
Un'intervista è come un ritratto. Riesce bene quando è aderente al personaggio e ne interpreta al meglio i punti di forza. Rileggere tre conversazioni del cardinale Carlo Maria Martini con la rivista "Il Regno", avvenute fra il 1990 e il 2001, è quindi un modo per cogliere aspetti rilevanti del suo magistero e della sua pastorale: l'Europa, la 'cattedra dei non credenti', la Parola. La prima intervista prende spunto dall'assemblea ecumenica di Basilea del 1989, anno cruciale per il continente dopo il crollo del muro di Berlino, quando l'autore presiede il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. "Se in Europa si sono consumate le divisioni tra cristiani - affermava - spetta proprio in particolare all'Europa, anche se non esclusivamente ad essa, il compito di cercare le vie più adatte per giungere quanto prima a superare tali divisioni". La seconda intervista ripercorre l'esperienza della 'cattedra dei non credenti', che prese avvio nella diocesi di Milano la sera del 17 novembre 1987. "Punto di partenza - ricordava Martini - era la constatazione che esistono in me, e in ogni altra persona pensante, un 'credente' e un 'non credente' che si interpellano a vicenda". Nella terza conversazione, realizzata al termine del VI Concistoro straordinario del 2001, il cardinale avanzava la proposta di un sinodo universale sulla Parola di Dio nella vita della Chiesa, perché "è dalla Parola ascoltata e contemplata che si rende più facile quello sguardo di sintesi tra antropologia, teologia, Vangeli...".
Descrizione
La seconda Enciclica di Papa Francesco, "è rivolta a tutti". Lo ha precisato lo stesso Pontefice esortando i fedeli che gremivano piazza San Pietro "a pregare perché tutti possano ricevere il suo messaggio e crescere nella responsabilità verso la casa comune che Dio ci ha affidato". "Invito ad accompagnare questo avvenimento - ha concluso - con una rinnovata attenzione alle situazioni di degrado ambientale, ma anche di recupero, nei propri territori".
Ben noto fin dall’inizio del Pontificato è il magistero di Papa Francesco in tema di salvaguardia del creato. Un magistero incentrato soprattutto su due concetti chiave. La necessità della custodia, da un lato, e la lotta alla cultura dello scarto dall’altro. In pratica di fronte all’evidenza che l’azione incessante dell’uomo – specie negli ultimi 150 anni – ha avuto un impatto fortissimo sulla natura e potrebbe avere conseguenze dagli esiti potenzialmente disastrosi, il Papa in questi due anni ha richiamato tutti alle proprie responsabilità.
Francesco ha indicato all’uomo contemporaneo un comportamento da tenere e una condotta da evitare. Il primo è appunto l’atteggiamento del custode, di chi si prende cura, di chi non considera il creato e le creature come risorse da sfruttare in maniera intensiva e sciagurata, ma come un giardino da coltivare. La seconda è la tendenza di chi invece scarta tutto ciò che non gli serve.
Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, "ricco di misericordia" (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come "Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà" (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella "pienezza del tempo" (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.
Guardare il volto di ciascun essere umano e vedere in lui l’immagine di Dio vuole dire elevarsi al livello dell’amore, della grande bellezza, che aiuta a sconfiggere l’odio e il male. Nella vita familiare c’è bisogno di coltivare la forza dell’amore, che non si lascia dominare dal rancore, dal disprezzo verso le persone, dal desiderio di ferire.
La via dell’amore che papa Francesco applica in modo concreto all’esistenza concreta di ogni famiglia è quella della pazienza, dell’umiltà, del perdono, della gioia, del dialogo e della bellezza.
Il libretto contiene i discorsi tenuti da papa Benedetto XVI durante il viaggio apostolico in Turchia (28 novembre-1 dicembre 2006). Il lettore ha l'opportunita di leggere i seguenti discorsi tenuti nelle seguenti occasioni: incontro con il Presidente del Direttorio degli Affari Religiosi, incontro con il Corpo Diplomatico, Santa Messa presso il Santuario Mariano di Meryem Ana Ev?, incontro con Bartolomeo I, Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo nella festa di S. Andrea Apostolo, dichiarazione comune tra il Santo Padre e il Patriarca di Costantinopoli, visita di preghiera al Patriarcato Armeno e incontro con il Patriarca Mesrob II, celebrazione eucaristica, incontro con i giornalisti prima della partenza, udienza generale.
La seconda Enciclica di Benedetto XVI sul tema della Speranza cristiana che prende spunto dalla Lettera di San Paolo ai Romani (8,24). La seconda, attesa, Lettera Enciclica di Benedetto XVI tratterà il tema della Speranza Cristiana. Lo spunto della riflessione dell'Enciclica è la Lettera di San Paolo ai Romani, cap. 28 versetto 24 Poiché nella speranza noi siamo stati salvati". "
"Caritas in veritate": è questo il titolo della nuova enciclica di Benedetto XVI, la terza del suo pontificato, dedicata ai temi sociali.
Attesa già prima della "Spe Salvi", l'enciclica sociale era stata momentaneamente accantonata dal Papa in favore di quella sulla Speranza.
Ora, dopo essere stata letta dai diversi dicasteri che hanno collaborato alla sua elaborazione, la "Caritas in veritate" (in italiano "Carità" o "Amore nella verità") è pronta ad essere pubblicata.
La lettera del Papa sarà diffusa, per la prima volta, anche in cinese, per la volontà di Benedetto XVI di far arrivare il suo messaggio ai cattolici di Pechino.
L'atteso documento papale, diviso in quattro capitoli, nella sua parte iniziale è celebrativo di altre due precedenti encicliche: la "Populorum progressio", del 1967, di Paolo VI, di cui sono stati celebrati i quaranta anni dalla pubblicazione, e la "Sollecitudo rei socialis", di Giovanni Paolo II, pubblicata invece nel 1987, che Benedetto XVI ha voluto richiamare, ritenendo anch'essa un fondamentale riferimento sui temi sociali.
Nelle parti successive viene sviluppato il tema di quanto sia stata profetica la "Populorum progressio", ma il documento di Benedetto XVI esprime soprattutto la visione della Chiesa rispetto ai cambiamenti sociali che sono avvenuti a partire proprio dai tempi dell'enciclica montiana.
L'analisi di Benedetto XVI riguarda quindi i problemi posti dal processo di globalizzazione e la necessità di un umanesimo che concili lo sviluppo sociale ed economico con il rispetto dovuto alla persona umana e con un giusto rapporto tra le categorie sociali, attenuando le eccessive disparità tra ricchi e poveri.
Povertà, pace, cooperazione internazionale, disarmo, guerre su fonti energetiche e ambiente, globalizzazione, divario digitale, microcredito: sono tutti temi toccati nel documento.
La pubblicazione di una terza enciclica a così; breve distanza dalle precedenti è fatto piuttosto eccezionale che testimonia quanto i temi sociali siano cari a Benedetto XVI e a tutta la Chiesa Cattolica.
Una enciclica sociale, infatti , era già stata oggetto della discussione delle riunioni del Collegio cardinalizio durante la sede vacante, prima del Conclave che ha eletto Joseph Ratzinger al soglio di Pietro.
Il tema scelto per la giornata della pace del 1 gennaio 2010 è Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato". " Un testo che riprende molti dei temi affrontati da Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in veritate, ma che suona molto attuale anche per i temi internazionali legati alla tutela dell'ambiente.
Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2010.
Il tema del messaggio di papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace del 1 gennaio 2011 è la libertà religiosa. Libertà religiosa, via per la pace" è il tema scelto da Benedetto XVI per il suo messaggio in occasione della celebrazione della Giornata della Pace del 1 gennaio 2011. La riflessione del pontefice si sofferma sul pericolo del fanatismo religioso e sulle "forme sofisticate di ostilità" nei confronti dei cristiani. "
Il tradizionale messaggio del Santo Padre per la Quaresima.