
"La piccola conformista" è un romanzo quasi completamente affidato alla voce di un personaggio. Basta sfogliare qualche pagina, leggere le prime righe, ed eccola lì l'eroina della storia, Esther Dahan. Comica, senza freni inibitori, tagliente, forse indimenticabile. Esther è una bambina intimamente conservatrice, si autodefinisce «di destra» e si è trovata a crescere in una famiglia di sinistra negli anni Settanta a Marsiglia. Da irriducibile reazionaria sogna l'ordine, il rispetto delle regole, i «vestitini blu» delle brave ragazze cattoliche, desidera una vita inquadrata dalla normalità. In casa sua, a parte lei, tutti sono eccentrici, girano nudi, si lanciano piatti quando litigano, rifuggono regole e comportamenti conformisti, perbenisti, benpensanti. La madre, atea, anticapitalista e sessantottina, lavora come segretaria al municipio. Il padre è un ebreo francese nato in Algeria, ed esorcizza l'ansia di un prossimo olocausto stilando liste maniacali di compiti da svolgere. Si aggiungono poi un fratello minore iperattivo e i nonni paterni, che vivono nel ricordo nostalgico del glorioso passato nell'Algeria francese e trascorrono le giornate giocando alla roulette con i ceci, che serviranno poi a cucinare il cuscus domenicale. L'esistenza di Esther subisce una svolta quando i genitori, imprigionati nelle loro contraddizioni, decidono inspiegabilmente di mandarla in pasto al nemico, ossia in una scuola cattolica nel quartiere più borghese di tutta Marsiglia. Esther trova forse il suo paradiso personale, osserva e riflette sullo stile di vita dei genitori, dei nonni, delle compagne così diverse da lei, fin quando un segreto custodito a lungo metterà tutto in discussione. La comicità può raccontare anche gli aspetti più oscuri degli individui, l'ironia e la lucidità possono sondare il mistero della felicità e del dolore. In questo romanzo il desiderio di voler essere come tutti gli altri fa esplodere ogni logica parentale e ogni lessico familiare, e la quotidiana follia e normalità di una famiglia diventano lo strumento di un'appassionata ricerca di vita e di verità, con un sorriso a rischiarare il buio.
Ci sono scelte che segnano il destino di una famiglia per generazioni. Per Daria, sposare il celebre pianista Edward Gordon significa coronare un sogno e sfuggire finalmente alla miseria del ghetto ebraico. Ma, nella Russia degli anni '30, in un regime sempre più oppressivo e arbitrario, basta poco per essere additati come nemici del popolo. E infatti una denuncia anonima è sufficiente per far deportare Edward, Daria e le loro figlie. In un attimo, la famiglia passa dal tepore dell'appartamento di Odessa al gelo e alle privazioni di una baracca in Siberia. Obbligati a lavorare anche in pieno inverno, ben presto Edward e le bambine si ammalano. Ed è allora che Daria sceglie. Si rivolge a una persona dal passato ambiguo, che gode di un certo potere all'interno del campo e che accetta di aiutarla, a patto che lei rinunci a quanto ha di più caro... Grazie alla scelta di sua nonna, Natasa non ha mai conosciuto il freddo della Siberia. È nata a Odessa, dove ha avuto la possibilità di studiare, e nel 1970 affronta l'esame per entrare all'università. Ma, sebbene abbia tutti i titoli in regola, non viene ammessa per le sue origini ebraiche. Spinta dalla delusione e dalla rabbia, Natasa entra a far parte di una rete di dissidenti, mettendo così a rischio la sua esistenza e quella dei suoi cari. E quando scoprirà di portare in grembo un bambino, sarà costretta a fare una scelta definitiva... Zoe non è mai stata a Odessa. È cresciuta a New York e le capita di parlare russo solo con nonna Natasa. Tuttavia a volte ha l'impressione di essere prigioniera di tradizioni che non le appartengono e che il suo futuro sia già stato deciso da altri. Però, durante la festa per l'anniversario di matrimonio dei nonni, succede qualcosa che cambia tutto. E allora anche Zoe, seguendo l'esempio delle donne della sua famiglia, troverà la forza di liberarsi del peso del passato e il coraggio di scegliere solo per se stessa. Abbracciando quasi un secolo di Storia, Alina Adams tesse il ritratto di tre generazioni di donne forti, tre donne che non hanno paura di sfidare il destino che è toccato loro in sorte e di compiere scelte durissime per proteggere le persone che amano.
La Targa Florio è nata nel 1906 e si disputa tutt'ora. Gli anni gloriosi della competizione, che si svolge in Sicilia, sulle Madonie, hanno visto la partecipazione dei più importanti campioni di ogni epoca: da Varzi a Nuvolari, da Fangio a Siffert. Ideata da un giovanissimo Vincenzo Florio, rampollo della grande famiglia di armatori e industriali, la gara ha consentito che un'area agricola e ancora dominata da un'economia feudale venisse alla ribalta internazionale delle cronache sportive e mondane. Sullo sfondo di una grande sfida della velocità, il libro ci permette di apprezzare un luogo che dal mare alla montagna custodisce straordinarie bellezze e tradizioni, nonché - chi lo avrebbe mai detto - il più alto tasso di biodiversità in Europa.
«Capire qualcosa di più della mia stirpe, trovare il bandolo del nostro comune sentire femminile. Così ho legato la mia parola a quella di tante donne che mi hanno preceduta e nutrita, le scrittrici di cui possiedo libri sottolineati, appuntati, deformati. Amati. Virginia Woolf, Natalia Ginzburg, Annie Ernaux, Marguerite Duras, Elsa Morante, Sylvia Plath, Ingeborg Bachmann, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Joyce Carol Oates, Nina Berberova, Karen Blixen, Clarice Lispector, Marguerite Yourcenar, Hannah Arendt. E tantissime altre. Ne ho seguito le orme, le ombre, le opere e i fatti della vita, per decifrare la tela di un pensiero e di un lessico nostri.» La materialità delle cose, l'urgenza della vita, la solitudine, la ricerca di un senso: pagina dopo pagina, la scrittrice Sandra Petrignani ricostruisce un mosaico che è il volto delle donne.
Nel 1990 a Milano si ebbero 103 omicidi: per la maggior parte, regolamenti di conti fra la malavita organizzata. Norberto Melis, primo dirigente della Questura della «capitale morale» (dove, di lì a breve, scoppierà lo scandalo di Mani Pulite), si interessa di più ai delitti che coinvolgono individui apparentemente normali, coloro che potrebbero essere, o dei quali potremmo essere i vicini di casa. Compenetrarsi di queste vite per risalire dalle vittime agli assassini affidandosi alla conoscenza del cuore umano, alle sensazioni, all'intuito - pur utilizzando tutti gli indizi materiali che la moderna criminologia consenta di vagliare - è per lui l'aspetto forse più coinvolgente di un'indagine: vedere le facce, sentire le voci, conoscere i luoghi. Per arrivare alla verità. Così, mentre la duplice inchiesta condotta dal commissario capo Michele Iurilli sulla morte di un uomo senza identità e su due anziane casalinghe uccise con identica bizzarra modalità in due quartieri lontani fra loro segna il passo, Melis non esita a indagare personalmente su un altro omicidio, tanto violento da poter essere dettato soltanto da un odio profondo. Il tutto mentre si avvicina, livido e al tempo stesso smagliante di luci, il Natale. Ma il mistero di un delitto non è mai, per Melis, un puro problema di analisi: egli avverte potente la necessità di restituire giustizia ai morti e ai vivi, e sa che, se vi è sempre la soluzione, non sempre è dato agli uomini di trovarla. E che talvolta, per concludere un'indagine, è necessario sacrificare agli dèi del Caso, i soli che, quando le carte sono troppo mischiate, possono rendere la scoperta dei colpevoli una Necessità.
Biografia e testi scelti di Rabidranath Tagore (1861-1941). Antologia di scritti del grande poeta indiano a cura della raffinata traduttrice e amante della cultura sanscrita Brunilde Neroni.
"L'atlante della Terra-di-mezzo di Tolkien" è il compendio per non perdersi nelle terre misteriose descritte da J.R.R Tolkien in tutte le sue opere e in particolare ne Il Simarillion, Lo Hobbit e Il Signore degli anelli. Dalla Contea a Isengard, da Moria ai luoghi delle battaglie del Beleriand, questo libro conduce il lettore in un'esperienza di immersione nell'immaginario tolkieniano. Solo una appassionata ammiratrice del genio di Tolkien quale Karen Wynn Fonstad poteva pensare di applicare la rigorosa competenza di cartografa per fissare su carta - in centinaia di diagrammi e cartine a due colori - i viaggi di Bilbo Baggins e della Compagnia dell'anello ma più in generale ogni angolo della Terra di Mezzo senza trascurare nessuna battaglia, nessuna foresta, nessuna regione estrema, ma descrivendo anzi climi e popoli come fossero realmente esistenti nel nostro pianeta. Un omaggio all'inventiva dell'autore ma anche una bussola preziosa per i lettori che potranno passare dalle mappe ai romanzi e ancora dai romanzi a questo Atlante continuando a sognare e scoprire più di quanto non conoscano già.
Nel panorama della poesia giapponese Fukuda Chiyo-ni (XVIII sec.) è un vero gigante e questo libro intende rivelare la figura e mostrare la bellezza della sua arte. Traspare nei suoi versi un mondo femminile di immagini delicate e di attenzione ai dettagli della quotidianità, mentre le sue scelte di vita testimoniano il suo spirito libero e indipendente. In età avanzata prese la decisione di farsi monaca buddista e in questo modo cammino religioso e poesia si fusero in un'unica via spirituale, dandole così la possibilità di comporre i suoi haiku migliori. "Quando l'essere umano raggiunge la profonda conoscenza delle cose, questa profondità gli è impossibile esprimerla con il suono della voce, e ricorre a significarla con pennellate silenziose. La conoscenza che è entrata nell'uomo anzitutto in silenzio, si esprime anzitutto con il silenzio" (dalla Prefazione di p. Luciano Mazzocchi).
Il signor Clergerie, «nato per una carriera e non per una vita», ha lasciato temporaneamente Parigi per trascorrere l'estate nella regione dell'Artois, da dove intende tessere la sua tela e guadagnare un seggio all'Accademia. Lo accompagna l'anziana madre, che sembra aver perso la ragione e si muove per la grande casa e i suoi giardini, mentre la figlia, Chantal, semplice, pura e allegra, ha raggiunto ormai l'età per scegliere cosa fare della sua vita. O almeno, sostiene il padre, così dovrebbe. Ma la ragazza, pur radiosa, è un'anima ben più complessa di quanto appaia; Georges Bernanos è un maestro nel delineare con profondità e potenza come in Chantal si mescolino e combattano con furore gioia e sofferenza, in un'anima inquieta aperta alle esperienze spirituali più profonde e inesplicabili.
Pubblicato a puntate nel 1887 e in volume nel 1888, "Il cappello del prete" è stato il romanzo più famoso di Emilio De Marchi, subito tradotto anche all'estero. Ambientato a Napoli, narra le vicende del nobile squattrinato Carlo Coriolano, barone di Santafusca che, ridotto alla rovina dai debiti di gioco e da una vita oziosa e dissipata, uccide il ricco prete usuraio don Cirillo per impossessarsi dei suoi soldi. Ma al suo "delitto perfetto" manca un dettaglio chiave: l'occultamento del cappello del prete. Diventato un indizio pericoloso, il tricorno tormenterà il barone come una sorta di allucinazione ricorrente, fino ad arrivare, dopo una serie di peripezie, davanti al banco del tribunale per inchiodarlo alla sua colpa. Romanzo originale, definibile un "giallo psicologico", "Il cappello del prete" resta ancora oggi un esempio di letteratura d'intrattenimento di alto livello, in cui De Marchi riprende la lezione della grande narrativa europea - da Dostoevskij a Poe, da Manzoni al verismo - alternando con maestria il tono leggero del bozzetto ottocentesco con il registro cupo del romanzo gotico.
Questo libro fortemente organico, che segna la piena, raggiunta maturità di un poeta, si impone per l'identità forte della sua struttura e per le articolazioni di una narrazione lirica condotta attorno all'emblematica figura di un protagonista, volutamente anche troppo umano, pur cangiante nel suo apparire, e proposto con il nome di Caino. Un nome che rivela la forte nostalgia di un paradiso perduto, nell'apparizione dei «molti colori del male» che segnano il nostro essere nel mondo, dunque nella storia e nei luoghi, nelle diverse generazioni e civiltà e nella memoria. Alessandro Rivali compie in questi suoi versi un viaggio apertissimo e inquieto, e ne dà un resoconto d'impronta lirica, ma che spesso si avvicina, anche per i toni, a un vero e proprio disegno epico. Eccoci allora, per non citare che qualche episodio, dai Sumeri e Gilgamesh ai congelati del Don nel '42, con esempi di violenza e guerra, ma non di meno con il manifestarsi delle opere di grandi artisti come Leonardo Bistolfi, Arturo Martini, Marc Chagall o Miró, ma anche di Ezra Pound, orrendamente ingabbiato nel '45, eppure capace di splendidi versi dei "Cantos". Tra i molti luoghi in cui il viaggio poetico si svolge, domina peraltro Genova, città natale dell'autore, con il popolo di morti del cimitero di Staglieno. Ma il dolore non esclude affatto l'amore, la ricerca di un volto paterno totale, il riparo della tenerezza, così come l'aprirsi in momenti nei quali si manifesta improvviso un realismo dai vivi contorni marcati. Alessandro Rivali realizza una poesia nella quale si impone la potenza delle immagini guidate dal pensiero, nella continuità di una insolita e densissima energia espressiva, che nelle terzine del testo finale, dedicato al commovente monumento funebre di Margherita di Brabante di Giovanni Pisano, trova un sensibilissimo, delicato compimento esemplare.
Bari, inizio di dicembre, mancano pochi giorni a San Nicola. Mentre la commissaria Lolita Lobosco e il suo nuovo amore Giancarlo Caruso si godono la notte in una casetta di pescatori a Polignano, nella vicina Torre a Mare un uomo viene ammazzato nella sua villetta; sul corpo saranno trovate tracce di orrende sevizie. La sera dopo, una Mercedes scura cerca di sfuggire a un posto di blocco e si schianta contro un muro: due uomini di etnia rom, padre e figlio, muoiono sul colpo. Quando si scopre che il dna di uno dei due era anche sulla scena del crimine, il caso sembra chiuso, ma l'origine etnica dei presunti assassini non fa che soffiare sul fuoco di un clima di odio e razzismo strisciante. Solo Lolita - che continua a dividere le sue passioni tra relazioni complicate, cucina del Sud e dedizione alla giustizia - non è convinta dell'esito delle indagini: alcuni dettagli non quadrano proprio. Tanto più che inspiegabili delitti, nelle settimane seguenti, cominciano a insanguinare la città. Un filo sembra legare queste morti misteriose, e la bella commissaria cercherà di dipanarlo a rischio della sua carriera, e della sua stessa vita.