
Agata non sa nulla dell'amore e della bellezza. È una ragazza semplice, cresciuta su un'isola nel mezzo del Mediterraneo, da un padre distante, che è solo capace di toccare il ferro della sua fucina, e una zia bigotta, invecchiata anzitempo e terrorizzata all'idea di volerle bene. Al posto di una madre, un'assenza, sotto forma di un vestito azzurro sepolto in un armadio. Al posto delle carezze che meriterebbe, parole dure che feriscono come schiaffi. È la scoperta della passione a cambiare per sempre il corso della sua esistenza. Per la cucina, grazie alla creazione di una salsa capace di dispensare il buonumore e far gustare il mondo. Per un giovane addestratore di cavalli in un circo, Dumitru, che le fa capire, in un muto linguaggio di soli gesti, che la vita non è un inferno, come le hanno fatto sempre credere. È il piacere di un istante, un paio di scarpe rosse che danno scandalo, un ballo silenzioso con l'uomo amato e la pienezza che si prova solo realizzando i propri sogni. Così Agata inizia finalmente e vivere, a ribellarsi a un mondo chiuso, schiacciato dal moralismo, dalla corruzione, dalla prepotenza. Ma lì è nata, e lì vuole rimanere. Capirà che l'amore e la bellezza, in fondo, sono come il vento. Se non chiedi loro di restare, rimarranno a riempire i tuoi giorni.
Ci sono voluti dieci anni ininterrotti di guerra e di sangue, di amori feroci e di odio inestinguibile, per sconfiggere i Troiani. Ora Odysseo deve rimettersi in viaggio con i suoi uomini per fare ritorno a Itaca, dove lo attendono la moglie fedele e il figlio lasciato bambino. Ma il ritorno è una nuova avventura: Odysseo deve riprendere la lotta, la sua sfida agli uomini, alle forze oscure della natura, al capriccioso e imperscrutabile volere degli dei. Vano è disporre gli animi alla gioia del ritorno: l'eroe e i suoi compagni dovranno affrontare imprese spaventose, prove sovrumane, nemici insidiosissimi come il ciclope Polifemo, i mangiatori di loto e poi la maga incantatrice che trasforma gli uomini in porci, i mostri dello Stretto, le Sirene dal canto meraviglioso e assassino... Il multiforme Odysseo, il coraggioso Ulisse, l'astuto Nessuno dovrà raggiungere i confini del mondo e addirittura evocare i morti dagli inferi, sperimentando lo struggimento più immedicabile al cospetto di chi ormai vive nel mondo delle ombre, e ancora finire su un'isola misteriosa dove una dea lo accoglierà e lo terrà avvinto in un abbraccio dolcissimo e pericoloso per lunghi anni... Poi, finalmente, con il cuore colmo di dolore per i compagni perduti lungo la rotta, ecco compiersi il ritorno. Il giorno dell'esultanza. Il giorno della vendetta... Dopo aver cantato la nascita e la formazione dell'eroe e la guerra sotto le alte mura di Pergamo, Manfredi dà voce al viaggio più straordinario di tutti i tempi.
Atene, 17 novembre 1973. Un eminente archeologo muore misteriosamente subito dopo aver ritrovato il vaso d'oro dell'indovino Tiresia. Poche ore più tardi, mentre scoppiano i disordini di Piazza del Politecnico, una giovane e bella studentessa viene catturata, stuprata e uccisa dalla polizia sotto gli occhi del fidanzato, Claudio Setti. Dieci anni dopo, una catena di efferati delitti sconvolge la Grecia. Riti annunciati da oscure profezie. Omicidi senza spiegazione per chi non abbia vissuto i giorni della rivolta studentesca e non conosca il segreto del vaso di Tiresia, sul quale era raffigurata la profezia riguardante l'ultimo viaggio di Ulisse: una seconda odissea durante la quale l'eroe omerico sarebbe arrivato fino alla fine del mondo, a interrogare il misterioso "oracolo dei morti"...
Milano, estate 1981: siamo nella fase più tarda, e più feroce, della stagione terroristica in Italia. Non ancora quarantenne, Giacomo Colnaghi a Milano è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga da tempo sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell'assassinio di un politico democristiano. Il dubbio e l'inquietudine lo accompagnano da sempre. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È di umili origini, ma convinto che la sua riuscita personale sia la prova di vivere in una società aperta. È sposato con figli, ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi, con i quali incrocia schermaglie polemiche, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie. Dall'inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, che lo lasciò bambino morendo in un'azione partigiana. Quel padre che la famiglia cattolica conformista non potè mai perdonare per la sua ribellione all'ordine, la cui storia eroica Colnaghi ha sempre inseguito, per sapere, e per trattenere quell'unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla. L'inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti, e andrà a buon fine. Ma la sua coscienza aggiunge alla caccia all'uomo una corsa per capire le ragioni profonde, l'origine delle ferite che stanno attraversando il Paese...
"'Vedo il sole', scrisse Eleonora Duse nel primo biglietto per Gabriele d'Annunzio, e parlava di lui, che definirà il loro incontro 'un incantesimo solare'. Senza saperlo, ma forse lui sì, il loro amore inaugurò il divismo moderno e alimentò le cronache mondane per anni. I detrattori hanno sostenuto che non fu un vero amore. La questione è più complessa. Il loro, semmai, fu un incontro di reciproco interesse. Il connubio artistico con la più celebrata attrice del tempo avrebbe permesso a Gabriele di avvicinare il pubblico ai suoi miti e alla sua poesia. A lei premeva rinnovare il suo repertorio e legare la propria arte a testi che fossero 'suoi' e soltanto suoi. E per di più cadde fulminata dal grande seduttore che, pur amandola, finì per stancarsene, come sempre. Fu un grande amore? Sì, e questo libro - che ho visto crescere insieme agli studi di Franca Minnucci negli Archivi del Vittoriale degli Italiani - lo racconta con le stesse parole della grande attrice." (Giordano Bruno Guerri)
Per Leo, che ama il mare, vivere è una continua, incerta navigazione. A trentacinque anni sente di avere poche sicurezze e troppe rotte da correggere: la sua e quelle dei suoi alunni. Insegnante alle scuole superiori, ogni santo giorno cerca di condurre in porto sana e salva una classe che a volte gli sembra una flottiglia di zattere improvvisate, destinate a perdersi nella tempesta del proprio tempo. In gergo marinaresco, Leo lo sa bene, l'opera viva è la parte sommersa di un'imbarcazione, quella che lavora con l'acqua per generare il moto, mentre l'opera morta, la parte visibile, è solo il guscio esterno. Ed è convinto che anche nelle persone sia la parte sommersa quella decisiva. Come ogni marinaio, Leo incontra una sirena incantatrice, ma per fortuna - così sostiene lui - riesce a tapparsi le orecchie in tempo. Anche se ha una patente nautica per andare ovunque, preferisce navigare a vista, senza mai lasciarsi troppo andare. Sospetta sia proprio questo a guastare i suoi rapporti con le donne, gli amici, i colleghi, gli alunni... No, con gli alunni no. Anzi, sono loro l'oceano sul quale a volte si distende per riposare e sentirsi vivo. La navigazione nel mare aperto della vita e l'educazione di ragazzi che della vita devono apprendere tutto; un tema che non cessa di riguardarci ed emozionarci e che si fa ancora più intenso in virtù di una scrittura esatta ed energica come un colpo di remo, nutrita di suggestioni letterarie eppure calata nel quotidiano.
Teo ha otto anni e, più ancora dello Skifiltor, desidera una famiglia felice. Ma i suoi genitori litigano sempre, ogni battaglia quotidiana sembra persa. Così Teo decide di combatterla lui, questa battaglia, al posto loro. Per sapere come vincerla però deve chiedere a uno che di battaglie se ne intende. Uno come Napoleone, la cui storia sta leggendo su un libro. Ma Napoleone è morto: come si fa a incontrarlo? E sarà in paradiso o all'inferno? L'inferno, tra l'altro, pare sia molto caldo, quasi come Porto Ercole d'estate. Pare sia sotto terra, ma allora perché quando fanno gli scavi per la metro non lo trovano? In paradiso invece ci arrivi con l'aeroplano privato di Dio, e solo se non dici parolacce. Poi san Pietro controlla se sei in lista. Teo bombarda gli adulti di domande disarmanti e traccia su un quaderno schemi dall'irresistibile effetto comico, per tentare di capire come funzioni: con la morte, il bene e il male, il silenzio di Dio. Il suo sguardo buffo ci mette davanti alle paure che non sappiamo affrontare. Prima fra tutte, quella di sentirci sconfitti.
Una piccola comunità dell'altipiano di Asiago esce stremata dalla Grande Guerra: ovunque macerie, povertà, disoccupazione. Chi non emigra ha davanti a sé un solo, pericoloso mestiere, quello del "recuperante": battere la montagna alla ricerca di residui bellici da rivendere ai grossisti di metalli per pochi centesimi. Giacomo, il protagonista del romanzo, impara il mestiere fin da bambino, al seguito del padre. Nel silenzio dei monti, impara a dialogare con i soldati scomparsi, ma anche a conoscere e decifrare il linguaggio segreto di piante e animali.
"Il racconto, e la narrazione in generale, mi sono apparsi la forma più adatta per rispondere alla domanda ineludibile su 'chi sono io per me stesso e su chi sono per gli altri'". Così, di questo suo libro, scrive Pietro Barcellona (Catania, 1936-2013). Giurista e filosofo, interprete della società e del suo mutamento in oltre novanta saggi e nelle sue opere pittoriche, Barcellona è stato professore di Diritto privato e di Filosofia del diritto nelle Università di Catania, Firenze e Roma, dirigente e parlamentare del Pci, membro del Consiglio Superiore della Magistratura e presidente del Centro per la Riforma dello Stato. L'ultimo suo saggio, "Parolepotere", è stato pubblicato da Castelvecchi nel 2013.
Affacciato al suo balconcino sul golfo di Napoli, Antonio guarda il mare pieno di luce e ascolta alla radio le canzoni di Sanremo. Nel quartiere lo prendono per matto, ma a lui non importa. Perché se Antonio è pazzo, lo è d'amore per la sua Lucia, una lunga treccia nera e occhi screziati d'oro, che ha conosciuto in un giorno lontano del 1943. La guerra li ha divisi, e anche se tutti gli dicono che il suo è un sogno impossibile è con Lucia che Antonio spera ancora di poter vivere giorni interminabili di purissimo amore, fatti di piccole, grandi cose: la spesa, la cucina, le serate sul balcone, la passione. Ma quando la madre, malata e preoccupata di lasciarlo solo, gli chiede di sposarsi con una ragazza che lui non ama, Antonio non trova la forza di rifiutare, rischiando così di veder svanire per sempre il suo sogno di felicità. Sullo sfondo di una Posillipo piena di vita, voci e colori e di un mare placido e scintillante, capace di svelare il significato dell'esistere a chi ha la pazienza di osservare, Romana Petri intesse lo struggente racconto di un sentimento totalizzante, di un amore dalla forza imprevedibile che sa sfidare e vincere l'inesorabile scorrere del tempo e le crude leggi della realtà.
Carla Pampaloni Scotti ha cinquant'anni, una netta somiglianza con Ave Ninchi, è professoressa di Chimica alla Statale di Milano, è sposata con un fisico geniale, ha un figlio quindicenne purissimo nerd. La sua collega e amica della vita è Paola Ottolina: bassa, grassa, occhialuta, irrimediabilmente brutta e sola, con le sue fattezze da can-bulldog. O almeno così sostiene il vecchio Alfredo Pampaloni, padre di Carla, ex industriale. Un ottuagenario che guida la sua Jaguar come Manuel Fangio, che prepara i Martini migliori del mondo, che indossa sempre giacca blu, pantaloni bianchi e mocassini senza calze, come un playboy anni sessanta. Agosto 2012: Alfredo Pampaloni convoca tutti a Solària. Nella futuribile villa di famiglia arriva Carla con suo figlio e l'Ottolina, e da Londra arriva Edo, con i suoi gemelli biondi e una moglie maleducata. E allora subito: il vecchio Pampaloni porta i figli da un notaio per cedere loro la casa di Solària e quella di Milano; Edo chiede conto dei milioni di euro da ereditare che sembrano svaniti; la villa e i suoi occupanti sono vittime di aggressioni incomprensibili, un'accetta conficcata nella centralina elettrica, scritte ingiuriose sui muri, palle di fuoco che scendono dal crinale. Ed è da qui che parte un intrigo che mescola il misterioso passato del capofamiglia con un presente minaccioso, affrontato con l'aiuto del vice ispettore Erica Daldosso, rughe e capelli d'argento. Il passato si sgroviglia. Ed è quasi tutto da ridere.
Si può vendere la propria esistenza, con tutto quel che c'è dentro? Quando scopre la storia di un ventenne australiano che mette in vendita la sua vita su eBay per seimila dollari, Lucien decide di fare altrettanto. Sente che le sue giornate gli vanno strette e prova perciò a liberarsene. Le offre a Filippo, incontrato per caso: raduna fotografie e ricordi, segnala abitudini, presenta nemici e amici, compresa la Signorina F., che ancora gli ronza in testa. Lucien se ne va, portando con sé solo un quaderno dalla copertina nera. Filippo comincia a vivere la vita dell'altro, a farla sua, con disinvoltura e imprudenza, fino al punto di innamorarsi della Signorina F. Le cose si complicano, Lucien e Filippo vengono travolti dalle conseguenze del loro stesso azzardo. Il vecchio "proprietario" della vita in vendita, da lontano, si accorge di non avere dato il prezzo a troppe cose: a certe mattine di domenica, a una neve arrivata all'improvviso, a una storia d'amore che non è stata. Alla donna che lo ha messo al mondo, a cui non ha mai potuto chiedere della notte in cui è nato. Una storia sulla forza oscura delle radici, sul patto profondo che ci lega a noi stessi.