
La storia vera di "tre figlie della Cina" (l'autrice, sua madre, sua nonna) le cui vite e le cui sorti rispecchiano un secolo di storia cinese, un tempo di rivoluzioni, di tragedie e di speranze: dall'epoca dei "signori della guerra" all'occupazione giapponese e poi russa, dalla guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang alla lunga Marcia di Mao e alla Rivoluzione Culturale. Allevata come una "Guardia rossa", Jung Chang raccoglierà infine l'eredità di dolore e di speranza di sua nonna e di sua madre, opponendosi al regime, che le deporterà i genitori in un campo di rieducazione e la esilierà ai piedi dell'Himalaya, fino all'insperata occasione di espatrio, nel 1978, verso l'Inghilterra.
Giovane avvocato a Barcellona, Ricardo vive giorni difficili - Clara, la sua donna, lo ha piantato di punto in bianco - quando riceve una telefonata di Cristina, sua madre. Tomàs, suo padre, annuncia Cristina, è sparito lasciando uno strampalato biglietto in cui ha manifestato l'intenzione di raggiungere il Tibet. Una prospettiva davvero bizzarra per un uomo che, al tramonto della propria vita sessuale, ha commesso la stupidaggine di abbandonare la moglie per mettersi con una donna molto più giovane e ritrovarsi poi solo come un cane in uno squallido monolocale, seduto, come un vecchio risentito e debole, davanti al televisore. Cristina riferisce qualche tempo dopo a Ricardo che la polizia ha rintracciato la Opel di Tomàs in un paesino a nord di Girona, e intima al figlio di mettersi sulle tracce del vecchio genitore. Ricardo raggiunge in macchina il villaggio, e nel giro di qualche ora ritrova Tomàs. O, meglio, ritrova fisicamente suo padre, ma stenta quasi a riconoscerlo. Del vecchio, malandato Tomàs non vi è più traccia. Al cospetto di Ricardo si presenta un uomo gioviale, circondato da amici straordinari: Lola, una maitresse anarchica; Marcelo, il grassone che legge continuamente i classici della letteratura a Paquita, la sua compagna cieca che passa le ore seduta davanti alla porta di casa, Irene, bella e formosa, con un'animalità primordiale nei movimenti; Maria dal piacevole sguardo sfuggente; e la bellissima Barbara Baldova...
E' una storia realmente accaduta, ricca di coincidenze, che ha come protagonisti principali tre persone: Antonio, Oreste (il don) e Paolo (mio padre).
Anni fa avrei ritenuto più semplice incastrare tutto nelle caselle delle casualità; oggi mi appare più affascinante considerarle come un intreccio di storie che, quasi si fosse in un racconto biblico, vogliono svelare qualcosa d'altro.
In molte email personali che troverete in questo racconto, mi rivolgo al Signore. E' una preghiera sincera che però, ahimè, è sempre accompagnata da una sottaciuta domanda: "ma ci sei veramente"?
Marion, segretaria dell'Istituto di medicina legale di Parigi, è la scomoda testimone di quello che potrebbe essere un delitto politico. Per proteggerla, la polizia la nasconde a Mont-Saint-Michel, e lì, mentre aiuta il frate bibliotecario, Marion scopre il misterioso diario di un investigatore inglese, Jeremy Matheson, inviato in Egitto nel 1928. Jeremy deve fare luce su una serie di atroci delitti: alcuni ragazzini dei sobborghi più poveri del Cairo sono stati strangolati da una creatura dalla forza smisurata. Per la popolazione si tratta di uno spirito maligno. Ma Jeremy ha ben altri sospetti. Mentre sprofonda nella lettura, Marion comincia a chiedersi come ha fatto il diario a finire nella biblioteca di Mont-Saint-Michel. Forse un monaco è coinvolto in quel mistero? O forse e la stessa vicenda di Marion a essere legata a quell'antico enigma?
Dopo il terribile massacro di Fort Vance - in cui il sergente ha involontariamente giocato un ruolo che l'ha reso, agli occhi dei suoi vecchi compagni d'armi, un "rinnegato" - Kirk vive in preda al tormento e al rimorso: non può tornare tra i militari, che lo considerano un traditore, ma neanche restare con gli indiani, sempre in guerra tra loro. Così, nonostante il sostegno dei suoi, fino ad allora, inseparabili amici (il giovane "fratello di sangue" Maha, Il Corto e il dottor Forbes) decide di partire da solo per vivere come un lupo lontano dal suo branco. Ma il legame che lo unisce ai suoi più cari affetti è troppo forte per poter essere reciso e ben presto, complice il destino, i quattro si ritroveranno di nuovo assieme ad affrontare indiani feroci, vendicativi ladri di bestiame, tomahawk maledetti, pericolosi cacciatori di taglie non ultimo, il terribile Corazon Sutton: il killer dalla fama più sinistra di tutto il West.
Dopo grandi romanzi come Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay , con cui ha vinto il premio Pulitzer, Michael Chabon si cimenta qui in un’impresa del tutto nuova, un libro diverso e forse il più vero che abbia mai scritto. Tra queste pagine, senza peli sulla lingua e con una straordinaria capacità di aprire squarci di senso nuovi nella realtà di ogni giorno, il grande scrittore reinventa la propria storia di figlio, di marito e soprattutto di padre, dando vita a una sorta di appassionata autobiografia che quasi si fa romanzo. In un formidabile intreccio di storie, Chabon evoca un’infanzia in cui ha goduto di libertà precluse ai bambini di oggi, il divorzio dei genitori, la vertiginosa commedia dell’adolescenza, la scoperta della cultura pop, la fine di un matrimonio sbagliato, l’incontro con la compagna della sua vita; e rivive quei momenti attraverso le esperienze dell’irresistibile quartetto di figli che con la moglie si trova a crescere ed educare, sapendo fin troppo bene che un padre altro non è che “un uomo che fallisce ogni giorno”. Uomini si diventa è un manuale poco pratico di paternità, un timido manifesto sul maschio di oggi, ma anche una vita ricostruita per frammenti, la vera storia di un grande inventore di storie.
Norvegia, XIV secolo. Unica figlia di un ricco e devoto possidente, Kristin viene promessa in sposa a quindici anni; durante un viaggio a Oslo si innamora però di Erlend, giovane affascinante dalla dubbia fama, e cede alla passione. Nonostante la ferma opposizione della famiglia, Kristin rompe il fidanzamento e sposa Erlend, per iniziare con lui il cammino verso l'età adulta. La vita travagliata della protagonista - il matrimonio, le nascite, i lutti, il rapporto con i figli, i tradimenti del marito, la solitudine e il convento - e la sua faticosa ma costante ricerca di Dio sono il fulcro di questo racconto, mentre sullo sfondo si staglia vivido e toccante l'affresco del Medioevo scandinavo, diviso tra le tradizioni pagane e l'affermarsi della nuova concezione cristiana dell'esistenza. Introduzione di Davide Rondoni.
Per le cancellerie europee erano "una banda di filibustieri". Per Cavour la loro era un'impresa "folle". Quando, nel maggio del 1860, sbarcarono a Marsala 1089 garibaldini - senza divise, con vecchi fucili quasi inservibili, poche munizioni, pochissimi soldi - la loro vittoria sull'esercito borbonico delle Due Sicilie pareva una missione impossibile. Con gli occhi stupefatti dei volontari venuti dal Nord, e attraverso i loro racconti, il libro ripercorre quelle ore e quei giorni: il finto sequestro delle navi a Genova, la tumultuosa traversata, la fredda accoglienza iniziale e il crescente entusiasmo di una popolazione sconosciuta, la fame e le pene degli accampamenti, le paure e il sangue delle lotte corpo a corpo, le barricate di Palermo. Sullo sfondo, gli intrighi della diplomazia, lo sgretolamento del regime dei Borboni, il febbrile interesse dell'opinione pubblica europea. Un'originale ricostruzione dell'impresa che fece l'Italia unita, documentata come un resoconto di viaggio.
“Non sarei mai arrivato al romanzo se non mi si fosse presentato dinnanzi il commissario Kostas Charitos. Quale che sia il mio successo come romanziere, lo devo innanzi tutto a lui. Ci sono personaggi che ti balzano davanti all’improvviso quando non ne avevi neanche mai sospettato l’esistenza. Mi è sbucato davanti nell’autunno del 1993. Era il terzo anno della serie televisiva Anatomia di un delitto, di cui, svogliatamente, scrivevo la sceneggiatura, braccato dalle scadenze. All’improvviso, si è materializzata nel mio studio una famiglia formata da tre persone: padre, madre e figlio. Una tipica famiglia greca, di quelle che si possono incontrare in qualunque quartiere piccoloborghese di Atene. Il mio primo pensiero è stato quello di mandarli tutti al diavolo e buonanotte. Ecco come è andato il mio primo contatto con Charitos. Entravo nello studio e lo trovavo lì, pronto a martellarmi il cervello. In capo a un mese la sua presenza si era trasformata in una tortura quotidiana. Non riuscivo a concentrarmi, e ogni sforzo per farlo sloggiare – con le buone o con le cattive – falliva miseramente. Una mattina, ebbi un’illuminazione: per tormentarmi così, questo tale non poteva che essere un dentista o uno sbirro. Fu la prima volta che pensai che Charitos potesse essere un poliziotto.”
Petros Markaris
«Una delle letture più appassionanti ... Non bisogna lasciarsi spaventare dal fatto che siano oltre 600 pagine. Non dirò che lo si legge di un fiato, ma lo si centellina per sere e sere come se fosse un grande romanzo d’avventure, popolato di straordinari personaggi storicamente esistiti e di cui non sapevamo nulla» (Umberto Eco).
«… grande affresco storico sul Grande Gioco, come lo chiamò Kipling, che impegnò inglesi e russi, per buona parte dell’Ottocento, in Afghanistan, in Iran e nelle steppe dell’Asia centrale. Mentre il grande impero moscovita scivolava verso i mari caldi inghiottendo ogni giorno, mediamente, 150 chilometri quadrati, la Gran Bretagna cercava di estendere verso nord i suoi possedimenti indiani. Vecchia storia? Acqua passata? Chi darà un’occhiata alla carta geografica constaterà che i grandi attori hanno cambiato volto e nome, ma i territori contesi o discussi sono sempre gli stessi. In queste affascinanti “mille e una notte” della diplomazia imperialista il lettore troverà l’antefatto di molti avvenimenti degli scorsi anni in Afghanistan e in Iran» (Sergio Romano).
Unione Sovietica e Germania: le due grandi dittature totalitarie del XX secolo in guerra tra loro, raccontate attraverso piccole grandi storie personali. Una rassegna terribile e inedita delle azioni umane in tempo di guerra basata su figure storiche realmente esistite: due generali che una volta catturati hanno collaborato con il nemico; un pianista e un direttore d'orchestra mondialmente rinomati e molto diversi tra loro; una partigiana russa icona della resistenza russa e un protestante tedesco che si guadagnò immeritatamente la fama postuma di criminale di guerra.
I miti sono le favole degli adulti, le grandi storie con le quali l’uomo si è raccontato a se stesso, ha provato a rispondere alle domande fondamentali. Nelle vicende di Ulisse e di Prometeo, negli amori fra Arianna e Teseo o fra Didone ed Enea, nelle peripezie della guerra di Troia, nei divini difetti di Zeus e Afrodite si possono leggere altrettanti insegnamenti su quello che siamo, e che dovremmo essere. Luciano De Crescenzo, dopo il successo di “Socrate e compagnia bella”, consegna al nipote Michelangelo, e con lui a tutte le nuove generazioni, dieci lezioni di vita profonde e affascinanti come solo i grandi miti sanno essere. E lo fa ovviamente con il suo spirito irresistibile, con la sua impareggiabile capacità di rendere i classici così magicamente familiari.