
"Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è attorno: perché sei stata comunista? perché dici di esserlo? che intendi? senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? è una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così malamente che è impossibile non porsela. Che è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comunista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: "In questo o in quello non c'entro". Comincio dall'interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi."
"Questo non è un libro di storia. È quel che mi rimanda la memoria quando colgo lo sguardo dubbioso di chi mi è attorno: perché sei stata comunista? Perché dici di esserlo? Che intendi? Senza un partito, senza cariche, accanto a un giornale che non è più tuo? È una illusione cui ti aggrappi, per ostinazione, per ossificazione? La vicenda del comunismo e dei comunisti del Novecento è finita così malamente che è impossibile non porsi questi interrogativi. Cosa è stato essere un comunista in Italia dal 1943? Comunista come membro di un partito, non solo come un momento di coscienza interiore con il quale si può sempre cavarsela: "In questo o in quello non c'entro". Comincio dall'interrogare me. Senza consultare né libri né documenti ma non senza dubbi."
«Scritti letterari» comprende due parti, entrambe relative alla produzione letteraria rosminiana degli anni giovanili, precedenti al 1827. La prima parte raccoglie quattro operette in prosa: Sull'Idillio e la nuova letteratura italiana, Galateo dei letterati, il dialogo La carta di scusa e la Risposta alla lettera del dottor Pier Alessandro Paravia sulle cagioni per cui da pochi oggidì ben s'adopera la lingua italiana. La seconda raduna, in dodici sezioni tematiche, la quasi totalità degli scritti poetici di Rosmini (canzoni, odi, sonetti ecc.), scritti per varie occasioni e pressoché tutti inediti. Solo una minima parte di essi era stata pubblicata dall'autore, a volte sotto nome altrui. Completano il tutto due brevissime appendici con frammenti di studi su Dante Alighieri e sulla "scienza del bello" (callologia), che testimoniano il senso del volume: mostrare l'interesse poetico e linguistico di Rosmini nella più vasta ottica dei suoi rapporti con le arti, la letteratura e la filosofia.
In questo romanzo storico ispirato nella preghiera ripercorriamo la storia di santa Chiara d’Assisi che, seguendo l’esempio di san Francesco, abbandona tutto scegliendo la povertà come via per avvicinarsi a Dio. Rifugiatasi nella chiesa di san Damiano, fonda l’ordine femminile delle “povere recluse” (poi Clarisse), di cui è nominata badessa e dove ottiene dal papa il “privilegio della povertà”. Erede dello spirito francescano, si dedica a diffonderlo, distinguendosi per il culto al Santissimo Sacramento, che nel 1243 salva miracolosamente il convento dai saraceni.
Rosa (Antonella Biagioni Gérard) è un’autrice italiana di libri di spiritualità che vive in Francia, dove è conosciuta con il nome di “Rosa”. Tra i vari libri che ha pubblicato, per la maggior parte in lingua francese, “Sorella Chiara” fa seguito al precedente romanzo storico sulla vita di san Francesco, “Un pauvre dans la joie de Dieu”.
Appaiono in questo libro duecento personaggi eccezionali: personaggi-monumento (come Zita, l'ultima imperatrice d'Absburgo, il grande poeta americano Ezra Pound, la moglie di Brecht), personaggi tragici (come il padre di Anna Frank, l'intermediaria corrotta delle carceri di Bangkok, l'ultimo capo dei Sioux in Dakota, narratore di antichi massacri). Personaggi archetipi della cultura del secolo appena trascorso, grandi intellettuali, grandi romanzieri e poeti, artisti isterici e geniali (come Andy Warhol e altri come lui); Parenti Terribili (come la figlia di Picasso, la nipote di Pessoa, il figlio dell'amante inglese del Negus). Tanti brevi racconti tenuti insieme, in un solo grande racconto, dai fili incrociati del dramma e dello humour.
Best ha undici anni e vive con lo zio Tomlison ai margini di una grande palude; il padre, che non vede da molto tempo e che vorrebbe incontrare, è il guardiano del faro che si erge sul mare, lontano oltre la palude. Best ha pochi amici e viene preso di mira da un odioso ragazzino che con la complicità di altri lo fa sospendere da scuola: tra i falsi testimoni anche Rosa, la ragazzina di cui Best è segretamente innamorato. Lo zio allora decide di far incontrare Best con le persone che hanno conosciuto suo padre: un assassino amico di gioventù, una donna che lo ha amato, uno scultore che ricorda l'impresa di ricostruzione della segheria, il sindaco affarista della cittadina, un marinaio a cui ha salvato la vita? Ne esce un ritratto del padre che affascina Best e accende ancora di più il suo desiderio di incontrarlo. Fugge di casa per attraversare la palude e, sorprendentemente, Rosa decide di accompagnarlo. Cosa succederà alla fine del viaggio? Età di lettura: da 11 anni.
Per tutta la vita Laura Paliani si è sentita in dovere di essere all'altezza dei propri genitori, il padre Luigi, famoso direttore d'orchestra, e la madre Olga, altrettanto celebre cantante lirica. È una famiglia inusuale e complicata quella di Laura: si parla poco, e la musica, sempre al centro di tutto, sostituisce le parole, avvicina e allontana i tre. Specialmente Luigi, che dal confronto con l'arte dell'amato Mahler (nessuno sa dirigere una sua composizione come Paliani) esce ogni volta spossato fisicamente e psicologicamente. Ed è proprio dopo un ciclo mahleriano che l'uomo cade in uno stato di depressione profonda che lo conduce in un vicolo cieco dell'anima, nel quale si perde per sempre. Laura, in seguito a profondi contrasti con la madre, decide di lasciare casa, far perdere le sue tracce e iniziare una nuova vita in un'altra città, una vita senza musica, in cui le giornate scorrono uguali, scandite dal lavoro in una fabbrica per la macellazione di conigli. Poi un giorno un telegramma la raggiunge costringendola a fare i conti con tutto ciò che si è lasciata alle spalle, ma soprattutto a fare i conti con se stessa e con la musica che, capisce finalmente, anche grazie a uomini come suo padre riesce a collegare mondi separati, a mostrare dimensioni invisibili, ma non per questo meno vere. A farci conoscere, forse, la nostra vera casa.
Germania, 1943. I Goldman, una famiglia ebrea di Berlino già duramente provata dalla guerra e dalla persecuzione per leggi razziali antisemite del regime nazista, vengono internati a Terezin. Come molti altri ebrei tedeschi particolarmente in vista, anche loro credono si tratti di un trattamento privilegiato e s'illudono che Terezin sia davvero "la città donata da Hitler agli ebrei", come recita la propaganda nazista. Purtroppo la realtà è un'altra: Terezin si rivela un ghetto-lager di passaggio, e non è che l'anticamera dei campi di sterminio. Qui la sedicenne Sarah Goldman si trova, separata dai genitori, a fare i conti ogni giorno con fame, dolore, lavoro, malattie e privazioni di ogni tipo. Eppure, con la sua fiera bellezza e con la forza della giovinezza, Sarah riesce a trovare il coraggio per andare avanti, per farsi un'amica, per suonare ancora il suo violino, per coltivare sogni e speranze. Conoscerà anche l'amore, ma in un modo che in quel luogo e in quel tempo sembra inconcepibile, perché il giovane Franz che si è invaghito di lei è "il nemico", una SS, l'emblema del persecutore della sua razza. Inconfessabile e inspiegabile, in un luogo deputato all'odio, nasce però un sentimento tra la ragazza ebrea e il giovane nazista che vivono una storia segreta, proibita, dolcissima e amara: un amore fatto più d'ombra che di luce. Una storia delicata e potente, che porta con sé un messaggio universale di speranza, per non dimenticare mai.
Già dal titolo, si delinea l'intenzione di Vittorio Rombolà che mette a nudo la bestialità dell'uomo, attraverso la denuncia efferata del mondo criminale della cinomachia, una "zoomafia" fra le più crudeli. Ne scaturisce un romanzo che è una lucida testimonianza dalla quale l'uomo ne esce privo di dignità. Di fronte, infatti, a certe atrocità perpetrate nei confronti degli animali, non si può che provare vergogna per appartenere al genere umano, dolore per chi, indifeso deve subire tali insensati soprusi e, soprattutto, profonda indignazione per il fatto che si possa permettere tutto questo. Il racconto si costruisce sull'alternanza di vere e proprie inchieste che documentano scientificamente il business legato ai combattimenti fra cani, alla gestione di canili "lager" e allo "smercio" dei randagi e di sequenze narrative, pause riflessive, quasi liriche, nelle quali è lo stesso Ettore, "il meticcio di circa due anni" che diventa il protagonista e narratore delle umiliazioni, violenze e sopraffazioni alle quali il padrone lo sottopone e alle quali si sottomette docilmente perché lui, a differenza della "brava gente" che assiste ai suoi combattimenti, "sa amare"!
"Stupore" è un romanzo familiare che racconta del ciclo naturale dell'esistenza, di amore e di famiglia, di favole e di realtà. Lucia, con lo stupore unico che può scaturire solo dall'incontro con Dio, resta in piedi davanti alle amarezze, attingendo ai valori cristiani tramandati amorevolmente dalla bisnonna per trasferire, a sua volta, l'insegnamento e la fede alla nipotina Gaia. Non a caso Gaia, quando sarà una giovane donna, intraprenderà una missione per niente scontata. In questo romanzo traboccano emozioni profonde, tradizione, la capacità di stupirsi ancora delle piccole cose, i sentimenti di bontà. La famiglia resta ancora il luogo privilegiato per la trasmissione della fede. È solo la famiglia a possedere il primato sulla credibilità dell'insegnamento cristiano agli occhi, esigentissimi, delle nuove generazioni. Se in famiglia c'è Dio, i ragazzi presto o tardi se ne accorgeranno...
Giugno 1930, Parigi. Nei giardini dell'hotel particulier della contessa Anna Letizia Pecci Blunr, si svolge il ballo più elegante della stagione. In quella serata un po' magica, tra principi, artisti e dame dell'alta società, un ragazzo di diciassette anni, arrivato da Londra per studiare all'Ecole des Beaux-Arts, incontra Lee Miller. Sottile, slanciata, gli splendidi capelli biondi tagliati alla garsonne, Lee ha solo due anni più di lui, ma è già un'inafferrabile icona di fascino e bellezza. Ed è una donna soprattutto emancipata, uno spinto libero che suscita irrefrenabili passioni nei molti uomini che entrano nella sua vita. È arrivata dagli Stati Uniti un anno prima, dopo essere diventata la modella preferita di Condé Nast, il fondatore dì Vogue...
Sullo sfondo un Meridione privo di opportunità esistenziali e lavorative, ma prodigo di energia vitale. I protagonisti dei racconti sono alle prese con brandelli d'impegno politico ridotto a pura ciarla da bar, con studi mai finiti o carriere da iniziare, fra amorazzi e rave "alternativi". Rendigote, grafico multimediale che cambia una donna dopo l'altra per poi finire padre di famiglia; 'mpa Gino, colto e raffinato operatore di call center; Teresa, una laurea in giurisprudenza per emigrare al nord in cerca di fortuna e Giacomo, che la fortuna al nord l'ha fatta e sogna solo di tornare.