
Come dipingere il quadro tanto complesso quanto affascinante dell'esperienza umana, scandita da strabilianti progressi e immani tragedie? Selezionando 50 eventi della storia del mondo e seguendo un approccio narrativo puntuale ma accattivante, Ian Crofton accompagna il lettore in uno straordinario viaggio che ha inizio nella Mezzaluna Fertile attorno all'8000 a.C., con le origini dell'agricoltura, e si conclude l'11 settembre 2001 a New York, tra le macerie delle Torri Gemelle. La cronologia delle guerre, delle scoperte e degli imperi è affiancata dall'analisi di fattori di ordine geografico, economico, sociale e culturale e prende vita attraverso le citazioni di grandi figure come Aristotele, Cristoforo Colombo, Mary Wollstonecraft e Winston Churchill. Come si spiega l'enorme influenza culturale dell'antica Grecia, che non fu mai uno Stato unitario, sul mondo occidentale? Attraverso quale percorso storico la Cina si è trasformata da impero ripiegato su se stesso a protagonista di primo piano sullo scacchiere internazionale? È possibile ravvisare una relazione tra il mondo degli anni '30 del Novecento sconvolto dalla Grande Depressione e la società economicamente avvilita di oggi?
Pagine Facebook di ambasciate con migliaia di like, summit internazionali in diretta su YouTube, blog scritti da diplomatici, profili Twitter di ministri degli esteri e capi di stato. Negli ultimi anni, numerosi governi stanno utilizzando gli strumenti del Web partecipativo per promuovere i propri interessi strategici all'estero. L'uso dei social media per comunicare e interagire con l'opinione pubblica sta rivoluzionando una delle professioni più tradizionali: il diplomatico, in passato pronto a trincerarsi dietro il consueto "no comment", ora si avvale sempre più attivamente di internet per instaurare un rapporto diretto con i cittadini che, grazie alle nuove tecnologie, riescono ad avere un peso maggiore nei processi decisionali e che possono diventare dunque un ottimo alleato, o un insuperabile ostacolo, anche nella gestione dei rapporti tra le nazioni. Attraverso l'approfondimento di numerosi esempi e tecniche di comunicazione, il volume illustra l'innovativo uso dei social media in diplomazia per influenzare l'opinione pubblica, promuovere l'immagine degli Stati e perseguire gli obiettivi strategici nel panorama della nuova geopolitica digitale.
Psicogeometria è il libro che Maria Montessori scrisse contemporaneamente a Psicoaritmetica all'inizio degli anni '30, e che fu pubblicato in spagnolo da Araluce nel 1934 e mai ripubblicato.
Il testo, tuttavia, è un assoluto gioiello, in quanto, assai più di Psicoaritmetica, riporta in modo veramente maturo e sintetico i punti salienti del Metodo Montessori e mostra come l'apprendimento della geometria sia un modo molto efficace di sviluppare le potenzialità della mente matematica.
E' anche molto importante perché propone numerose attività concrete ed estremamente interessanti riguardo alla geometria, che la tradizione montessoriana ha perduto.
La ripubblicazione del testo è stata possibile perché l'AMI, che da anni era spinta a pubblicare Psicoaritmetica e Psicogeometria in lingua inglese, ha deciso di affidare a un matematico italiano, presentato dall'Opera Nazionale Montessori, Benedetto Scoppola, la cura del volume, attraverso la revisione del dattiloscritto contenente il testo originale dell'opera prima della traduzione in spagnolo.
L'opera è stata ricostruita a partire dal dattiloscritto, che era la versione del testo senza dubbio più vicina al pensiero originale dell'autrice.
L'apparato iconografico, a cui Scoppola ha lavorato in collaborazione con Kay Baker, è stato completamente ricostruito, rendendo l'opera più direttamente utilizzabile a fini didattici.
Per l'edizione italiana l'Opera Nazionale Montessori ha sottoscritto un contratto con l'AMI con l'impegno di pubblicare nelle proprie edizioni il testo nella versione curata da Scoppola, mentre la versione inglese dello stesso testo è stata pubblicata nelle edizioni AMI.
Il volume è un completo repertorio grammaticale della lingua italiana. Il contenuto si articola in quindici sezioni ragionate riguardanti argomenti ed elementi fondamentali di linguistica, grammatica e sintassi: da "Fonologia e grafematica" a "La formazione delle parole"; da "Analisi logica e analisi grammaticale" alla "Sintassi della proposizione" e "Sintassi del periodo". E inoltre, tutto su nomi, articoli, aggettivi, pronomi, congiunzioni, verbi, avverbi ecc. In appendice di questa riedizione, un "Glossario" di Giuseppe Patota, nel quale sono inseriti 130 dubbi linguistici scelti tra quelli in cui ci imbattiamo con maggior frequenza.
"In nessun libro recente il dolore e l'angoscia, il dato umano che è all'origine della creazione, sono apparsi così evidenti... "Conversazioni in Sicilia" ha un valore assoluto di allegoria, unica allegoria possibile del sentimento, discorso in cui gli uomini e le cose portano segni a noi familiari e tuttavia sono sempre molto remoti, oltre i limiti della cronaca." (Giaime Pintor)
Pubblicata nel 1909 l'opera sui riti di Arnold Van Gennep ha segnato una svolta decisiva negli studi delle culture primitive e del folclore ed è stata alla base di un radicale rinnovamento dello studio antropologico del rituale. Da allora è stata fonte cui hanno attinto storici delle religioni, sociologi ed etnologi. Come ebbe a dire Furio Jesi, "I riti di passaggio" è un libro dal peso paragonabile a quello del "Ramo d'oro" di Frazer... in un'opera come questa si torna a contatto con una ricerca scientifica assolutamente viva, priva di zone inerti e di sclerosi erudite: con un patrimonio di metodo e di genialità "indisciplinata" da cui oggi siamo molto lontani". Nella letteratura di etnologia e antropologia "I riti di passaggio" si impone tra i primi. Introduzione di Francesco Remotti.
Romanzo epistolare fra i più significativi in area italiana, "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" ebbero straordinaria fortuna di pubblico a inizio Ottocento, e notevole influenza su scrittori come Manzoni e Leopardi, nonché sulla narrativa epistolare successiva. Libro di forte cifra autobiografica e di scottante attualità politica, il romanzo ebbe una storia editoriale complessa - segnata anche dalla censura - tra il 1798 e il 1817. Si propone qui la stampa zurighese del 1816, pubblicata da Foscolo durante l'esilio svizzero, che costituisce l'edizione più completa, arricchita da un originale apparato iconografico e dalla splendida "Notizia bibliografica".
L'intensificarsi delle relazioni interetniche e interculturali a causa dei massicci flussi migratori verso paesi economicamente avvantaggiati e i cambiamenti dovuti all'enorme sviluppo dei nuovi media integrati e delle tecnologie didattiche hanno determinato nuove richieste anche nel mondo dell'istruzione. Nel campo specifico della didattica linguistica, tali cambiamenti, da un lato, fanno da sfondo a una crescente culturalizzazione dell'insegnamento linguistico, dall'altro, inducono a tener conto delle nuove forme di pensiero, di comunicazione, di apprendimento/insegnamento, prodotte dall'uso sempre più massiccio dei nuovi media nelle società moderne, che attribuiscono a insegnanti e discenti un ruolo assai diverso da quello tradizionale. Il volume fornisce una visione a tutto tondo dei cambiamenti sopravvenuti nella didattica dell'insegnamento di L2 negli ultimi due decenni e indica le competenze, sia teoriche che operative e sperimentali, ritenute oggi fondamentali per la formazione di base dell'insegnante di una L2.
Fra una trama e l'altra, un gioco e l'altro, la cultura si intreccia con tutti i nostri gesti e le nostre mosse quotidiane: andare al lavoro in bicicletta, timbrare il biglietto sull'autobus o curarsi con l'omeopatia sono scelte che hanno un significato culturale. La cultura ci costringe e ci condiziona ma si fa anche plasmare dalla nostra creatività. La cultura ha una lunga storia alle spalle, è sia routine che innovazione. Ripetiamo, riproduciamo e cambiamo. Siamo immersi nella cultura e la generiamo continuamente. Oggi la ricerca sociologica la intercetta nei suoi luoghi preferiti: nella comunicazione, nelle abitudini di consumo, nell'insubordinazione giovanile, nelle differenze fra cittadini autoctoni e stranieri, nelle innovazioni tecnologiche e nei movimenti di protesta. Bourdieu, Kymlicka, Gilligan, Saraceno e altri hanno indagato sulla cultura, toccando i nodi nevralgici della famiglia, delle differenze fra i gusti e le pratiche, introducendo parole nuove e offrendo spunti alla nostra intelligenza con interpretazioni spesso provocatorie e stimolanti. Nel volume occupano un posto di primo piano le intuizioni di Marx, Durkheim, Simmel e Weber dalle quali il termine cultura ha preso slancio, conservando la sua natura ubiqua, onnipresente, trasversale.
Le pagine che seguono costituiscono il puntuale resoconto di una lunga conversazione tra Bill Moyers, una delle grandi firme del giornalismo americano, e Joseph Campbell. Parte della conversazione ebbe luogo allo Skywalker Ranch di George Lucas, il celebre regista e produttore che ha pubblicamente riconosciuto l'enorme influenza degli studi mitologici di Campbell sul suo cinema. "Perché abbiamo bisogno della mitologia?": questa domanda ricorre in varie forme nel testo e ne rappresenta, in un certo senso, il filo conduttore. Campbell non si sottrae al compito di offrire al lettore una risposta chiara ed esauriente. I miti, per lui, non sono soltanto i "resti" del mondo antico che coprono le pareti del nostro sistema interiore di credenze, come i cocci del vasellame rotto in un sito archeologico. I miti, e i rituali che li evocano, riaffiorano puntualmente in molte delle cose della vita di oggi, dalla religione alla guerra, dall'amore alla morte, poiché riposano sulla "continua necessità della psiche umana di trovare un centro fatto di principi profondi". Senza cesure e tuttavia senza contrasti, il grande studioso parla liberamente di tradizioni e racconti egizi e greci, ebraici e indiani, islamici e pellerossa, di narrazioni bibliche e chansons de geste, delle tribù dell'Oceania e di Martin Luther King, della cattedrale di Chartres, di John Wayne, Re Artù e Star Wars, accomunandoli nella sua affabulazione di cantore del potere del mito.
L'identità dell'uomo di oggi è imperniata sull'uso del web: Internet, mail, contatti, informazioni, video, social network, blog, chat, giochi, consulenze e compravendite online, internet mobile e molto altro ancora. Ci affidiamo alla rete anche solo per velocizzare una ricerca, una transazione bancaria, una comunicazione con chi è lontano. Ma la rete, che ci porta al superamento del confine del nostro sé, può innescare modalità patologiche di utilizzo. Internet e le sue dipendenze tratteggia i risvolti psicologici dell'era virtuale presentando, in maniera sistematica, il graduale sviluppo di coinvolgimento con la rete che passa dalla normalità e può approdare alla psicopatologia, descrivendo sintomi e criteri diagnostici dei disturbi osservati. Il testo si rivolge a tutti coloro che sono interessati agli aspetti psicologici che entrano in gioco nell'uso quotidiano del web: psicologi, medici, educatori, insegnanti e operatori che desiderano uno strumento di lettura della realtà tecnologica e delle sue influenze psicologiche e comportamentali. Esso nasce da oltre dieci anni di ricerche e di approfondimento del rapporto tra la persona e la rete e da un'esperienza decennale di pratica clinica con la psicopatologia collegata all'uso di Internet. Delinea quelli che, all'oggi, possono essere ritenuti gli approcci terapeutici più evoluti rispetto a queste nuove patologie, dilaganti ma sottostimate, e comunque proprie dell'era tecnologica e virtuale.