
"Lei, caro il mio giovanotto, deve sapere che Pinin non è un artigiano..."
Nel 1832, all'età di ventidue anni, un giovane laureato di Cambridue, Charles Darwin (1809-1882), deciso a infrangere le tradizioni familiari che lo volevano medico o ecclesiastico, partecipa e vince il concorso per la posizione di naturalista sul Beagle, un brigantino della Royal Navy che avrebbe compiuto un lungo viaggio intorno al mondo con lo scopo di eseguire ricerche scientifiche. Dalle Canarie al Brasile, dalla Terra del Fuoco fino all'Australia passando da Capo Verde, le isole Falkland e soprattutto la Galápagos, Darwin si dedicò a raccogliere e riordinare materiale di natura biologica e geologica. Tornò cinque anni dopo carico di piante e animali ancora sconosciuti, con i quaderni pieni di appunti per quella che sarà la sua opera più importante. L'origine delle specie, pubblicata nel 1859, e destinata a scuotere le fondamenta del sapere e in particolare le teorie creazioniste fino ad allora imperanti. Irving Stone ripercorre tutte le tappe di questo affascinante itinerario, geografico e spirituale al tempo stesso, in un'attenta biografia che diventa un romanzo appassionante.
Il racconto di una vita trascorsa nel Gulag staliniano ci pone di fronte a una realtà raccapricciante che tutto sommato ci sembra di avere già conosciuto attraverso testimonianze altrettanto drammatiche. Ma Evfrosinija Kersnovskaja riesce a creare quell’impatto che fa tornare in mente, a lettura finita, innumerevoli episodi, volti, voci, con un procedimento che all’inizio del Terzo Millennio appare di stupefacente novità. Raramente le vittime di un regime totalitario hanno raccontato la loro esperienza con il gusto della narrazione e con una sensibilità estetica che non vengono meno di fronte all’orrore e all’abbrutimento. La lettura di queste pagine, illustrate dagli straordinari disegni dell’autrice, cattura la nostra attenzione per l’azione in sé e per il ritmo infuso dalla vitalità della protagonista.
La formula della Kersnovskaja è quella del romanzo illustrato. È nuovo il ruolo del lettore, che, quasi come in un gioco ipertestuale, entra nelle immagini, ascolta la voce narrante e partecipa alle vicende. Non esistono riprese documentarie del Gulag, tanto meno girate dalle vittime. Ma grazie a questo incomparabile “fumetto”, a distanza di settant’anni dagli eventi, dal permafrost siberiano emergono volti e voci, quasi fossero le parole surgelate di cui parla Rabelais. È nuovissimo il tono della narratrice. Ci si aspetterebbe la voce di una vittima, di una donna che subisce, patisce, che è picchiata, seviziata, sbattuta nelle carceri di rigore. E invece l’io narrante è quello di una vincitrice fisica e morale.
Frosja (Evfrosinija) Kersnovskaja, proprietaria terriera di famiglia aristocratica russo-greca, è stata allevata nell’agiatezza, ha studiato lingue e musica, disegno artistico e materie umanistiche nei migliori ginnasi del suo tempo. Eppure in certi momenti si dichiara fiera di avere fatto a pugni con prostitute e malviventi, di avere lavorato a pari condizioni con manovali e minatori maschi, e di averli superati! Non è una donna umiliata e impaurita dalle beffe sadiche dei carcerieri. Anche quando testimonia l’umiliazione delle donne nude, calpestate, violate nella loro intimità, riporta di sfuggita le proprie esperienze, presentandosi come una fra le tante, anzi come una che forse ha sofferto meno delle altre.
“Per lei la cultura funziona come àncora di salvezza in termini assoluti (nella cella di rigore, d’inverno, denudata, costretta a passare la notte su un piede solo nella stanza piena di escrementi, si salva declamando ad alta voce versi del suo poeta preferito). La cultura le serve anche da magica lente d’ingrandimento, che ingigantisce nella memoria le sue esperienze private. Raccontate e illustrate, le vicende private diventano straordinarie. Nella tragedia immane, ci è dato percepire ‘quanto vale un uomo’, nel caso specifico, quanto vale questa donna.”
Elena Kostioukovitch
C’est un événement : Benoît XVI rompt le silence. Pour la première fois en 2000 ans d’histoire de la chrétienté, un pape dresse le bilan de son action au Saint-Siège. Peter Seewald, journaliste spécialiste de ces questions, à qui Benoît XVI s’était confié dans Le Sel de la terre et Lumière du monde, a mené de nombreux entretiens avec le pape émérite entre novembre 2012 et mai 2016. Dans ces conversations inédites, Benoît XVI évoque en toute franchise les raisons de sa renonciation, les moments forts de son pontifi cat, la personnalité de son successeur, le pape François, et n’omet aucun sujet polémique, y compris le scandale de Vatileaks et la difficulté à réformer la Curie.Jamais auparavant il n’avait abordé de manière si personnelle la question de sa foi, les défis actuels du christianisme et le futur de l’Église. Son parcours sert de toile de fond à ces Dernières conversations, dans lesquelles le pape allemand, un des principaux théologiens de notre temps, livre son message aux fidèles et au monde.
In cofanetto vengono riproposti i tre volumi dell'epopea di Alessandro Magno raccontata da Valerio Massimo Manfredi: "Il figlio del sogno", "Le sabbie di Amon" e "Il confine del mondo".
A quindici anni anni dalla prima pubblicazione, Carlos Ruiz Zafón scrive una nuova prefazione al libro. Un'edizione celebrativa, impreziosita dalle fotografie suggestive di Francesc Catalá-Roca, fotografo catalano recentemente riscoperto, che alla Barcellona del dopoguerra ha dedicato fotografie profondamente evocative, ideale controparte del testo di Carlos Ruiz Zafón.
Per la prima volta tradotto integralmente, Sopra eroi e tombe è una storia d'amore, mistero e follia che passa attraverso le vicende dei singoli personaggi (alcuni, come Alejandra, indimenticabili), quelle di una famiglia «maledetta», quelle di alcune fasi della storia argentina. È soprattutto un romanzo che racconta l'inestricabile compresenza nella vita di luce e buio, di sentimenti radiosi e perversioni, di lunghe angosce e attimi di felicità.
Un libro che mescola tutti i generi romanzeschi, dal gotico al sentimentale, dal filosofico alla satira sociale, ma che alla fine può essere classificato solo, come ha scritto Gombrowicz, «nel genere sospetto di quei romanzi che si leggono d'un fiato e quando li abbiamo finiti ci si accorge che sono le quattro del mattino».
Alejandra è una ragazza affascinante ma enigmatica e scostante. Epilettica, sonnambula, sembra possedere attitudini paranormali, oppure è solo agitata da forze più grandi di lei, che non riesce, o non vuole, dominare.
E nasconde un inconfessabile mistero.
Martín, invece, è un innamorato possessivo e un po' noioso. Per lui stare con Alejandra è un'esperienza sconvolgente in tutti i sensi, che lo può portare dall'estasi all'angoscia in pochi minuti.
Bruno è un intellettuale dal carattere contemplativo, tendente alla malinconia e al rimpianto, alla ricerca di un'impossibile saggezza.
Fernando è un paranoico ossessionato dall'idea che tutti i ciechi facciano parte di una setta demoniaca destinata alla conquista del mondo. Percorre il suo viaggio nei territori del male e della perversione con la più raffinata e paradossale lucidità.
Ma tutta la sua famiglia, gli Olmos, depositari di antichi valori, sono toccati dalla tara della follia e del decadimento. In attesa di una tragica e spettacolare purificazione.
Creato da Benjanim Lacombe con la consulenza della storica Cécile Berly e impreziosito da una grafica raffinata che mescola dipinti a olio, acquerelli e disegni a matita, il libro è un diario che combina le lettere autentiche di Maria Antonietta con quelle apocrife del conte Fersen, con cui la sovrana ebbe un rapporto privilegiato. Lacombe lascia fuori la Storia e si concentra sull'interiorità della regina, scoprendone frivolezza, splendore regale ma anche fragilità. E ci consegna un'icona di stile sospesa tra piacere e bellezza, lusso e ricchezza ma anche inquietudine e fuga. Introduzione di Cécile Berly. Età di lettura: da 11 anni.
La vicenda si svolge in Italia verso la metà degli anni trenta. Una serie di inspiegabili esplosioni si verificano in un laboratorio scientifico in cui si svolgono ricerche biologiche di natura indecifrabile cui si accompagna la successiva sparizione di tre scienziati. Di fatto, i tre scienziati sono stati rapiti dagli uomini di un altro pianeta con il probabile intento di studiare la Terra e i terrestri. Nei tre anni di permanenza nel pianeta si sviluppa il difficile tentativo di stabilire un rapporto con una civiltà tanto diversa. Così, la "scoperta della Terra" non è soltanto quella degli extraterrestri ma anche quella dei rapiti, costretti a un continuo confronto tra la loro esperienza e le forme di vita e di espressione con cui sono entrati a contatto. Questo turbinare di vicende rappresenta l'altra faccia della "scoperta della Terra". Questo non è un tradizionale romanzo di fantascienza, ma la storia di un complesso di vicende narrate in alternanza tra i due pianeti come in un gioco di specchi.
Josip Lasta è un bambino capace di intuire il mistero del mondo – contemplando l’azzurro del mar Adriatico – e di parlare il linguaggio del cuore,silenzioso e profondo. Nato in un piccolo villaggio sui monti della Croazia ove regnano l’armonia, la solidarietà e il gusto delle cose semplici, Josip viene educato alla fede e alla vita da un padre amorevole e una mamma generosa. Nel caos politico precedente l’affermazione al potere di Tito,la violenza sconvolge la vita del piccolo paese, da cui Josip fugge – unico superstite del massacro. Inizia così il pellegrinaggio di una vita intera,misurata sulle numerose perdite di affetti e sicurezza,sugli attacchi incessanti del Male e sull’esperienza del dolore – ma anche sulla poesia,l’amore fedele,l’amicizia accogliente e la redenzione ad opera di un Cristo bambino,con le mani piagate. Il miglior romanzo in assoluto di M.D. O’ Brien (E.Rialti)
DESTINATARI Chi ha amato Il nemico e Il libraio non potrà non emozionarsi per questo nuovo romanzo.
AUTORE Michael D. O’Brien nasce a Ottawa (Canada) nel 1948.Pittore autodidatta e scrittore,ha pubblicato numerosi saggi dedicati alla fede e la cultura in periodici internazionali. Ha scritto numerosi libri, soprattutto la serie di romanzi in sei parti Children of the Last Days pubblicata da Ignatius Press (San Francisco). Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato nel 2008 Il nemico e Il libraio.
Enigmatiche e illuminanti, le storie di Dahl sono spesso attraversate da una vena di humour macabro tanto più efficace quanto più ispirata da situazioni del tutto normali, che il gusto raffinato e implacabile dell'autore conduce a esiti imprevedibili e non di rado addirittura cinici (ma di un cinismo sobrio, impeccabile). "I suoi racconti" ha osservato Corrado Augias "sono perfette macchine narrative: la situazione di partenza sembra comune, addirittura banale, ma nel corso della vicenda subentra un piccolo incidente che rovescia in modo sinistro o grottesco i fatti... Dahl ha l'abilità di far diventare la cattiveria una qualità rivelatrice della natura umana."

