
Sei storie di delitti, sei detective stories, in cui in realtà non viene commesso nessun delitto. Le apparenze sono sinistre; il mistero agli inizi della vicenda è dei più cupi e inquietanti; l’evidenza dei fatti sta lì a indicare che una mente criminosa è al lavoro o ha già condotto a termine il lavoro. Lo sviluppo della vicenda non fa che confermare i peggiori sospetti del lettore. Lo scioglimento, infine, si incarica di smentire quelle apparenze, quei «fatti» con un umorismo sentenzioso, ammonitorio. Esso ci avverte ogni volta che l’immaginazione umana può essere più bizzarra e ingenua di quanto pensiamo.
Per un tale genere di detective story occorreva un detective molto speciale: Basil Grant, personaggio improbabile e grandioso, invenzione chestertoniana delle più felici, un ex giudice, allontanato dalla scranna per manifesta pazzia. La pazzia è il suo metodo investigativo e preferisce di gran lunga l’intuizione alla deduzione. Scarta «i fatti» come elementi essenzialmente fuorvianti. E' il perfetto campione, insomma, di queste storie stravaganti e beffarde, un impeccabile anti Holmes, che si aggira, svagato e sornione, per una Londra sterminata e fosca, in cui il crimine sembrerebbe di casa, mentre non lo è affatto.
Con la prefazione di Enrico Galavotti, biografo di Dossetti, il racconto esauriente, ma agile e "per tutti" di una vita straordinaria e irripetibile. Il ritratto avvincente e documentato di un protagonista della storia politica ed ecclesiale italiana dal dopoguerra in poi, che continua a suscitare passioni e opposte valutazioni.
In vista del centenario della nascita di Giuseppe Dossetti (Genova, 13 febbraio 1913), Fabrizio Mandreoli, teologo e storico, ne ricostruisce la vita con rigore e misura, con profondità e sobrietà. Il racconto si distende dagli anni della formazione all'insegnamento universitario, dall'esperienza partigiana al contributo per la stesura della Carta Costituzionale, dalla militanza critica nella Democrazia Cristiana al ritiro dall'attività politica per intraprendere la via del sacerdozio, la partecipazione al Concilio e, infine, la fondazione di una piccola comunità monastica aperta verso l'Oriente europeo e asiatico.
Una vita fitta di incontri, di amicizie (tra tutti, La Pira, Lazzati, il cardinale Lercaro), apparentemente caratterizzata da improvvise cesure e cambi di rotta, ma in realtà percorsa - come mostra Mandreoli - da un'incessante e "semplice" ricerca di conformità al Vangelo dentro la complessità riconosciuta della storia. In fondo, Dossetti coltivava un unico desiderio: "diffondere quella pace che è un bene universale, diffonderla non a parole, ma col silenzio e con i fatti, quelli più profondi, più duraturi e più umili, più puri da ogni clamore"
L'esperienza educativa vissuta da don Lorenzo Milani nel corso degli anni '60 rappresentò una provocazione profetica, uno schiaffo alle concezioni correnti di educazione, giustizia, politica e scuola. Ciò che avvenne a Barbiana espresse la possibilità di educare come atto di giustizia e non di esclusione sociale. L'educazione come pratica della giustizia costituisce un "mito" educativo che ha alimentato - in questi decenni - tantissime iniziative, originali e ricche di significato. Il volume analizza e discute questo mito educativo che - se coltivato e continuamente reinventato - permette di affrontare sfide sociali ed educative nuove, in un mondo assai diverso da quello vissuto da don Milani. Lo schiaffo di don Milani è rivolto agli educatori e alle educatrici, ai genitori, ai giovani. Accompagna il lettore attraverso i luoghi dell'esperienza milaniana, in particolare Barbiana, e i temi che quell'esperienza affrontò: il potere della lingua, il valore della relazione educativa tra maestro e allievo, il senso della politica e della cittadinanza, il rapporto tra vita quotidiana e apprendimenti. Prefazione di Romano Prodi
Stadera: bilancia. È quanto Ignazio chiede a chi dà gli Esercizi spirituali «stando nel mezzo» (15esima Annotazione) e a chi accompagna in un percorso ordinario. La guida sta in mezzo, tra la creatura e il Creatore. Il taglio proposto in questo testo è secondo la pedagogia e la spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola che, a distanza di 500 anni, la Compagnia di Gesù cerca di incarnare e di declinare in diversi apostolati nel tempo attuale. Uno di essi ha la sua fonte nel libretto degli Esercizi spirituali. Questo libro è pensato come ponte tra il testo scritto da Ignazio, che ovviamente costituisce il punto di riferimento ultimo ed ineliminabile, e le condizioni e le questioni che oggi una guida deve considerare se è chiamata ad accompagnare un gruppo o un singolo.
Un'autentica scoperta la figura di Madre Teresa. Non che non la conoscevamo, almeno pubblicamente, ma leggere i suoi pensieri giornalieri ed impregnarsi dello stato d'animo che ha pervaso la sua missione tra i poveri più poveri della Terra, ha qualcosa di sconvolgente. Ella si pone ai piedi del Maestro, nella sequela della Madre di Dio, di San Giuseppe e della luminosissima figura del Principe degli Angeli, San Michele, per scalare la vetta della santità.
Gli esercizi spirituali scritti da Sant'Ignazio di Loyola costituiscono un'esperienza spirituale atta a "preparare e disporre l'anima a togliere da se stessi gli attaccamenti disordinati e dopo averli rimossi cercare e trovare la volontà divina nella disposizione della propria vita per la salvezza dell'anima". Questo manuale vuole essere un aiuto pratico per chi desidera dedicarsi individualmente a tali esercizi, secondo i propri tempi e le proprie possibilità. "Il libro di Luciana Pecoraio e Robert Faricy è una guida profonda e di grande utilità per coloro che cercano di imparare dagli Esercizi Spirituali di S. Ignazio. Il libro, ben strutturato, basato sull'esperienza pluriennale di studio e di conduzione degli esercizi spirituali di Padre Robert e Luciana, è una perla di chiarezza e di saggezza ignaziana." (John Navone)
"Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli undici ai quali Gesù, nel giorno dell’ascensione, ha detto “lo Spirito Santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all’estremità della terra” (At 1,8), dopo essere andato a salutare la madre, Maria, nell’atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrei preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d’erba del monte; un frusto di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intesi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell’Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra."
Le pagine indispensabili per incontrare e approfondire il don Tonino più vero e intimo.
Chiamatemi don Tonino…
Libro e CD audio dello spettacolo di lettura teatrale, ideato e prodotto da Quelli che con la voce, scritto da Francesco Cardinali e interpretato da Luca Violini. Una storia coinvolgente, la cronaca viva di una scoperta inaspettata, per provare lo stupore di una parola che vibra bellezza e poesia ma che graffia, provoca, scuote sulla necessità di capire e condividere con gli altri la nostra umanità.
Insomma il necessario per scoprire una straordinaria, attuale, persino provocatoria testimonianza di amore per la pace e gli ultimi. O, più semplicemente, per la vita.
Ci vuole audacia.
La Vita che state vivendo vivetela in modo denso. Poichè non tornerà più. E non abbiate paura di entusiasmarvi per le cose.
Molti di voi hanno paura. Hanno paura che un giorno la Storia, il loro futuro possa ridacchiare sul loro presente. Molti hanno paura di esporsi. Per non correre il rischio di subire il contraccolpo di questa disunione tra i sogni di oggi e la realtà di domani, preferiscono non sognare.
E questo significa dare le dimissioni dalla Vita.
Aver paura di entusiasmarsi oggi, alla vostra età, significa suicidio.
Un giorno vi scalderete alla brace divampata nella vostra giovinezza.
Non abbiate paura di entusiasmarvi.
C'è tantissima gente che mangia il pane bagnato col sudore della fronte dei sognatori.
Ci sono tanti sognatori.
Meno male che c'è questa dimensione del sogno nella vita: sporgenze utopiche a cui attaccarci. Meno male che ci sono dei pazzi da slegare, da mettere in circolazione perchè vadano a parlare di grandi utopie.
Quello che è pericoloso, è che le grandi utopie si raffreddino nel cuore dei giovani.
Io vi voglio augurare che non abbiate a perdere la dimensione della quotidianità e del sogno.
Scavate sotto il vostro lettuccio e troverete il tesoro.
Non siate inutili, siate irripetibili.
La scoperta del volto, la ricerca del volto, il senso della gratuità. Il riconoscimento delle persone è fondamentale.
E' fondamentale per educarsi alla pace. E' fondamentale all'interno delle famiglie. E' fondamentale all'interno dei gruppi. E' fondamentale all'interno della Chiesa, all'interno di un presbiterio, all'interno di un convento di monache, all'interno di una diocesi.
E' fondamentale perchè oggi le persone non vengono più riconosciute. La ricerca del volto dovrebbe diventare una passione per tutti quanti noi. Vivere le relazioni, rapportarsi. L'altro è un volto da scoprire, un volto da contemplare, un volto da accarezzare. Un volto rivolto: guardarsi negli occhi. Volto a volto, faccia a faccia non grinta a grinta.
Un Kit con un DVD contenente un documentario storico più un agile volume a firma di Claudio Ragaini.
Come scritto nell'introduzione: "La biografia di don Tonino ha radici nella sua terra e nel suo tempo. Una terra solare e accogliente come il Salento. Un tempo di fermento come quello del Concilio.
É una biografia, la sua, che ha il sapore della profezia, come le immagini del cortometraggio firmato da Alessandro Torsello ci fanno vedere. Ad accompagnare le immagini, la riflessione di Claudio Ragaini "don Tonino e il suo tempo conciliare" al convegno voluto dalla diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi celebrato a dieci anni dalla sua morte, il cui titolo fu appunto “don Tonino, vescovo secondo il Concilio”.
Immagini e parole per rinnovare l’invito della Gaudium et Spes: “ Le gioie e le speranze, le tristezze degli uomini di oggi…”".

