
Il volume contiene la vita di Jorge Mario Bergoglio e le prospettive di un pontificato narrate dal gesuita Juan Carlos Scannone - filosofo e teologo argentino che è stato docente di Papa Francesco e lo conosce dalla fine degli anni Cinquanta - in un libro-intervista realizzato con la giornalista francese Bernadette Sauvaget. Padre Scannone racconta la genesi, il pensiero, il programma e la vicinanza di Francesco: un Papa in linea "con l'opzione preferenziale per i poveri" e che oggi attua una "teologia incarnata".
Prima Parte
Capitolo I: Il filo conduttore della misericordia
Seconda Parte
Capitolo I: Chiesa povera e per i poveri
Capitolo II: Il protagonismo sociale dei poveri e degli esclusi
Capitolo III: La cura della casa comune
Terza Parte
Capitolo I: Discernimento dei segni di Dio nella storia mondiale e personale
Autorevolmente come solo Scannone lo può fare, viene qui presentata la teologia argentina del popolo e della cultura, un versante con caratteristiche proprie della teologia della liberazione. L’Autore ne studia l’influsso esercitato su Jorge Mario Bergoglio, consapevole che si tratta di una chiave imprescindibile per conoscere papa Francesco: per capire sia l’ispirazione profonda della sua teologia, sia le radici filosofiche della sua pastorale, sia i suoi gesti, le sue parole, i suoi scritti, il suo impulso riformatore.
Il libro espone dapprima le origini della teología del pueblo, i suoi caratteri distintivi, le figure dei suoi principali protagonisti e le tappe del suo sviluppo storico fino ai nostri giorni. Scannone la presenta, quindi, come modello universalizzabile di inculturazione della teologia mediante la sapienza e la pietà del popolo di Dio incarnato nei popoli della terra. E, infine, mostra appunto il suo influsso decisivo sul magistero dell’attuale pontefice, che peraltro porta questa teologia a un livello più universale e la sviluppa con creatività.
La teologia del popolo esige di essere conosciuta e studiata come importante frutto del rinnovamento conciliare (specialmente nella sua declinazione latinoamericana): rappresenta un apporto originale alla teologia in quanto tale e al dialogo teologico interculturale, ma è altresì modello metodologico di annuncio ed è spinta qualificante per riformare la chiesa universale.
All'interno del pettegolo e superfluo giornalismo di oggi dove tutti sanno tutto dell'ultimo dei politici e dei divetti tv, e dove sulle questioni religiose sopravvivono pregiudizi e disinformazione Scaramuzzi rappresenta un'eccezione. In queste pagine si racconta quel che accade ed è accaduto in Vaticano in questi anni, quel che pensa e fa un papa che ha scelto di chiamarsi Francesco, le passioni e le speranze che suscita in credenti e non, le reali trasformazioni che introduce, al di là di quelle più apparenti, e le resistenze che incontra.
Clemente Rebora, David Maria Turoldo e Cristina Campo, tre poeti, tre creature oranti in cammino lungo sentieri nascosti e vertiginosi. Scribi del mistero, con lo sguardo orientato all'eterno oltre la trama del tempo e del visibile, hanno attraversato il silenzio per attingere alla fonte della vita della parola: parola in forma di poesia, poesia illuminata dalla grazia, che incarna il suo destino originario di essere invocazione, preghiera e canto liturgico.
Don Divo Barsotti:
"è stato definito il più grande mistico del novecento italiano; basterebbe ricordare come egli sempre ha difeso la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito santo come in un tempio..."
Card. Silvano Piovanelli
Renzo Buricchi:
" è uno straordinario teologo, carismatico, sapienzale e sperimentale.
La contemplazione della natura lo ha portato nel più profondo Cristocentrismo...
Egli con la sua profonda spiritualità è esemplare per cristiani laici e per una spiritualità autentica laica e missionaria..."
Card. Walter Kasper
Quali che siano le opinioni circa il modo in cui sacro e potere si sono incontrati nel corso della storia, rimane fermo un punto: risulta davvero difficile tagliare fuori la teologia da qualunque riflessione, realmente profonda, intorno allo statuto del potere politico. Nell'antropologia proposta da Romano Guardini, le domande "cos'è il potere?" e "cos'è l'uomo?" sembrano in ultimo coincidere, in un sistema filosofico nel quale la pressante risposta intorno all'intima natura dell'essere umano implica inevitabilmente il quesito sul potere. Da dove proviene dunque l'autorità dello Stato? Quali processi hanno contribuiscono alla nascita delle così dette religioni della politica? In cosa consiste il nuovo compito di responsabilità al quale siamo chiamati nell'epoca post-moderna? Sono questi i nodi che Guardini cerca di sciogliere in relazione allo Zeitgeist attuale.
Un'inchiesta condotta sul campo, in Argentina, che fa piena luce sul modo di muoversi di Jorge Mario Bergoglio negli anni dei desaparecidos. Lungi dall'essere stato connivente o passivo, Bergoglio mise in salvo quanti poté, preti e laici, cattolici come lontani dalla fede, a costo di elevati rischi personali e con stratagemmi talora rocamboleschi. A dittatura finita, il cardinale di Buenos Aires si è fatto voce della richiesta di perdono da parte della chiesa per le sue responsabilità in quella "guerra sporca".
L'amicizia tra il futuro papa e la dottoressa che parlava di Marx scoppiò per caso negli anni Cinquanta. Esther Balestrino era un medico biochimico farmaceutico, con un passato in Paraguay come attivista del Partido Revolucionario Febrerista, un movimento di ispirazione socialista; Jorge Mario Bergoglio era un perito chimico appena diplomato. Esther, costretta all'esilio in Argentina, assunse Bergoglio nel suo laboratorio di analisi chimiche. Da lei, donna colta e intelligente, Bergoglio imparò la cultura e l'etica del lavoro. Tra le tre fondatrici delle Madres de Plaza de Mayo, Esther temeva ritorsioni dal regime militare del generale Videla e affidò a Bergoglio, nel frattempo diventato provinciale dei gesuiti dell'Argentina, la sua copiosa biblioteca marxista. I timori di Esther erano fondati: desaparecida nel 1977, fu assassinata dai militari con un volo della morte. Per quattro decenni, della biblioteca marxista di Esther si persero le tracce. Un mistero ora risolto.
È la sera del 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio, appena eletto 266° papa della Chiesa cattolica si affaccia dal balcone di San Pietro e dice "Buonasera". Poche ore dopo cominciano a diffondersi sul web sinistre voci sulla presunta connivenza del prelato con i capi della mattanza argentina: 30.000 desaparecidos, 15.000 giustiziati, almeno due milioni di esiliati, centinaia di neonati sottratti ai genitori e dati illegalmente in adozione a famiglie del regime dopo l'eliminazione dei veri genitori. Poi il tweet di un certo José Manuel de la Sota: "Bergoglio s'interessò molte volte per farmi liberare dai militari". E alcune testimonianze dello stesso segno: "Bergoglio fu ostile a tutte le dittature sudamericane e aiutò molti ricercati a nascondersi". In redazione, il cronista decide che ce n'è abbastanza per un'inchiesta e parte per Buenos Aires. Il risultato è un viaggio alla ricerca della verità che ricostruisce su fatti reali, incontri e atti ufficiali l'azione di "lotta non violenta", quasi un'opera di intelligence, che l'allora padre Bergoglio mise in campo per proteggere e salvare tantissimi dissidenti di ogni colore, credo e appartenenza politica. Una strategia fatta di finti "ritiri spirituali", di studiati stratagemmi, di "esfiltrazioni", che si avvaleva persino di una "macchina" per stampare documenti falsi in seminario. La lista dei salvati dalla dittatura è lunghissima: centinaia di persone oggi trovano il coraggio di parlare di sé e di chi fu aiutato, ma non si salvò.
Bergoglio lo sa. Alcune volte ne ha parlato in privato. Altre volte lo ha lasciato intendere in pubblico. Dentro e fuori la Chiesa ci sono ostacoli, resistenze, lotte. I serpenti si annidano negli ambienti curiali come nei centri di potere internazionali. Sugli oppositori interni già si scrivono pagine di cronaca e interi tomi, ma è anche la trincea esterna al perimetro del Vaticano a essere foriera di pericoli imprevedibili. Francesco non lo ha mai negato. Alla vigilia del viaggio in America Latina ha parlato senza ipocrisia: "Quante forze, lungo la storia, hanno cercato e cercano di annientare la Chiesa!". In un'inchiesta giornalistica rischiosa Nello Scavo ha cercato i nemici del papa "venuto dalla fine del mondo". Alcuni li ha incontrati di persona, anche a loro insaputa. In qualche sacrestia, lungo le rotte dei profughi scacciati, in un paradiso fiscale o nell'inferno di una bidonville. Molti continuano a nascondersi. Indossano il copricapo da vescovo o il turbante da mujaheddin, le cravatte alla moda di certi banchieri d'assalto o le camicie di lino di petrolieri famelici. Altri, infine, portano gli scarponi sporchi di fango dei trafficanti di uomini e di armi. Mercenari della maldicenza e capi di stato che razzolano male. "Se subissi un attentato", ha confidato il papa mentre si recava nelle Filippine, "chiedo solo la grazia che non mi faccia male. Non sono coraggioso. Ho paura del dolore fisico, ma ho il difetto di avere una bella dose di incoscienza."
Bergoglio è il pontefice più calunniato della storia? E - se è così - per quale motivo? C'è un "complotto dietro le accuse che gli vengono scagliate contro, oppure si tratta solo della reazione di chi non sopporta un papa così innovativo? Di bugie sulla figura di papa Francesco ne girano parecchie, suscitano reazioni, ma nessuno finora le ha catalogate e investigate in modo da tracciarne un filo logico, e magari tentare di smascherare i mandanti (tra cui multinazionali, banche, guerrafondai e sacri palazzi) della "macchina del fango". Gli autori hanno raccolto 80 delle principali accuse al Papa, in chiave di controinchiesta punto per punto: i rapporti con le dittature dell'America latina, la massoneria, il Conclave manipolato, le accuse di "eresia", le nomine sbagliate, i rapporti con la Curia, la mediaticità, gli scandali e anche le gaffes... Senza dimenticare che le fake news sul Papa riportano al centro il tema della verità, tanto caro al cristianesimo: se la notizia è il "verbo" contemporaneo, la falsa notizia è la voce del "diavolo". E distinguere menzogna e verità è compito di chi ancora vede nel giornalismo una missione.