
Il volume riprende l'intero "corpus" poetico di Giudici, costituito dalle dodici raccolte da lui pubblicate, e arricchito dalla riproduzione in appendice alle sue prime "plaquettes", nonché da una cospicua sezione di poesie inedite.
Elena è una ragazza facile e superficiale; ingannata da una falsa idea di libertà e dai modelli imposti dalla televisione, pensa di affermarsi nella vita grazie alla bellezza e a1la fama. Sta con un ragazzo che non 1a rispetta, rimane incinta e tutti le dicono di abortire; rifiuta di farlo e si ritrova con sua cugina Diletta, l'unica che la appoggia e 1a conforta. Forse le cose non andranno come previsto, ma Elena scoprirà che, attraverso 1e prove, è possibile iniziare una nuova vita, riallacciare rapporti umani e trovare il veto amore. E soprattutto che i veri eroi sono molto diversi da quelli che immaginava: un malato, un volontario, qualcuno che soccorre il prossimo con un gesto di gentilezza.
Se non vi è mai successo di nascondere in casa una ragazza in mutande appena fuggita da una retata in un bordello al quarto piano del vostro palazzo, non siete il tipo di persona a cui capitano queste cose. Vincenzo Malinconico lo è. Dovrebbe sapere che corre un rischio bello serio, visto che è avvocato, e invece la fa entrare e poi racconta pure un sacco di balle al carabiniere che la inseguiva e va a bussargli alla porta. È così che inizia "I valori che contano (avrei preferito non scoprirli)", il romanzo in cui Malinconico - avvocato di gemito, più che di grido - oltre a patrocinare la fuggiasca in mutande (che poi scopriremo essere figlia del sindaco, con una serie di complicazioni piuttosto vertiginose), dovrà affrontare la malattia che lo travolgerà all'improvviso, obbligandolo a familiarizzare con medici e terapie e scatenandogli un'iperproduzione di filosofeggiamenti gratuiti - addirittura sensati, direbbe chi va a cena con lui - sul valore della pena di vivere. Un vortice di pensieri da cui uscirà, al solito, semi-guarito, semi-vincente e semi-felice, ricomponendo intorno a sé quell'assetto ordinariamente precario che fa di lui, con tutti i suoi difetti e le sue inettitudini, una persona che sa farsi voler bene, pur essendo (o forse proprio perché è) un uomo così così.
C'è grande fermento in casa Cardillo, nella villetta vagamente vittoriana di un noto (più che altro alla polizia) quartiere di Detroit. I Cardillos, infatti, nelle persone di Tony, capofamiglia premuroso nonché quadro di quell'impeccabile azienda che è la mafia, Mary, sua moglie, e i due figli, sono in partenza per l'Italia, dove prenderanno parte all'evento più importante dell'anno: lo sposalizio della figlia di don Pinuccio 'o Cavaliere. Per Tony, un'irripetibile occasione di farsi notare dal burattinaio che muove i fili dei traffici di tutto il mondo. Peccato che, giunti in Italia - un Paese "ch'è tutto in miniatura" - ai quattro accada l'impensabile: si perdono in un bosco nel mezzo del Cilento e finiscono per imbattersi in Carminuccio, serial killer spietato e psicopatico, che li rapisce. Certo tutto poteva pensare, il povero Carmine, tranne che quell'allegra e chiassosa famigliola lo avrebbe trascinato nel più spaventoso degli incubi, mentre carabinieri e malavita, per recuperarli, si sfidano in un'indagine parallela al centro della quale c'è l'indizio più imbarazzante, della storia del crimine.
Un bravo ragazzo, università, fidanzata, famiglia, i soliti lavoretti per raggranellare i soldi per un viaggio di piacere, viene trovato morto dentro la sua utilitaria. Le mani legate al volante, un colpo in testa e un foro di proiettile preciso alla tempia, i calzoni abbassati. Del caso si occupano i sovrintendenti Ghezzi e Carella, ed è un’indagine che si presenta lunga e complessa, dove gli indizi, anziché mancare, sembrano troppi.
Intanto, Gloria Grechi, impiegata di media condizione, donna dal fascino e dall’atteggiamento elusivi, si presenta presso la neonata agenzia investigativa di Oscar Falcone, non specchiatissimo amico e compare di guai di Carlo Monterossi: vuole che le ritrovino il marito improvvisamente scomparso. Ma la cliente non dice tutto, non spiega perché non si rivolge alla polizia, non chiarisce i suoi misteriosi comportamenti. Carlo Monterossi, autore televisivo di una trasmissione di enorme successo, che gli ha dato fama e soldi, ma che lui odia per quello che è diventata, spazzatura, cinismo, speculazione, simbolo dei simboli dei tempi nuovi, partecipa e osserva, investigatore per caso, acuto e ingenuo.
Presto piste, indizi e vicende convergono in un intreccio in cui le vite si mischiano: gli inseguiti possono diventare inseguitori, i giocatori pedine, i traditori traditi a loro volta.
Alessandro Robecchi ha costruito un noir d’alta scuola; un intreccio che è come un meccanismo perfetto in cui ogni ingranaggio porta il lettore con totale naturalezza dove è più sorprendente ritrovarsi.
Emozionante, ribelle, sarcastico e paradossale, disperatamente romantico, il suo personaggio ricorda il Marlowe di Raymond Chandler, ma impiantato nei tempi nuovi. Contro i quali porta un disincantato messaggio di resistenza.
Tarquinia, sei secoli prima di Cristo. In occasione di una gara a cavallo, Lucumone, giovane e ancor più ambizioso mercante etrusco, si invaghisce della nobile Tanaquil, indovina e abile interprete dei segni degli dei. Dovrebbe essere condannato a rimanere un sogno impossibile, il suo - Tanaquil è promessa sposa al potente principe Murinas - ma Lucumone non è abituato a rinunciare ai propri desideri, né gli mancano l'astuzia e l'abilità per realizzarli. Con un'impossibile prova di coraggio, capovolge il finale già scritto della gara, e insieme riscrive anche il destino di Tanaquil. Le conseguenze del suo oltraggio, però, non si fanno attendere, convincendo Lucumone a tentar miglior fortuna in una città vicina in forte e inarrestabile espansione, Roma. Accolto a corte, Lucumone mostra presto qualità preziosissime agli occhi di Anco Marcio, l'attuale re: straordinario intuito politico, granitica affidabilità, grandi doti militari e - dulcis in fundo - infinita disponibilità e generosità economica. Ma non tutti vedono in Lucumone, che presto cambia il suo nome nel romano Lucio Tarquinio, un potente alleato: per altri, lo straniero è solo un pericoloso concorrente alla corsa al trono, da eliminare con ogni mezzo... Nessuno può sospettare che tra le mura del palazzo si sta giocando una partita più ampia, che getta lo sguardo già oltre la generazione di Anco Marcio e Lucumone, posandosi su Macstarna, meglio conosciuto come Servio Tullio. Con la consueta accuratezza storica Emma Pomilio ricostruisce la vera storia dell'ascesa di Lucumone, il generale etrusco che la storia poi ci consegnerà con il nome di Tarquinio Prisco e il titolo di quinto re di Roma, ma anche del giovane condottiero che quest'ultimo sceglie come suo erede, quel Servio Tullio che, nato schiavo, diventerà il primo tiranno della Città eterna, e dopo aver combattuto i privilegi dei patrizi in una lotta senza quartiere, aprirà la via al cambiamento, con grandi riforme che porteranno Roma a diventare una potenza nel Mediterraneo.
"Se veramente un giorno riusciremo a sapere quale opinione hanno di noi gli animali, sono certo che non ci resterà da fare altro che sparire dalla faccia del pianeta, sconvolti dalla vergogna. Sempre che, tra cinquant'anni, gli uomini saranno ancora in grado di provare questo sentimento. Io, fortunatamente, non ci sarò. Ma vorrei che qualche mio pronipote consegnasse agli animali una copia di questo libretto perché di me, e di moltissimi altri come me, possano avere un'opinione sia pure leggermente diversa". (Andrea Camiller). Lo zoo personale di Andrea Camilleri è fatto di animali e di storie che entreranno nella nostra vita per sempre. Sono ritratti en plein air: impossibile leggerli e vederli senza sentire dentro qualcosa di fortissimo, perché sono pieni di affetto, confondono il confine tra la coscienza umana e quella degli animali e sono sempre a favore di questi ultimi, nel senso di un'armonia della vita solo nel rispetto di tutte le specie viventi. Cani, gatti, cardellini, ma anche volpi, serpenti e tigri sono descritti come portatori di uno spirito ricco di amore e di intelligenza, molto più complesso e profondo di quanto pensiamo: una 'magaria' inesauribile. Ciascuno di loro sembra comprendere la logica degli uomini, che di volta in volta sfrutta a suo favore o prova a sconfiggere con varie strategie, sempre vincenti: dalla dignità dei tacchini al canto riconoscente di un cardellino, dall'astuzia di un lepro alla commovente compostezza di un gatto innamorato, dalla mite bellezza di una capra alla puntualità discreta di un serpente. Allo stesso tempo Camilleri ci ricorda che forse il mondo è diventato troppo brutto perché la bellezza degli animali abbia diritto a esistere. Ogni storia ci lascia con la consapevolezza dolceamara di tutto quello che rischiamo di perdere, ma anche con la quieta fiducia che sia ancora possibile un mondo in cui convivere e rispettarsi, con l'ausilio di un po' di buon senso e di umorismo, un mondo meno prepotente e più meritevole di bellezza. Quella che Paolo Canevari con la grazia e la leggerezza dei suoi animali ha fissato sulla carta, anche lui, per sempre.
Una nuova edizione per un classico del Novecento. Il testo è accompagnato dall'introduzione di David Bidussa, da note bio-bibliografiche e da una scelta di letture critiche di Cesare Cases, Lorenzo Mondo, Frediano Sessi, Pier Vincenzo Mengaldo, Cesare Segre e Stefano Levi Della Torre. "'Sommersi e salvati' è un classico contemporaneo che portiamo nel XXI secolo. Occorre rileggerlo anche avendo in mano le tracce delle letture precedenti. Quelle risposte non sono da gettare e comunque non sono fallaci. Raccontano la storia di una lettura che è prima di tutto la storia delle nostre incertezze e delle nostre domande inevase." (D.B.)
Gli incubi peggiori nascono dal buio, come flash improvvisi, per spegnersi alle prime luci dell'alba. Alcuni però non svaniscono al risveglio e diventano ossessioni che ci seguono ovunque. Il commissario Ferrara con quel buio profondo è abituato a convivere. All'inizio dell'estate del 2004 Firenze è soffocata dal terrore suscitato dagli agghiaccianti omicidi del serial killer Leonardo Berghoff. Ma la sua morte sembra portare una ventata d'aria fresca in una città che ormai tutti credevano maledetta. Quando vengono trovati i corpi del senatore Enrico Costanza e del suo maggiordomo, barbaramente trucidati, Ferrara capisce che la partita non è chiusa. La mano ora è un'altra, le modalità sembrano diverse, ma il sangue riprende a scorrere sull'Arno mentre, dagli inferi della città, la misteriosa loggia massonica della Rosa Nera continua a tessere la propria terribile ragnatela. Le ricerche si complicano, abbandonando la polizia in un labirinto di ipotesi senza uscita. Non solo perché chi muove i fili da dietro le quinte non ha intenzione di fermarsi. Ma soprattutto perché Ferrara, seguendo le tracce di Angelica, una donna misteriosa che ha troppo da nascondere, si è ritrovato faccia a faccia con una realtà al di là della sua immaginazione.
L'ultima rivelazione dei Milites Christi sta per sconvolgere la Chiesa di Roma Le profezie divine di Tertulliano si stanno puntualmente avverando e un pericolo strisciante minaccia la Chiesa di Roma: è quello che credono di avere scoperto l'anziano sacerdote della chiesa di Santa Maria della Catena di Palermo e il parroco della basilica di Santa Prassede a Roma, studiosi di Storia romana. Alcuni fatti accaduti nel II e III secolo dopo Cristo - a partire dalle maggiori persecuzioni dei cristiani - sembrano inequivocabilmente connessi a episodi dei giorni nostri. Il Vaticano liquida le riflessioni dei due religiosi come poco rilevanti, ma i due sacerdoti, dopo una sparatoria di fronte a una chiesa, spariscono. Delle indagini sulla loro scomparsa si occupano il capo della squadra Mobile di Palermo, Giovanni Barraco e il questore di Roma, Ettore Midiri, assistiti da monsignor Matteo Cattaneo, uomo della Santa Sede, che già in passato ha collaborato con loro. Chi può avere interesse a chiudere la bocca ai due sacerdoti? Quale nervo dolente hanno inconsapevolmente toccato? Una profezia che sta per avverarsi. Un nemico subdolo e strisciante pronto a uccidere.
Una scuola che crolla perché il costruttore ha messo la sabbia nel cemento. Un uomo che entra in un cinema e spara all'impazzata. Una ragazza rapita e rinchiusa per anni nel garage di uno sconosciuto. Ogni volta che la cronaca nera conquista le prime pagine dei giornali, ci sentiamo sgomenti. Pensiamo che il Male abbia le sembianze di un mostro, o di un demone. Ma il Male ha mille facce, e molte familiari. Il Male può non tradursi in violenza, e tentarci con l'insistenza di un'ossessione. A volte è un evento che manda tutto a rotoli, ci toglie soldi, affetti e sicurezze, lasciandoci senza scelta. A volte è tradire se stessi e gli altri, e per farlo basta un click con il computer. Altre volte è una menzogna, o sentirsi impantanati in un dubbio atroce. A volte è addirittura la liberazione da un'esistenza ingrata, e abbracciarlo può significare un nuovo inizio, affrontare il proprio destino a testa alta. Ma il peggiore dei Mali è pensare che tutto questo sia controllabile, o che non ci appartenga, per sentirci innocenti. Perché il Male ha già piantato i suoi semi dentro ognuno di noi. Ed è pronto a esplodere.
"I segreti di Milano" appartengono alla prima grande avventura narrativa e teatrale di Giovanni Testori. Come un Balzac ipnotizzato da una società che il secondo dopoguerra rivela fortemente caratterizzata e mobile, Testori penetra nella sua Milano: la città popolare e nuova degli anni Cinquanta, segnata dalla presenza di una forte e agguerrita classe operaia. Dagli scenari delle periferie che stanno crescendo e dilatandosi alla dialettale irruenza di figure avvitate nella loro apparente aneddoticità, alla nettezza con cui mettono in scena interni di torbidi intrecci famigliari, "I segreti di Milano" vengono disegnando - e mai come in questa edizione - un mondo, un mondo che ha continuamente bisogno di localizzazione (il Mac Mahon, Roserio, la Ghisolfa) per poter reggere l'ampiezza umana dei gesti, la potenza della rappresentazione, la grandezza, anche melodrammatica, delle vicende. I segreti di Milano appaiono in questo volume secondo la progressione voluta dall'autore: "Il ponte della Ghisolfa", "La Gilda del Mac Mahon", "La Maria Brasca", "L'Arialda", "Il Fabbricone"