
"Uscita di sicurezza" contiene una serie di brevi saggi, interventi, conferenze e ricordi che coprono i decenni tra gli anni Quaranta e Sessanta. Si tratta di testi dal carattere fortemente autobiografico e che proprio nella misura del vissuto più bruciante si propongomo come opera letterariamente compiuta dello scrittore abruzzese. Dalle lucide riflessioni sulle trasformazioni sociali in atto nell'Italia del dopoguerra al tormentato e continuo interrogarsi sul significato della scrittura, dal controverso e sofferto rapporto con il Partito comunista all'esilio svizzero e al fascismo, "Uscita di sicurezza" si rivela così, pagina dopo pagina, come uno straordinario autoritratto politico-morale dell'uomo Silone.
Ambientato in una Torino malefica e metafisica, "La donna della domenica" è da molti considerato il capostipite del "giallo italiano". La trama si snoda tra i vizi, l'ipocrisia, le comiche velleità e gli esilaranti chiacchericci che animano la vita della borghesia piemontese.
Con questo libro Alberto Bevilacqua arriva ad una personale resa dei conti, raccontandosi dall'infanzia ad oggi, ponendo in primo piano il rapporto con la madre, e la sua follia, con il padre, indimenticabile aviatore e trasvolatore, con zio Toni, straordinaria figura di antifascista, e con la gente (quella del Po e di Parma) incantata da storie nutrite di magica fantasia. Un libro che traccia la mappa di una vita; il racconto di un'esistenza attraversata da vicende che vanno intese non solo in chiave autobiografica, ma come sintomi dell'avventura di un secolo.
Fra il 1821 e il 1823 Alessandro Manzoni aveva lavorato ai suoi "Promessi Sposi" scrivendone una prima stesura che portava il nome dei due protagonisti: Fermo Spolino e Lucia Zarella. "Fermo e Lucia" è suddiviso in quattro tomi. Il primo comprende, se pur con notevoli variazioni, il materiale narrativo che costituirà i primi otto capitoli dei "promessi Sposi". La maggior parte del secondo tomo è invece dedicata alla storia della monaca di Monza, la Signora, ancora chiamata Geltrude e non Gertrude come nell'edizione definitiva del romanzo. Il testo qui riprodotto è quello contenuto nei capitoli I-IX del secondo tomo di "Fermo e Lucia".
"Il viaggio è una questione secondaria. A me interessano i viaggiatori" afferma Beppe Severgnini introducendo questo libro. "Eravamo turisti. Siamo diventati viaggiatori. Imperfetti, ma viaggiatori" sostiene l'autore. Siamo curiosi, rumorosi, avventurosi, frettolosi, generosi. Leggiamo poco e compriamo troppo. Siamo complessivamente onesti e giustamente diffidenti. Siamo tolleranti. Se vi riconoscete in queste pagine, vi raccomandiamo di essere indulgenti. Con voi stessi e con l'autore, che ricorda: "Se ho saputo descrivere la commedia umana che circonda i nostri viaggi, il motivo è uno solo: tra gli attori ci sono anch'io, e di solito mi diverto come un matto".
Perchè vi parlo sempre di me e della gente di casa mia? Per parlarvi di voi e della gente di casa vostra. Per consolare me e voi della vostra vita banale di onesta gente comune. Per sorridere assieme dei nostri piccoli guai quotidiani. (Guareschi)
Undici splendidi ritratti di firme illustri della narrativa, del teatro, della poesia tra fine Ottocento e pieno Novecento arricchiti di citazioni, di note e di saggi. Cominciando con la figura di Paul Verlaine, i cui vagabondaggi esistenziali e artistici altro non furono che una confusa, quanto appassionata, ricerca d’amore; di Joris-Karl Huysmans, convertitosi, cinquantenne, al cattolicesimo; di san Juan de la Cruz e di Ernest Hemingway, ambedue cantori della morte; di Eduardo De Filippo, di Antoine de Saint-Exupéry, Vasilij Semënovic Grossman, Eugène Ionesco, Friedrich Dürrenmatt, Stefano Jacomuzzi e Flannery O’Connor, ambedue tesi al «punto Omega» della loro realtà di credenti e di scrittori in modo inedito e sorprendente.
Già docente di letteratura e cristianesimo presso l’Istituto di scienze religiose della Pontificia Università Gregoriana, Ferdinando Castelli, gesuita, è redattore de «La Civiltà Cattolica» per il settore letterario. La vasta preparazione umanistica, filosofica e teologica lo annovera fra i critici più attenti che militino in campo cattolico. Oltre agli studi su Umberto Eco, Elsa Morante, Vasilij Grossman, Antoine de Saint-Exupéry, Michel Tournier, Flannery O’Connor, Eugène Ionesco, tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: Letteratura dell’inquietudine (1963), Sei profeti per il nostro tempo (1972), I cavalieri del nulla (1977), Volti della contestazione. Strindberg, Péguy, Papini, Camus, Mishima, Kerouac, Böll (1978), In nome dell’uomo (1980), Carlo Bo. Una vita per la letteratura (1996). Citazione a sé meritano i tre volumi de I volti di Gesù nella letteratura moderna (1987, 1990, 1995), che furono il coronamento di un progetto accarezzato a lungo da padre Castelli: “leggere” il volto di Gesù negli scritti, a volte limpidi, a volte tortuosi, degli autori più rappresentativi della nostra epoca.
In questa parte della "Commedia", Dante offre il senso di una esperienza di felicità e di conoscenza che si compie. Qui ha termine il viaggio, la traversata del tumultuoso teatro dell'umano trova pace e significato. Dove poesia e silenzio si toccano, Dante trova l'arte di esprimere la gioia umana di stare faccia a faccia con il volto buono del mistero. L'esperienza d'amore per Beatrice, da cui è nata la Commedia, qui fiorisce definitivamente, trova la sua destinazione.
Questo volume contiene gran parte dei racconti scritti da Moravia tra il 1927 e il 1951, già variamente distribuiti in raccolte più brevi. I primi risalgono agli anni in cui Moravia lavorava al suo primo romanzo "Gli indifferenti" (1929) e denotano la maturità tecnica ed espressiva dell'autore.
I racconti di Giuseppe Zigaina sembrano sequenze di un sogno ricorrente. I "sabati fascisti" passati nelle aule deserte a disegnare sulla lavagna, in una terra di confine in cui tutti parlano sloveno. La casa in cui scopre il suo unico, irripetile universo. Il tentativo di ricostruire quel mondo, l'immancabile nostalgia. Fondamentale la figura del padre, fu lui il primo a "incorniciare" i suoi disegni con un tratto di matita. Poi gli altri incontri: Elisa con il suo profumo mescolato a quello intenso dell'acqua ragia, Tommaso, il professore che dipinge, la violenza degli odori, la confusione di sogni, il decadere di ogni cosa, il verde del paesaggio che entra dentro di lui con ogni variazione di tonalità e trasparenze.