
Fu una vita senza regole, quella di Chet Baker: il genio bellissimo e maledetto del jazz, l'uomo capace tanto di distruggere il proprio corpo con la schiavitù dall'eroina, quanto di far salire fino al cielo le note della sua tromba. E fu una vita tragica quella di Chet, conclusa il 13 maggio del 1988 con un volo da una finestra del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam. Quasi vent'anni dopo, una mattina del 2006, il protagonista di questo romanzo riceve una telefonata che riapre il mistero su uno dei miti più controversi del Novecento: Chet non è morto, ma vive, come un eremita, nel cuore del Salento. E qualcuno giura di aver sentito la sua tromba suonare ancora. Sulle note di My Funny Valentine comincia un viaggio che spinge il protagonista a cercare di scoprire se quell'uomo è davvero Chet. Ad affiancarlo in questa ricerca, le donne che in gioventù conobbero il lato più imprevedibile e ribelle di quel "James Dean del jazz" e che oggi vegliano sul suo segreto. E sarà proprio grazie a Nathalie, americana trapiantata a Parigi, che potrà svelarsi il mistero di un artista straordinario che rappresentò il dolore di un'epoca e che negli ultimi anni della sua vita "ufficiale" si avvicinò agli insegnamenti di un mistico e filosofo armeno, Georges Ivanovic Gurdjieff, che sconvolse la vita di tutti coloro che lo conobbero. L'incontro con Gurdjeff segnò per il musicista e l'uomo Chet Baker l'inizio di un percorso di "resurrezione" dagli esiti sconcertanti e radicali.
È il 1987. Georges Simenon vecchio e malato decide di tornare per l'ultima volta nella sua isola preferita, Porquerolles in Costa Azzurra, per trascorrere qualche settimana in una piccola villetta dentro la macchia mediterranea. Sulla stessa isola compare una giovane donna, molto bella, con uno sguardo strano, che si fa chiamare Betty, come il personaggio di un celebre romanzo di Simenon, anche se non è il suo vero nome. Poco tempo dopo l'improvvisa apparizione, Betty viene trovata in mare. Non è un suicidio. È stata assassinata. Da chi, e perché? Simenon deve improvvisarsi Maigret, e decide di scrivere in prima persona questa storia. E attraverso questo caso giudiziario, quello di una donna ossessionata dai suoi romanzi, riapre vecchie ferite, come il suicidio della figlia Marie-Jo, e indaga fino in fondo le contraddizioni della sua vita. Ci fa entrare in quel mondo di perdenti che ha descritto nei suoi libri più belli. Fino all'epilogo, davvero sconvolgente, che è un modo crudele per tirare le fila di tutto, e chiudere i conti di un'esistenza segnata da un tarlo, da una ferita che nessuno potrà mai guarire. E che non gli dà pace.
Questi racconti sono un percorso parallelo, quasi segreto, della scrittura di Roberto Cotroneo. Testi che coprono l'arco di tempo di oltre quindici anni, scritti per occasioni molto diverse, e tenuti distanti uno dall'altro come fossero delle eccezioni quasi private a un percorso narrativo che invece procede, di libro in libro, con una coerenza, una progettualità ormai evidente. Ora l'autore li ha messi assieme in un volume, con alcuni testi inediti e un racconto che apre la raccolta scritto proprio in occasione dell'uscita di questo volume, con la consapevolezza che in queste pagine c'è come un contrappunto, una scrittura altra che ha accompagnato la pubblicazione dei suoi romanzi in questi anni. I temi dei racconti spesso riprendono quelli dei romanzi, la città di Otranto, per prima cosa, ma anche la passione per la musica, per la storia recente italiana. Ma non solo. In questi testi si legge in filigrana anche una scrittura autobiografica inedita e persino sorprendente per un autore che ha sempre tenuto distanti da sé, nei propri libri, riferimenti personali e familiari. Ne esce un volume che fonde storie diverse, scritture che sono cambiate nel tempo, come un mosaico sorprendente che nel suo essere spezzettato prende un senso inaspettato e per molti versi appassionante. Una raccolta che fa scattare come nessun'altra le molle della fantasia e dell'immaginazione, partendo sempre da presupposti logici e razionali.
Lorenzo, Antonio, Elena. Due adolescenti. Un'insegnante. Un amore, un rimpianto, un atto di violenza. E un bacio. Da questo libro l'omonimo film sull'adolescenza, il bullismo, l'omofobia e l'amicizia.
Quattordici voci - evocative, sensuali, sottili, oscure - raccontano i loro sogni d'amore e di inquietudine. Parlano di ricordi, di dolori passati, di gioie a venire. Personaggi immaginari che aprono squarci sul mistero delle loro vite, portandoci in spazi fantastici, irreali, eppure così vicini alla nostra intimità, alla coscienza del nostro mondo interiore. Questi racconti, lirici e ammalianti, vengono a riunirsi in un libro che conduce il lettore al cuore della notte, tra realtà e fantasia, ombre e bagliori, illusioni e scoperte, fino alla luce del mattino e alle soglie di un sogno ulteriore.
Cosa succede quando in un paese di montagna di poco più di duecento anime, abbandonato dai giovani, ammorbato dalla noia, arriva una donna con un grande telaio per tessere a mano? Lei è Filomena, sarda di origine ma cresciuta nella campagna senese da sempre. Rimasta vedova e con due figli ormai adulti, decide di lasciare la sua terra per seguire il sogno di una vita: tessere, e per farlo sceglie un luogo di montagna, silenzioso e quasi dimenticato da tutti. Il suo arrivo genera nel paese un movimento inatteso, pian piano si diffonderà una nuova energia, risvegliando gli abitanti da una morbosa sonnolenza interiore. Accadranno così avvenimenti che, grazie alla "tessitrice" faranno riemergere, negli uomini e nelle donne, virtù dimenticate e sogni mai realizzati.
Raymond il poliziotto, Beatrice l’infermiera, Salvatore il piccolo imprenditore e Regina l’insegnante entrano nel tunnel del coronavirus con tutti gli altri, alla fine di febbraio a Adeago, in provincia di Bergamo. Ci entrano con le loro vecchie paure, frustrazioni, amori perduti e sconfitte, e con un carico di umana meschinità.
Quando comincia il contagio, il poliziotto ne approfitta per defilarsi dalle indagini su un furto di macchine da cucire, l’infermiera simula un incidente per sfuggire al Pronto Soccorso sovraccarico, l’imprenditore pensa di fare soldi fabbricando e smerciando mascherine di dubbia qualità e l’insegnante elude le lezioni online per liberarsi di studenti svogliati e genitori aggressivi. Il tutto mentre i loro colleghi danno prova di un ben diverso impegno.
Ma il virus non è solo un vento di morte, è anche un formidabile acceleratore di destini. E i loro deflagrano. Dalle feste per le vittorie dell’Atalanta si passa al deserto e poi al terribile corteo delle bare nei camion militari, e le storie dei quattro protagonisti si intrecciano e si coagulano intorno al vergognoso business delle mascherine finanziato da veri malviventi, alcuni con la pistola, ma i peggiori in giacca e cravatta.
Nel momento più buio, uomini e donne che pensavano di non avere più niente da chiedere o da perdere si troveranno di fronte l’occasione per riscattare una vita spenta. Una storia d’amore e di dolore, in cui si ride a crepapelle e si piange disperatamente, che parla del nostro tempo, delle nostre scelte, della possibilità di capovolgere il proprio futuro.
Un noir grottesco e travolgente come una Fargo lombarda.
Roma, 11 luglio 1982. La sera della vittoria italiana al Mundial spagnolo Elisa Sordi, giovane impiegata di una società immobiliare del Vaticano scompare nel nulla. L'inchiesta viene affidata a Michele Balistreri, giovane commissario di Polizia dal passato oscuro. Arrogante e svogliato, Balistreri prende sottogamba il caso, e solo quando il corpo di Elisa viene ritrovato sul greto del Tevere si butta a capofitto nelle indagini. Qualcosa però va storto e il delitto rimarrà insoluto. Roma, 6 luglio 2006. Mentre gli azzurri battono la Francia ai Mondiali di Germania, Giovanna Sordi, madre di Elisa, si uccide gettandosi dal balcone. Il commissario Balistreri, ora a capo della Sezione Speciale Stranieri della Capitale, tiene a bada i propri demoni a forza di antidepressivi. Il suicidio dell'anziana donna alimenta i suoi rimorsi, spingendolo a riaprire l'inchiesta. Ma rendere finalmente giustizia a Elisa Sordi dopo ventiquattro anni avrà un prezzo ben più alto del previsto. Balistreri dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un male elusivo quanto tenace, che ha molteplici volti uno più spaventoso dell'altro.
Tripoli, anni Sessanta. Quella dell'irrequieto Mike Balistreri è un'adolescenza tumultuosa come il ghibli che spazza il deserto. Sullo sfondo della Libia postcoloniale, gli anni giovanili di Mike sono segnati da due atroci morti irrisolte, da due amori impossibili, dal coinvolgimento in un complotto contro Gheddafi e da un patto di sangue che inciderà a fondo sia la pelle che l'anima a lui e ai suoi tre migliori amici. Roma, settembre 1982. Il giovane commissario Balistreri di notte si stordisce con il sesso, l'alcol e il poker e di giorno indaga svogliatamente sulla morte di Anita, una studentessa sudamericana assassinata al suo arrivo nella Capitale. Per un debito di gratitudine, è anche costretto a vegliare sulla scapestrata Claudia Teodori, che sembra lanciata verso una luminosa carriera di starlette. Ma le morti di oggi e quelle di ieri sono legate da un filo invisibile, seguendo il quale Michele Balistreri sarà costretto a calarsi nelle zone più buie del suo passato, quei giorni "di sabbia e di sangue" con cui non ha mai chiuso i conti, in un cammino lungo il quale l'amore, l'amicizia e gli ideali si scontreranno con la ricerca di verità dolorose, nell'impossibilità di distinguere chi tradisce da chi è tradito. Alla fine sarà il disperato eroismo di una ragazza a condurlo per mano fino alle radici del male.
Libia, 31 agosto 1969. La madre di Mike, Italia Balistreri, precipita da una scogliera, e quella notte Muammar Al Gheddafi rovescia la monarchia prendendo il controllo del Paese. Suicidio o delitto? Per oltre quarant'anni la risposta a quella domanda rimarrà nascosta al centro di una rete inestricabile di menzogne, tradimenti e lotte per il potere. Roma, estate 2011. Mentre la Primavera araba scuote il Medio Oriente e la Libia precipita nella guerra civile, il feroce omicidio della giovane Melania Druc e di sua figlia fa rincontrare Michele Balistreri, ora commissario capo della Omicidi, e la giornalista Linda Nardi, cinque anni dopo la conclusione della caccia all'Uomo Invisibile. Ma l'indagine, che Linda vuole e Michele no, finirà per travolgere la parvenza di serenità conquistata da un uomo stanco di vivere, costringendolo ad affrontare un passato mai veramente sepolto. E questa finale discesa agli inferi, che lo riporterà in una Tripoli devastata dalle bombe della Nato, sarà per Balistreri l'ultima occasione per guardare finalmente negli occhi il ragazzo che era stato e una verità che ha inseguito e sfuggito per tutta la vita.
Tripoli, anni Sessanta. Quella dell'irrequieto Mike Balistreri è un'adolescenza tumultuosa come il ghibli che spazza il deserto. Sullo sfondo della Libia postcoloniale, gli anni giovanili di Mike sono segnati da due atroci morti irrisolte, da due amori impossibili, dal coinvolgimento in un complotto contro Gheddafi e da un patto di sangue che inciderà a fondo sia la pelle che l'anima a lui e ai suoi tre migliori amici. Roma, settembre 1982. Il giovane commissario Balistreri di notte si stordisce con il sesso, l'alcol e il poker e di giorno indaga svogliatamente sulla morte di Anita, una studentessa sudamericana assassinata al suo arrivo nella Capitale. Per un debito di gratitudine, è anche costretto a vegliare sulla scapestrata Claudia Teodori, che sembra lanciata verso una luminosa carriera di starlette. Ma le morti di oggi e quelle di ieri sono legate da un filo invisibile, seguendo il quale Michele Balistreri sarà costretto a calarsi nelle zone più buie del suo passato, quei giorni "di sabbia e di sangue" con cui non ha mai chiuso i conti, in un cammino lungo il quale l'amore, l'amicizia e gli ideali si scontreranno con la ricerca di verità dolorose, nell'impossibilità di distinguere chi tradisce da chi è tradito. Alla fine sarà il disperato eroismo di una ragazza a condurlo per mano fino alle radici del male.
Roma, 11 luglio 1982. La sera della vittoria italiana al Mundial spagnolo Elisa Sordi, giovane impiegata di una società immobiliare del Vaticano scompare nel nulla. L'inchiesta viene affidata a Michele Balistreri, giovane commissario di Polizia dal passato oscuro. Arrogante e svogliato, Balistreri prende sottogamba il caso, e solo quando il corpo di Elisa viene ritrovato sul greto del Tevere si butta a capofitto nelle indagini. Qualcosa però va storto e il delitto rimarrà insoluto. Roma, 6 luglio 2006. Mentre gli azzurri battono la Francia ai Mondiali di Germania, Giovanna Sordi, madre di Elisa, si uccide gettandosi dal balcone. Il commissario Balistreri, ora a capo della Sezione Speciale Stranieri della Capitale, tiene a bada i propri demoni a forza di antidepressivi. Il suicidio dell'anziana donna alimenta i suoi rimorsi, spingendolo a riaprire l'inchiesta. Ma rendere finalmente giustizia a Elisa Sordi dopo ventiquattro anni avrà un prezzo ben più alto del previsto. Balistreri dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un male elusivo quanto tenace, che ha molteplici volti uno più spaventoso dell'altro.