
Gilda, Maria, Arialda, Erodiade, Gertrude, Virginia, Letizia, Felicita: memorabili figure femminili del vasto universo espressivo di Giovanni Testori. La donna è portatrice di una furiosa voglia di vivere e di un incessante desiderio di felicità che sembrano iscritti nel suo grembo e che si scontrano con l'evidente limite della morte, in particolare quella dei più vicini e cari (figli, mariti, fidanzati). Eppure, in quello stesso grembo, nasce la vita a testimoniare un amore in grado di superare ogni limite. Due estremi lacerati e laceranti che si riconcilieranno, significativamente, in alcuni episodi centrali del lungo cammino artistico di Testori, per trovare una definitiva sintesi nella figura conclusiva della Mater Strangosciàs dei Tre Lai. Nei cinque capitoli del volume sono stati isolati i vari tratti del femminino testoriano - corpo, linguaggio, amore, morte, maternità -, nel tentativo di districare e separare, per meglio vedere, ciò che in realtà si pone intrecciato e inevitabilmente connesso nell'unità della coscienza umana. Testori non rappresenta solo le donne, ma attraverso il grande affresco del femminile guarda la vita intera, nella sua origine e nelle sue istanze essenziali.
Un viaggio per scoprire l’essenza della Prima Italia.
Viteliú, dal termine osco antico e originario della parola latina “Italia”, è un viaggio nel mondo nascosto dei popoli italici.
E sono proprio gli Italici i protagonisti di questo sorprendente romanzo d’esordio: i Sanniti, i Marsi, i Peligni, i Piceni, i valorosi dodici popoli dell’Appennino centrale che si unirono per combattere contro l’incontrastata potenza romana.
Un incubo proveniente dal passato spinge un vecchio cieco a riprendere in mano il proprio destino e quello di suo nipote salvato dalle stragi dei sicari di Silla. Sulla sua anima di capo supremo, il peso della distruzione del suo popolo martoriato, di cui tenterà di riscattare almeno la memoria. Così, accompagnato dal nipote ritrovato nei meandri di Roma, intraprenderà un viaggio, che diventa un percorso emotivo e di riscoperta di una identità che rischiava di essere perduta, attraverso la Marsica e la Conca Peligna, verso l’Alto Sannio.
Cosa può succedere quando una donna innamorata viene tradita dal suo amore e deve fare i conti con una malattia inesorabile?
O quando si trova sola in una terra straniera, senza una casa e con un bisogno intenso di essere amata e di amare?
O quando per debolezza rinuncia ad un amore straordinario?
Il desiderio di amare e di essere amati, così profondo e fragile, è il tessuto di queste storie.
Tre donne, di fronte a momenti drammatici della loro vita, si pongono una domanda: c’è qualcosa di buono per me?
Greta frequenta l'ultimo anno di liceo nell'amata Verona. La sua vita scorre tranquilla tra lo studio, le uscite con le amiche e un rapporto non sempre facile con la sua famiglia. Fino a quando non incontra David, nigeriano d'origine e musulmano di religione. Dovrà allora fare i conti con una realtà nuova, una Verona dai tanti volti con profonde spaccature e pericolosi conflitti. Una storia d'amore e d'ingiustizie, d'amicizia e di speranze, con al centro un gruppo di giovani nella loro inquieta ricerca di sé...
Un giallo pieno di colpi di scena scritto da uno dei maestri del Verismo. L'assassinio della contessa D'Arda, in una villa sul lago di Ginevra, dà il via a un'indagine serrata, condotta dall'esperto ma anche spregiudicato giudice Francesco Ferpierre. Sullo sfondo, un affresco della società di fine Ottocento. La soluzione del caso sarà tutt'altro che scontata e riuscirà a tenere con il fiato sospeso il lettore fino all'ultima pagina.
Ambientato nella Londra del XIX secolo, ha come protagonista un giovane da cui è impossibile non restare affascinati. I lineamenti del viso di Dorian sono talmente belli, da attirare l'attenzione del pittore Hallward, che decide di fargli un ritratto. Dorian, sempre più ammaliato dalla sua stessa bellezza, comincia a provare una sorta di attrazione-invidia verso il ritratto. ll pensiero del tempo che passa lo distrugge, l'idea che lui invecchierà, mentre il suo ritratto resterà fedele alla bellezza di quel momento, gli provoca talmente tanta indignazione e gelosia, che fa una sorta di patto con il demonio grazie al quale il quadro sarebbe invecchiato al posto del suo volto, rendendo così eterno il suo splendore. In seguito ad una tormentata storia d'amore Dorian perde lucidità e commette atti atroci. Ma si rende conto a quel punto che il quadro comincia ad invecchiare come ci fosse una correlazione non con la sua età ma con la sua anima.
Roma, 1139. Inquieto, un uomo alza gli occhi alla volta celeste. Seguendo le indicazioni dei suoi predecessori, è arrivato nella Città Eterna per assistere all'eclissi che mostrerà un allineamento astrale unico. All'ora stabilita, la luna a poco a poco si dissolve nell'oscurità, rivelando 112 stelle. È il segno che l'uomo aspettava: ancora 112 papi, poi, sulle rovine della Chiesa, sorgerà un nuovo mondo. Roma, 2000. Incredula, una giovane archeologa fissa il cielo. Poche ore prima, il Vaticano le ha ordinato d'interrompere gli scavi nelle catacombe di San Callisto, mettendo così fine alla sua carriera accademica. E adesso lei giace sull'asfalto, in una pozza di sangue. Tuttavia, nell'istante in cui l'aggressore le ha conficcato il pugnale nel petto, Elisabetta ha notato un dettaglio agghiacciante. Un dettaglio impossibile da dimenticare. Roma, oggi. Sconcertata, una suora studia i simboli astrologici tracciati sul muro. Ma quello non è il solo enigma custodito dall'antico colombario di San Callisto. Intorno a lei, infatti, ci sono decine di scheletri caratterizzati da un'anomalia inquietante: la stessa anomalia del sicario che, anni prima, aveva cercato di ucciderla. Decisa a far luce sul mistero, suor Elisabetta entra in possesso di un rarissimo esemplare del Dottor Faust di Marlowe e intuisce che quei versi sono il codice per svelare il cerchio diabolico che lega passato, presente e futuro. Perché il papa è morto, il conclave è alle porte e la profezia sta per compiersi...
Questa pubblicazione raccoglie gli interventi del Convegno, tenutosi il 20 giugno 2011 presso il Palazzo delle Nazioni di Ginevra, sul tema The Promotion of Human Rights and John Paul II. Lo scopo di questo evento è stato quello di rendere nota, attraverso gli interventi di importanti personalità della politica internazionale e della Chiesa Cattolica, e grazie inoltre alla proiezione di un documentario e all'allestimento di una mostra filatelica, e la costante preoccupazione di Papa Wojtyla per la promozione dei diritti umani, focalizzandosi in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite. Il volume contiene inoltre un reportage fotografico che documenta il Convegno.
"C'è un criterio a mio parere infallibile per saggiare la verità ("autenticità") del personaggio (ma è ciò poi cosa diversa dalla verità-"autenticità" della narrazione?): e cioè, se il personaggio - quali che siano le virtù di cui si adorna l'identità fittizia che gli è prestata - "ci riesce antipatico", se ci sentiamo a disagio in sua compagnia o addirittura non lo sopportiamo, ciò non può essere che a causa del fatto che il personaggio è "sbagliato" perché irreale... Resta però che dovremmo comunque in qualche modo chiederci - ed è questione del massimo momento - se Varen'ka Olesova - lei (il Personaggio) ci piace o non ci piace, se stiamo volentieri in sua compagnia o a seguirne le 'peste', se ce ne sentiamo (l'abbiamo detto!) "intrigati"... Quanto a me, conosco la risposta. Sia detto fra noi, mi sono anche, temo, un poco innamorato..." (dalla postfazione di Daniele Morante)
In una stanza immersa nella penombra un donna, giunta all'autunno della vita, si muove lentamente appoggiandosi a un bastone. Intorno a lei sculture di ogni tipo. La donna le sfiora e insegue il ricordo di un uomo. Un uomo schivo, selvatico, che però ha saputo rendere eterno nel legno il sentimento che li ha uniti. Ogni statua evoca un episodio della vita avventurosa che quell'uomo ha vissuto e amava condividere con lei, le difficoltà di un'infanzia di povertà e abbandoni, in cui la più grande gioia era stare con i fratelli e i nonni attorno al fuoco, la sera, imparando a intagliare legno, o sentire la vibrante intensità della natura durante una battuta di caccia. Ogni angolo arrotondato delle sculture fa affiorare in maniera dirompente l'orgoglio e la rabbia di quel giovane che, crescendo, aveva voglia di farcela da solo, cancellando le ombre del passato che lo tormentavano. Ma quei profili, quelle figure che ancora profumano di bosco, raccontano anche che l'amore può trovare pieno compimento solamente nella trasfigurazione, nel sogno, perché l'unica via per non rovinare quel sentimento vero e cristallino è allontanarlo dalle mani dell'uomo che, nella sua intrinseca incapacità di essere felice, finirebbe inevitabilmente per sprecarlo. Dai boschi che Mauro Corona ci ha insegnato ad ascoltare e ad amare si leva in questo romanzo una voce nuova, per molti versi inaspettata, a tratti dolente ma non perciò men energica.