
Costanza non è vecchia però presto lo sarà. Convinta che il terzo tempo sia da vivere pienamente, senza mai smettere di cercare la felicità, ne scrive con spirito battagliero in una rubrica. "Insegno malinconia positiva. Soffrire da vecchi è la regola. Soltanto i vecchi speciali ce la fanno. E i vecchi speciali sono quelli che stanno bene." Quando eredita dal padre un austero ex convento a Civita di Bagnoregio si lascia prendere da un progetto vagamente sconsiderato: radunare in quella casa bella e nuda, incastonata in un luogo simbolico che si sfalda lentamente, i compagni con cui giovanissima ha condiviso a Milano la vita e l'impegno politico, per ricreare una comune, una famiglia larga in cui spartire gli affanni e discutere del futuro perché un futuro c'è sempre, fino alla fine dei giochi. È un tentativo di tornare all'età delle illusioni, "la leggenda d'aver ragione che ha nutrito la nostra seconda infanzia"? Energica, accentratrice, un po' egoista, Costanza è il magnete da cui tutti finiscono per essere catturati: gli amici di un tempo, con i loro dolori, le rivalse, i fallimenti; il compagno di una vita, Dom, che lei ha scelto di allontanare ma che la sorveglia con la tenacia di un'affettuosa sentinella; il figlio Matteo, che cova da grande distanza un suo carico di pena. Mentre tutti convergono su di lei, Costanza si sente soffocata dall'enormità del suo disegno. Riuscirà a portarlo a compimento? È proprio sicura di volerlo? E che cosa succederà?
Tre intense storie e agitano le problematiche dell'uomo derno, che rischia di perdere i necessari e imprescindibili punti di riferimento. Un unico legame sotteso alle tre rappresentazioni: la presenza del male, spesso del Male. Ne "Il terzo tempio", il Male veste i panni di un misterioso predicatore venuto dal nulla e che in esso ritorna, dopo aver seminato con le sue teorie scompiglio e sconcerto. Nel secondo racconto è fotografata tutta la fatica dell'uomo che vuole salire la scala sociale e riesce a farlo mantenendo purezza di intenti e di azioni. Per lui La condizione del vescovo si rivela la porta stretta oltre la quale è la ricompensa per la scelta morale compiuta. Nell'intenso Il guado impossibile, dura rappresentazione il cui giovane protagonista vive il Sessantotto e il tempo ribelle successivo degli anni Settanta, una consequenzialità di scelte e di calcoli condurrà a un finale tragico. L'autore di questi tre robusti racconti dall'unico fil rouge, esplora con passione la modernità, dove il singolo e i gruppi si confrontano con il Male che spesso si incarna e si fa presente.
Isabella De Clio è una giovane archeologa siciliana. Bella, volitiva e preparatissima, nasconde un segreto: è cleptomane e sente continuamente il bisogno di rubare oggetti che rappresentano per lei ricordi. Decisa a rimettere ordine alla sua vita, a guarire dal suo disturbo, a creare un rapporto d'amore duraturo con l'affascinante Ottavio, durante una ricerca trova un documento inedito. È la copia di un manoscritto perduto, proveniente da Ezzahra, in Tunisia, scritto nel primo secolo avanti Cristo. Nel testo l'anonimo autore racconta una nuova versione della battaglia delle Lipari, combattuta nel 260 a.C., nel corso della prima guerra punica, e descrive tre relitti affondati misteriosamente nelle acque delle Eolie per difendere un prezioso carico. Isabella, incuriosita, cerca cosa sia stato già riportato in luce e trova che due delle imbarcazioni romane sono state ritrovate, anni prima, da un noto ricercatore, esperto in immersioni, Paul Anderson e dal suo collega Luca Tridente. Ma nulla si sa del carico delle navi. Che il manoscritto non sia affidabile? Che il tempo e il mare abbiano distrutto tutto? Mentre la giovane è intenta a ricostruire le dinamiche storiche, un'altra verità torna a galla: durante la campagna di recupero dei relitti, una sub esperta, Carla Sollini, ha perso la vita in circostanze misteriose: incidente o omicidio?
In un intreccio che passa per Roma, Venezia, abbazie benedettine e rovine medievali, viene lentamente dispiegato il complesso passato di Goran, colpevole di aver scoperto una verità troppo grande in grado di sconvolgere l'Equilibrio del mondo. Schivando storie d'amore e tentativi di omicidio, Ludovico non si fermerà fino a che non avrà portato alla luce il misterioso teorema, legando con un solo colpo il mondo della religione a quello della scienza.
La città di Napoli è all'alba di una nuova stagione politica che genera entusiasmi e grandi aspettative. Merito anche del nuovo, dinamico sindaco appena eletto. Tre suicidi molto sospetti, però, scuotono uno dopo l'altro i palazzi del potere e i salotti dell'alta borghesia: e tutte e tre le vittime vengono trovate impiccate. Il questore chiede aiuto a due consulenti molto particolari: l'avvocato Agatino Dell'Aquila, notissimo in città, e un suo giovane ed eccentrico amico di origini siciliane, Pietro Maiorana di Altomonte, professore di Matematica all'università. Intorno ai due investigatori, occasionali ma tutt'altro che improvvisati, ruotano personaggi di una città aperta e internazionale - come l'affascinante fidanzata giapponese di Pietro Maiorana - ma anche figure tipiche della Napoli più tradizionale e immobile. Tutti impegnati in una spietata lotta per il potere, che ha come campo di battaglia i cantieri delle grandi opere e delle archistar, e che porta alla luce le diverse anime, parallele e intrecciate, che coesistono da sempre in una città perennemente in bilico tra la magia e la ragione. Solo la matematica, con le sue ardite ipotesi e la sua stringente coerenza, potrà fermare la serie di morti che si stringe come un cappio intorno alla città.
Manca ancora un mese a Natale, ma a Procolo Jovine, titolare del miglior ristorante di Bauci, piace fare le cose per bene e sta già preparando un menù coi fiocchi. Del resto, il suo pranzo del 25 è qualcosa di leggendario, un incantesimo di sapori e profumi capace di far tornare gli adulti bambini e riportarli nelle cucine delle loro nonne. I suoi segreti? Il rispetto rigoroso della tradizione e una ricerca maniacale degli ingredienti più genuini. Perciò, in questo meraviglioso paese della Costiera amalfitana, la sua autorità culinaria è indiscussa. Una mattina però, dall’altro lato della piazza, dove c’era una profumeria, Procolo nota una nuova insegna – “Experience” – che promette “percorsi emozionali in cucina”. Una fitta allo stomaco lo avvisa che qualcosa non va. E quel qualcosa prende presto il volto di Jacopo Taddei, il paladino della cucina molecolare, il principe della mondanità in tv, “colui il quale ha trasformato le ostriche in nuvole, scomposto i prodotti in particelle, e inventato il cappuccino di baccalà”. Un uomo bellissimo e, ça va sans dire, il sogno proibito di ogni donna. Per Procolo il suo arrivo è un oltraggio, un insulto, una sfida. Di più: un atto di guerra. Con la sapienza di uno chef stellato, Franco Di Mare mette in scena una brigata di personaggi irresistibili le cui bassezze e genialità sono quelle di tutti noi. Perché la cucina è vita, e la vita è fatta di gioie, grattacapi, rivalità e grandi amori.
Nella luce di un giugno radioso e sfacciato, Viola sente crescere il vuoto delle sue giornate. Ha quarantatré anni, e per metà della vita è stata moglie devota di un acclamato direttore d'orchestra e madre di una figlia avuta da giovanissima. Nient'altro, nessuna concessione a se stessa, nessun inciampo, nemmeno ora che, con la morte improvvisa del marito e una figlia ormai adulta, le sue giornate sono scandite dalla solitudine. Il pomeriggio del solstizio d'estate, durante un concerto in memoria del marito, Viola conosce un uomo e qualcosa accade dentro di lei: una breccia nel muro, un'infiltrazione d'acqua nelle crepe, un punto di sutura che si dissolve. Mentre nel chiostro assolato risuonano le note di Bach, un'impacciata Viola in abito da cocktail, il filo di perle al collo e i capelli raccolti, lascia il concerto e fugge in macchina con lui. La tentazione è quella di abbandonarsi, di lasciarsi portare dalla corrente, ma l'autocontrollo è la disciplina in cui Viola eccelle e quello che sta succedendo non è solo sconveniente: è assurdo. Eppure è tardi per tornare indietro, perché il viaggio è iniziato, e con quell'uomo lei sta andando esattamente dove desiderava da tempo: lontano. Lontano da tutto per avvicinarsi alla sua verità, semplice e scandalosa.
Avice, orfana di un ricchissimo mercante, ha solo sei anni quando il suo tutore la dà in sposa al proprio figlio di quattordici. Quell'unione si tramuterà per Avice in una lunga attesa, perché subito dopo le nozze Philip scompare, trattenuto a Londra da misteriosi impegni. A dare sue notizie sono solo le lettere che invia regolarmente. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, delusa e sconfortata dal mancato ritorno dello sposo tante volte annunciato, la giovane decide di andare a Londra per cercare la spiegazione di quell'assenza e di un fatto che l'ha incuriosita e affascinata: il tono delle ultime missive, dapprima piuttosto scarne e fredde, si è fatto a un tratto più appassionato e seducente. Mossa dal sospetto di essere vittima di un inganno, Avice approfitta dell'occasione per uscire dal villaggio in cui ha trascorso tutta la vita e avventurarsi nella grande città. Ma le strade della capitale non sono un luogo sicuro, soprattutto ora che in molti tramano contro Enrico VII Tudor, asceso al trono al termine della Guerra delle due Rose e considerato da tanti un usurpatore. Coinvolta in prima persona in un complotto ai danni del re, incrocerà presto la strada di Aylmer Harcourt, personaggio dal fascino ambiguo con il quale Avice avverte da subito una strana affinità. Proprio grazie a lui otterrà le risposte a lungo cercate sulla sorte di Philip, di cui nel frattempo non ha più avuto notizie, e potrà fare chiarezza sugli intrighi e i segreti che hanno accompagnato tutta la sua vita.
Leone Ginzburg rifiuta di giurare fedeltà al fascismo l'8 gennaio 1934. Pronunciando apertamente il suo "no", imbocca la strada difficile che lo condurrà a diventare un eroe della Resistenza. Un combattente mite, integerrimo e irriducibile che non imbraccerà mai le armi. Mentre l'Europa è travolta dalla marcia trionfale dei fascismi, questo giovane intellettuale formidabile prende posizione contro il mondo servile che lo circonda e la follia del secolo. Fonderà la casa editrice Einaudi, organizzerà la dissidenza e creerà la sua amata famiglia a dispetto di ogni persecuzione. Questa è la sua storia vera dal giorno della sua cacciata dall'università fino a quello in cui è ucciso in carcere. Nel racconto rigoroso e appassionato con il quale Scurati le rievoca, accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg, scorrono però anche le vite di Antonio e Peppino, Ida e Angela, i nonni dell'autore, persone comuni nate negli stessi anni e vissute sotto la dittatura e le bombe della Seconda guerra mondiale. Dai sobborghi rurali di Milano convertiti all'industria ai vicoli miserabili del "corpo di Napoli", di fronte ai fucili spianati, le esistenze umili di operai e contadini, artisti mancati e madri coraggiose entrano in risonanza con le vite degli uomini illustri. Accostando i singoli ai grandi eventi, attraverso documenti, fotografie e lettere, ricordi famigliari e memoria collettiva, Antonio Scurati resuscita il nostro passato.
Al centro di questo romanzo misterioso e potente, che scorre in una lingua tersa dove sembrano risuonare insieme gli echi delle vite dei mistici e la poesia di Emily Dickinson, c'è la figura di Ildegarda. Una donna che viene lasciata dal marito amatissimo ma devastato nello spirito. La sua solitudine è illuminata solo dall'amore per il figlio che adora. Quando l'ombra della morte sembra sfiorare il bambino, Ildegarda si interroga sul male del mondo, sulla paura di vivere, di perdere l'amore, di perdere il figlio. Lo strazio per l'abbandono e soprattutto l'angoscia per non saper proteggere il figlio portano Ildegarda a cercare nella sua fede irrequieta una strada di salvezza. Un patto con quel Dio che appare impotente di fronte al dolore dell'uomo. È la lotta che ciascuno di noi, credente o no, un giorno si trova a combattere. Un nuovo inatteso incontro, nell'incanto di un paesaggio di neve dalla bellezza struggente, porta Ildegarda a vivere una passione del corpo e dello spirito che ha in sé un'attesa di eternità. Di un'altra vita e giorni nuovi. Perché il sogno di ogni amore è che il miracolo non abbia fine. Forse è solo una promessa, ma una promessa è molto più potente di un sogno.
Al centro di questo romanzo misterioso e potente, che scorre in una lingua tersa dove sembrano risuonare insieme gli echi delle vite dei mistici e la poesia di Emily Dickinson, c'è la figura di Ildegarda. Una donna che viene lasciata dal marito amatissimo ma devastato nello spirito. La sua solitudine è illuminata solo dall'amore per il figlio che adora. Quando l'ombra della morte sembra sfiorare il bambino, Ildegarda si interroga sul male del mondo, sulla paura di vivere, di perdere l'amore, di perdere il figlio. Lo strazio per l'abbandono e soprattutto l'angoscia per non saper proteggere il figlio portano Ildegarda a cercare nella sua fede irrequieta una strada di salvezza. Un patto con quel Dio che appare impotente di fronte al dolore dell'uomo. È la lotta che ciascuno di noi, credente o no, un giorno si trova a combattere. Un nuovo inatteso incontro, nell'incanto di un paesaggio di neve dalla bellezza struggente, porta Ildegarda a vivere una passione del corpo e dello spirito che ha in sé un'attesa di eternità. Di un'altra vita e giorni nuovi. Perché il sogno di ogni amore è che il miracolo non abbia fine. Forse è solo una promessa, ma una promessa è molto più potente di un sogno.
Ildegarda ha scoperto cosa significhi amare in modo assoluto quando è nato Tommaso, una luce che illumina la sua vita dopo che il marito l'ha lasciata. È un amore che però deve passare attraverso la consapevolezza della fragilità e della rapidità bruciante della vita. A soli tre mesi, infatti, Tommaso viene toccato dalla malattia. Ildegarda, mentre sente il bisogno impellente di chiedersi il senso del male nel mondo, arriva a stringere un patto con Dio, a offrirgli la propria vita per salvare quella del figlio. La ricerca di un rifugio li porta nelle montagne innevate dell'Alto Adige, dove Ildegarda, grazie all'incontro con un uomo che con lei condivide la fede e l'esperienza della perdita, conosce una nuova passione, questa volta anche fisica, per la vita. E forse un nuovo inizio. "Il tempo è un dio breve" è il racconto di una lotta e insieme di un viaggio, una discesa nella paura e insieme una salita nella speranza, un percorso di profondità e bellezza struggente che parla a chiunque voglia ascoltare.

