
Una giovane coppia. Estate. Davanti, un weekend senza bambino. Una festa da amici. Lui flirta con un'altra, bevono molto. A casa si seducono. C'è un senso di sfida e meccanicità. Si spiano. Domenica, è giorno fatto. Arriva una telefonata: il bambino è stato ricoverato in ospedale, è svenuto e i nonni sono con lui. La città torrida è bloccata da una maratona. Inizia la loro corsa faticosa, storta, infinita. Il vecchio cane malato viene lasciato a casa. "Domenica" è una storia scavata nella contemporaneità che racconta i suoi personaggi, braccandoli là dove covano vitalità e paura, rabbia e intelligenza, passando dall'uno all'altra, in un'allucinata presa diretta. Come Hitchcock ben sapeva, la suspense più forte è quella che scaturisce dalla vita di coppia.
"La fine dell'amore c'entra col fondo delle tazze bianche, che piano piano diventano scure e macchiate. C'entra con i bicchieri che da sei sono diventati quattro e c'entra anche con la cucina all'ingrosso che più di due anni non regge perché inizia a scollarsi e lascia vedere che è fatta di nulla. Tutta plastica e laminati e tu hai voglia a fare come se fosse di legno e acciaio, ora che si capisce perché costava così poco: non è capace di far durare l'amore e di far durare le sue parti finte." (Ilaria Bernardini)
La prima vacanza da sola con il proprio ragazzo è il sogno di tutte, ma per Bea la settimana in tenda con Andrea si è rivelata un vero disastro e, tornati a casa, i due ragazzi si sono allontanati. Per fortuna lei può aggrapparsi ai suoi storici amici e ai suoi amati libri. E quando per caso entra in Mitubùk, una community di lettori che si scambiano pareri e consigli, conosce un misterioso utente che, guarda caso, le ricorda tanto Emanuele, il ragazzo conosciuto a una festa in discoteca... "Aspetto di chattare con te come un carcerato aspetta l'ora d'aria".
"Chi dice che solo la storia, i romanzi, la poesia o i saggi ci fanno vedere la realtà-irrealtà della cosa uomo o delle cose dell'uomo? Altre zone, altri strati, quindi non solo lo stato delle cose o le cose in un certo stato. Un testo contenente un detesto perché quello che mi piace è solo surreale, voglia di metafisica e trascendenza del pensiero volatile fermo solo a certe stazioni mentali, "Nessun dogma!" liricamente né aforismi, né enigmismi..." (Alessandro Bergonzoni)
Le pupille di Sandrino diventano laser.
«Non c’è mai stato nessuno, e mai ce ne
sarà un altro, come il Coppi. Se vuoi ti
racconto la sua storia. Io la so tutta. Non
c’è giorno che non la ripassi. Ho paura di
scordare i dettagli. Non voglio dimenticare
niente. Da quando è morto, e sono ormai
cinquant’anni, ho incominciato a morire
un po’ anch’io. Sono nato per fare sacrifici,
quei ricordi per me sono tutto.»
Ci sono incontri casuali che ti trascinano in un altro mondo. È quello che accade ad Antonio e Andrea, padre separato e figlio alle soglie dell’adolescenza, un sabato qualunque, mentre vanno in visita all’anziana nonna nell’Alessandrino. Entrando in un bar anonimo, Antonio rimane colpito da un omone in canottiera blu e pantaloncini, solo un po’ ricurvo per l’età avanzata. È come se l’avesse già visto in tanti anni passati a fare il giornalista sportivo. Ma certo: è Sandro Torino, grande gregario di Fausto Coppi, anche lui di quelle colline. Basta un breve scambio di battute per capire che è un’occasione irripetibile per tutti: per il vecchio gregario di regalare a due menti entusiaste la storia preziosa di un’amicizia lunga una vita, per Antonio e, specialmente, per Andrea di immergersi nel mito più emozionante del ciclismo. In una serie di incontri sulle sedie di plastica del bar, fra spuma nera e calici di bianco, Sandro evoca l’epopea di Coppi, dalla prima bici — la Trifusì — al Giro del ’40 vinto quando ancora era gregario di Bartali, dalla leggendaria Milano-Sanremo del ’46, in cui staccò inesorabilmente tutti, agli anni mirabili 1949 e 1952 delle doppiette Giro e Tour, alla romantica, scandalosa follia della Dama Bianca… E dalle belle storie d’un tempo nascono altre belle storie d’oggi che parlano di poesie nascoste sotto un sellino, di un amore che sboccia, di corridori-ragazzini e di alberi felici.
"Fino all'anno scorso non c'erano grandi motivi per conoscere Plato, Missouri. È un villaggio di soli 109 residenti, quasi nel centro dello stato che ai tempi della guerra civile fu conteso tra nordisti e sudisti. Un luogo piccolo con un nome molto importante. Plato è inglese per Platone, il filosofo per eccellenza. Ma nel 2011 Plato è stato indicato dal Census Bureau come il nuovo centro demografico degli Stati Uniti. E così ha conosciuto una fiammata di popolarità. Anche così piccola, Plato è un perfetto esempio della provincia americana e della parte più autentica degli Stati Uniti. Ma la provincia, in realtà, è ovunque. Basta guidare un'ora e mezza fuori da New York, addentrarsi nel New Jersey, per ritrovarsi lontani anni luce dal cosmopolitismo di Manhattan e cercare l'America profonda". Dall'Ohio all'Oklahoma, dal Mississippi al Nevada, dal Nebraska all'indiana, dall'Iowa al Wyoming, dalla Florida a Wall Street, Oliviero Bergamini racconta le tante facce degli Stati Uniti d'America, il paese del sogno possibile alle prese con questioni cruciali da risolvere; i meccanismi fuori controllo della finanza, la crisi della classe media e il declino della mobilità sociale, il conflitto tra partecipazione democratica e strapotere del denaro, l'economia del paese in rapporto al resto del mondo, i nativi-americani tra degrado sociale e rivendicazioni, la potenza militare, le guerre e i conflitti aperti dai recenti movimenti sociali di Occupy Wall Street.
Arianna è un'adolescente milanese, insicura e introversa, costretta a crescere di colpo dopo la separazione dei genitori. Isolata nella masseria dei nonni, tra i colori avvolgenti della campagna pugliese, inizia a cercare verità sulla sua famiglia, su di sé, sul senso della vita. Giorno dopo giorno, la realtà si accende. Nel buio di un granaio, tra scatoloni pieni di diari e vecchie foto, ricostruisce con rabbiosa curiosità tasselli di passato per capire l'origine della storia dei suoi genitori, che non è mai stata una favola. In un'indagine che si tinge di giallo, la protagonista fa i conti con le sfumature di significato dell'amore e della libertà, si interroga sul vero volto dell'amicizia e accetta i pericoli della verità per ricucire i legami con una famiglia che credeva di conoscere. Il fratello maggiore Pietro, prima estraneo al suo mondo, si rivela un punto fermo nella tempesta. Gli incontri con il coetaneo Gabriele e soprattutto con Ayman, giovane egiziano che lavora nei campi del nonno, tuffano Arianna in un tumulto di emozioni e domande tutte da decifrare. La sua testarda sete di autenticità costringerà anche gli adulti intorno a lei a interrogarsi sui fili segreti che legano scelte e desideri, silenzi e parole.
Nella primavera del 2020, in una Milano spettrale, Arianna sta per compiere diciotto anni: è un momento di crisi e lei cerca conforto iniziando a scrivere un diario. Le sue impressioni senza filtri si dilatano fino a ricostruire gli ultimi quattro anni della sua vita: la separazione dei genitori, i segreti del passato e le amicizie inaspettate. Finora le braccia di Ayman, incontrato in un'indimenticabile estate in Puglia, sono state un porto sicuro, ma troppe gelosie minano la loro storia a distanza. Intorno a lei, tanti personaggi (come la nonna Angela, l'inseparabile Giorgia o il fratello Pietro) si muovono in un labirinto che sembra senza uscita, in cerca di spiragli che diano un senso alla vita. Nel suo viaggio Arianna continuerà a inciampare, mentire e tentare gesti estremi per recuperare i frammenti della sua anima e scoprire alla fine che... è ancora tutto da imparare.
L'Accademia dei Tre Principi è una sala da biliardo. È un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto lo sguardo cieco del saggio Borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il Puzzone, Elvis, Tremal-Naik, la Mummia, il Professore e Tamarindo. Si svuotano portacenere e si tiene il conto delle battaglie. In quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, "snella, flessuosa, pallida", e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero.
L'Accademia dei Tre Principi è una sala da biliardo. È un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto lo sguardo cieco del saggio Borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il Puzzone, Elvis, Tremal-Naik, la Mummia, il Professore e Tamarindo. Si svuotano portacenere e si tiene il conto delle battaglie. In quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso Pantera, "snella, flessuosa, pallida", e la leggenda varca i confini. Quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare da lontano. Uscita dal suo racconto, Pantera porge il testimone ad Aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero.
C'è un cane presidenziale e, ovviamente, il Presidente dell'Impero, i primi generali, i re degli affari, le guardie del corpo, tanti divi fasulli, le segretarie di stato e molti, molti spiriti. Sono spiriti attori, spiriti cacciatori, di casa nel fuoco e nei boschi come Kimala o nelle parole come Poros. C'è la strega Zelda e molti demoni minori, bambini del coro, soldati, spettatori... e, naturalmente, tutti i grandi e servili eroi di Usitalia.