
«La vita è più forte della salvezza stessa, non ne sente affatto il bisogno, la reclama solo a parole.». Tutti i cuori sono fanatici. Quelli che ci racconta Edoardo Albinati hanno tra i venti e i trent'anni, e sono posseduti da una smania inesauribile: di capire, di essere se stessi eppure diversi, di proteggersi e bruciare. Vogliono poter desiderare senza limiti. Intorno all'amicizia tra Nanni e Nico - il nucleo centrale del romanzo - si ramificano le vicende di una folla di personaggi: studenti pigri, bambine insonni, nonne dispotiche, supplenti dalle trecce bionde, maghi e terroristi, ragazze alla pari e dj. A legarli sono sempre le parole, usate per sedurre e punire: "Cuori fanatici" è dunque un talk novel, romanzo di parole lanciate addosso e strappate di nascosto, di ragionamenti sofisticati o brutali, di chiacchierate assurde e litigi sussurrati. Albinati inaugura una nuova saga dove la posta in gioco sono le profondità oscure delle vite di ognuno di noi e le superfici scintillanti dei rapporti con cui si intrecciano. È la forza della letteratura a rendere conto dello slancio dei suoi cuori fanatici e a guidarli nel labirinto dove possono perdersi o salvarsi, e che ciascuno guardandosi allo specchio chiama: la mia vita.
Il libro presenta terribili testimonianze di vita, direttamente raccolte nelle carceri, nelle comunità di recupero, per le strade, da giovani violenti. Contro la frequente e comune rimozione sociale che accompagna il proliferare dei comportamenti giovanili violenti, criminali, devianti, Paolo Crepet tenta di comprendere, e far comprendere, da dove traggano origine tali condotte e, al di là del contesto degradato, suggerisce quanto anche il decadimento delle nostre relazioni affettive e l'indisponibilità all'ascolto possano influire sulla diffusione della criminalità tra i giovani.
Dopo che gli avvenimenti raccontati nel precedente romanzo,"Attenti al gorilla", lo avevano fatto finire all'ospedale, Sandrone Dazieri, è finalmente guarito dai suoi malanni. Ma per un tipo così è difficile stare lontano dai pasticci. Torna a Cremona, in convalescenza a casa della madre, incontra una ragazza meritevole di seduzione e finisce dritto dritto sul cadavere di un albanese. Sembra uno di quei casi risolto in partenza, però Sandrone, che i particolari li osserva, non è affatto convinto. Comincia a indagare e accetta anche la proposta di andare a Torino, come coordinatore della sicurezza durante una strampalata convention di fantascienza. Presto i due lavori si saldano in uno solo e la soluzione del caso si avvicina.
Sullo sfondo di Gerusalemme e di un difficile dialogo tra israeliani e palestinesi, Padre Matteo, notissimo archeologo francescano, si trova coinvolto casualmente in una complessa vicenda che vede protagonisti i servizi segreti israeliani, un ricchissimo uomo d'affari e un gruppo di giovani idealisti. Matteo viene incaricato dal Custode di Terra Santa, convinto fautore dell'idea di trasformare Gerusalemme in una città di pace sotto l'egida delle varie religioni, di vigilare per la riuscita del progetto. In realtà la morte misteriosa di Padre Luca, un altro archeologo francescano, rivela a Matteo che sono in gioco altri interessi e che sono in molti, forse troppi, a interessarsi del collare di Carlino, il cane di padre Luca.
Tre romanzi, tre capitoli di una sola storia, quella di padre Matteo, il Custode di Terrasanta. Nella prima, "Il custode dell'acqua", sullo sfondo di Gerusalemme e di un difficile dialogo tra israeliani e palestinesi, padre Matteo si trova coinvolto casualmente in una complessa vicenda che vede protagonisti i servizi segreti israeliani, un ricchissimo uomo d'affari e un gruppo di giovani idealisti. Nella seconda storia, "Il gabbiano di sale", sulla riva del Mar Morto due figure scrutano l'acqua osservando una sagoma nera alla deriva che, da lontano, ha la forma di un gabbiano. Sono padre Matteo e Nadav Gruber, capo dei servizi segreti israeliani. Ma quando la forma si fa più vicina, i due si accorgono che quello che sembrava un uccello è il cadavere di un uomo. Sin dall'inizio appare chiaro che si tratta di un omicidio. Gruber indaga, ma Matteo ha la sensazione che le cose non siano esattamente come gli vengono raccontate. Nella terza, "L'oro di Mosè", padre Matteo scopre una serie di scheletri affiancati che portano al collo un collare di ferro simile a quello degli schiavi, ornato da oscure incisioni. All'inizio Matteo sottovaluta la scoperta, ma quando padre Vidigal gli rivela che le incisioni rappresentano lo stemma di Federico II, e attorno a lui cominciano a verificarsi strani fatti, Matteo capisce di aver messo le mani su qualcosa che scotta.
Nel cuore del deserto del Sinai sorge una fortezza inespugnabile, protetta da marchingegni temibili. Infuriava la quarta crociata quando uomini vestiti di bianco con una grande croce rossa sul petto giunsero sulla cima della Montagna della Notte per nascondere un segreto. Una formula antica, che molti credevano perduta. La formula per creare il fuoco greco, l’arma micidiale che per secoli ha permesso a Costantinopoli di tener testa alle armate degli infedeli. Da allora pochi cavalieri, scelti tra i più valorosi dell’Ordine del Tempio, difendono il loro tesoro a qualunque costo. Nessuno ha mai varcato i confini della fortezza senza perdere la vita.
Secoli dopo, nel 1666, l’agha Hettin, signore di Algeri, si mette sulle tracce della formula, con l’aiuto di studiosi ed esperti di cose antiche. Il suo braccio armato, il fanatico predone Al-Raisul e il suo esercito di Sciacalli del deserto sono incaricati di recuperarla. Al loro passaggio la sabbia si fa rosso sangue.
Con il segreto del fuoco greco nelle mani di Hettin, l’Occidente cristiano avrebbe i giorni contati.
Ma qualcosa sconvolge i suoi piani: l’intrepida Beatrice, bellissima zingara catturata dai pirati e ceduta prima all’harem di Hettin e poi a quello del sultano di Costantinopoli, scopre le sue mire e, una volta libera, con l’aiuto del suo uomo Fulminacci e del saggio Melchiorri, decide di trovare la formula prima che cada nelle mani sbagliate.
L'autrice racconta il nostro Novecento. attraverso le voci di sette personaggi, che dalla prima guerra mondiale al 31 dicembre del 1999 riescono a restituirci con immediatezza, quasi in presa diretta, le fasi salienti di un tempo che è passato ma insieme è ancora preferite dentro la nostra vita. A rendere la lettura ancor più avvincente è il legame che corre attraverso queste voci: un vincolo di sangue, d'affetto e di ideali che parte da due sorelle, l'una crocerossina volontaria durante la Grande Guerra, l'altra militante socialista nella Torino di Gramsci e dei Consigli.
Uno scritto che arreca conforto alla mente di chi legge per capire, o per lavoro, per svago, per distrasi. Parla a tutti, fa riconoscere le generazioni. Ci fa identificare, sognare, ricordare.
L'estate nelle Dolomiti negli occhi di una bambina. La raccolta del fieno, i falò della notte dell'Assunta, la memoria dei valligiani; l'alba rosa che si alza ogni mattina sulle montagne, e sembra un miracolo. Mentre le vecchie ampezzane con le vesti lunghe e nere e la falce in mano evocano un'oscurità che una bambina ancora non può conoscere, ma percepisce - come se passasse un'ombra. Cronaca di un'infanzia davanti alle Tofane, come registrata e fedelmente trascritta.