
Un giorno della sua prima infanzia il piccolo Chancelade si sente dire dalla nonna: "La vita è così corta". Un avvertimento quasi minaccioso, che si incide in profondità nella sua mente. Ma ne fa tesoro e si ripromette di vivere quanto più intensamente gli riesce, cercando di non perdere nemmeno un secondo del tempo che ha a disposizione, di allinearsi con entusiasmo al movimento e al rumore della vita. Di immergersi nella sua festa turbolenta, nei suoi profumi ammalianti come nei suoi miasmi insopportabili. Così, a quattro anni, cerca di carpirne il segreto nel massacro di piccoli esseri animati; a dodici e mezzo ne soffre la mancanza attraverso la morte del padre; a ventidue la sente pulsare prepotente nell'amplesso con Mina; e a ottanta ne avverte l'inconsistenza raccontando a una sconosciuta di come tutto sia trascorso nello spazio di una notte.
Un crimine spaventoso sconvolge una quieta cittadina nel Sud della Catalogna: i proprietari dell'azienda più importante della zona, le Gráficas Adell, vengono trovati morti, con segni evidenti di feroci torture. Il caso è assegnato a Melchor Marín, giovane poliziotto e appassionato lettore, alle spalle un passato oscuro e un atto di eroismo quasi involontario, che lo ha fatto diventare la leggenda del corpo e lo ha costretto a lasciare Barcellona. Stabilitosi in questa piccola regione dal nome evocativo di Terra Alta, crede di aver seppellito l'odio e la voglia di riscatto sotto una vita felice, grazie all'amore di Olga, la bibliotecaria del paese, dalla quale ha avuto una figlia, Cosette. Lo stesso nome della figlia di Jean Valjean, il protagonista dei Miserabili, il suo romanzo preferito. L'indagine si dipana a ritmo serrato, coinvolgendo temi come il conflitto tra giustizia formale e giustizia sostanziale, tra rispetto della legge e legittimità della vendetta. Ma soprattutto Javier Cercas racconta l'epopea di un uomo solo che cerca il suo posto nel mondo, e per questo dovrà lottare e mettere a rischio tutto: i valori, gli affetti, la famiglia, la vita.
"Teresa Raquin", che inaugura la grande stagione artistica di Zola, è una delle opere più rappresentative del realismo francese. Sposata infelicemente a Camillo, un uomo debole e malato, Teresa si lascia sedurre da Lorenzo, ex pittore nullafacente, cinico, parassita. Insieme concepiscono e portano a termine l'assassinio di Camillo. In questo romanzo - definito dall'autore un "grande studio psicologico e fisiologico" - Zola vuole raccontare, nella secchezza bruciante di un referto clinico, la storia di una degradazione. Ne risulta un'opera scabrosa, vero e proprio romanzo nero insieme appassionante e inquietante.
Quando Sylvia Leclercq - psicoterapeuta, atea, scrittrice, palese alter ego di Julia Kristeva - riprende in mano l'opera completa di Teresa d'Avila, inizia un incontro che si rivelerà capace di coinvolgerla e sconvolgerla totalmente e inaspettatamente. Teresa d'Avila, la monaca di clausura vissuta tra il 1515 e il 1582, la riformatrice dell'ordine dei carmelitani, la santa dell'estasi, si rivela agli occhi di Sylvia una donna malata d'amore e di desiderio, al pari dei pazienti in cura sul suo divano. Di pagina in pagina, scopriamo i retroscena psicanalitici dei suoi tormenti e della sua estasi, immortalata dal celebre gruppo marmoreo di Bernini. Sylvia si lascia prendere da Teresa, si fa portare in Spagna, si introduce nelle pieghe della sua scrittura, capace di restituire, dietro l'ostentata umiltà, una rivoluzionaria coscienza di sé e un'inedita capacità di elaborazione del proprio disturbo. La ricostruzione dell'universo mentale e del malessere psicofisico della santa diventa così per Julia Kristeva lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. Teresa aveva riversato nella scrittura la propria esperienza per sublimare il possesso dell'Altro, dell'Amato, incorporandolo dentro di sé, fino a goderne in ogni parte del corpo. Allo stesso modo, Kristeva adotta la forma romanzo per restituire il senso di quell'esperienza, riproponendola come un capolavoro di erotismo, spiritualità, consapevolezza di sé.
Teresa è in fuga. Dalla sua terra – la Sicilia. Da un padre ostinato che non c'è più. Da una madre lamentosa e implacabile. Eppure Teresa è una ragazza che sa sorridere e ridere della vita. Trova riparo a Roma. L'amica Gisella le ha offerto un lavoro: tenere compagnia ai malati terminali. Teresa accetta, titubante. Scopre un'umanità vigorosa, uomini e donne feriti a morte ma capaci di sorprendenti impennate di vitalità, quella vitalità che anche lei sembrava aver smarrito e che ora, lentamente, tenacemente, sta riacquistando. Le cose cominciano a girare per il verso giusto – trova addirittura un ragazzo che sembra troppo perfetto per essere vero – ma un passato archiviato in fretta torna ad affacciarsi e non le dà tregua. Teresa mastica pensieri di rabbia. All'inizio sono soltanto pensieri, ma quando conosce il suo nuovo assistito – Libero Ferrari, un ruvido e scorbutico ex brigatista, condannato per omicidio – allora quei pensieri vogliono l'azione.
È giunto il momento di saldare i conti?
Due adulti sposati (non tra loro) che si ritrovano uniti da una passione incontrollabile e da un amore coriaceo, particolarmente resistente alle intemperie. Viviana è sexy, vitale e intrigante, e ha un notevole talento per i discorsi intorcinati. È combattuta fra restare amante e alleviare cosi le infelicità matrimoniali o sfasciarsi la vita per investire in un'altra. Modesto è meno chic, decisamente più sboccato e sbrigativo nella formulazione dei concetti, ma abilissimo nell'autoassoluzione. Spara battute a sproposito per svicolare, e fa pure ridere. Moderatamente vigliacco, aspirerebbe alla prosecuzione a tempo indeterminato della doppia vita piuttosto che a un secondo matrimonio, visto che già il suo non è che gli piaccia granché. È nella crucialità del dilemma che Viviana trascina Modesto dall'analista, cercando una possibilità di salvezza per il loro rapporto ormai esasperato da conflitti e lacerazioni continue. Il dottore è spiazzato nel trovarsi di fronte una coppia non ufficiale, libera da vincoli matrimoniali e familiari, che non ha nulla da perdere al di là del proprio amore. Accetterà l'incarico per questa ragione, trovandosi nel mezzo di una schermaglia drammatica e ridicola insieme, e rischiando di perdere la lucidità professionale.
Si dice che innamorarsi sia un po' come andare sott'acqua, in una bolla sospesa fuori dal tempo e dallo spazio, all'interno della quale all'inizio esistiamo solo noi e la persona amata. È così che Joana e Valentin si sono conosciuti: a un corso di sub, in vacanza, dove fin da subito sono stati la coppia perfetta. Il colpo di fulmine, poi il matrimonio, i figli, una bella casa. Una storia da favola. E poi? Cosa succede quando, dentro a quella bolla, inizia a mancare l'aria? Diciassette anni dopo, Joana e Valentin sono seduti nello studio di uno psicologo, agli estremi opposti di un divano. Lei gli rinfaccia di essere freddo, insensibile e assente. Lui non sopporta che la moglie sappia sempre tutto, che lo interrompa continuamente e non lo ascolti mai. Sembra la solita, triste dinamica di una coppia che ha sostituito l'amore con il disincanto e la rabbia. Ma cosa accadrebbe se d'un tratto i ruoli si ribaltassero e se anche il terapeuta che li osserva con apparente distacco avesse problemi di cuore? Dopo aver descritto la nascita di un amore via email nel suo romanzo d'esordio "Le ho mai raccontato del vento del Nord", Daniel Glattauer ricorre ora alla forma della commedia teatrale, fatta di botta-e-risposta serrati tra moglie e marito e tra dottore e pazienti, di stoccate e colpi di scena, per raccontarci cosa succede dopo, quando l'amore vacilla. Giocando in modo irriverente ed esilarante con i cliché di un matrimonio in crisi e dosando ironia e un pizzico di sano cinismo, si chiede: ai tempi di "In Treatment" e della terapia di coppia, che cosa avrebbero fatto il Principe azzurro e la Bella principessa dopo anni di matrimonio?
Viktor Larenz è uno psichiatra di Berlino, brillante, ricco e reso per di più celebre dalle sue frequenti apparizioni televisive. La sua vita pero va improvvisamente in frantumi quando la figlia dodicenne Josy, affetta da una malattia sconosciuta, scompare senza lasciare traccia durante una visita nello studio del dottore che l'ha in cura. Viktor la cerca ovunque senza mai rassegnarsi, ma tutto ciò arriva a costargli la carriera e il suo stesso matrimonio. Quattro anni dopo, Viktor Larenz si è ritirato in un'isola lontano da tutto e da tutti, quando riceve la visita di Anna Spiegel, una scrittrice di libri per bambini che sostiene che i personaggi che crea possano diventare reali. Uno di essi, in particolare, somiglia in modo impressionante alla piccola Josy e forse porta con sé la risposta a ciò che è accaduto alla bimba di Viktor. Ma chi è davvero Anna Spiegel, e perché sua figlia Charlotte ha gli stessi sintomi di Josy e deve sfuggire a un'identica minaccia? “La terapia”, ideale primo capitolo di una trilogia proseguita con “Il Ladro di anime” e “Schegge”, è l'opera che ha rivelato il genio letterario di Fitzek e ha conquistato milioni di lettori in tutto il mondo.
La mattina del 24 marzo 1946 Alexandre Alekhine, detentore del titolo di campione del mondo di scacchi, venne trovato privo di vita nella sua stanza d'albergo, a Estoril. L'esame autoptico certificò che il decesso era avvenuto per asfissia, e che questa era stata provocata da un pezzo di carne conficcatosi nella laringe - escludendo qualsiasi altra ipotesi. La stampa portoghese pubblicò la versione ufficiale, e il caso fu rapidamente archiviato. Da allora, però, sulle cause di quella morte si sono moltiplicati sospetti e illazioni. Qualcuno ha insinuato che le foto del cadavere facevano pensare a una messinscena; qualcun altro si è chiesto come mai Alekhine stesse cenando nella sua stanza indossando un pesante cappotto - senza contare che il defunto aveva un passato di collaborazionista, e che i sovietici lo giudicavano un traditore della patria... Con il fiuto e il passo del narratore di razza, e con la sua profonda conoscenza del mondo degli scacchi ("lo sport più violento che esista", ha detto uno che se ne intendeva, Garri Kasparov), Paolo Maurensig indaga sulla morte di Alekhine cercando di scoprire, come dice Kundera citando Hermann Broch, "ciò che solo il romanzo può scoprire".
Possiamo spiegare che cos'è l'amore, se siamo noi i primi a non saperlo? La vita di Neill Bassett jr, un matrimonio fallito alle spalle e un presente organizzato in una perfetta routine da single, viene sconvolta il giorno in cui conosce Rachel, la storia di una notte che in modo lento e inesorabile si trasforma in qualcos'altro, e soprattutto quando l'ambizioso programma di intelligenza artificiale al quale lavora, basato sull'utilizzo delle informazioni e dei ricordi contenuti nei meticolosissimi diari del padre, morto suicida quindici anni prima, mostra segni inequivocabili di coscienza, cominciando a dialogare con lui come solo qualcuno che lo conosce fin dalla nascita potrebbe fare. La sua famiglia e la sua esistenza gli appariranno allora sotto una luce del tutto nuova. Il rapporto con il genitore, sempre stato così labile da non lasciargli quasi tracce nella memoria, acquisterà una concretezza e una complicità mai sperimentate prima.