
Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa, immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla sala operatoria. E in questa attesa, gelata dal terrore di un evento estremo, quest'uomo, che da anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre distratto di un'adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato, costretto a raccontarsi una verità straniata e violenta. Parla a sua figlia Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro se stesso disarmato e osceno.
Ambientato nel primo quindicennio del Settecento, il romanzo di Camilleri si ispira ad un episodio della storia siciliana. Erano gli anni in cui la Sicilia era con i Savoia, si succedevano rivolte e rivoluzioni. Per sei giorni Girgenti diventò un regno indipendente con un contadino che si autoproclamò re. Si chiamava Michele Zosimo, nei giorni dell'insurrezione pare bevesse vino mescolato a polvere da sparo. Re per soli sei giorni, una volta sedata la rivolta, venne ucciso.
La Cantica della penombra e della speranza. Qui si muovono gli uomini che sanno di poter raggiungere la soddisfazione piena e di poter colmare il desiderio di eterno che muove il cuore e la ragione. In questa arte della Commedia, Dante imprime in modo indelebile, come solo la grande arte sa fare, le figure di una umanità in cammino e in tensione verso il vero bene.
Dalla foresta dell'India ai mari della Malesia. In questo romanzo entrano in scena Sandokan, la "Tigre della Malesia", in perenne lotta lontro gli inglesi guidati da James Brooke, lo "sterminatore di pirati", e poi Janez, il flemmatico portoghese dall'eterna sigaretta in bocca e Marianna, la "Perla di Labuan". Con le illustrazioni della prima edizione ad opera di Carlo Linzaghi.
La prima parte del viaggio dantesco, in mezzo al dolore dell'umanità che ha perduto il proprio vero bene. Uno straordinario affresco di personaggi e di figure colte nelle situazioni più colorite e commoventi. Comicità, tenerezza e senso tragico si mescolano nella plastica visione di una "perduta gente" ove è possibile riconoscere l'attualità di quanto deturpa il vero volto umano.
Il romanzo racconta la storia di una donna bellissima e audace, che attraversa gli anni difficili del '900, cercando di aver salde in mano le redini del potere. Naturalmente alla fine il mondo sfuggirà al suo controllo, come la sua incantata bellezza sfiorirà impietosamente, ma la lotta tra amore e potere, che si combatte nella sua stanza, è appassionata e crudele e Isabella ne è per lungo tempo al centro come una torbida e inquietante eroina.
"Scrivendo "La Vita eterna" volevo vendicare i partigiani contadini, il loro destino oscuro, senza gloria. Poiché il capo delle SS di questa zona dell'Italia di cui parlo nel libro fu scoperto quando "La vita eterna" fu tradotta in tedesco, e fu citato in processo, e morì la notte della prima udienza, mi piace pensare "La vita eterna" come un colpo di fucile sparato dall'Italia alla Germania per colpire un nemico della mia gente. La procura di Verona aveva incluso "La vita eterna" tra i documenti a suo carico". (Ferdinando Camon)
Cosa sarebbe stato il cammino dell'essere umano senza l'utopia, senza la spinta a sfidare l'ignoto, a inseguire un ideale, a sognare un mondo meno ingiusto e più solidale? Riaffermando il vero significato dell'utopia - che non è l'irrealizzabile, ma qualcosa che non si è ancora realizzato - l'autore spazia in diverse epoche e luoghi, dall'Europa all'America Latina, narrando le esistenze di uomini e donne che hanno sacrificato tutto, anche la loro stessa vita, all'ideale utopico.
Questo volume contiene un'introduzione di Luigi Malerba e le seguenti opere di Cesare Zavattini: Parliamo tanto di me; I poveri sono matti; Io sono il diavolo; Totò il buono; Ipocrita 1943; Come nasce un soggetto cinematografico; Straparole; Toni Ligabue; Non libro; Stricarm'in d'na parola; Le voglie letterarie; Al macero; La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini; La veritàaaa; Gli altri.