
L'idea di un predominio europeo nella storia mondiale ha ispirato molte teorie della società e della cultura. Si riteneva che dall'antichità al capitalismo, attraverso feudalesimo e Rinascimento, vi fosse una progressione lineare che in Europa aveva trovato compimento. Ancora oggi molti credono in un "miracolo" europeo cui sarebbe dovuta la supremazia globale dell'Occidente. Goody smantella sistematicamente questa visione eurocentrica. Se un miracolo si è davvero dato, ha avuto per protagonista non l'Europa, ma l'Eurasia, a partire dalla rivoluzione urbana e dall'invenzione della scrittura, che interessarono Medio Oriente, Cina e India ben prima del nostro continente. Iniziò così uno scambio di esperienze e conoscenze tra Oriente e Occidente che li ha visti alternarsi nel ruolo di leadership. Se con il Rinascimento l'Europa avviò, grazie soprattutto alla secolarizzazione della cultura, un lungo ciclo di crescita, questa supremazia sembra oggi giunta ad esaurimento, con il ritorno del testimone nelle mani dell'Oriente.
"Ce l'hai cento dollari?", "Anna pensa tipo che...", "tu in questa cosa non devi centrare". Si parla così l'italiano oggi? Sì, certo, non solo, ma anche così. Molti libri hanno mostrato come le lingue evolvano attraverso i secoli. Lorenzo Renzi illustra qui le dinamiche del cambiamento considerando l'italiano d'oggi. La lingua che parliamo pullula di innovazioni, delle quali il più delle volte non siamo coscienti. Ma siamo noi, i parlanti, che possiamo accettarle o respingerle. Come per le specie naturali, anche la lingua avanza attraverso novità, stabilizzazioni e rifiuti.
"Bisogna soltanto cercare di pensare e di esprimersi esattamente, senza aver la pretesa d'indurre gli altri al nostro gusto e al nostro modo di sentire". Le parole di Jean de La Bruyère (1688) riassumono in modo esemplare la direzione che autori e curatori hanno voluto mantenere nel progettare e realizzare questo manuale, rifacendosi, però, anche al pensiero di Wittgenstein: se il linguaggio di chi parla sarà perspicuo, saranno i fatti a costituire un ponte tra punti di vista diversi. Il richiamo al "parlar chiaro" per "pensar chiaro" percorre tutte e tre le parti in cui si articola questo manuale introduttivo alle teorie e alle tecniche del colloquio psicologico: il preludio, quasi paradossalmente, introduce al tema del colloquio proponendo il resoconto di un ultimo colloquio ed evocando un'atmosfera di intimità empatica perché i successivi capitoli non appaiano troppo teorici o troppo tecnici; la prima parte presenta un'introduzione ai temi e alla metodologia del colloquio, mentre la seconda si concentra sulle tecniche, declinate di volta in volta in relazione ai soggetti - minori, anziani, disabili - e la terza esamina i contesti - il colloquio clinico, il colloquio nella selezione del personale e, infine, caso raramente trattato dalla letteratura, la comunicazione del lutto e la richiesta di donazione degli organi in ambito medico.
"Come gli psicologi cognitivi hanno ripetutamente dimostrato, la mente umana non è particolarmente dotata per assorbire e memorizzare informazioni eterogenee e fra loro scollegate, ma piuttosto è fatta in modo da riuscire a pensare, scoprire, capire e ricordare ciò che ha capito. Se si ignorano la logica e le prove che li sostengono, i concetti della psicologia sono parole vuote, prive di significato. In questo libro, lo sviluppo del pensiero critico non è confinato a speciali inserti o agli esercizi alla fine del capitolo. Piuttosto - se sono riuscito nel mio intento - è una caratteristica intimamente intessuta a ogni paragrafo del testo. Ho cercato di delineare ogni dominio della psicologia individuandone i quesiti principali, i più importanti approcci con cui si cerca di dare risposta a quei quesiti, le scoperte, le idee e le teorie più durature scaturite da quelle scoperte. Ho cercato di descrivere tutti questi aspetti in una maniera il più possibile coerente dal punto di vista logico e intellettualmente stimolante. Ho scritto ogni pagina di questo libro avendo ben chiaro lo scopo di voler rappresentare la scienza della psicologia come un'impresa umana il cui progresso deriva dal lavoro meticoloso di persone coscienziose, benché fallibili, impegnate a compiere osservazioni, condurre esperimenti, ragionare e riflettere sui vari aspetti del comportamento." (Dalla prefazione dell'autore)
Questo volume di Bruner si presenta, nei confronti di altre sue opere, con una ancor maggiore ed accattivante attualità ed incisività di spunti di suggestioni. L’Autore propone una ricca tematica nella quale si ha ampiamente modo sia di notare con precisione le più sicure e confermate linee portanti della sua posizione, sia di rilevare gli slarghi e le profondità nella cui direzione egli appare ormai decisamente orientato a muoversi. In quest’opera Bruner concentra la sua attenzione sui condizionamenti socioambientali, ritrovando il senso profondo della relazione fra l’educazione e la società
L'obiettivo di questo manuale è fornire un sapere teorico-pratico integrato per chi voglia operare sulla carta stampata, sul radio-televisivo e sulle diverse piattaforme digitali presenti in Rete. Il libro si sviluppa lungo otto linee didattiche, ciascuna delle quali tiene insieme le acquisizioni della tradizione con le nuove evoluzioni teorico-pratiche del giornalismo: la ridefinizione del concetto di notizia ai tempi dell'informazione in tempo reale; la teoria e la tecnica della scrittura giornalistica, tra cartaceo e on-line; lo studio dei generi del giornalismo; l'organizzazione del lavoro nei principali media e la sua evoluzione segnata dal ruolo crescente delle tecnologie; la crisi delle aziende editoriali e la transizione verso il mercato delle nuove piattaforme digitali, attraverso esempi concreti tratti dalle esperienze di alcune delle più grandi e innovative imprese del mondo, come "New York Times", "Washington Post", Bbc, "Guardian", fino allo studio delle nuove avventure editoriali sulla rete; l'analisi del caso italiano, dell'omologazione e della prevalenza dell'informazione politica che caratterizza i media nostrani; lo studio del foto e video-giornalismo e delle nozioni di grafica essenziali; l'etica del giornalismo e i problemi aperti dalla necessità di tutelare la privacy di fronte alla grande forza di impatto che le moderne tecnologie informative hanno sulla vita delle persone
Che cosa si intende per frasi marcate? Che cosa vogliamo dire quando parliamo di frasi dislocate a sinistra e frasi dislocate a destra? Il volume risponde a queste e altre domande affrontando le frasi marcate sia dal punto di vista della loro configurazione linguistica sia da quello delle loro funzioni comunicative. L'obiettivo è mostrare il modo in cui la visione moderna, resa possibile dalla nascita e dagli sviluppi della linguistica contemporanea, cambi, e per molti versi superi, la visione tradizionale di cui sono espressione i manuali di grammatica normativa e i manuali di retorica
Che cosa distingue l'italiano sciolto e spregiudicato della tv di oggi dall'italiano sobrio e garbato della tv delle origini? Quali strumenti ha lo spettatore per riconoscere nella selva di programmi televisivi un linguaggio da far proprio? La televisione "fu" buona ed "è" cattiva maestra di lingua? Questo libro intende offrire un contributo alla conoscenza descrittiva dell'italiano trasmesso per televisione e delle sue differenti varietà di parlato
«L’utopia di oggi sarà la politica di domani»: con queste parole Emilio Sereni, allora ministro dell’Assistenza Post-bellica, interveniva al «Convegno per studi di assistenza sociale», tenutosi a Tremezzo nell’autunno del 1946, ben sintetizzandone lo spirito.
Nel fervido clima dell’immediato dopoguerra, un nutrito gruppo di politici, studiosi ed esperti italiani e stranieri, riunito sulle rive del lago di Como, discusse a lungo i problemi del welfare e la necessità di riorganizzare l’assistenza, come elemento necessario per la rinascita democratica del paese. Come sostenne nella sua relazione Maria Comandini – che insieme al marito Guido Calogero fu una delle animatrici del Convegno – «l’assistenza sociale è una diversa forma di esercizio e di creazione della democrazia, cioè dell’attitudine degli uomini a risolvere da sé i propri problemi e a conquistare, in un’armonia collettiva, più larghe libertà di vita e migliori opportunità d’azione». In quel quadro veniva a delinearsi il ruolo dell’assistente sociale come figura professionale in grado di contribuire all’affermazione di una maggiore giustizia sociale.
In questo volume sono raccolti saggi di storici, sociologi e assistenti sociali, che rievocano quel periodo e i contenuti del dibattito. Inoltre vengono ristampate le relazioni tenute al Convegno da Maria Comandini Calogero, Paolina Tarugi e Odile Vallin, le “pioniere” del servizio sociale italiano, di cui vengono ricostruite le vicende biografiche, attraverso documenti di archivio anche inediti e ricordi di familiari e collaboratori.
La relazione tra vita famigliare e vita lavorativa è, oggi, estremamente complessa. Con la rivoluzione industriale e il processo di emancipazione femminile, i rapporti e gli equilibri fra le due parti sono cambiati profondamente. Oggi prevalgono forme di famiglia diversificate nelle quali l’accento è posto sull’autorealizzazione; tuttavia, anche da un punto di vista economico, solo la gratuità e la reciprocità nella relazione possono favorire l’armonia tra lavoro e famiglia, base necessaria per la costruzione di una corretta vita sociale. Ambedue economisti, i coniugi Zamagni mettono a disposizione del lettore la loro conoscenza professionale ed esperienza di vita.
Destinatari
Coniugi, professionisti, sacerdoti.
Autori
Stefano e Vera Zamagni, coniugi, ambedue economisti e professori universitari, da tempo collaborano con la CEI per i temi connessi al rapporto tra lavoro e famiglia. I campi di ricerca coltivati in comune includono l’economia civile, la cooperazione e lo sviluppo economico, con un approccio teorico e di storia del pensiero (Stefano) e storico-quantitativo (Vera). Genitori e nonni felici, trovano nella vita famigliare la spinta per il loro lavoro. Tra i volumi di Stefano Zamagni ricordiamo: Economia ed etica. La crisi e la sfida dell’economia civile (La Scuola, 2009) e Avarizia. La passione dell’avere. I 7 vizi capitali (Il Mulino, 2009), invece tra i volumi di Vera Zamagni: Dalla rivoluzione industriale all’integrazione europea. Breve storia economica dell’Europa contemporanea (Il Mulino, 1999) e Dalla periferia al centro. La seconda rinascita economica dell’Italia (1861-1990) (Il Mulino, 2003). Insieme hanno pubblicato La cooperazione (Il Mulino, 2008)