
"Io ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi da solo, forse un po' isolato, non mi farebbe bene. È la mia personalità!". Così papa Francesco ha spiegato la sua scelta di non abitare nel cosiddetto "appartamento papale", ma in una camera della residenza Santa Marta, l'albergo vaticano all'ombra del Cupolone. Ma com'è la vita quotidiana nei corridoi e nelle stanze della "casa del Papa"? Lo scopriamo grazie al racconto di una giornata speciale vissuta da un "cronista di razza". Sotto la guida discreta di uno dei segretari di Francesco, si susseguono gli incontri con inservienti, guardie svizzere, cameriere che raccontano aneddoti e impressioni di prima mano sullo "stile Bergoglio", fatto di attenzione, umiltà, ascolto verso tutti. Fino all'imprevisto, un faccia a faccia con il Papa. Un reportage dal cuore della "rivoluzione evangelica" che Francesco sta portando nella Chiesa.
Che si tratti di descrivere i problemi della famiglia o di prospettarne le soluzioni, papa Francesco riesce a unire ispirazione evangelica e sano realismo. Che emerge non solo nelle grandi decisioni, come l’aver scelto di dedicare due assemblee mondiali dei vescovi alle gioie e ai dolori della famiglia, ma soprattutto nella predicazione al “popolo di Dio”: «Sappiamo tutti – dice ai fidanzati – che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta!». In famiglia, spiega in diverse occasioni, possono anche «volare i piatti», l’importante è che la giornata sia conclusa con un gesto di pace: basta una carezza. E famose sono poi diventate le tre «parole magiche», la sua ricetta per un rapporto duraturo: saper sempre dire «permesso, grazie, scusa». Parole semplici, che vanno al cuore.
"Predicate sempre il Vangelo, e se fosse necessario anche con le parole". Francesco lo ha detto più volte. Allora, per comporre un "alfabeto di papa Bergoglio" bisogna tener conto non solo delle parole che ha pronunciato, ma anche dei gesti, degli atteggiamenti, delle scelte. Dalla A di "affari" alla Z di "zucchetto". Temi importanti, come "famiglia" e "gioia", ma anche curiosi e sorprendenti. E' il caso della lettera B, dove si trova la "borsa" che il Papa porta con sé in aereo, della T, con il "telefono" così amato da Francesco, e della U, dove figurano le "utilitarie" da lui usate per spostarsi. Ne esce un riassunto, scritto con penna arguta e mai banale, degli aspetti più caratteristici di un pontificato che sta segnando in modo indelebile il messaggio e lo stile della Chiesa.
"Ai nonni, che hanno ricevuto la benedizione di vedere i figli dei figli, è affidato un compito grande: trasmettere l'esperienza della vita e condividere con semplicità la loro saggezza, e la stessa fede: l'eredità più preziosa!". Papa Francesco ha parlato spesso dei nonni, del loro ruolo fondamentale nella famiglia, nella società e nella Chiesa. Con la consueta chiarezza e precisione Aldo Maria Valli ripropone le parole del papa sul tema e fornisce preziose chiavi di lettura.
Da quando è scoppiato il cosiddetto «scandalo pedofilia», quasi non passa giorno senza che la Chiesa cattolica e il Papa siano sottoposti a critiche feroci e attacchi impietosi, molto spesso attraverso ricostruzioni dei fatti lacunose e tendenziose. La stampa internazionale ha dato straordinario risalto alla vicenda e ha messo sotto accusa l’intera Chiesa cattolica, la sua organizzazione, i suoi vertici, le sue regole.
L’attacco, inedito per ostinazione e capillarità, ha un obiettivo preciso: Benedetto XVI, fatto oggetto di una campagna denigratoria per molti versi a senso unico. Il suo insegnamento sulla ragione umana, la sua critica di un’economia priva di etica, il suo coraggio nel denunciare i mali della Chiesa stessa (con la recente affermazione secondo cui la persecuzione viene anche dall’interno), la sua avversione per il «politicamente corretto» ne fanno automaticamente un nemico agli occhi di molti, e non solo al di fuori della cattolicità e del mondo ecclesiale.
La ricostruzione di Aldo Maria Valli non si ferma però agli ultimi mesi – con aspetti di estrema attualità, vedi il recentissimo viaggio del Papa in UK –, va più a fondo e disegna una mappa dettagliata delle forze antagoniste a Roma – esterne alla Chiesa, ma anche interne –, delle loro azioni e della loro strategia su temi quali l’aids, l’islam, l’unità dei cristiani, l’aborto, il ruolo della Chiesa nella società.
Valli parte da una domanda diretta: dietro il grande clamore dello scandalo della pedofilia, c’è forse una manovra contro il Papa? È un fatto che il sistema globale della comunicazione non ama Joseph Ratzinger, il suo rigore, la sua determinazione, la sua dolce inflessibilità. Già in passato lo ha preso di mira, accusandolo di fomentare l’islam, di incoraggiare i negazionisti dell’Olocausto, di contribuire alla diffusione dell’Aids in Africa ecc. Ma quali sono le ragioni di questa ostilità? Dove affondano le sue radici? Quali interessi sono in gioco? E, soprattutto, chi vuole colpire il Papa?
Senza nascondere la gravità dei crimini e dei peccati commessi da alcuni figli della Chiesa, occorre ristabilire la verità.
Eletto il 13 marzo 2013, primo papa sudamericano e gesuita, primo a trovarsi a convivere con un papa emerito e primo a scegliere per sé il nome di Francesco, Jorge Mario Bergoglio, pontefice numero 266 nella storia della Chiesa cattolica, ha subito stabilito con la cultura progressista e laicista un rapporto di profonda simpatia. È piaciuto il suo presentarsi all’insegna dell’umiltà, della semplicità e della povertà. È piaciuta la disponibilità all’intervista. Sono piaciute le sue bordate contro la Chiesa che non sa essere “in uscita”, le sue sferzate a preti e vescovi, la sua proposta di Chiesa “ospedale da campo”, l’attenzione verso le “periferie”, la richiesta, rivolta ai pastori, di por tare addosso “l’odore delle pecore”, l’insofferenza verso l’economia di mer cato, l’allinearsi (specie nel l’enciclica Laudato si’) a un certo ecologismo à la page. Con altrettanto entusiasmo è stata salutata la sua proposta di Chiesa “misericordiosa”, disposta a perdonare tutti, come fa il Padre buono, e desiderosa di non giudicare.
Nello stesso tempo, tuttavia, proprio questa linea, esplicitata soprattutto nell’esortazione apostolica Amoris laetitia sull’amore nella famiglia e sfociata nella richiesta di giudicare non sulla base di principî generali ma caso per caso, ha suscitato perplessità crescenti in chi vi vede un cedimento allo spirito del mondo, a un certo relativismo morale e a un populismo fatto di slogan che, a un esame più approfondito, si rivelano vuoti se non ambigui. Proprio la lettura di Amoris laetitia legittima una domanda: che cosa sta più a cuore alla cosiddetta “Chiesa di Francesco”? La salvezza dell’anima o il benessere psicologico ed emotivo delle persone? C’è poi il grande problema della mancata denuncia delle radici religiose dell’estremismo islamista, che, insieme all’abbraccio con il patriarca di Mosca Kirill, ci mette di fronte a una Realpolitik a sua volta fonte di domande e perplessità.
È difficile infine non accorgersi dell’approssimazione che caratterizza numerose affermazioni del papa, anche su temi fondamentali per la dottrina e per la fede. Si può dunque dire che, al di là del successo di cui Bergoglio sembra godere, esiste un serio “caso Francesco” sul quale interrogarsi. Un dibattito già in corso con la partecipazione di eminenti cardinali, teologi e filosofi nel quale è stata evocata perfino la parola scisma.
Aldo Maria Valli
Giornalista, è vaticanista del Tg1. Laureato in Scienze politiche all’Università Cattolica di Milano, è autore di numerosi libri riguardanti la Chiesa cattolica e la Santa Sede. Tra i più recenti, Piccolo mondo vaticano. La vita quotidiana nella città del papa (2012), Il forziere dei papi. Storia, volti e misteri dello Ior (2013), Milano nell'anima. Viaggio nella Chiesa ambrosiana (2013) e Benedetto XVI. Il pontificato interrotto (2013).
Lui sapeva che i lupi sarebbero arrivati e lo avrebbero azzannato. Infatti è andata proprio così. Prendendo a pretesto lo scandalo pedofilia, contro Benedetto XVI è stata scatenata un’autentica persecuzione. Ripercorrere quei momenti vuol dire rendere giustizia a Joseph Ratzinger, ma soprattutto capire qual è stata, e qual è tuttora, la posta in gioco. Da un lato le ragioni del bene e della verità, dall’altra la menzogna. Per questo l’insegnamento di Papa Ratzinger continua a essere, oggi più che mai, uno sguardo nella notte. Sommario Prefazione (Marco Tosatti) Introduzione: Il Papa della verità I “Ad cognitionem certa pervenit…” Come il pastore fu azzannato dai lupi Quattro punti Indebolimento della fede Lapidazione mediante mass media L’offensiva del New York Times Un “ignobile intento” Una campagna disonesta Stampa scatenata Un cappuccino nella tempesta Di nuovo sotto accusa L’arma della generalizzazione Un’Inquisizione per il Papa Curiose lezioni di stile Martini difende Benedetto II La Sapienza degli intolleranti Libertà negata La conoscenza del bene Non di sola scientia Se la ragione diventa sorda Irrisione e aggressività Illuminismo da bar La cultura dell’et et Il padre punito E prima avevano tentato con l’Islam Manipolazione e strumentalizzazione La vergogna del Belgio Lenta evaporazione di una Chiesa Preti gay? Colpa di Ratzinger Benedetto come Pinochet? III Le due Chiese Un fraintendimento pericoloso No all’utopismo spiritualistico Una nota di dolore Un uomo pericoloso Testimone della verità Quaerere Deum Una poderosa provocazione Troppo normativo? Troppo occidentale? Centralità dell’Europa Una scelta ponderata Una religione ragionevole Un’altra colpa: lavorò per l’unità dei cristiani Il Summorum pontificum L’umiltà del Papa Umanità dell’auctoritas Altri veleni Per i fratelli ortodossi IV Raddrizzare l’intelligenza cristiana Caritas in veritate Se la persecuzione viene da dentro Non più umana, ma più divina La penitenza è una grazia Attualità del messaggio di Fatima Non cercare giustificazioni “Osservate più spesso le stelle” Il peccato nasce dal cedimento alla mentalità del mondo V Ultime lezioni Pro Ecclesiae vitae “Grazie per la vostra simpatia” “La Chiesa è viva!” All’insegna della verità Eucharistomen
Era il 4 febbraio 2019 quando papa Francesco e il grande imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb firmavano ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, la Dichiarazione sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, documento che, dal punto di vista cattolico, contiene un passaggio alquanto problematico là dove si legge che “il pluralismo e le diversità di religione” nascerebbero da “una sapiente volontà divina”. Ma come può Dio volere, in virtù della sua sapienza, la diversità delle religioni? Affermare che le diversità di religione sono volute da Dio non significa contraddire la richiesta di Gesù di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura?
A partire da queste domande il libro, con il contributo di monsignor Nicola Bux e don Alfredo Maria Morselli, affronta il contenuto della Dichiarazione, lo colloca all’interno del pontificato di papa Bergoglio e ne mostra gli sviluppi, come la nascita dell’Alto comitato per la fratellanza umana e la Abrahamic Family House, la Casa della fede abramitica in costruzione ad Abu Dhabi.
Al termine è proposto il testo del Manifesto della fede del cardinale Gerhard Müller sulla Verità della rivelazione.
Aldo Maria Valli (Rho, 1958), per oltre trent’anni vaticanista della Rai, gestisce ora il popolare blog Duc in altum.
Un dialogo senza compromessi tra i due autori sulla figura di papa Francesco e sui temi più scottanti che la Chiesa è chiamata ad affrontrare.
Il testo raccoglie un'ampia riflessione sui temi presenti nell'Enciclica Laudato si', e più in generale sul pensiero teologico e filosofico del Cristianesimo in tema di natura e ambiente. Risalendo alle origini stesse del pensiero cristiano sulla Creazione e sul rapporto Dio-uomo-natura, a partire dal Nuovo Testamento e dalla Patristica dei primi secoli, e giungendo fino alle riflessioni sul tema della natura presenti nei testi recenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, il libro affronta i temi essenziali della teoria cristiana dell'ambiente. Diventa così possibile comprendere a pieno il senso dell'Enciclica di Francesco I, approfondire gli snodi tematici e cogliere gli elementi di rinnovamento.
Florenskij è il più importante pensatore russo del XX secolo. Sacerdote sposato della Chiesa ortodossa, matematico e ingegnere, filosofo e teologo, fu fucilato nel durissimo gulag delle isole Solovki nel 1937. Il saggio, interamente rivisto dall'autore, affronta alcuni dei nodi cruciali - per impegno filosofico e intensità teologica - della sua vastissima produzione: il fulcro riguarda il rapporto tra linguaggio della verità e quello della bellezza. Radicato nella tradizione filosofica patristica e nella propensione estetica dell'ortodossia, Florenskij mette a fuoco una "metafisica concreta" dove "tutto è significato incarnato e visibilità intelligibile". Da una parte egli svolge la critica della ricerca razionale del vero svolta secondo le strade dell'Occidente, dall'altra indica nelle vie del simbolo, dell'icona, della parola e del culto il sentiero attraverso cui la verità si rivela all'uomo. Gli opposti, la distanza e la differenza - scogli su cui si arenerebbe la ragione - convivono nella bellezza come splendore incarnato del vero, che è amore vivo e pieno di grazia. Nelle pagine di Valentini il lettore troverà concentrati vari libri: una aggiornata biobibliografia di Florenskij; un trattato di teologia della bellezza (la teologia dell'icona, la bellezza come via per andare a Dio, il simbolismo ontologico dell'opera d'arte); un trattato di filosofia della religione in una prospettiva ermeneutica in cui l'amore, più che il raziocinio, giunge alla sapienza ed esprime sapienza.