
Un protagonista della vita politica italiana del dopoguerra, un personaggio che fu sempre guardato con rispetto sia all'interno del suo partito (il Pci) sia dagli avversari, racconta i principi morali che lo condussero alla scelta della lotta antifascista e all'intransigente difesa della libertà contro qualsiasi totalitarismo le minacciasse. Scritto nel 1976 - ai tempi in cui il partito di Enrico Berlinguer ricercava una propria via all'eurocomunismo e preparava lo "strappo" con Mosca - questo testo autobiografico rimane un punto riferimento per chi ritiene che la lotta politica sia un confronto di idee e non uno scontro fazioso. prefazione di Miriam Mafai.
Monaciello, scugnizzo malinconico e dispettoso è il protagonista del primo racconto di questo volume, mentre il Fantasma servizievole e triste, che non è altro che la morte, ci accompagna nel secondo racconto. Sono "povere creature inimmaginabili": l'ombroso spiritello del primo racconto vive "in un piccolo armadio dalla serratura guasta, dalle porte malferme, fra cataste di panni scuri e penne verdi di pappagallo", mentre del secondo enigmatico fantasma "abbagliante era il suo sorriso in fondo agli occhi di tenebra". Attraverso la voce accorata e dolente della Ortese, si avverte l'eco di nostalgie mai sopite, di dolcezze negate e di figure angeliche e lunari, scontrose e carezzevoli.
"Non possiamo saperlo" raccoglie scritti di letteratura e di cinema, ricordi di amici scomparsi, pronunciamenti su questioni morali come l'aborto, il coraggio o la paura, il credere in Dio, i cattivi usi del linguaggio, infine gli interventi politici legati all'impegno parlamentare di una persona che sosteneva di non avere una mente politica. L'opera non narrativa di Natalia Ginzburg è tutta fondata sul sapere del corpo, un'intelligenza oscura che illumina i suoi interrogativi e imperativi morali. Grazie a questa facoltà è possibile conoscere i suoi pensieri sul "Salò" di Pasolini o sui "Sillabari" di Parise, sulle persone che furono Calvino, Flaiano, Levi e Penna, sulla nostalgia per un secolo diverso o sull'aldilà.
Torino, anni '40. Cesare Fenoglio, medico chirurgo, rinuncia a una brillante carriera per dedicarsi allo studio dei fiori e delle piante officinali. Irriso da molti colleghi, perseguitato dall'Ordine dei Medici, si dedica anima e corpo alle sue ricerche e prepara rimedi a base di essenze. Mentre le vicende della sua vita si mescolano alla storia (c'è la guerra e c'è la Resistenza), le sue cure riportano i primi indiscutibili successi e nuovi orizzonti sembrano aprirsi per la scienza. Ma chi si nasconde in realtà dietro questo personaggio tenero e ombroso, caparbio e geniale?
Questo volume raccoglie le cronache degli anni Ottanta, i saggi e le conversazioni più significative di Pier Vittorio Tondelli. Accanto al libro "Un weekend postmoderno", il lettore troverà tutti i materiali saggistici relativi al "Progetto Under 25", anticipatore nelle linee progettuali e teoriche, di un'innovazione relativa alla lettura e alla scrittura. Nella sezione "Il mestiere di scrittore" vengono raccolte le schede di lettura, pubblicate via via su "L'Espresso" e "Rockstar", nonché prefazioni e introduzioni a volumi di vari autori. La sezione finale propone una serie di conversazioni scelte per la particolarità del contesto o per l'ampiezza dei contenuti trattati.
Questo volume contiene: Introduzione (di Oreste del Buono); Cronologia; "Ma che cosa è quest'amore?"; "Se la luna mi porta fortuna"; "Giovinotti, non esageriamo!"; "Agosto, moglie mia non ti conosco"; "In campagna è un'altra cosa"; "Amiamoci in fretta"; "Cantilena all'angolo della strada"; Fortuna critica.
Questo volume contiene: Introduzione (di Maria Corti); Cronologia; Parte prima: "Diceria dell'untore", "Museo d'ombre", "Argo il cieco", "L'uomo invaso", "Le menzogne della notte"; Parte seconda: "L'amaro miele"; Parte terza: "Cere perse", "Il malpensante", "La luce e il lutto"; Appendice: istruzioni per l'uso (di "Diceria dell'untore"), La panchina; Note ai testi; Fortuna critica; Bibliografia.
Un nuovo romanzo del giovane scrittore modenese Ugo Cornia. Pagine dirette e ingannevolmente semplici. Gli affetti evocati non sono mai liricizzati, né ridotti a sfogo emotivo. E' la vita, che conosce tensioni, urti, sconvolgimenti, ma che diventa divagazione sull'affiorare imprevedibile delle memorie.