La prima parte di "Migrazioni" si chiudeva con il ritorno del nobile Vuk Isakovic dalla guerra, all'inizio dell'estate 1745. Siamo ora nell'anno 1752: il governo di Maria Teresa ha deciso la smobilitazione delle truppe serbe e quel sogno - raggiungere una nuova patria, una terra slava, la Russia - viene raccolto dal nipote di Vuk, Pavle Isakovic. Sarà lui a guidare il suo popolo attraverso le steppe, i fiumi, le foreste e i laghi dell'Est. Ma solo per scoprire che nulla è come doveva essere, e che la terra promessa non esiste: mai Pavle potrà convincersi che "un'acacia sul Don o sul Begej è sempre un'acacia".
Nella traduzione di Landolfi i tre più celebri racconti di Puskin: Il fabbricante di bare, Il mastro di posta, La dama di picche. Landolfi riversa nella traduzione italiana la febbrile ricerca di novità e perfezione verbale del testo russo, insieme a quel dinamismo narrativo che pone il lettore in un nuovo sorprendente rapporto con l'idea di libertà.
Pepe Carvalho, dopo tanti anni viene chiamato a Madrid. Questa volta non per risolvere un caso, ma per occuparsi degli invitati a una premiazione di gala. A bandire il lauto premio letterario è Lazaro Conesal, pescecane della finanza e re di quella corte dove politica ed economia si intrecciano selvaggiamente. Non c'è dubbio, Madrid è molto diversa da come Pepe se la ricorda. Resta solo la bella Carmela a lottare con passione per i suoi ideali, ma il quadro è desolante: politici rampanti, scrittori dalla lingua (e forse dalla mano assassina), tronfi premi Nobel e trepidandi giovani promesse, critici venduti, donne risentite e industriali corrotti. E presto fa la comparsa un cadavere eccellente: quello dello stesso Lazaro Conesal.
Dopo quarantun anni, due uomini, che da giovani sono stati inseparabili, tornano a incontrarsi in un castello ai piedi dei Carpazi. Uno ha passato quei decenni in Estremo Oriente, l'altro non si è mosso dalla sua proprietà. Ma entrambi hanno vissuto in attesa di quel momento. Null'altro contava per loro. Perché? Perché condividono un segreto che possiede una forza singolare: "una forza che brucia il tessuto della vita come una radiazione maligna, ma al tempo stesso dà calore alla vita e la mantiene in tensione". Tutto converge verso un "duello senza spade" ma ben più crudele. Tra loro, nell'ombra il fantasma di una donna.