti e tradotti con semplicità nel quotidiano delle nostre vite, per scuotere le coscienze e sconfiggere il male, senza piegarsi alle sue seduzioni. Una lettura che è anche occasione per scoprire un padre Amorth forse meno conosciuto, ma certo non meno intenso: un uomo saldo nella fede che si è posto in ascolto e in cammino, prima di mettersi con coraggio al servizio del bene nelle lotte di liberazione degli esorcismi e nell’attività pastorale. Un invito per tutti alla meditazione e alla crescita spirituale, se non alla conversione, del cuore.
La Chiesa attraversa la più grave crisi della sua storia, secondo tanti osservatori. Si ripropongono sempre più le domande su ciò che è davvero accaduto nel 2013 con la sorprendente "rinuncia" di Benedetto XVI, la sua decisione di restare "papa emerito" e la convivenza di due papi. Perché Benedetto XVI era diventato un segno di contraddizione? Cosa stava accadendo a livello geopolitico? Chi caldeggiava una "rivoluzione" dentro la Chiesa cattolica? E il papa si è veramente dimesso? Sono le domande a cui cerca di rispondere Antonio Socci attraverso i fatti, i gesti e le parole di Benedetto XVI in questi sei anni, scoprendo, come in un thriller, che egli in realtà è rimasto papa, con conseguenze ancora inesplorate. In questa documentata inchiesta si cerca di capire cosa sta succedendo in Vaticano, ma soprattutto si indaga sulla misteriosa missione a cui Benedetto XVI si è sentito chiamato, per la Chiesa e per il mondo. L'autore ipotizza che possano esserci anche eventi soprannaturali all'origine della sua scelta. C'è poi da decifrare un'antica profezia che riguarda Benedetto XVI e c'è infine una nuova rivelazione che arriva da Fatima. Che non riguarda solo la Chiesa, ma il mondo intero.
Nel tardo pomeriggio dell'11 febbraio 2013 un fulmine cadde sulla cupola di San Pietro. Sembrò a tutti l'immagine-simbolo dell'evento inaudito che aveva appena scosso, fin dalle fondamenta, la Chiesa cattolica. Al termine di un discorso al Concistoro dei cardinali, in vista della canonizzazione dei martiri d'Otranto uccisi dai turchi più di mezzo millennio prima, Benedetto XVI si fece passare un foglietto da monsignor Georg Gänswein, che gli era a fianco con un volto tetro, e cominciò a leggere in latino: "Fratres carissimi...". Alcuni dei porporati presenti non capirono il perché di quello strano riferimento all'avanzare dell'età (ingravescente aetate). Altri finsero o si vollero convincere di aver male interpretato le parole del pontefice. Invece, il messaggio era chiaro. Anzi, inequivocabile. Con la sua Declaratio, Joseph Ratzinger rinunciava al ministero di vescovo di Roma. Si dimetteva da Papa. Non succedeva dal 1415. Per il mondo l'annuncio fu uno shock. Ma quali erano le ragioni profonde che avevano portato Benedetto a quella storica e tormentata decisione? Era un atto di responsabilità o un colpo di spugna? E come affrontare, dopo l'elezione a sorpresa dell'argentino Jorge Mario Bergoglio, la presenza di due Papi? Uno Emerito e l'altro Regnante? Marco Ansaldo, vaticanista e inviato speciale per la politica estera di "Repubblica", ci racconta una delle stagioni più travagliate nella storia della Chiesa, macchiata da polemiche, scandali finanziari e intrighi di palazzo. Dopo la piaga della pedofilia, i casi Vatileaks 1 e 2 e il processo contro i Corvi del Vaticano non sembrano esaurirsi le gogne, i colpi bassi e le epurazioni (l'ultima in ordine di tempo ha colpito il cardinale Becciu). Attraverso la testimonianza di monsignor Georg Gänswein - assistente personale di Benedetto XVI e custode dei tanti misteri che si celano dietro le mura vaticane - il libro di Ansaldo fornisce una nuova e dirompente chiave di lettura sul perché la convivenza tra i due Papi, di per sé problematica, si sia rivelata, di fatto, inattuabile. E se invece un'anomalia diventasse la regola? Oggi ci troviamo nel secondo tempo del Pontificato di Francesco. Qualcuno arriva a sostenere che il gesuita «venuto dalla fine del mondo» non abbia più niente da dire, avendo già espresso tutto sul piano evangelico e dottrinale. C'è modo, dunque, «di fare un altro papa»?

