
Scritto all'età di ventotto anni, "L'io diviso", originariamente concepito come il primo di una serie di studi di psicologia e di psichiatria esistenziale che non avrebbe in realtà avuto seguito, rimane, oltre che la più nota, l'opera più originale, profonda ed equilibrata di Ronald Laing. L'analisi della lacerazione interiore che caratterizza l'io diviso dello schizofrenico si colloca a buon diritto tra le pagine esemplari della tradizione fenomenologico-esistenziale in psichiatria, facendo dell'Io diviso, al di là del contesto storico e politico in cui è nato e si è diffuso, un vero e proprio classico del pensiero psichiatrico. Nella sua opera d'esordio, infatti, il giovane psichiatra scozzese riesce a dire qualcosa di accessibile e comprensibile sull'incomprensibilità schizofrenica, portando il mondo della psicosi a contatto con emozioni e stati mentali nei quali è possibile riconoscersi. Tramite il ricorso a un linguaggio vicino all'esperienza, le pagine di Laing non lasciano nella mente del lettore la rappresentazione di un mondo inerte, congelato dalla follia, ma piuttosto quella di un mondo in evoluzione nel quale la psicosi schizofrenica rappresenta una possibile, ma non necessaria, evoluzione del rapporto che un individuo ontologicamente insicuro è riuscito a stabilire con se stesso. Prefazione di Mario Rossi Monti.
"Il libro che ci apprestiamo a leggere percorre un territorio pionieristico per gli studi psicoanalitici ed è la testimonianza di quanto la psicoanalisi come teoria e come modello di lavoro sia flessibile e possa adattarsi a diversi ambiti della vita, della cultura e della società, possa articolare un dialogo con il mondo giuridico e carcerario e collaborare con essi. Il volume, che si suddivide in una parte teorica e in una clinica, mostra nella prima la ricchezza della comprensione psicoanalitica in questi disturbi, mentre nella seconda ci permette di entrare nel vivo di una pratica abbastanza lontana dal setting psicoanalitico o anche psicoterapeutico. Il bel capitolo di De Mari che leggiamo dopo l'introduzione, pone da subito i problemi specifici di questo ambito. De Mari precisa anzitutto che non si può parlare sempre e comunque di patologie mentali ma che dobbiamo guardare a questi fenomeni come «aspetti di personalità, che possiamo ritrovare in diversi quadri sindromici psicopatologici, come anche nelle persone 'sane'» e mette inoltre in luce come possa esistere «un'apparente normalità di comportamento» che coesiste con «una visione distorta della relazione da un punto di vista morale e soprattutto affettivo». Questi aspetti, tra gli altri, rendono molto arduo l'intervento sia sul piano farmacologico che su quello psicoterapeutico, perché questi soggetti possono anche tentare manipolazioni al fine di «ridimensionare la propria responsabilità e ottenere, in modo opportunistico, tutti i vantaggi secondari possibili, primo fra tutti una riduzione della pena». Le domande che De Mari si pone fin da questo capitolo sono quelle cruciali: anzitutto se la teoria psicoanalitica è utile in questi casi e se possiamo chiamare psicoanalisi gli interventi, modificati e adattati al contesto, che vengono utilizzati. Il libro si dispiega poi ad ampio spettro, da capitoli che con un coerente impianto teorico tentano di discutere le problematiche della perversione e della follia criminale a temi che si occupano delle istituzioni giudiziarie o delle varie fasi del processo." (dalla prefazione di Anna Maria Nicolò)
Una trattazione completa - teoria, ricerca e pratica - delle problematiche implicate nell'intervista di selezione, lo strumento di maggior utilizzo nelle organizzazioni per la valutazione, la scelta e l'orientamento delle persone in fase d'inserimento.
Dalla Prefazione: "Obiettivo di questo lavoro diventa proprio quello di fungere da risposta concreta evidenziando l'importanza del ruolo del docente di sostegno che fra diatribe e controversie soffre, ancora oggi, la mancanza di un vero e proprio riconoscimento professionale. Una società che disconosce i diritti di un disabile non può essere in grado di accogliere con fiducia le professionalità dell'insegnante di sostegno. Egli è un ponte che funge da cardine e aggancia l'alunno con i tempi e i modi più adatti. Gli alunni accolti in un ambiente adatto e costruito su misura, insieme alle figure specializzate, saranno in grado di offrire la loro essenza al resto della società che si nutre proprio di quel nettare e di quelle meravigliose diversità."
L'intervento pubblico nel campo dei servizi alla persona in generale e nei servizi sociali in particolare vive dilemmi e tensioni continue fra tradizione e innovazione. Ciò deriva dallo stratificarsi nel tempo di saperi e di pratiche professionali di assistenza e di aiuto, nonché di modelli organizzativi privatistici, non istituzionali, che hanno trovato nella dimensione pregiuridica la linfa vitale, al di là e al di fuori di ogni compiuta regolazione dei fenomeni da parte dei pubblici poteri. Di qui le dicotomie tra professionismo e volontariato, tra libertà di assistenza e diritto alle prestazioni, tra terzo settore e organizzazione pubblica, tra programmazione dell'offerta e sostegno della domanda. Contributi di: Loredana Cafarda, Milena Cortigiani, Fernanda Giani, Cinzia Guardabassi, Angelo Mari, Roberto Toppoli.
Nell'esperienza umana la dimensione dell'influenza sociale costituisce un ambito di primario e crescente rilievo (basti pensare allo straripante ruolo assunto dai mass media nella vita quotidiana delle società contemporanee). Il complesso sistema delle modalità con cui l'ambiente sociale esercita la propria influenza sull'individuo rappresenta dunque uno dei principali settori di competenza degli psicologi sociali, nonché di molteplici figure di professionisti e operatori interessati da vicino a un fenomeno di così vasta portata. Ad essi si propone il presente volume, che esamina quei processi di natura sociale che, in modi più o meno espliciti e diretti, giungono a modificare opinioni, scelte e comportamenti degli individui.
Maria Montessori ha scoperto la forza dell'infanzia, ha scoperto che ogni bambino è un genio dalle enormi potenzialità intellettuali e umane. L'educazione, sia scolastica che familiare, non è ancora all'altezza di questa scoperta. La società degli adulti non ha compreso ancora il popolo dei bambini i quali sono facili da amare ma difficili da capire. Il nuovo ambiente dell'informazione creato dai new media rappresenta una minaccia per esseri che non sono affatto nativi digitali ma nativi umani e animali, i quali hanno bisogno di fare con le loro mani per crescere e capire, che hanno bisogno di conversazioni faccia a faccia non mediate da macchine e da schermi. Che ne sarà dell'infanzia con la nuova rivoluzione dell'intelligenza artificiale? La mente del bambino, scoperta da Montessori e confermata dalle neuroscienze, la più potente mente naturale, saprà fare fronte a questa sfida?
Le credenze, la tradizione, i mores, si radicano laddove il gruppo sociale percepisce una minaccia alla propria sopravvivenza. In Europa come negli Stati Uniti d'America, in Brasile come in Australia, ci si chiude all'invasione - più o meno reale - dell'altro, sollevando barricate, muri, blocchi navali nel tentativo di arginare il pericolo di contaminazioni etniche, culturali, ma soprattutto economiche. È l'insicurezza, spesso espressione di discriminazione razziale, che porta a non avere fiducia nel futuro, ad essere diffidente nei confronti dell'altro e verso le istituzioni che dovrebbero adoperarsi per migliorare quell'avvenire. All'epoca di contagi ed emergenze pandemiche mondiali, l'individuo e i gruppi nei quali si realizza la sua personalità che ruolo svolgono nella società contemporanea?
Scienze naturali e scienze dello spirito corrono lungo un continuum espresso dal pensare intorno ai fenomeni e si differenziano secondo un criterio di metodo che trova la sua specificit√† nelle modalit√† di osservazione e di rilevazione dei fenomeni stessi e nel modo in cui questi vengono definiti. Psicologia, etimologicamente, significa ‚Äúscienza dell'anima‚Äù e quindi la sua portata e la sua estensione variano a seconda di ci√≤ che si fa intendere con il termine ‚Äúpsichico‚Äù. La realt√† psichica, infatti, pu√≤ essere indagata anch‚Äôessa a partire dalla metodologia che pu√≤ riferirsi alle scienze della natura e, in quanto tale, diventa scienza specifica del comportamento. La psicologia filosofica ricerca i principi ultimi dell‚Äôattivit√† psichica e del rapporto tra mente ed anima. Le due metodologie sono di fatto complementari, poich√© lo studio del comportamento non esclude i principi che muovono il comportamento medesimo. Il volume procede nella ricerca di un inconscio definito dall ºunico archetipo che consenta all‚Äôuomo di adempiere al compito di tendere verso un ºeccellenza dell'umano. Tale archetipo √® quello dell‚Äôimago Dei, relazione profonda tra un Io e un Tu. Il pensiero di grandi studiosi del Novecento, come Edda Ducci, Edith Stein, Wolfgang Pauli e Leonardo Ancona accompagnano le basi ontologiche di tale impostazione, sostenendone la matrice cristiana, filosofica e scientifica.
Infine, la Genesi e l ºApocalisse sanciscono la presenza dell‚Äôimago Dei nel suo richiamo che fonda la finalit√† specifica dell‚Äôessere creato, che √® il conoscere e il contemplare. L ºinconscio della creazione parteciperebbe all‚Äôimago Dei intesa come ‚Äúprospettiva di perfezione‚Äù del Selbst nel suo passaggio da Adamo a Cristo. Detto in altri termini, l ºimago Dei √® l ºarchetipo dell'uomo interiore, Adamo √® l ºarchetipo dell‚Äôuomo esteriore. La finalit√† dell‚Äôuomo esteriore √® quella di attivare un senso profondo d ºinferiorit√† e d ºinfamia, nascosto dietro un ºonnipotenza dilagante. L ºuomo interiore √® colui che risponde al trascendente, che unisce l ºanima all‚Äôintelligenza evitando il peccato anche se pu√≤ essere lecito peccare. In noi, possiamo dire, vivono entrambi gli uomini, quello esteriore e quello interiore, e a seconda di quanto guardiamo il primo lasciamo crescere il secondo. La prospettiva ermeneutica del libro vuole indicare la strada da seguire per la risoluzione di ogni controversia relativa al binomio creazionismo-evoluzionismo.
Raffaele Menarini, psicologo clinico e psicoterapeuta, ha insegnato Clinica Psichiatrica e Psicoterapia presso la Facolt√† di Medicina e Chirurgia ‚ÄúA. Gemelli‚Äù dell‚ÄôUniversit√† Cattolica del Sacro Cuore. √à stato professore universitario di Psicologia Dinamica presso l ºUniversit√† di Palermo. √à attualmente titolare della cattedra di Psicologia Dinamica nella Libera Universit√† ¬´Maria SS. Assunta¬ª - LUMSA di Roma. Ha introdotto e sviluppato la psicoterapia analitica bimodale, che permette una sintesi tra psicoterapia individuale e psicoterapia di gruppo, orientando principalmente i suoi studi intorno al rapporto tra mente, cervello e societ√†.
Il volume presenta un bilancio della ricerca in Pedagogia Speciale in prospettiva inclusiva: un orientamento di indagine teorico-pratica sempre più affermato a livello nazionale e internazionale. Cresce infatti l'attenzione ai diritti universali e alla realizzazione delle aspirazioni di ogni persona, anche con bisogni educativi specifici e con disabilità, nonché all'accoglienza di tutti nella società. L'opera presenta il complesso e variegato campo della cultura pedagogica sull'integrazione delle diversità attraverso più vertici di osservazione: dalle questioni epistemologiche e storiche, al focus sugli aspetti personali - i disturbi più diffusi, le fasi evolutive, la famiglia, la relazione di cura, l'autonomia lavorativa, il supporto delle tecnologiche assistive - al ruolo strategico della scuola per il progetto di Vita Indipendente. La sezione antologica stimola il contatto diretto con i testi di importanti studiosi e protagonisti del passato e dell'attualità.