Con l'elezione di Francesco a vescovo di Roma il tema del rapporto tra cattolici e politica ha ricevuto una nuova attenzione, nella scia del Vaticano II. In una delle sue omelie Francesco afferma: "I cittadini non possono disinteressarsi della politica. Nessuno di noi può dire: 'Ma io non c'entro in questo, loro governano'. No, no, io sono responsabile del loro governo e devo fare il meglio perché loro governino bene e devo fare il meglio partecipando nella politica come io posso". La politica - dice la Dottrina Sociale della Chiesa - è una delle forme più alte della carità, perché è servire il bene comune. "Io non posso lavarmi le mani, eh? Tutti dobbiamo dare qualcosa!". Questo libro aiuta a riflettere sulle sfide, per i cattolici, nel realizzare giustizia e pace nel mondo sociale e politico.
La figura di Don Lorenzo Milani (1923-1967), a sessant'anni dal suo "esilio" nella parrocchia di Barbiana nel Mugello (7 dicembre 1954), continua ad interessare ed a far discutere. Dopo che la Fondazione Don Milani ha chiesto di esplicitare la decadenza formale del provvedimento contro il libro "Esperienze pastorali" che, nel dicembre 1958, fu fatto ritirare dal Sant'Uffizio "perché inopportuna la lettura", Papa Francesco ne ha sancito la completa "riabilitazione" definendo addirittura il sacerdote fiorentino, nel discorso del 10 maggio 2014 al mondo della scuola, "un grande educatore". Dalla necessità di un apostolato che affondi nel cuore del popolo, alla critica dell'ideologia dominante e del denaro, per finire con l'importanza della scuola per l'evangelizzazione nella Chiesa, questo libro riprende le argomentazioni e citazioni incluse in alcuni dei testi di Don Milani, "comparandole" con scritti e discorsi dell'Arcivescovo Bergoglio e di Papa Francesco che, come giornalista e vaticanista, l'autore segue con passione fin dal primo giorno del suo pontificato. Ne emergono non poche originali ed interessanti analogie ed affinità di pensiero.
Nella fede e nella carità riunisce gli interventi di Papa Francesco nel corso del suo viaggio apostolico in Turchia - che si è svolto dal 28 al 30 novembre scorsi, toccando Ankara e Istanbul -. Dal saluto ai giornalisti nel corso del volo Roma-Ankara, alla conferenza stampa durante il volo di ritorno, passando per l'incontro con le autorità turche, la visita al presidente degli affari religiosi, la Messa nella cattedrale cattolica dello Spirito Santo a Istanbul, la preghiera ecumenica nella chiesa patriarcale di San Giorgio, la preghiera ecumenica, la divina liturgia e la dichiarazione congiunta con il Patriarca ecumenico Bartolomeo.
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Non più schiavi, ma fratelli. Il tema che ho scelto per il presente messaggio richiama la Lettera di san Paolo a Filemone, nella quale l'Apostolo chiede al suo collaboratore di accogliere Onesimo, già schiavo dello stesso Filemone e ora diventato cristiano e, quindi, secondo Paolo, meritevole di essere considerato un fratello. Così scrive l'Apostolo delle genti: "È stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo" (Fm 15-16). Onesimo è diventato fratello di Filemone diventando cristiano. Così la conversione a Cristo, l'inizio di una vita di discepolato in Cristo, costituisce una nuova nascita (cfr 2 Cor 5,17; 1 Pt 1,3) che rigenera la fraternità quale vincolo fondante della vita familiare e basamento della vita sociale."
Messaggio per la Quaresima 2015
«La barca di Pietro ha un timoniere umile e forte, tenero e fermo: a tutti l'invito a navigare con lui sui mari della vita e della storia, anche quando essi si annunciano tempestosi, non solo sperando, ma anche organizzando la speranza, e organizzandola insieme per la forza di un servizio fatto di tenerezza e di custodia, rivolto a ciascuno, accogliente per tutti» (Bruno Forte). La coerenza, l'umanità, la forza, la visione evangelica di Papa Francesco in una raccolta ragionata dei suoi discorsi più significativi pronunciati in occasione dell'Angelus domenicale, proposti a partire dalle parole chiave del suo pontificato, che continua a sorprenderci.
Il volume ripercorre tutta la linea di pensiero che unisce l'economista e sociologo Giuseppe Toniolo e papa Francesco, mettendo in parallelo i loro testi e avendo il beato Toniolo come "commentatore inedito" dell'Evangelii gaudium. Cosa emerge da questo insolito confronto? In primis la continuità della dimensione sociale dell'annuncio cristiano e l'attenzione sempre viva verso i più poveri, già presente nella rigorosa analisi del Toniolo, e poi ripresa con accenti nuovi nel messaggio di "gioia solidale" verso chi è in difficoltà che caratterizza tutta l'esortazione apostolica di Francesco.
Avete mai visto infelice un operatore che nelle periferie delle nostre città e del nostro mondo si occupa dei poveri, degli ultimi, degli ammalati? Questa è la domanda provocatoria che pone l'autore, esperto docente di politiche per lo sviluppo sostenibile, a cui fa da contraltare la risposta, altrettanto provocatoria, che la migliore terapia contro l'infelicità è quella di essere cristiani generosi e gioiosi, come ci chiede il Papa. Le pagine di questo libro, arricchito dalla prefazione di Mattero Truffelli, accompagnano il lettore a intraprendere questo percorso di ricerca della felicità, compiendo il salto dall'idea alla realtà, attraverso la proposta di indicazioni concrete per l'azione: proposte precise per l'impegno di laici che, a partire dai principi, dai contenuti dell'Evangelii gaudium, vogliano prendere sul serio la loro chiamata alla "trasformazione delle varie realtà terrene affinché ogni attività umana sia trasformata dal Vangelo", mettendo al primo posto la "preoccupazione per i poveri e per la giustizia sociale" (EG 201).
La povertà è un argomento ampiamente trattato e fortemente sentito dal cardinale Bergoglio e, poi, da papa Francesco. Egli desidera da sempre "una Chiesa povera per i poveri" e ci indica la via su cui camminare e crescere come credenti, nelle nostre comunità e nella società. I poveri, ci ricorda il Papa, hanno un posto privilegiato nel cuore di Dio. Poveri, il terzo volume della collana "Le parole di Francesco", offre un'ampia antologia dei discorsi del cardinale Bergoglio nella sua amata Buenos Aires, e del Papa, i tweet e l'Evangelii Gaudium, sul tema della povertà nella Chiesa e nel mondo. L'introduzione al testo di Oscar Rodriguez Maradiaga, presidente di Caritas internationalis, è una perfetta sintesi della vasta opera di apostolato di papa Francesco lunga tutta una vita e ancora, e sempre, da scrivere.