
William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti. (Dalla postfazione di Peter Cameron
In bilico tra romanzo e memoria autobiografica, "L'educazione cattolica" racconta le fasi di un apprendistato fallimentare destinato però a rivelarsi propiziatorio. Già espulso dalla scuola poco più che decenne, il giovane Salvatore viene iniziato ai misteri gaudiosi e soprattutto dolorosi di un'educazione cattolica che ha come teatro una società provinciale chiusa e reticente il cui clericalismo tradizionale ha stretto un patto di non belligeranza con il nazionalismo fascista. Restio ad adeguarsi a un sistema che mortifica le esigenze della sua fantasia, Salvatore diventa oggetto delle ambizioni redentrici di zia Lieta, posseduta da una fede religiosa che sconfina nel fanatismo. Altri personaggi si contendono l'anima e l'affetto del protagonista: il padre Ugo, ateo; il nonno Giovanni, agnostico; lo scultore francese Martin, protestante. Barcamenandosi tra di essi, Salvatore riesce a compiere esperienze decisive nello studio del padre scultore e nelle botteghe degli artigiani vicentini, per lo più socialisti - esperienze che gli indicheranno infine qual è la strada da seguire. Il volume include "L'ultimo della classe", la cui prima edizione risale al 1986. Le due narrazioni formano infatti un unico libro che abbraccia il periodo 1916-1934. Per questa ragione l'inedita "Educazione cattolica" è preceduta qui da "L'ultimo della classe", che si ripubblica in una nuova versione integrata da copiosi supplementi ed emendamenti di pugno dell'autore. Con una nota di Giulia Basso
Un uomo entra in un supermercato all'interno di un grande centro commerciale di una città francese, ruba una lattina di birra e viene bloccato da quattro addetti alla sicurezza che lo trascinano nel magazzino e lo ammazzano di botte. Questo scarno fatto di cronaca è raccontato da Mauvignier in un lungo racconto, una sola frase per una mezz'ora in cui finisce insensatamente una vita. Teso quasi allo spasimo nel resoconto minuzioso di una morte assurda, il flusso di parole raduna impercettibilmente tutti i temi cari a Mauvignier. E torna così il suo sguardo purissimo su un universo di "umili" che la scrittura rigorosissima accoglie senza una briciola di retorica, senza un'ombra di furbizia. Raro, oggi, nel trionfo dei format narrativi nei quali la realtà diventa un reality, uno stile così impeccabilmente morale, una prosa così pudica e vera
"Ho preso dalla provincia lombarda cinque anziani signori - due coppie e un vedovo, tutti afflitti da malanni più o meno disastrosi - e li ho portati in vacanza a Nizza. In Jaguar. In un hotel a quattro stelle, con in mano un elenco di ristoranti lussuosi e in tasca un'American Express a credito illimitato. Tra i giardini del Cimiez e una clinica privata diretta dal sosia di Daniel Auteuil, con l'aiuto di un romanzo inedito di Frederic Prokosch e di una magica sfera di hashish, Cesare, che racconta la storia, si metterà sulle tracce di Leo Meyer. Lo scrittore che negli anni ottanta ha fatto esordire e ha sostenuto come direttore letterario di una nota casa editrice. Leo, il suo amico della vita. Che dopo anni di misteriosa latitanza riappare lì, a Nizza, gli occhi incavati nel volto malato, sul sedile posteriore di un taxi in corsa. Lo so che alla fine ne è uscito un romanzo struggente, con questi cinque anziani a ricapitolare le loro vite in smobilitazione, mentre provano caparbiamente a riallacciare i fili degli affetti. Ma Cesare è fermamente deciso a non cedere di un'unghia alla malinconia e al rimpianto. Come me, che mentre scrivevo tiravo giù dagli scaffali Wodehouse, Carlo Manzoni, Marcello Marchesi, e facevo esorcismi in forma di battute. Intanto che nel romanzo, questa volta felicemente, il mistero cresceva e la trama si infittiva." (Piersandro Pallavicini)
Meghan O'Rourke ha solo trent'anni quando la madre muore. E anche se la malattia le ha fatto riscoprire una nuova intimità fra loro e l'ha abituata all'idea della fine, non è per nulla preparata al dolore che seguirà a quella notte di Natale. Immersa nei ritmi di una città traboccante di richieste e aspettative, Meghan non riesce a trovare un modo per attenuare la propria sofferenza, né qualcuno con cui condividerla, a parte la sua analista, di cui aspetta, avida, ogni seduta. Sua madre è ovunque, è nel vento che fa muovere le foglie di una siepe, è con lei in un bar mentre beve il tè con un'amica, è nei ricordi di un'infanzia spensierata, è nel colore viola. Scandendo mese dopo mese le tappe di un anno indimenticabile, Meghan ci fa riflettere su quanto si senta solo chi soffre, soprattutto in una civiltà, quella occidentale, che ha abolito ogni rituale collettivo per superare e condividere i passaggi fondamentali dell'esistenza
La giovinezza e l'irresistibile ascesa del dittatore romano ripercorsa dallo stesso Cesare alla vigilia delle idi di marzo, scritta dal romanziere e studioso inglese Rex Warner. Un romanzo storico che ripercorre in forma di falso memoir la vita del condottiero romano, negli anni tumultuosi e violenti della fine della repubblica, per interrompersi appena prima del passaggio del Rubicone e della successiva conquista del potere assoluto. Attraverso lo sguardo freddo e misurato di un Cesare ormai maturo, l'autore ricostruisce in modo vivido ed efficace il mondo dell'antica Roma e dei suoi principali protagonisti: Pompeo, Cicerone, Catone, Bruto rivivono attraverso le parole del loro mentore, amico o nemico Cesare. Servendosi della voce del suo protagonista, Rex Warner tesse con maestria una tela che riproduce con esattezza storica l'evoluzione del sistema di potere romano, la lotta per la sua conquista, il conflitto tra senatori conservatori ed eroi della repubblica e, non ultimo, scava nella psicologia complessa di uno dei grandi protagonisti della storia romana in un classico senza tempo
Impetuoso, lieve, sconvolgente: è il vento che soffia senza requie sulle pendici del Rossarco, leggendaria, enigmatica altura a pochi chilometri dal mar Jonio. Il vento scuote gli olivi secolari e gli arbusti odorosi, ulula nel buio, canta di un antico segreto sepolto e fa danzare le foglie come ricordi dimenticati. Proprio i ricordi condivisi sulla "collina del vento" costituiscono le radici profonde della famiglia Arcuri, che da generazioni considera il Rossarco non solo luogo sacro delle origini, ma anche simbolo di una terra vitale che non si arrende e tempio all'aria aperta di una dirittura etica forte quanto una fede. Così, quando il celebre archeologo trentino Paolo Orsi sale sulla collina alla ricerca della mitica città di Krimisa e la campagna di scavi si tinge di giallo, gli Arcuri cominciano a scontrarsi con l'invidia violenta degli uomini, la prepotenza del latifondista locale e le intimidazioni mafiose. Testimone fin da bambino di questa straordinaria resistenza ai soprusi è Michelangelo Arcuri, che molti anni dopo diventerà il custode della collina e dei suoi inconfessabili segreti. Ma spetterà a Rino, il più giovane degli Arcuri, di onorare una promessa fatta al padre e ricostruire pezzo per pezzo un secolo di storia familiare che s'intreccia con la grande storia d'Italia, dal primo conflitto mondiale agli anni cupi del fascismo, dalla liberazione alla rinascita di un'intera nazione nel sogno di un benessere illusorio
Un'alluvione in una valle sperduta, una frana, un uomo solo fra problemi di minima e massima sopravvivenza. Scritto nel 1979 e ambientato fra le montagne del Canton Ticino (dove l'autore viveva gran parte dell'anno), "L'uomo nell'Olocene" è un romanzo incentrato sul vecchio signor Geiser che sta perdendo la memoria. Le notizie del maltempo, il paese isolato, senza elettricità, le difficoltà nel reperire cibo, tutto questo è alternato nel romanzo all'insieme delle conoscenze che Geiser cerca di fermare dalla dissoluzione: dalla formula della sezione aurea alla periodizzazione delle ere geologiche. In un'atmosfera da fine del mondo, Geiser, con molta pacatezza, mette insieme quantità di materiali, segni, tracce disparate: l'enciclopedia di un mondo in pezzi, le ossessioni di un uomo che pure sta andando in pezzi
La sterminata e profonda produzione di Giovannino Guareschi non finisce mai di stupire. Difficile per chiunque riuscire a leggere tutto quello che questo fecondissimo e dimenticato autore ha dato alla letteratura italiana. Un uomo tutto d’un pezzo che anche oggi, per tutti, vale la pena conoscere più possibile, attraverso la sua opera, come attraverso la sua vita. Con questo breve saggio antologico, Walter Muto si accoda umilmente alla schiera di ben più illustri critici guareschiani (solo per citarne alcuni, Conti, Gnocchi, Gulisano, Palmaro, Torelli) e cerca di perseguire un duplice scopo: innanzitutto suscitare la curiosità dei lettori per un’opera ancora attuale, in quanto attinge e allo stesso tempo descrive il cuore dell’uomo. E poi, nondimeno, mettere in luce la vera radice del piccante, geniale ma sempre elegante e rispettoso umorismo di Guareschi. Attraverso gli scritti di Giovannino si arriva facilmente a dimostrare una semplice quanto profonda tesi: l’umorismo, quello vero, è cristiano.
GLI AUTORI
Walter Muto è fra gli autori dei saggi Help. Il grido del rock (Itaca, 2008), Cosa sarà. La ricerca del mistero nella canzone italiana (Itaca, 2009) e Amazing Graze. Canzoni e storie di gospel, blues, soul e folk music (Itaca, 2010). Dal 2003 è collaboratore fisso del mensile "Tracce" con una rubrica di approfondimento musicale. Saltuariamente collabora con le riviste on-line "Cultura Cattolica", "Il Sussidiario" e "La Bussola Quotidiana".
Dall'allestimento di una mostra e di uno spettacolo su Guareschi è nata l'idea di questo breve saggio.
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Li Jing, giovane e brillante uomo d'affari, sta pranzando con suo padre in un lussuoso hotel di Shanghai. Un attimo dopo il cemento si frantuma, la polvere soffoca l'aria e lui giace privo di sensi sotto un cumulo di macerie. Quando si risveglia in un letto d'ospedale, il dolore delle ferite gli ricorda che è ancora vivo. Meiling, sua moglie, gli è accanto, in attesa di udire parole che la rassicurino. Ma quando queste escono dalla sua bocca, sono per lei incomprensibili. Il trauma ha cancellato dalla mente di Li Jing il cinese e le uniche frasi che riesce a pronunciare sono in inglese, la lingua che ha accompagnato la sua infanzia in America. Afasia di Broca è la diagnosi dei medici, ma dare un nome a quel disturbo così raro non lo aiuta a comunicare con la donna che proprio grazie a parole meravigliose, anni prima, aveva saputo conquistare. La speranza di recuperare il linguaggio perduto è affidata a Rosalyn Neal, una giovane neuroIoga americana arrivata a Shanghai proprio per occuparsi di questo insolito caso. Partita dall'Oklahoma, dove ha lasciato una casa dolorosamente vuota e tante speranze disattese, inizia con Li Jing una lunga terapia che finisce per creare tra loro un legame inatteso. Perché due solitudini, quando si incontrano, non faticano a riconoscersi. Allora, anche le parole diventano superflue
"Lo zio si è trasformato in un albero." Non sono solo le parole che escono dalla sua bocca a fare di Coco una bambina strana. I tratti del viso insoliti, un sorriso fin troppo generoso, la maglietta macchiata di sangue con cui si aggira da sola per Central Park. Eppure il senso di quella frase diventa chiaro quando la polizia ritrova il corpo dello zio Red, a cui qualcuno ha riservato un trattamento a dir poco sadico: dopo averlo legato e chiuso in un sacco, lo ha issato a un ramo. L'agente Kathy Mallory si prende subito a cuore la sorte della ragazzina, la cui mente confusa chiama "zio" quell'uomo che invece l'aveva rapita con le peggiori intenzioni, e che ora ha pagato per le sue colpe. Ma soprattutto intuisce che Coco è una testimone chiave per arrivare all'assassino. Una testimone preziosa quando, poco dopo, altre due persone vengono ritrovate nelle stesse condizioni. Le tre vittime avevano frequentato in passato la medesima scuola, un istituto di beneficenza di proprietà di Grace Driscol, donna ricca e molto odiata. Avida ed egoista, non si è fatta scrupoli a servirsi per i propri scopi della figlia, Phoebe, mentalmente instabile. La ragazza non si è mai del tutto ripresa da una serie di episodi drammatici avvenuti quindici anni prima. Ma Mallory conosce i meccanismi di una mente criminale e comprende che Phoebe non è la sola a non essersi lasciata alle spalle quel passato di violenza. Forse è proprio lì che deve iniziare a cercare le risposte di cui ha bisogno
Che significato può avere la parola "avventura"? Il quotidiano Avvenire lo ha chiesto a venticinque tra i più importanti scrittori italiani di oggi: ognuno ha risposto scrivendo una storia in cui racconta la sua "idea" di avventura, sia nell'ottica classica del fortunato genere letterario, sia in quella di una dimensione più ampia, quella dell'avventura umana. Ne è nata, in collaborazione con l'Editrice AVE, questa "naturale" antologia in cui si confrontano scritture e stili diversi, e soprattutto tante idee per definire cos'è oggi l'avventura: scoperta di mondi e paesaggi lontani o fantascientifici; questione di memoria e ritorno all'età dell'oro dell'infanzia; scandaglio di percorsi metafisici o di sguardi interiori; lettura in chiave metaforica della realtà, con particolare attenzione alla figura del migrante, oltre alla rilettura di testi della classicità. Ne emerge un paesaggio vario con tanti luoghi visti o sognati, tante voci e tanti personaggi, ognuno alle prese con la propria avventura. Le storie sono di: Affinati, Arslan, Bianchi, Bosio, Buticchi, Cardini, Cavina, Conte, D'Alessandro, D'Avenia, Ferrero, Lupo, Mannuzzu, Milani, Missiroli, Montaldi, Morazzoni, Mussapi, Nigro, Parazzoli, Pardini, Pressburger, Veladiano, Zaccuri, Zocchi