
Il protagonista di questo romanzo è uno sceneggiatore neozelandese un po' sfortunato che vive a Londra e viene piantato da sua moglie: un'attrice anche lei di secondo piano, che improvvisamente diventa celebre per una scena molto sensuale girata in un nuovo film. Frederick decide di tentare di riprendersi sua moglie, andando al party di presentazione del film che si svolge in una principesca isola del Pacifico, in compagnia di una falsa fidanzata: una ballerina di lap dance che ha "noleggiato" e "addestrato" a fingersi, in tutto e per tutto, la sua nuova compagna. Ma una serie di rocambolesche avventure ed equivoci a incastro lo convincerà della totale inutilità dei suoi sforzi.
Studioso dello spazio mediterraneo e dell'evoluzione capitalistica nell'età moderna, Fernand Braudel non poteva non avere un rapporto speciale con Venezia: come oggetto di studio ma anche come luogo privilegiato dei suoi pellegrinaggi di ricerca. E quasi a conclusione della vita volle rendere omaggio a questa città inverosimile e fascinosa con un ultimo scritto, pubblicato in un volume fotografico di Folco Quilici. Quel testo trova ora qui, per la prima volta, una pubblicazione autonoma. Ad un tempo guida sentimentale alla città, cavalcata nella sua storia ("un passato troppo denso di secoli, troppo ricco di gloria") e riflessione sul suo destino, unendo divagazione letteraria e memoria, sguardo storico e curiosità di viaggiatore, il libro di Braudel si offre come introduzione d'autore a Venezia.
I fuggiaschi avanzavano sempre
di notte, nel gelo, per paura dei posti
di blocco cinesi. L’unica luce sul loro
cammino erano le stelle, oppure,
poco prima dell’alba, ma solo allora,
la luna nuova. Le montagne colossali
si stagliavano nere contro un cielo
scuro, solo qua e là si indovinavano
chiazze di neve, pareti rocciose
e brandelli di nubi.
“Quando l’uccello di ferro solcherà i cieli e i cavalli avanzeranno su ruote, il popolo dei tibetani si spargerà per il mondo come le formiche, e la dottrina del Buddha raggiungerà la terra degli uomini rossi”: quest’antica profezia risuona finalmente chiara quando la Cina invade il Tibet e tenta di sradicarne la cultura secolare. Mola e il marito Tsering, entrambi monaci, non possono accettare la violenta repressione dei culti che praticano da sempre e sfidano in pieno inverno le nevi dell’Himalaya per raggiungere il Dalai Lama nel suo esilio indiano. Poco cibo sulle spalle, abiti leggeri e due bambine al seguito — una delle quali muore nella fuga — è tutto quello che hanno con sé. Ad accoglierli, un Paese in fermento, poverissimo, che riserva loro solo miseria e lavori pesanti per sopravvivere. E infine il trasferimento in Svizzera, la promessa di una vita nuova e la timida scoperta del mondo occidentale. Yangzom Brauen, ultima erede di questo viaggio, ripercorre l’epopea della sua famiglia attraverso la vita di due donne: la nonna Mola, monaca e madre dalle mille risorse, che ha conosciuto la morte da bambina, ha scelto la meditazione da ragazza e da allora è diventata la tenace depositaria di un antico buddismo popolare destinato a sparire con la sua generazione; e Sonam Dölma, sua figlia, che giovanissima abbandona la realtà che conosceva per seguire il futuro marito. Dai loro ricordi Yangzom ha imparato ad amare un Tibet ormai scomparso — quello delle capanne di frasche degli eremiti, delle lampade a burro, del fumo delle offerte che si innalza verso il cielo dai monasteri in alta quota — ma che si è impresso come una ferita aperta nella memoria di chi l’ha vissuto e nella coscienza di un popolo ancora in lotta per salvarlo.
Yangzom Brauen (1980) è un’attrice, modella e attivista pro Tibet. Figlia di una profuga tibetana e di un etnologo svizzero, è cresciuta a cavallo tra due culture, tra l’Europa e il retaggio buddista della sua famiglia. Oggi vive tra Los Angeles, New York, Berlino e Zurigo, lavorando nell’industria
Una vita avventurosa, ricca di avvenimenti straordinari ma anche tragici, caratterizzata - un secolo e mezzo fa - da un'intuizione i cui effetti sociali ed economici hanno migliorato nel mondo l'esistenza di centinaia di milioni di persone sotto il profilo materiale e morale: la vita di Friedrich Wilhelm Raiffeisen. Innovatore sociale vissuto in Germania nell'Ottocento, Raiffeisen è stato l'ideatore delle prime cooperative di credito, oggi note per lo più con le denominazioni di Casse Raiffeisen, Casse Rurali e Banche di Credito Cooperativo. Questo romanzo - il più famoso dello scrittore austriaco Franz Braumann - narra le vicende personali e familiari, appassionanti e drammatiche, attraverso le quali Raiffeisen, con la sua fede incrollabile in Dio e nell'uomo, è arrivato a realizzare la sua opera.
Dal motociclista del corteo che viaggiava dietro la Lincoln scoperta del Presidente e che venne investito della sua materia cerebrale, al commerciante di abbigliamento Abe Zapruder che scese in strada con la cinepresa proprio nell'istante in cui vennero esplosi i colpi. I ricordi e le emozioni di quanti furono effettivamente testimoni di uno dei giorni più tragici della storia americana si giustappongono come in un puzzle che mai potrà essere completamente ricomposto. Impietrita nel dolore, emerge fra tutte la figura di Jackie: Jackie riluttante a concedersi uscite pubbliche e che tuttavia accetta di accompagnare Jack nella visita a Dallas. Jackie che quel mattino decide di indossare il tailleur rosa di Chanel che poi, inzuppato di sangue, diventerà una delle icone tragiche di quel giorno. Jackie che, ancora incredula subito dopo l'incidente, accompagna il marito al Pronto Soccorso e poi ne segue il feretro sull'Air Force One in volo per Washington. Un romanzo corale asciutto, essenziale, ma dolentissimo, che a quarantacinque anni dall'assassinio di John Fitzgerald Kennedy riapre una ferita collettiva che non si è mai rimarginata.
Un padre scomparso. Una verità nascosta. Un viaggio di scoperta che cambierà per sempre la vita di Jacopo. Dopo il pluripremiato "Adelaida", Adrián N. Bravi firma un romanzo potente sull'identità di genere, l'amore e il coraggio di essere se stessi. Quando riceve una telefonata che lo informa della morte di suo padre Pietro, annegato in un fiume in Portogallo, Jacopo non immagina che questo evento darà inizio a un viaggio che stravolgerà ogni sua certezza. Lui, che lavora in un cimitero ed è un quarantenne goffo e impacciato, parte accompagnato dall'amico Quinto alla ricerca di risposte, portando con sé solo un'armonica e i pochi ricordi sfocati di un padre sempre assente. A Rio Salgueiro, Jacopo scoprirà una verità sorprendente. Tra le strade lastricate della cittadina portoghese, e i ricordi di una madre che ha custodito troppi segreti, dovrà confrontarsi non solo con il proprio dolore, ma anche con una rivelazione capace di mettere in discussione tutto ciò che credeva di sapere sulla sua famiglia e su se stesso. Attraverso una narrazione intima e profonda, con delicatezza e poesia, Bravi esplora temi universali come l'identità di genere, le relazioni familiari e il ruolo delle cose non dette. La nuotatrice notturna è un romanzo intenso e commovente capace di affrontare tematiche complesse intrecciando le vite dei personaggi in un mosaico di emozioni e rivelazioni. Un romanzo sulla ricerca delle proprie radici e sull'accettazione di verità inaspettate che possono cambiare il corso di una vita.
New York City, 1926. I vetri dei grattacieli risplendono dei bagliori di mille feste animate da balli sfrenati a ritmo di charleston e dal tintinnio delle perle sui vestiti luccicanti. L'alcol scorre a fiumi nonostante i divieti e, a giudicare dall'effervescenza di Manhattan, il mondo sembra destinato a un futuro radioso. È qui che in seguito all'ennesima eccentricità viene spedita dai genitori l'irriverente Evie O'Neill, una ragazza dell'Ohio che non aspetta altro che tuffarsi tra le infinite possibilità offerte dalla metropoli. A ospitarla è lo zio Will, un professore, parente dei Fitzgerald, che dirige il Museo Americano del Folklore, delle Superstizioni e dell'Occulto, detto anche Musco del Brivido: un luogo magico dal fascino decadente, che custodisce nelle sue teche e tra i suoi bui corridoi le tracce del retroterra misterioso dell'America. Ma quando lo sfolgorio della città viene oscurato da una serie di delitti a sfondo esoterico, New York precipita in un vortice di paura ed Evie, che da subito assiste lo zio nella consulenza alla polizia, è chiamata a collaborare alle indagini, anche per quel suo dono di vedere il passato delle persone toccando un oggetto a loro appartenuto. Muovendosi tra fumosi jazz club e bassifondi urbani, scintillanti negozi e sale spettrali, la ragazza s'inoltrerà insieme a molti compagni di strada in un gorgo di eventi evocato dal passato, e che nel passato dovrà essere ricacciato, pena il sopravvento di un antico male oscuro.
Pubblicato per la prima volta in Romania nel 1966, il romanzo presenta in tre parti (Vecchi, Donne, Bambini-Gli specchi carnivori), un mondo in cui la mancanza del principio della forza, dell'uomo-padrone porta all'autodistruzione. Lo spirito dominante è quello del saggio morale, che si declina nel piacere dell'analisi obiettiva da un lato e dall'altro in una certa ebbrezza narrativa.
Augusto è malato e il nascente Impero, dai palazzi di Roma alle più lontane province, è scosso da una guerra occulta per la successione. Il quadro politico è indecifrabile, lo scontro sotterraneo ma spietato e coinvolge tutti i gruppi di potere, fino agli amici più intimi e alla famiglia dell'Imperatore. In questi giorni di grande incertezza, Curzio Rufo, centurione caduto in disgrazia a causa della sua vita dissoluta, viene inviato sulle coste africane per liberare la figlia di un funzionario sequestrata dai pirati. Ma il rapimento è solo la tessera di un più grande complotto ordito dai nemici di Augusto, e la riuscita della missione di Curzio sembra dipendere da un'altra donna: Selene, figlia di Antonio e Cleopatra e ora sposa del Re di Mauretania. In questo classico del genere, finalmente tradotto in italiano, l'autore di Aquila nella neve descrive con precisione il clima politico della Roma imperiale, costruendovi attorno un implacabile ingranaggio spionistico.
Nel 2002 Caroline Bréhat, giornalista di 32 anni, si trova a New York per una manifestazione anti-Bush e resta colpita da un cantante "impegnato", Julian Jones, che si esibisce in quell'occasione. Pochi giorni dopo lo intervista e nel giro di altri pochi giorni si ritrova a casa sua, nel vortice di una grande, sconfinata passione, come mai le era sembrato di vivere nella vita. È il sogno che si fa realtà, il principe azzurro che si materializza in un uomo non solo bello, famoso, seduttivo, ma anche intelligente, sensibile, impegnato. Dopo un anno di luna di miele i due si sposano, ma subito iniziano i problemi. La sensibilità estrema di Julian Jones si rivela essere fragilità, inconsistenza e soprattutto instabilità emotiva. Dalla fase della seduzione Julian passa a quella del dominio, umiliando il più possibile Caroline. Da questo momento in poi il tunnel non fa che incupirsi: dalle violenze verbali a quelle fisiche, e poi dalle botte ai baci, ogni volta facendo sentire Caroline responsabile di tutto - anche quando è incinta. Dopo che ha partorito e dopo oltre tre anni di inferno, un giorno Caroline vede per strada un uomo che picchia sua moglie e, come illuminata, capisce che quella donna potrebbe essere lei. Inizia così il percorso della ribellione, dalla rivendicazione dei propri diritti, fino alla libertà e al divorzio.
Al vecchio chevalier Auguste Dupin, investigatore dilettante immortalato dalla fantasia di E.A. Poe, mentre rovista fra le ingiallite scartoffie, ricordi di tanti memorabili casi da lui risolti, capita sotto mano una misteriosa cartella che porta l’impegnativa scritta: evadenda. Con grande sorpresa vi scopre l’abbozzo di un suo vecchio racconto sul traditore di Cristo. E ora si ricorda: ecco l’unico caso, ‘il caso Giuda’ che egli non ha ancora risolto, e neppure seriamente affrontato. La presenza del suo altrettanto vecchio amico, compagno inseparabile della giovinezza e attento interlocutore nelle sue lunghe riflessioni ad alta voce, lo induce a improvvisare una disquisizione sul ‘sommo delitto’ che, offrendo pochi indizi concreti, si presta eminentemente a essere trattato con il metodo analitico di Dupin, che permette al suo inventore il lusso di non dover mai rinunciare alla comodità della propria poltrona.
Con questa trovata della ‘chiacchierata in poltrona’ l’autore alleggerisce notevolmente l’implicita gravità dell’argomento che da duemila anni eccita la fantasia di studiosi, scrittori e artisti. E affidando all’acume, al brio, allo spirito battagliero di Dupin l’analisi e la soluzione del delitto più misterioso della storia, quasi gli addossa una parte della responsabilità dei singolari risultati dell’indagine. Con questo trucco sottile e specioso l’autore sottolinea che non pretende di aver scoperto la verità e che sarà contento di aver prospettato una soluzione «anche se non quella giusta, comunque una, e ottima», sempre per citare le note parole del cavaliere Dupin.
L’autore così cautamente mascherato imposta il problema in una maniera insolita, che permette di considerare il ‘caso’ sotto punti di vista nuovi e sorprendenti, e quindi di giungere a risultati inaspettati. Il tradimento di Giuda, il cui movente umano perde qui ogni importanza, si delinea – attraverso momenti di suspense metafisico da ‘giallo teologico’ – come la risultante del conflitto di altri interessi dietro le quinte superne e infere, inscindibili da quella visione mitologica del mondo che in quei tempi non aveva ceduto ancora al razionalismo e si era sovrapposta perfino alla realtà storica. Così il famigerato tradimento si configura innanzitutto come un momento decisivo nella lotta che l’uomo combatte contro il suo Dio per strappargli almeno i surrogati di quella felicità di cui venne privato con l’espulsione dal Paradiso Terrestre.
In questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1975, l’autore del Sacro amplesso prosegue con temeraria sottigliezza le sue indagini sui testi sacri, alla ricerca di indizi da cui si possa sperare che la nostra problematica esistenza e la nostra travagliata storia abbiano un senso, almeno al cospetto del Dio della Bibbia.

