
Münden, bassa Sassonia, 1626. Prìncipi e generali devastano la Germania con immense armate, mentre la povera gente annaspa per sopravvivere. La prostituta Rose, bella e combattiva, dopo una vita di umiliazioni al seguito degli eserciti cerca una via di redenzione, ma il destino le pone una scelta complicata. Brian, nauseato e ormai assuefatto al sangue, combatte per professione interrogandosi sull'onore e il senso ultimo dell'esistenza. L'amore tra queste due anime in cerca di riscatto è messo alla prova dai fantasmi del passato e dalle violenze del presente. Il loro cammino s'intreccia a quello di molti personaggi, come il padre gesuita Spee, che contrasta gli ingiusti processi per stregoneria e offre un'ancora di salvezza ad appestati e derelitti, o il piccolo Axel che medita vendetta dopo aver perso il suo signore nell'assedio di Magdeburgo... Il cardo e la spada è un affresco in chiaroscuro sulle contraddizioni della Storia e del cuore umano, tra orrore e speranza, desideri e delusioni, tormento e inaspettata luce.
Londra, 5 novembre 1605. Un atto terroristico senza precedenti raggela l'intera nazione e devasta la vita del giovane Jack Digby. La sua famiglia distrutta, le sue speranze infrante, il ragazzo si ritrova in un mondo spietato fatto di intrighi, minacce e tradimenti, nel quale, per diventare un uomo, dovrà innanzitutto ritrovare sé stesso. Frequentando bettole e teatri, popolani e aristocratici, scoprirà che la verità non è facile né indolore; che i teatranti - tra i quali spicca l'enigmatico William Shakspere - potrebbero non essere semplici intrattenitori; che talvolta nulla è come sembra. L'intreccio si snoda tra sordidi vicoli cittadini e signorili dimore di campagna, sontuosi palazzi e antichi sotterranei; tra enigmi del passato, manoscritti segreti, amicizie, amori e rivelazioni inaspettate, mentre il patibolo è una minaccia che incombe dietro ogni angolo. Sullo sfondo scorre placido il Tamigi con i suoi colori, suoni e odori.
Polonia, 1812. La luna irradia una flebile luce attraverso le nubi nere, nell'aria odore di neve. Finalmente, dopo cinque giorni ininterrotti di viaggio, dodici cambi di cavalcatura e brevi sonni all'addiaccio, il tenente Jean-Baptiste Perez scorge a pochi passi da sé il quartier generale di Bonaparte. È quella la sua destinazione, quello il luogo dove porterà a termine la sua missione più importante. Al suo arrivo, però, il tenente, che dovrebbe consegnare un dispaccio del ministro Fouché direttamente nelle mani dell'imperatore, trova ad attenderlo una situazione inaspettata e pericolosa. Un generale tedesco morto assassinato nelle sue stanze, di cui tutti sembrano disinteressarsi, tre soldati che nessuno pare conoscere e che stanno arrestando tutti gli alti ufficiali e preoccupanti voci riguardanti una presunta malattia di Napoleone sono solo alcune delle avvisaglie che qualcuno sta tramando nell'ombra per destituire il sovrano e prendere il potere. E forse, proprio quel prezioso dispaccio, che nel frattempo è stato sottratto con l'inganno al giovane Jean-Baptiste, può essere utile per scoprire il colpevole. Al tenente, solo in quel covo di congiurati e di falsi amici, non resta che allearsi con il più impensabile dei compagni, una donna, la bellissima e crudele contessa Maria Dobrugova, spia dello zar. In una sola notte saranno artefici e spettatori di tradimenti e di morte, di inganni e di amori clandestini, fino all'alba di una guerra crudele, la campagna di Russia.
Una fiction fresca e moderna, arricchita da magistrali disegni, racconta a adulti e bambini la straordinaria storia dei frigoriferi che si mettono in marcia per salvare il Polo Nord, con l'aiuto dei bambini, dando vita a una rivoluzione nonviolenta, fantastica.
La sola cosa che Peter Blood desiderasse era vivere in santa pace, esercitando il suo mestiere di medico e fumando a tempo perso la sua pipa. E invece la violenta ribellione contro il re Giacomo II che sul finire del Seicento sconvolge Bridgewater, il paese dell'Inghilterra meridionale in cui Peter si è trasferito dalla natia Irlanda, procura improvvisamente al nostro protagonista la patente di sovversivo e l'accusa infamante di omicida. Sorpreso a curare un ribelle ferito, e ingiustamente processato per aver ordito la congiura, Blood viene ridotto alla condizione di schiavo e spedito nei Caraibi. Alle Barbados sarà comprato dal colonnello Bishop, un ricchissimo proprietario terriero deciso a sfruttare le doti del medico-schiavo, ricambiandone con reiterate violenze e continui soprusi la generosità. Tanto più che Blood avrà il torto di innamorarsi di Arabella, la (bellissima) nipote di Bishop. Finalmente Blood fuggirà - riuscendo a mostrare la sua nobiltà d'animo anche nella fuga - e comincerà così la sua vita di pirata, tra tesori nascosti, arrembaggi, intrighi politici e duelli all'arma bianca. Sempre a fianco del suo inseparabile amico-bucaniere Levasseur, sempre a rischio di cadere nelle grinfie del vendicativo colonnello Bishop, sempre alla ricerca della sua amata Arabella. E nel frattempo, la sua reputazione di pirata salirà, naturalmente, alle stelle.
"La produzione in prosa di Saba è relativamente scarna (se paragonata a quella di molti altri poeti del Novecento da Ungaretti a Montale, a Sereni, a Caproni). Si possono individuare tre nuclei cronologici in cui sembra concentrarsi la gran parte del lavoro in prosa di Saba: il primo da collocare tra il 1910 e il 1915, il secondo tra il 1944 e il 1948, il terzo infine tra il 1952 e il 1953. " (Dall'introduzione di Mario Lavagetto).
Selezionate da Giovanni Giudici, le poesie di Saba qui proposte offrono l'immagine di un io poetico costantemente diviso tra situazioni temporali e conoscitive opposte ma coesistenti: il presente realistico, con i suoi elementi quotidiani, e il passato immaginato o reinventato in chiave letteraria, mitica o psicologica. È, quella di Saba, una poesia cosciente di sé, che – come afferma Giudici– «fa propri non solo i modi convenzionali dello scrivere versi, ma anche le occasioni e gli argomenti più fondamentalmente convenzionali che ci riportano ai grandi temi di nascita, amore e morte». Una poesia di classica limpidezza, "onesta", per usare la terminologia sabiana, nella quale vedere non tanto la spontanea trasposizione di dettagli biografici, quanto la realizzazione di uno dei valori poetici essenziali: la capacità di elevare a mito la realtà grazie ai filtri e alle risorse della letteratura.
Questo volume raccoglie gran parte degli scritti e delle lettere sulla psicoanalisi di Umberto Saba. Come è noto, Saba è stato insieme a Svevo lo scrittore italiano che più precocemente si è interessato alla scienza freudiana. Ma per Saba, a differenza di Svevo, la psicoanalisi non ha soltanto costituito un interesse speculativo, bensì è stata un'esperienza esistenziale diretta (fu in analisi con Edoardo Weiss). Il nucleo centrale, e finora inedito, di questo libro è nel carteggio che tra il 1946 e il 1949 il poeta tenne con Joachim Flescher, psicoanalista e direttore, a quel tempo, di "Psicoanalisi", organo ufficiale della Società italiana di psicoanalisi. L'oggetto della discussione non è di quelli che permettono impassibilità e distacco da parte degli interlocutori, e soprattutto da parte di Saba. Come bene spiega nella sua lucidissima postfazione Arrigo Stara, curatore del volume, dopo un'iniziale disamina di questioni generali legate alla teoria freudiana, presto "nelle pagine che Saba scrive a Flescher, le memorie dell'infanzia, le immagini, le "storielle" e le argomentazioni ricavate dalla sua prima educazione sotto la tutela della legge ebraica materna (che veniva a spezzare il "paradiso" degli anni in cui era stato affidato alla balia) si affollano e danno corpo a quell'ostilità che, ancora come forma vuota, egli aveva riversato sullo psicoanalista; Flescher diventa a sua volta la sagoma, il bersaglio sostitutivo, sul quale ricadono-le accuse.
In una cupa notte, dentro e fuori da un sonno a fior di pelle, un'angoscia senza nome opprime il petto del santo padre. Tra le tende, si muove un'ombra... che sia il Padreterno in persona quello che si sta palesando al suo vicario, o il Maligno? Si tratta di un sogno oppure è arrivato il momento del temuto passaggio? Poi una voce tuona bassa e fonda a sciogliere il dubbio e l'ombra si accende di luce. È un dialogo serrato, fondamentale, antico, quello che scaturisce tra Dio e il papa, in cui si discutono cose di fede, si chiamano in causa deviazioni, perversioni e violenze, anche inconfessabili, della Chiesa, che sono poi le deviazioni, le perversioni e le violenze dell'umana natura cui corrisponde il tentativo erudito della loro giustificazione da parte dell'interlocutore terreno. Fra esplosioni di colore verbale e venature di ridente ironia, si assiste soprattutto a un duello di sapienze antagoniste, fitto di raffinatezze dialettiche e di affondi colti, mantenuti però sempre sul filo di un accorto equilibrio. È una lettura intrigante quella di questo libro, nella quale bisogna entrare in punta di piedi, fino a ritrovarsi nell'artificio della sua conclusione, che è anche un autentico colpo di scena.
Un'arzilla ottantenne che mobilita il vicinato per aiutare la fidata badante. Una storia sul valore del tempo donato e ricevuto. "Mi chiamo Annarita, ho ottantaquattro anni e vivo nel Mostro di cemento, un anonimo complesso residenziale nella periferia di Milano, su una stramaledetta sedia a rotelle. Non si può certo dire che io sia autosufficiente, ma per fortuna posso contare sull'aiuto di Olga, una donnona rumena premurosa e gentile. Ho anche una figlia, Katia, che vive proprio nella palazzina qui accanto, ma non ha più tempo ormai da dedicare alla sua vecchia. C'è una cosa, però, per cui le sarò per sempre grata: sua figlia Stella, la mia affettuosa nipotina sedicenne, la mia felicità quotidiana. Trascorro le mie giornate tra un caffè con i vicini e i romanzi che Olga mi legge, trascinandomi, di tanto in tanto, nel cortile del Mostro, dove ho conosciuto questo strambo vicinato con cui mi sono trovata a vivere: le vecchiette con cui vado a messa, Alessio - il fidanzatino di Stella - e gli altri ragazzotti con i pantaloni strappati, il giovane e instancabile Totò e don Antonio, su cui tutti possiamo sempre contare. Non ho mai visto il Mostro così animato come nelle ultime settimane, tanti vicini disposti a donare il loro tempo e altrettanti a pagare per imparare a impastare il pane o a usare il computer. Si chiama Banca del Tempo. L'idea è venuta a Stella: chi vuole può rendersi disponibile offrendo dei corsi, e il denaro raccolto dai partecipanti servirà ad aiutare la sorella di Olga, gravemente malata. Speriamo solo che non sia troppo tardi...".
Il libro
Questo libro, tra ricordi, testimonianze, immagini e cronache giornalistiche, briciole d’archivio raccolte qua e là, come in un puzzle, tenta di ricostruire la vita del giovane Pietro Mennea, negli anni vissuti a Barletta, la sua dimensione umana, il suo percorso sportivo-agonistico, il suo ostinato talento, la sua tenace voglia di arrivare ad ogni costo. Si racconta la vita di Pietro Mennea negli anni in cui, nella sua città, maturò la sua personalità, la sua ragione di vita, dai primi calci tirati al pallone sul campetto sterrato di piazzetta Pescheria e dai primi allenamenti sulla battigia della spiaggia di Ponente, ai Campionati studenteschi di Bari, e dai Campionati nazionali “allievi” dell’AICS, alle “Leve dello Sport di Termoli”, fino al Bronzo di Monaco ‘72.
L'autore
Renato Russo, laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bari, esplica da oltre vent’anni la sua attività di editore nella città di Barletta dove ha ricoperto anche incarichi politici di pubblico amministratore fra cui quello di sindaco della città. Promotore culturale, è anche giornalista (ha diretto numerose riviste fra cui Eco-Fin bollettino di informazione economica, Urbanistica e Territorio a diffusione regionale e Il Fieramosca periodico del comprensorio Nord Barese al suo 40° anno di vita) ma soprattutto è un ricercatore storico, autore di un gran numero di pubblicazioni sulla storia del suo territorio, non per nulla la casa editrice da lui fondata reca come slogan identificativo “Storia e Storie di Puglia”. Fra le sue numerose pubblicazioni:
• La Disfida di Barletta, l’epoca e i suoi protagonisti, introduzione di Pietro Petrarolo
• I Templari a Barletta, introduzione di Pasquale Corsi
• Storia della Puglia fra antico e futuro, introduzione di Michele Cristallo
• Federico II - Cronaca della vita di un imperatore, introduzione di Vito Fumagalli
• Federico II e la Puglia, introduzione di Ludovico Gatto
• Federico II album della vita • Giuseppe De Nittis, la vita e le opere,
introduzione di Raffaele Nigro • La battaglia di Canne, introduzione
di Vito Antonio Sirago • La cittadella di Canne, introduzione
di Cosimo D’Angela
• Isabella D’Aragona – duchessa di Bari • Valdemaro Vecchi, ricordo del grande editore, introduzione di Michele Cristallo
• Boemondo d’Altavilla, un pugliese alla prima Crociata, introduzione di Pasquale Corsi
Un incidente riunisce quattro amici di infanzia nella loro città natale. E dà loro le risposte che cercavano da sempre. Quando Rubens, redattore sportivo alla soglia dei trent'anni, scopre che Carlo è grave in seguito a un tuffo, lascia Milano e la carriera in ascesa per tornare a Firenze. Si porta dietro solo l'ossessione per Anita: la sua ex l'ha mollato da mesi ma lui continua a sognarla ogni notte con una faccia diversa. Insieme a Gazza e Pico, tornati anche loro, passa una strana, lunga, irripetibile estate accanto a Carlo. E tutto sembra di nuovo come prima, o quasi. Al centro traumatologico si forma un'inattesa e sghemba comunità, affollata di buffi personaggi: un cinese che non sa una sillaba di italiano ma si lamenta tutta la notte, un coatto che suona in un gruppo ska dal nome improbabile, una loquace e devota signora peruviana, un'infermiera maggiorata... Tra corse in sella all'intramontabile vespa Monica Vitti, fughe dall'ospedale con Carlo come ostaggio, litri di Guinness, notti insonni e la vittoria italiana ai mondiali di calcio, Rubens e i suoi amici fanno per la prima volta i conti con quel che hanno perso e quel che non avrebbero mai immaginato di ritrovare. E decidono finalmente di crescere.