
Don Camillo, Peppone, Giovannino Guareschi in una nuova esilarante avventura. Con Bentornato Camillo" si intende rendere il giusto onore ad un grande uomo e geniale scrittore italiano: Giovannino Guareschi. Guareschi e' stato epurato dalle scuole, dalle universita' e dalle istituzioni culturali, ma le sue "creature" ed il suo "Mondo piccolo della Bassa" appassionano ancora milioni di persone di tutto il mondo. Il segreto di tale longevo successo sta nella connaturalita' di quelle storie al vero, al bello e al buono. Guareschi ci ha donato questo mondo e le vicende dense ed appassionate di Don Camillo e Peppone con uno stile semplice e profondamente umano. Nelle sue pagine il Crocifisso e' costantemente presente ed il Cristo stesso, attraverso il fascino ed il dramma della Croce, rivela il vissuto interiore dell'artista cattolico emiliano... "
Questo racconto è stato scritto da un manager atipico, che per la prima volta si è cimentato in un campo che non è di sua specifica competenza. Come dichiara l'autore stesso, si tratta di un momento di riflessione di un "dilettante della letteratura" su argomenti aziendali per approfondire, umanizzare e, in un certo senso, sdrammatizzare gli eventi che ogni giorno accadono nelle aziende e determinano la vita degli individui e lo sviluppo della società. Gestire il cambiamento: questo l'imperativo delle scuole di management. Quando le aziende cambiano, per necessità, per scelta o per caso, i dirigenti devono essere in grado di affrontare piccole o grandi rivoluzioni di assetto, di mentalità, di cultura.
L'ho detto ai carabinieri, l'ho detto al Procuratore, l'ho detto a tutti quelli che mi hanno chiesto "cosa avete visto?": l'albero, abbiamo visto, l'albero ghiacciato. È stata la prima cosa che abbiamo visto, appena arrivati al bosco - e anche dopo, quando abbiamo visto il resto, è rimasto l'unica cosa intera che abbiamo visto. L'albero. Era lì, al suo posto, all'imboccatura del bosco, cristallizzato come sempre nel suo cappotto di ghiaccio, la cui trasparenza era offuscata dalla neve fresca - ma era rosso. Era rosso, sì, come se Beppe Formento, nell'atto di ghiacciarlo, avesse messo dello sciroppo di amarena nel cannone. In quel bianco fatale era l'unica cosa che mantenesse una forma, e sembrava - non esagero - acceso, pulsante di quell'intima luce aurorale che ancora oggi mi ritrovo a sognare. Sogno quella trasparenza rossa, sì, ancora oggi, e la sogno senza più l'albero, ormai, senza nemmeno più la forma dell'albero: sogno quel colore e nient'altro. Un tramonto imprigionato in un cielo di gelatina, un sipario di quarzo rosso che cala sul mio sonno, un'immensa caramella Charms che si mangia il mondo, ho continuato a sognare quella trasparenza rossa e continuo a farlo, perché è ciò che abbiamo visto, quando siamo arrivati al bosco. Cosa avete visto? Abbiamo visto l'albero ghiacciato intriso di sangue.
Guido Conforti, uomo colto, impegnato e professionale, più che quarantenne e quasi cinquantenne, viene licenziato ed è costretto alla giovanile arte dell'invio curriculum e del sostenere colloqui. Trova lavoro in un call center, tra cuffie e telefoni, con colleghi più che ventenni e quasi trentenni che non sanno come si costruisce un futuro, e cercano comunque di cavarsela. Un confronto generazionale, immersi nell'efficientismo e nel precariato contemporaneo che detta tempi, ritmi e relazioni, con interlocutori quasi trentenni, i waiters, a cui il presente sembra sfuggire di mano, mentre vorrebbero solo far funzionare il mondo che li circonda.
Il giovane prete di Ambricourt, nel nord della Francia, del tutto disarmato di fronte alla noia, al disamore, all'aridità dei compaesani, affronta la sua missione di parroco spinto da una vocazione semplice e umile, che lo porterà a spendere tutto se stesso nel tentativo di avvicinare una comunità che si ostina a restargli lontana e ostile. Protagonista di questo vero classico della letteratura cristiana è «l'uomo che ha accettato una volta per sempre la terribile presenza del divino nella sua povera vita», come lo definirà lo stesso Bernanos, coinvolto in una tragica e impari lotta contro il male che dà al libro, fin dalle prime battute, una tensione drammatica destinata a crescere pagina dopo pagina.
Mendel Singer - il Giobbe moderno che Joseph Roth mette a protagonista di questo romanzo - è un semplice padre di famiglia, un maestro che insegna la Bibbia ai bambini di una cittadina della Volinia russa e che si affida con sicurezza alle tradizioni del suo popolo. La sua esistenza viene sconvolta dalla nascita del quarto figlio, Menuchim, affetto da una misteriosa malattia. Presto anche gli altri figli e la moglie dovranno affrontare difficili prove, e Mendel si troverà ad abbandonare la sua terra per emigrare a New York e misurarsi con un mondo che gli è del tutto estraneo. Costretto a vedersela con la guerra, la morte, la pazzia, la solitudine e la povertà, Mendel scoprirà proprio nel legame con il figlio menomato la forza per ricostruire intorno a sé, in forma nuova, quanto sembrava perso per sempre.
In un mondo in cui tutto si vende, Peter Schlemihl, povero e disoccupato, vende l'ombra al diavolo e, in cambio, guadagna un'infinita ricchezza. In fondo cos'è un'ombra? A cosa serve? Eppure da questo scambio il povero Peter ricava solitudine, angoscia e sradicamento, e non potrà fare a meno, attraverso mille avventure, di tentare disperatamente di riappropriarsi di ciò che era suo. Un racconto favolistico e metaforico, buffo e drammatico insieme, che da oltre duecento anni accompagna, diverte e fa riflettere i lettori di tutto il mondo.
"Aveva sognato Trotty? Le sue gioie e i suoi dolori, assieme ai personaggi che vi hanno preso parte, sono soltanto un sogno? O forse era un sogno lui stesso, e chi narra questo racconto è uno che ha sognato e che si sta svegliando solo adesso?"
Lilia è caduta in brutte mani e Roberto, forte della sua adolescenza e dell'aiuto del padre, tenta di tirarla fuori dai guai. Una storia importante su un tema attuale.
Roberto incontra Lilia sul treno, è così bella da far pensare a un angelo. Ha uno strano accento, è straniera, forse dell'Est. Alla stazione la ragazza così come era apparsa scompare, lasciando dietro di sé un libro, un biglietto della lotteria e l'impressione di aver lanciato, con i suoi occhi azzurri, una richiesta d'aiuto. Roberto inizia ad indagare e si ritrova di notte per le strade di Milano, dove ci sono ragazze sperdute e lupi neri che le insidiano. È troppo tardi per tornare indietro. Sarà il padre, il grande inviato di guerra così assente dalla vita del figlio, che aiuterà Roberto a salvare Lilia.
A quarant'anni dalla pubblicazione del "Cavallo rosso" si è voluto rendere omaggio a questo capolavoro attraverso una mostra speciale del Meeting di Rimini 2023 e questo pamphlet, mostrando, sul piano umano e letterario, il ruolo fondamentale che l'autore brianteo e il suo romanzo storico occupano nella letteratura del secondo Novecento. Amore, guerra, politica, amicizia, Provvidenza sono alcune delle molteplici tematiche presenti. Al centro della sua narrazione vi è, infatti, l'uomo, nelle sue dimensioni più autentiche e profonde, al di là della riduzione che ne hanno fatto le ideologie del secolo scorso.
Nel mio mondo ci sono tre stelle Del firmamento son le più belle La più grande è l’orsa maggiore Le altre due formano l’orsa minore È bello poterle guardare È bello poterle amare L’autrice, attraverso le pagine del suo libro d’esordio, racconta la storia della sua vita. I numerosi ostacoli che ha dovuto superare e le gioie che la vita le ha riservato.
Note sull'autore
Carla Boldrin è nata il 28 aprile del 1947 a Mestre in provincia di Venezia. Ha lavorato sempre come infermiera. Questo è il suo scritto d’esordio.
Il romanzo è stato scritto dopo un viaggio dell’autrice alle isole Solovki e dopo
la lettura del libro “Solovki. Le isole del martirio” di Jurij Brodskij, al quale si è ispirata. Alla luce dei sentimenti in lei destatisi dall’esperienza alla visita del monastero e del lager, nell’isola Grande delle Solovki e in particolare attratta dalla personalità del
“prete consolatore”, la scrittrice ha romanzato la figura di questo monaco, realmente vissuto e poi morto alla Sekira (Julia Papa Songia).