
È il 1578. Il giovane missionario gesuita Matteo Ricci trascorre alcuni anni in India, a Cochin, porto del Malabar, emporio delle spezie, città di coabitazione tra comunità religiose ed etniche diverse. È inviato dai superiori del collegio in cui vive a rintracciare un antico missionario, Padre Alvaro Penteado. Abbandonato dai connazionali, ma considerato un uomo santo dagli indiani, il vecchio, che non ha quasi più nulla di europeo, sembra confuso e schiacciato dai suoi fallimenti. Ma il suo racconto trascina il giovane, lo sommerge come le acque torbide della laguna di Cochin, guidandolo alla scoperta di un mondo smisurato e conturbante, conducendolo dove egli, con tutta la sua scienza e la sua razionalità, non avrebbe mai voluto o pensato di spingersi.
Sono pochi gli alpinisti che hanno affrontato la sfida per eccellenza della loro disciplina: i quattordici ottomila. Pochissimi quelli che ci sono riusciti. Fra le donne, che pure ormai contano scalatrici impareggiabili, come Catherine Destivelle e Ines Papert, nessuna è ancora riuscita a raggiungere un simile risultato e solo due per il momento sono in lizza dopo l'abbandono dell'italiana Nives Merai: la spagnola Edurne Pasaban e l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner. In questo libro Gerlinde racconta come è nata la sua passione per la montagna e le sfide impossibili, la decisione di abbandonare la sua professione per dedicarsi a tempo pieno all'alpinismo e, naturalmente, la descrizione dei suoi "primi" dodici ottomila, i successi, i momenti drammatici, la convinzione dell'importanza di sapersi fermare anche a un solo passo dalla vetta se le condizioni lo impongono, di rinunciare a una spedizione per salvare un compagno di cordata.
È l'anno 3689 e il pianeta Arbre vive un periodo di pace e serenità. Nel suo passato ci sono imperi, colpi di stato militari, gli Eventi Tragici e la Ricostituzione, il Primo, il Secondo e il Terzo Sacco, ma nei secoli è stato raggiunto un equilibrio. Gli scienziati, i matematici, i filosofi vivono chiusi nei loro "concenti", e si dedicano alla pura speculazione teorica senza avere nessun contatto con la tecnologia, che invece segna l'esistenza del resto della popolazione: gli "extramuros", sottoposti al Potere Secolare. Ma qualcosa minaccia l'ordine perfetto di Arbre: lo dimostra l'espulsione dal concento di Saunt Edhar, al canto struggente dell'Anathem, del sapiente Orolo, che osservando il cielo ha scoperto un oggetto luminoso in avvicinamento. Sarà il suo allievo prediletto, il diciottenne fraa Erasmas, ad avere una parte cruciale nel dramma che sta per svolgersi su Arbre. E toccherà a lui, alla compagna Ala e agli altri novizi esplorare il mondo di fuori: sino ai confini più estremi.
Un giovane di una tribù hopi, nel New Mexico, si caccia in un guaio molto più grande di lui quando cerca di impegnare per pochi dollari un diamante e viene accusato di aver partecipato a una rapina a mano armata terminata con la morte del gioielliere. Il ragazzo sostiene di aver ricevuto la pietra preziosa da un vecchio eremita incontrato nel Grand Canyon. Il tenente Joe Leaphorn, ormai in pensione dalla Navajo Tribal Police, e il suo vecchio collega Jim Chee credono nell'innocenza del giovane. Insieme si imbatteranno in una storia di cinquant'anni prima: uno spaventoso disastro aereo, un commerciante di gioielli diretto a New York dalla fidanzata incinta, una contesa eredità miliardaria. Ma nello sconfinato Ovest americano tutto è permesso e ci sono uomini disposti a tutto pur di impedire che la verità venga alla luce.
Contenuto
St. Anthony of Padua (1195-1231) is one of the most popular saints of Christendom, renowned for his miracles and his concern for the poor. It is less well known that he was the first great theologian and teacher of the early Franciscan Order. Commissioned by Francis himself to teach theology to the friars, he fulfilled this task by composing his Opus Evangeliorum, a set of Commentaries on the Sunday Gospels. This fourth and final volume contains the Saint’s unfinished work on the Festivals of the Church. He began it in the Autumn of 1230 at the request of Cardinal Rinaldo, later Pope Alexander IV. It was interrupted by the great Lenten Mission to Padua in the spring of 1231, and finally interrupted again when Anthony died on June 13. Starting with Christmas, it continues as far as the Apostles Peter and Paul.
Destinatari
All those who venerate Anthony of Padua as a saint, miracle-worker, preacher of the Gospel and heavenly intercessor.
Autore
PAUL SPILSBURY was born in Bristol, England, in 1939. He studied mathematics and philosophy at Nottingham University. He gained his Doctorate for his study of St Anthony’s methodology in expounding the Scriptures.
Lisbeth Salander è sopravvissuta al fuoco, ma è ancora lontana dall’avere risolto i suoi problemi. Persone potenti cercano di ridurla al silenzio per sempre. Intanto, Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul suo terribile passato ed è deciso a pubblicare un articolo di denuncia che farà tremare il governo, i servizi di sicurezza e l’intero paese.
«Ho letto la trilogia di Stieg Larsson con la stessa febbrile eccitazione con la quale da bambino e adolescente lessi Dumas, Dickens e Victor Hugo e chiedendomi a ogni pagina “E ora, che succederà?”» Mario Vargas Llosa, el pais
Sarà un caso, ma le frizzanti mattine di primavera, quelle in cui ci si sente più allegri e leggeri, preannunciano regolarmente le inchieste più rognose. È il 4 marzo, e una lettera anonima avvisa Maigret che di lì a qualche giorno verrà commesso un omicidio - e che non c'è modo di evitarlo. Non si tratta del solito mitomane: lo stile accurato, il tono deciso fanno presagire il peggio. La preziosa carta da lettera permette subito di risalire a un giurista di fama internazionale, specialista di diritto marittimo, Émile Parendon: è fin troppo chiaro che qualcuno ha voluto attirare il commissario nel sontuoso appartamento - studio di avenue Marigny, a due passi dall'Eliseo e dal ministero degli Interni. Ma chi? Lo stesso Parendon, una sorta di gnomo ironico e sottile, ossessivamente dedito al lavoro e alla passione per la psichiatria? La spavalda Antoinette Vague, sua segretaria e amante? La ribelle figlia Bambi, studentessa di archeologia? O il più giovane e solitario Gus, liceale con la mania della musica e dell'elettronica? O forse, perché no?, la sofisticata, aristocratica Madame Parendon, persuasa che il marito sia un uomo pavido e malato che cela tendenze suicide? Quel che è sicuro è che una terribile minaccia incombe su quella casa immensa e fastosa in cui si aggirano silenziosi cameriere e maggiordomi, su quel reticolo di rapporti gelidi e indecifrabili. Per due giorni, un Maigret abbagliato e sempre più confuso, vivrà in avenue Marigny una vita lontana mille miglia dalla sua - e una discesa agli Inferi dei rapporti familiari.
Artur Aiguader è uno degli antiquari piú famosi e quotati di Barcellona. È sempre stato abituato a maneggiare oggetti preziosi e libri di grande valore, ma il manoscritto in cui si è imbattuto è molto di piú. Perché nasconde la chiave per recuperare un oggetto unico al mondo: una gemma dotata di straordinari poteri, che la Cabala ebraica chiama la Pietra di Dio...
L'antiquario ci trasporta in una città che respira storia e sangue in ogni sua pietra. E ci avvince con una ricostruzione storica documentata e rigorosa, con il fascino e l'ambiguità del mondo dei mercanti d'arte, con il sapore antico dei grandi romanzi d'appendice.
Quando l'antiquario Artur Aiguader intuisce che il prezioso manoscritto da lui scoperto potrebbe fare gola a molti, si sente minacciato. Riesce a nasconderlo e a scrivere al figlio adottivo, Enrique, un romanziere affermato, rivelandogli dove trovare il manoscritto.
Subito dopo, viene ucciso da qualcuno che conosce bene, ma del quale non viene svelata l'identità. Enrique arriva a Barcellona e recupera il manoscritto: con l'aiuto della ex moglie e di un abilissimo filologo, comincia a decifrarlo. Ma la sua è un'autentica corsa contro il tempo: l'assassino dell'antiquario è rimasto nell'ombra ed è pronto a uccidere di nuovo, per proteggere il segreto della pietra o per impossessarsene.
Olanda del Nord, 1610. Un uomo fugge lungo la diga di un lago artificiale, nei pressi di Amsterdam, nel tentativo di mettersi in salvo. Alle calcagna, quello che sarà il suo assassino. 2008. Tim Paltzer, dipendente della società che gestisce le risorse idriche del paese, scompare, dopo aver telefonato alla fidanzata per chiederle di distruggere tutti i file presenti sul suo computer. Pochi giorni dopo, il corpo senza vita dell’ingegnere Berend Adriaans, direttore della società, viene rinvenuto, decapitato, nei pressi di una diga. Il caso vuole che proprio lì, qualche mese prima, fosse stato ritrovato un teschio risalente al XVII secolo. Coincidenza o pista da seguire? Due detective indagano sull’omicidio Adriaans e sull’eventuale connessione con l’antico teschio. La tesi sembrerebbe assurda, eppure tutti gli indizi portano proprio a un delitto avvenuto nel Seicento e a un misterioso patto stretto all’epoca tra alcuni ricchi mercanti per assicurarsi il controllo della maggiore risorsa del paese: l’acqua. A distanza di quattrocento anni, la storia sembra ripetersi e l’Ordine dei 15 – la loggia massonica sorta da quell’oscuro patto – è ancora disposta a tutto pur di non perdere il potere.
Dunque, il 15 ottobre 1991 il tribunale civile e penale di Milano mi assolse. Le motivazioni contenute nella sentenza erano varie; la piú importante, secondo me, è quella che affermava che l'autore (il sottoscritto) non era punibile in quanto aveva semplicemente esercitato il diritto di cronaca e di critica, emanazioni dell'articolo 21 della Costituzione che sancisce il diritto di libertà di stampa e informazione. Un diritto-dovere che, ancor oggi, continua a essere messo in discussione da chi ha altri interessi che la libertà di stampa e l'informazione.
Solo oggi, nel 2010, trentesimo anniversario della strage di Bologna, il romanzo torna in libreria, praticamente inedito.
Due righe sulla storia. Fantasia, niente altro che ipotesi di un romanziere, basate su alcuni dati emersi nel corso delle tante indagini eseguite dai magistrati e che io ho utilizzato per aumentare l'interesse dell'intrigo e rendere piú credibile la vicenda. Anche il finale è pura invenzione.
Chi ritenesse di riconoscersi in uno dei tanti personaggi, uomo o donna, si tolga subito l'illusione di essere diventato un eroe da romanzo.
I personaggi sono di fantasia esattamente com'era di fantasia Jules Quicher, esperto di problemi di sicurezza in una multinazionale svizzera.
Loriano Macchiavelli
maggio 2010
BOLOGNA 1980 - 2010
Attenzione: questo è solo un romanzo. Ma come escludere che un romanzo sia piú vero della storia vera?
Giancarlo De Cataldo
Loriano Macchiavelli ci regala un magnifico romanzo, denso di colpi di scena e di sorprendenti intuizioni che contendono alle verità faticosamente ricostruite in tante sentenze, plausibilità, razionalità, verità.
Libero Mancuso
Questo libro, con il titolo Strage e a firma di Jules Quicher, «esperto di sicurezza in una famosa multinazionale svizzera», in realtà pseudonimo di Loriano Macchiavelli, uscí nel maggio del 1990 da Rizzoli, e subito fu ritirato dalle librerie, e mai piú pubblicato, in seguito alle vicende che lo stesso Macchiavelli racconta nello scritto introduttivo a questa nuova edizione.
In breve
Elia, torna nel suo paese arroccato in cima alla montagna libanese per indagare sui motivi che lo hanno costretto, vent’anni prima, a partire per gli Stati Uniti... Una profonda indagine sulle cause e sugli effetti di ogni scontro fratricida. Una riflessione sulle fragilità delle ideologie, sulla caducità delle arroganze, sulle infinite varianti della resistenza degli umili.
Il libro
“San Michele è stato colpito all’ala da un proiettile calibro 14, san Giuseppe a un occhio. Un’altra pallottola è entrata nel breviario di padre Antonios, era un libro grosso e lui lo aveva in mano. Il pastorale del vescovo è caduto a terra, glielo abbiamo restituito soltanto due giorni dopo, quando il suo diacono è venuto a cercarlo. A quelli che le dicono che è stato colpito anche il tabernacolo, lei risponda che stanno mentendo, io l’ho visto coi miei occhi. Il confessionale sì, è vero, è stato crivellato di colpi. Dicono che, dentro, si fosse nascosto uno che sparava in tutte le direzioni…”
Pioggia di giugno non è soltanto la storia di un uomo, Elia, che, ai nostri giorni, torna nel suo paese arroccato in cima alla montagna libanese per indagare sui motivi che lo hanno costretto, vent’anni prima, a partire per gli Stati Uniti. Né soltanto la storia di sua madre, Kamleh, che in quel paesello ha consumato tutta la propria vita. Non è nemmeno soltanto la storia della faida tra due famiglie maronite che hanno condiviso un territorio angusto pur essendo separate da ataviche rivalità. Né soltanto la storia di un fatto di sangue avvenuto nel 1957, episodio che può considerarsi prodromo e paradigma della guerra civile che ha insanguinato il Libano dal 1975 al 1990. Pioggia di giugno è anche una profonda indagine sulle cause e sugli effetti di ogni scontro fratricida, una ferma denuncia dei danni del comunitarismo esasperato, una messa alla berlina delle velleità delle appartenenze identitarie, un’amara constatazione dell’impossibilità di rimanere neutrali.
In una carrellata, a tratti scanzonata, di individui strattonati tra la propria pochezza e qualche slancio di grandezza, Pioggia di giugno ci fa riflettere sulle fragilità delle ideologie, sulla caducità delle arroganze, sulle infinite varianti della resistenza degli umili e, per finire, anche sull’egoismo dell’amore.
In una innominata cittadina dell’Irlanda contemporanea un ragazzo salta in aria nel giardino di casa. La versione ufficiale è che “stava fabbricando un razzo”, il sospetto è che fosse un bombarolo legato all’Ira. La madre viene ricoverata in un ospedale psichiatrico in stato di choc. La famiglia fa quadrato intorno all’amour fou di questa madre per il figlio compianto. La figlia Olivia decide di sacrificare gli anni dell’adolescenza, e solo quando vede la situazione migliorare, col ritorno della madre a un’apparente normalità, lascia l’Irlanda per l’Inghilterra per fare l’attrice. Farà ritorno sull’isola per assistere alla morte del padre e aiutare la madre in quella circostanza.
Poco a poco, tutte le ferite aperte dalla morte violenta del ragazzo sembrano rimarginarsi.
La verità sull’amore è il sesto romanzo di Josephine Hart, il suo romanzo più ambizioso, che segna il suo grande ritorno in Irlanda. Se Il danno mostrava come un uomo apparentemente stabile ed equilibrato poteva essere letteralmente distrutto da una romantica ossessione, qui si procede in senso contrario, per mostrare come il cuore si può rimettere insieme dopo essere stato spezzato. La verità sull’amore è un coraggioso e imperdibile romanzo psicologico sul dolore e sull’elusività della consolazione: sul cuore, le sue ragioni, le sue regole segrete.
“La tessitura ambiziosa e poetica di una antica tragedia famigliare in una tragica storia, e storie, dei nostri tempi. Josephine Hart è tornata a casa in trionfo.” John Banville