
Rampollo di nobile famiglia, ricco, colto, affascinante e amante delle cose belle e raffinate, Philippe è paralizzato dal collo in giù a seguito di un incidente di parapendio. Non è la prima tremenda prova a cui la vita lo ha sottoposto: ha perso da poco la sua splendida e amatissima moglie, affetta da una rara forma tumorale. Philippe combatte coraggiosamente e ostinatamente con il proprio corpo, con il ricordo straziante di lei e con l'idea di essere un uomo inutile, finito, e per farlo usa tutti gli strumenti possibili, dall'impegno sociale all'attaccamento ai piaceri della vita. In questa sua battaglia ha un'arma speciale: il suo badante, un immigrato algerino appena uscito di galera, che entra un giorno nella sua vita "ingessata" con l'energia di un tornado e diventa immediatamente il suo "diavolo custode". Il loro rapporto di dipendenza reciproca e lo scontro ravvicinatissimo e spesso spericolato tra le loro culture si trasforma presto in un legame solido e nello stesso tempo turbolento, punteggiato da episodi irresistibilmente comici e autenticamente commoventi. Regalando a entrambi, e a chi legge questo libro, una dimensione nuova della gioia, della speranza e dell'amicizia. Questa storia vera è diventata un film, "Quasi amici".
A Londra, Augusta e James si incontrano, si conoscono e, una sera d'estate, diventano amanti. Un amore fatto di sesso, di libri letti ad alta voce tra le lenzuola, di cibi e profumi. Una passione travolgente, impetuosa, inarrestabile. Intorno a loro, la vita di ogni giorno. Il lavoro, gli affetti, i sogni, le sfide, le delusioni. E i viaggi: Toronto, New York, Aix-en-Provence, Dakar. Mariti, mogli, figli, amici e altri amanti, ognuno con i propri sentimenti, ognuno con la propria storia che si intreccia a quella di Augusta e James. Tutti si attraggono e si respingono. Si lasciano e si cercano di nuovo. Vogliono essere indipendenti, ma non riescono a vivere senza gli altri. Come pianeti intorno al sole, come satelliti intorno ai pianeti, ognuno descrive la propria orbita e intanto fluttua tra persone e affetti cercando di coniugare regole, bisogni e desideri. Come in una nebulosa, dove tutto è instabile ma in perfetto equilibrio. Un romanzo che parla della fragilità dei legami affettivi e dell'amore prima, durante e dopo l'amore. Un ritratto vivido e acuto dei sentimenti come li viviamo oggi, con tutte le loro ambiguità e contraddizioni. Un esordio sorprendente, traboccante di sapori, musica, colori e vita.
"Se la causa della decadenza è la malattia, allora la causa fondamentale di essa, la carne, è una malattia. L'essenza della carne è la decadenza. La funzione della carne, collocata nel trascorrere del tempo, è quella di testimoniare la distruzione e la decadenza." Honda Shigekuni, indimenticabile protagonista della tetralogia "Il mare della fertilità" che trova compimento in questo romanzo, giudice ormai in pensione, adotta con grande slancio l'orfano Toru. In lui vede l'ennesima reincarnazione del suo amato e perduto compagno di scuola Kiyoaki. Ma si tratta dell'inseguimento di qualcosa di impossibile da raggiungere... Un grande romanzo sul dolore e sul disfacimento di ogni illusione, completato da Mishima il giorno stesso in cui commise seppuku.
Sanremo. A poche ore dalla serata finale del Festival della Canzone, un clamoroso omicidio scuote il mondo dello spettacolo e l'Italia intera: uno dei cantanti più amati dal pubblico è stato ucciso nella sua lussuosa suite con un colpo di pistola al volto. Delle indagini è incaricato il commissario Oscar Borrani - qualche chilo di troppo, un matrimonio fallito che brucia ancora e una gran voglia di chiudere il caso nel minor tempo possibile: in vent'anni di carriera, di morti ne ha già visti abbastanza, e sa che portano sempre rogne. Ma i morti non sono tutti uguali, ed Enrico Bertini in arte Chico non è mai stato un uomo come gli altri. Sregolato, geniale, eccessivo in tutto nell'amore per le donne, il rischio, il successo - ha vissuto bruciando ogni tappa, spingendo sempre al massimo, lasciandosi alle spalle un esercito di nemici. E di segreti che soltanto il sangue della vendetta potrà lavare via. "La confessione" di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, è un thriller che ci trascina nel mondo sfavillante dello spettacolo, mostrandoci dall'interno la sua anima nera.
"Dalle numerose lettere che da tempo mi inviano i lettori, mi sono reso conto che fra tante passioni quella per il mare è tra le più forti e profonde. Leggendo le testimonianze della gente si intraprende un viaggio senza fine che ci porta in paesi lontani al di là del mare, per scegliere la rotta che ci porterà in salvo dalle tempeste della vita. Il mare è protagonista di questo libro dove si narra la storia di un uomo che si salva quando tutto pareva ormai finito. Carol Wilson, un londinese cui è stato diagnosticato un male incurabile, decide di finire i suoi giorni nel mare che ama. Parte con il suo veliero e si affida al vento che portandolo di isola in isola lo condurrà attraverso incontri con persone straordinarie, a ripensare alla sua vita e a riconciliarsi con essa, gli farà ritrovare la salute, la serenità e conoscere il vero amore. La storia dell'avventuroso viaggio pieno di sorprese, di prodigi, in un continuo dialogo con gli abitanti e la natura dei luoghi, è quella che Carol rivela a un giovane amico incontrato nel paese di Portovenere dove è giunto insieme a Sanja, la ragazza che lo ama e che, appassionata di lettura, aveva avuto notizia, nella sua terra lontana, di questo paese d'amore e di poesia." (Romano Battaglia)
Roma, 2011. Irene, una donna non più giovane, si distende sul lettino di una psicoanalista per affrontare il disagio che la tormenta da tempo. "Fingo di appartenere, ma in realtà non appartengo mai. Sento estranea la città dove vivo da quarant'anni, mi sono occupata intensamente di politica ma ho rifiutato l'iscrizione al partito, non sono mai riuscita a sentire il famoso 'noi' che unisce le persone di una stessa azienda, mi piacciono più gli alberghi delle case in cui ho abitato... Non riesco a mettere radici, e la sola idea di poterle mettere mi dà angoscia... " E così... rewind. La mente di Irene corre all'indietro fino agli albori del secolo breve, a rivedere personaggi immortalati nella loro vitalità autentica: Natalia, madre a sedici anni ma spirito per sempre indomito, suo fratello Umberto, educato alla maschile tracotanza ma punito da una moglie troppo bella e troppo audace, e poi Renzo che, al ballo sfavillante del circolo ufficiali, con un giro di valzer trascina Rosa in un amore bello e rispettoso che porterà in frutto proprio Irene... Su questi uomini e queste donne si abbatte d'improvviso una bufera implacabile: l'esperienza dell'esodo forzato dalla loro Istria. Con un inedito di Nelida Milani.
Di poche cose Sara era sicura: l'amore per suo figlio, il rimpianto per il marito perduto, l'orgoglio per la sua conquistata professionalità. Ma un dolore lacerante, accantonato per anni nel "sottoscala della memoria" a difesa di un equilibrio mantenuto a stento, inizia a bruciare nuovamente: il pensiero della figlia concepita con l'uomo più importante della sua vita, strappatale via dai genitori e abbandonata in un brefotrofio trentadue anni prima, alimenta i suoi sensi di colpa, ma anche un istinto di lotta per riportare in qualche modo il destino nelle proprie mani, dopo esserselo lasciato sfuggire colpevolmente per troppo tempo. E quando finalmente Sara comincia a cercare quella figlia mancata, rompendo il muro del silenzio, le si spalanca davanti un presente fatto di altre storie e altre voci, di normative stringenti e di aspettative frustrate, e anche la sua visione del passato assume aspetti nuovi, inediti. Il secondo romanzo di Cynthia Russo è una riflessione sul tema dei figli abbandonati e non riconosciuti, sul loro diritto di apprendere l'identità dei genitori naturali e quello speculare dei genitori di avere notizia della sorte di quei figli, in opposizione alla controversa "legge dei cento anni".
In questo volume della collana Gli anelli mancanti rivive una delle ultime opere di Edmondo De Amicis che si compone dei "Ritratti letterari", del 1881, e dei "Nuovi ritratti letterari ed artistici", editi nel 1902. Pubblicati per la prima volta nella "Gazzetta letteraria" e rieditati nel 1908 dall'editore Treves di Milano, i "Ritratti letterari" sono dedicati ai grandi scrittori francesi del XIX secolo, presentati per la prima volta a un pubblico non specialistico con stile asciutto, giornalistico e con un intento fortemente divulgativo. I nuovi ritratti letterari ed artistici seguono i primi a distanza di vent'anni e sono centrati sul mondo letterario italiano con focus su personalità di spicco della cultura del tempo come D'Annunzio, l'Abate Perosi e Renato Imbriani. La penna di De Amicis ci restituisce il panorama culturale italiano e d'oltralpe con occhio attento, curioso, aperto al confronto, e con stile agile che ci fa apprezzare ancora oggi, a distanza di più di un secolo, questi straordinari profili.
In un nebbioso, buio pomeriggio di novembre, Eugène Malou si spara un colpo di pistola uscendo dalla casa del conte d'Estier, a cui ha invano tentato di chiedere un prestito. Tutti, in città (una piccola città della provincia francese), pensano che lo abbia fatto perché ormai era rovinato. E da una virulenta campagna di stampa hanno appreso sul suo passato dettagli sordidi, inquietanti. Alla famiglia lo spericolato imprenditore non lascia neanche i soldi per il funerale. Tensioni e rancori non tarderanno a scatenarsi, e ciascuno andrà per la sua strada. L'unico a restare in città sarà Alain, il figlio minore, che non accetta né di andare a vivere a Parigi con la madre, né di condividere con la sorella, una procace giovane donna la cui aggressiva impudicizia lo turba e lo imbarazza, l'appartamentino che le ha preso in affitto il suo amante, un noto chirurgo fornito di una moglie e due bambine. Ad Alain toccherà un compito arduo: uscire dall'inconsapevolezza in cui ha sempre vissuto, e soprattutto ricostruire un'immagine coerente dell'uomo che è stato suo padre - mettendo insieme gli sparsi tasselli della propria memoria e i racconti di quei pochi che l'hanno conosciuto davvero. Nel corso di quella che sarà al tempo stesso una sorta di indagine e un'iniziazione alla vita, il ragazzo scoprirà non solo quanto possano essere ingannevoli le apparenze, ma anche quale sia la vera ragione del suicidio di Eugène Malou. E saprà di essere, come suo padre, come suo nonno, un autentico Malou.
Otto studenti, tre professori, un preside: in mano ad Alan Bennett anche un corso propedeutico per l'ammissione all'università può diventare un universo polifonico di meravigliosa ricchezza e comicità. Scegliendo come ambientazione l'Inghilterra degli anni Ottanta, nella sua commedia più recente Bennett mette in scena un mondo semiautobiografico (nel giovane Posner riconosciamo il ragazzo timido di "Scritto sul corpo", innamorato del bel Dakin) in cui si alternano acrobaticamente simposio e gag, sociologia e dialogo filosofico. Mentre si accumulano gli interrogativi: Ha senso il concetto di cultura alta? Come si insegna la storia? Che ruolo ha il caso nelle tragedie della vita? E in che cosa consiste, esattamente, l'istruzione?
Un degente si accorge di come il mondo in ospedale proceda rallentato, "come un disco a quarantacinque giri che gira a trentatré". Un bambino entra nella metropolitana di Buenos Aires come se entrasse in un mondo altro, fatto di serpenti e di odori inafferrabili, un mondo magico. Un fotografo cerca nei dettagli sullo sfondo uno slittamento dalla realtà immediatamente percepibile, "labili linee di fuga", altri destini, "altre ragioni di vita e di morte". Il degente, il bambino, il fotografo sono tutte figure autobiografiche che compaiono nelle storie di questo libro, tutti segni di quel sentirsi fuori posto nella "normalità" che ha caratterizzato Cortázar e la sua narrativa, indicazioni precise di un destino poetico che lo portava, come scrive Tabucchi nella sua prefazione, "a inseguire una realtà indipendente e autonoma che differisce dalla realtà visibile". Anche gli articoli giornalistici, un viaggio in India, i ricordi degli amici sono tutti attraversati da particolari coincidenze o strane sensazioni: le epifanie di alterità, ci dice la scrittura di Cortázar, avvengono nella vita di tutti i giorni anche se non tutti se ne accorgono, o non vogliono accorgersene.
Poco dopo aver completato Il Museo dell'innocenza, che aveva richiesto dieci anni per la costruzione e quattro per la scrittura, Orhan Pamuk viene invitato dall'università di Harvard a tenere le prestigiose Norton Lectures, ciclo di lezioni d'argomento letterario, artistico e poetico inaugurate nel 1926 da Gilbert Murray.
«Il Museo dell'innocenza sembrava un ritorno al mondo immaginario e personale del mio primo libro, Il signor Cevdet e i suoi figli. (...) Ma com'è noto, il posto a cui torniamo non è mai lo stesso da cui siamo partiti»: ripercorrendo la propria esperienza di scrittore e lettore - da sempre intrecciata e vicina alla teoria - il premio Nobel turco sceglie di dedicare le conferenze di Harvard ad una domanda apparentemente molto semplice: cosa ci succede quando leggiamo un romanzo?
Per ogni narrazione, Pamuk immagina un lettore «ingenuo» - così persuaso dalla finzione della storia da percepirla come reale - e un lettore «sentimentale» - consapevole di essere immerso in una costruzione della fantasia, come un sognatore che sa di star sognando. La forza del romanzo, il suo misterioso potere di affascinare, per Pamuk risiede nella possibilità che questi due lettori coincidano: l'ingenuo e il sentimentale non sono due persone diverse, sono due momenti necessari che il lettore attraversa quando si perde in un libro.
Romanzieri ingenui e sentimentali raggruppa le lezioni «in un insieme organico - scrive Pamuk - capace di riunire tutte le cose più importanti che so e ho imparato sul romanzo»: un viaggio personale e affascinante alla scoperta del potere dell'invenzione.