
In quel tempo quasi fiabesco che comincia sempre con "una volta", gli abitanti della Chalancho consumavano le sere nelle veglie, spegnendo le fatiche contadine nella narrazione di storie fantastiche. Stretti dentro una stalla, i montanari della piccola borgata della Val Grana esorcizzavano il buio raccontando vicende di masche, le streghe, crudeli femmine vendicatrici o più probabilmente donne che osavano fuggire dalle strette maglie del controllo sociale sfidando la notte, il lato selvatico del tempo. È stato proprio questo, nel 1987, l'argomento della tesi di dottorato di Marco Aime. Ora, a distanza di anni, l'antropologo rende omaggio a un mondo ormai scomparso riproponendo il racconto di quei giorni sulle montagne, e facendo così i conti con un'altra selvatichezza, prepotente come l'ortica che invade i sentieri dell'amata borgata, indifferente come l'asfalto che ne cancella i vecchi tracciati: quella dell'ineluttabilità di certe perdite, dello sprofondare di luoghi e persone in un niente al quale si può solo opporre l'ostinata volontà della memoria, la forza poetica della narrazione. L'assoluta verità del tempo vissuto.
Lunedì 8 gennaio 2001, verso le sette di sera, nel giardino di Villa Altachiara a Portofino, scompariva la contessa Francesca Vacca Agusta, per anni protagonista del jet set italiano e internazionale. Prendeva il via quella sera un'indagine che avrebbe riempito le cronache di giornali e tv per settimane, mesi e anni, senza soluzione né requie neppure quando, una ventina di giorni più tardi, il cadavere venne ritrovato in mare, a pochi metri da una baia in Costa Azzurra. Come e perché cadde dalla rupe la contessa? Chi c'era con lei quella sera? Qualcuno la spinse o si trattò di una fatalità? Ricostruendo come in un puzzle questa vicenda intricata e mai chiarita fino in fondo di amori e disamori, di droghe ed eredità milionarie, di yacht da sogno e flussi di denaro da incubo, che spazia dalla Liguria alla Lombardia, dalla Svizzera alla Tunisia, da Miami ad Acapulco, Valerio Aiolli scrive un romanzo inquietante come un noir e prova ad afferrare una risposta che sfugge, alternando il punto di vista dei principali personaggi coinvolti, le dichiarazioni rilasciate e gli articoli che hanno coperto la vicenda. In un serrato dentro e fuori da Villa Altachiara, rivive dunque non solo Francesca Vacca Agusta ma anche la storia industriale, politica e di costume del nostro paese.
Nel mese di marzo di un anno qualsiasi, il mago argentino Hans Chans prende parte a un raduno di illusionisti a Panama. La peculiarità di Hans Chans è che, a differenza dei suoi colleghi prestigiatori, dispone di poteri reali. Ha il dono di trasformare i desideri in realtà, di modificare a suo gusto le leggi del mondo fisico e di far sì che oggetti, animali o persone appaiano o scompaiano, si spostino, si moltiplichino, galleggino in aria... Tuttavia, per paura delle conseguenze, Hans ha sempre tenuto ben celate le sue facoltà, e questo, assieme a una tragica carenza di fantasia, lo condanna a passare per un mago mediocre. Questa volta, però, è determinato ad affermarsi per ciò che è veramente, cioè il Miglior Mago del Mondo...
Tre anziane suore in un monastero benedettino vivono tra di loro rapporti conflittuali, che oscillano tra rassegnazione, gelosia, indulgenza e malvagità. La loro esistenza, scandita da regole severe e mal sopportate abitudini, viene messa in crisi dall'arrivo di una giovane postulante indiana, che con la sua silenziosa riluttanza, turba soprattutto l'equilibrio spirituale e il ruolo rivestito nella piccola comunità dalla madre superiora. Un racconto intenso, avvincente, caratterizzato dalla straordinaria abilità narrativa dell'autrice, che riesce a restituire un disincanto reale e un sentimento autentico, talmente tanto da farla sembrare una storia vera.
La torre azzurra, già premiato al concorso Città di Verona, si propone di investigare le conseguenze che avrà il nostro tempo a partire da aspetti riconoscibili del presente, del quotidiano, nell'evanescenza della memoria storica. Il romanzo si svolge in un futuro molto prossimo, nel quale, una nuova tendenza dilagante spinge a riversare i propri sogni in una macchina che, attraverso un software, produrrà sequenze da inserire nelle serie televisive, divenute la forma di intrattenimento più popolare. La scoperta della potenza delle immagini tratte dai sogni viene subito sfruttata dal punto di vista commerciale. In un grattacielo della trepidante periferia milanese vive una coppia con due figli adolescenti. I due ragazzi non hanno molti amici, e uno dei loro punti di riferimento è un vicino di casa, da loro soprannominato "Il Vecchio". La loro vita è però sconvolta quando apprendono della scomparsa di quest'ultimo. Nel frattempo un giornalista candidato ad assumere la direzione di un importante quotidiano nazionale, decide di pubblicare un'inchiesta a puntate sull'utilizzo dei sogni da parte dell'industria dello spettacolo. Sullo sfondo ci sono movimenti di protesta, ma tutto sembra avere vita breve e svanire dalla memoria delle persone..
Contrariamente all'opinione comune, non è per niente facile la vita di un gatto. Soprattutto a Pechino. Lo sanno bene Soia e Tofu. Soia è grosso, rosso e baldanzoso. È convinto di essere il più abile cacciatore al mondo di libellule, anche se non ne ha ancora catturata una. Tofu, invece, è una piccola randagia: nata in un bidone della spazzatura, è più timida e schiva. Pur essendo così diversi tra loro, quando vengono allontanati dalle rispettive famiglie e si ritrovano a vivere insieme nella stessa casa, i due diventano inseparabili. Soia, più esperto, guida Tofu nel mondo degli umani, queste creature così poco abili a comunicare che non comprendono nemmeno il significato dei suoi miagolii e dei movimenti della sua coda. E Tofu ben presto impara la regola più importante: mai varcare il cancello del giardino, là da dove un giorno spunta il volto sorridente di Xiao Xu. Trionfante, l'uomo annuncia che un'azienda che produce cibo per gatti ha scelto Soia come testimonial per una grande campagna pubblicitaria. È l'inizio di un'incredibile avventura, grazie alla quale i due gattini esploreranno il mondo al di là degli hutong del centro di Pechino e, affrontando sfide e pericoli, diventeranno grandi. Una toccante storia da leggere a mente aperta e senza preconcetti, come farebbe un bambino, per scoprire che gli animali protagonisti di questo romanzo non sono poi tanto diversi dagli uomini.
Amanda odia stare al centro dell'attenzione. A tredici anni, quello che la fa sentire davvero sicura è passare inosservata tra i suoi compagni di scuola e studiare. Quando però la professoressa di lettere la sceglie per affiancare Lars, il nuovo arrivato, Amanda capisce che niente sarà più come prima. Perché Lars non è come gli altri, soffre della sindrome di Down, e nessuno vuole essere amico di uno così. Se Amanda dovrà passare l'intero anno insieme a lui, già si immagina le scene imbarazzanti in cortile e le battute sgradevoli dei fighi della scuola. Di Adam, ad esempio. Per cui ha una cotta colossale. Eppure... la vicinanza con Lars si rivela diversa da ogni previsione. Con lui Amanda riesce per la prima volta a essere davvero se stessa, con lui scambia occhiate d'intesa, guarda il mondo a testa in giù e inventa formule magiche, senza paura di essere giudicata... Almeno fino al giorno in cui scopre che tutti a scuola ridono di Lars. Lei farebbe qualunque cosa per difenderlo. Ma se questo significasse uscire dall'anonimato, mostrarsi in prima linea e rischiare addirittura di perdere per sempre Adam? Per Amanda è arrivato il momento di scegliere, e trovare il coraggio di essere se stessa. Età di lettura: da 9 anni.
Hayat Shah è un ragazzino musulmano nato e cresciuto nella provincia americana. La sua vita procede spedita tra la scuola, il baseball e le corse in bicicletta. Delle origini pakistane resta solo qualche debole traccia nei battibecchi tra i genitori. Finché un giorno arriva Mina, un'amica della madre venuta a vivere negli Stati Uniti dopo un doloroso divorzio nel suo paese, e da quel momento tutto cambia. Dolce e bellissima, Mina porta con sé un fascino discreto e magnetico che in poco tempo conquista tutti, perfino lo scettico padre di Hayat. La sua religiosità profonda e non fanatica fa entrare discretamente la fede musulmana nella vita familiare e colpisce l'animo adolescente di Hayat, che viene attratto dalla spiritualità della preghiera e, senza averne immediata coscienza, dalla sensualità della donna. I guai iniziano quando Mina si innamora di un ebreo, Nathan, e quando questi per amore si converte all'Islam. Non sarà tanto la dura reazione della comunità musulmana a impedire il loro matrimonio, quanto il segreto intervento di Hayat, che trova nel fondamentalismo religioso uno sfogo alle sue tormentate pulsioni adolescenziali. Le conseguenze del suo comportamento gli si sveleranno molti anni dopo, incontrando casualmente Nathan e venendo a conoscenza del tragico destino di Mina. Solo in quell'istante, nel semplice atto di scusarsi per il male compiuto, Hayat diventerà finalmente adulto.
"Quando un grande paese è in mano a una sola persona per molto tempo, quella persona perde il contatto con la realtà, si fa un'idea del mondo tutta sua, si immagina, grazie anche a quelli che lo circondano, prima di tutto di essere infallibile, e anche di essere l'unto di Dio, e perciò di poter vedere più lontano, meglio di tutti." Questo è quello che pensa Boris Akunin sulla Russia contemporanea e sui pericoli del potere quando rimane concentrato troppo a lungo sotto il controllo di un'unica persona. "L'avvocato del diavolo" immagina un futuro distopico in cui la Russia è governata da un nuovo regime dopo l'improvvisa caduta del Leader Nazionale, chiara trasfigurazione dell'attuale presidente Putin. Il neoeletto governo, promettendo una rivoluzione democratica, lancia un piano di Ristrutturazione Totale per ridare speranza al popolo e all'Occidente. Quando Boris Turgencikov, uno scrittore dissidente perseguitato dal vecchio esecutivo, torna in Russia per assistere ai cambiamenti messi in atto al suono dello slogan "Onore e Onestà", resta invischiato in una surreale vicenda giudiziaria. Ingaggiato da una attivista dei diritti umani, si trova a fare da difensore al vicesegretario del morente Leader Nazionale, diventato il capro espiatorio, il diavolo, il vero fautore di tutte le nefandezze del vecchio regime. Nel corso del processo, emerge un quadro di manipolazione politica e propaganda del tutto identico a quello del regime precedente, e Boris scopre che la libertà tanto promessa è solo un'illusione. Boris Akunin riflette sul presente della Russia e, citando l'introduzione di Paolo Nori, "prova a immaginare un futuro possibile, in bilico tra la migliore e la peggiore delle ipotesi". Oltre che un'aperta denuncia dei fatti e delle persone reali che compaiono tra le pagine, "L'avvocato del diavolo" è nella sua essenza una satira spassosa e feroce contro tutti i regimi e contro ogni limitazione della libertà di espressione.
Un monastero infestato, una suora troppo curiosa... La nuova avventura di Pelagija promette di essere più nera della sua tonaca, e altrettanto irrequieta, perché stavolta la religiosa dovrà fare i conti con uno spettro assassino. Nella Russia dei Romanov c'è un arcipelago che accolse prima un eremita, poi i suoi seguaci e infine un'imponente macchina di turismo religioso per ricchi fedeli. Così, mentre i monaci spasimano per raggiungere l'isola, dove si consumano e muoiono nel giro di un anno, tra un fioretto e l'altro gli allegri profani mangiano al Vitello grasso, fanno acquisti ai Doni dei Magi e indulgono in altri biblici piaceri. Ma da un giorno all'altro appare un fantasma nero che getta nello scompiglio il redditizio Eden.
Sullo sfondo di un Marocco in grande fermento e sempre più diviso fra tradizione e modernità, la vita di Youssef Al Firsioui, giornalista e scrittore, viene sconvolta il giorno in cui riceve una lettera che annuncia la morte misteriosa del figlio Yassine, in seguito a un attentato terroristico in Afghanistan di cui si è reso protagonista. Il lutto profondo che ne segue si manifesta con la perdita dell'olfatto e, progressivamente, di qualsiasi gusto per la vita: i cibi, anche i più prelibati, non hanno sapore, così come i rapporti con le donne diventano piatti e senza passione. Eppure l'elaborazione del dolore subisce molte trasformazioni e Youssef, senza quasi accorgersene, inizia un viaggio personale dove, passo passo, riemergono i legami avuti con i protagonisti della sua esistenza; la madre, giovane donna tedesca morta suicida in una terra amata eppure ostile; il padre, uomo che incarna lo spirito stesso del Marocco, ormai anziano e cieco eppure instancabile guida archeologica delle antiche rovine romane della città di Volubilis. Nel frattempo il rapporto con la moglie è rovinato sotto il peso della perdita del figlio e saranno altre donne ad accompagnare Youssef in questo turbinio emotivo dove sentimenti ingovernabili fioriscono uno dopo l'altro, in cui la dimensione della conversazione privata è lo strumento con il quale si torna alla vita.
Diciassette racconti, diciassette protagonisti: un misantropo ossessionato dal contatto con gli umani, un ragazzine invalido che tenta di andare in bicicletta, la gravidanza indesiderata di una ragazza povera, una studentessa osservante quanto ipocrita, la bella amante francese di papà, un fratello e le sue vacue giaculatorie, un bambino obeso zimbello della classe, le umilianti fatiche di un ricercatore di medicina, un vecchio "fedele al partito", l'inconsolabile lutto di un figlio per il padre defunto, l'ordinaria cattiveria di un bambino che si prepara a essere un degno cittadino egiziano. Comune denominatore: la cattiveria - appunto -, l'ipocrisia, il disprezzo del dolore altrui, l'atavica mentalità del servo che vuol solo essere padrone di altri servi. È un ritratto impietoso e sarcastico dell'Egitto di oggi. Molto lontana dall'esotismo turistico e dalla retorica "impegnata", è la rappresentazione di un'umanità piccolo-borghese irrimediabilmente sconfitta, improduttiva, rinchiusa nella propria rispettabilità esteriore, moralmente abietta.