
«L’utopia di oggi sarà la politica di domani»: con queste parole Emilio Sereni, allora ministro dell’Assistenza Post-bellica, interveniva al «Convegno per studi di assistenza sociale», tenutosi a Tremezzo nell’autunno del 1946, ben sintetizzandone lo spirito.
Nel fervido clima dell’immediato dopoguerra, un nutrito gruppo di politici, studiosi ed esperti italiani e stranieri, riunito sulle rive del lago di Como, discusse a lungo i problemi del welfare e la necessità di riorganizzare l’assistenza, come elemento necessario per la rinascita democratica del paese. Come sostenne nella sua relazione Maria Comandini – che insieme al marito Guido Calogero fu una delle animatrici del Convegno – «l’assistenza sociale è una diversa forma di esercizio e di creazione della democrazia, cioè dell’attitudine degli uomini a risolvere da sé i propri problemi e a conquistare, in un’armonia collettiva, più larghe libertà di vita e migliori opportunità d’azione». In quel quadro veniva a delinearsi il ruolo dell’assistente sociale come figura professionale in grado di contribuire all’affermazione di una maggiore giustizia sociale.
In questo volume sono raccolti saggi di storici, sociologi e assistenti sociali, che rievocano quel periodo e i contenuti del dibattito. Inoltre vengono ristampate le relazioni tenute al Convegno da Maria Comandini Calogero, Paolina Tarugi e Odile Vallin, le “pioniere” del servizio sociale italiano, di cui vengono ricostruite le vicende biografiche, attraverso documenti di archivio anche inediti e ricordi di familiari e collaboratori.
Il volume affronta le diverse tematiche (giuridiche, amministrative e fiscali) delle organizzazioni non profit. Vengono analizzate le associazioni (le organizzazioni di volontariato e le organizzazioni non governative), le fondazioni (le IPAB depubblicizzate, le fondazioni di origine bancaria e le fondazioni di partecipazione), le cooperative sociali, le imprese sociali, il trust (per soggetti deboli, di cui è proposto uno schema di istituzione) e le trasformazioni eterogenee, nonché l'applicazione dell'amministratore di sostegno alle realtà non lucrative. Focus specifico è riservato anche ai possibili impatti della responsabilità amministrativa ex d.lg. n. 231/2001 sulle organizzazioni non profit. Un capitolo è poi dedicato interamente ai rapporti contrattuali tra Pubblica Amministrazione e soggetti non profit, in cui si evidenziano anche i ruoli e le funzioni di alcune figure di diritto pubblico (aziende speciali e aziende pubbliche di servizi alla persona). La metodologia seguita è tale da consentire una lettura delle diverse tipologie giuridico-organizzative che evidenzia il loro momento genetico, la loro governance interna, i rapporti con la pubblica amministrazione, nonché i profili tributari. Ogni aspetto è analizzato richiamando la dottrina, la giurisprudenza e la prassi tributaria di riferimento in materia. I volume contiene anche Un esempio di istituzione di un trust di scopo (per soggetti deboli) con trustee una cooperativa sociale.
Negli anni cinquanta del Novecento un gruppo di educatori e insegnanti fondò il Movimento di cooperazione educativa (Mce), un movimento di educazione alternativo ispirato al pensiero pedagogico e sociale di Célestin ed Elise Freinet. Tra i promotori del Movimento, Bruno Ciari, importante critico del sistema scolastico italiano. Ciari propone l'attuazione di una pedagogia popolare che rispetti l'individualità del bambino, cercando di liberare la sua intelligenza e la sua autonomia. I fondamenti del suo pensiero sono oggi fondamentali per gli educatori che vogliono affrontare sfide e trasformazioni dell'esperienza educativa del presente. Introduzione di Goffredo Fofi.
Il 9 gennaio 2020 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno individuato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell'uomo e classificato con il nome di SARS-CoV-2. Il 21 febbraio 2020 è la data del primo caso autoctono in Italia. Così, da quando è cominciata l'emergenza sanitaria, le professioni di cura e di aiuto si sono trovate, nei diversificati setting del servizio sanitario nazionale, non solo a vivere in prima persona l'alto rischio di contagio, ma anche a fare i conti con un sovraccarico emotivo prima mai contemplato. A questo si aggiunga che, alla necessaria circoscrizione delle zone COVID 19, ha fatto seguito un fatto di eccezionale rilevanza: il confinamento domiciliare dei cittadini "liberi" di un'intera nazione. Le suggestioni prodotte dalla repentina chiusura, al pari dell'ingresso nei luoghi della pena, richiamano, non solo i campi, le conoscenze e le competenze degli argomenti declinati nel titolo del presente volume, ma anche il vigore di passioni e di sentimenti che caratterizzano e muovono l'individuo nel suo sociale, nell'evidenza di tumultuosi viaggi e non sempre facili approdi.
L'arte terapia ha bisogno di arte terapeuti e gli arte terapeuti hanno bisogno di formazione. L'idea di un manuale di Arti Terapie nasce dell'esigenza, avvertita nei diversi ambiti applicativi del corpus disciplinare, di strutturare e formalizzare una quantità di contributi teorici, tecnici e metodologici che è rigogliosamente - ma spesso disordinatamente - fiorita nel corso dell'ultimo decennio. Le aree tecnico-metodologiche individuate (foto e video; teatro, musica e danza movimento; narrazione, scrittura e scrittura autobiografica) rappresentano una novità assoluta nel panorama contemporaneo delle arti terapie, dal momento che riconducono ad esse un numero considerevolmente più alto di discipline artistiche rispetto alle sistematizzazioni tradizionali comparse finora. Il testo realizza l'intento comune degli autori, tutti professionisti affermati a livello nazionale ed internazionale, di accompagnare gli arte terapeuti nel loro percorso di crescita, dall'inizio del training formativo sino all'applicazione metodologica e alla realizzazione professionale. Il testo si presenta come una raccolta ordinata di "istruzioni per l'uso": a partire da una narrazione storica, evolutiva e semantica della disciplina e attraverso l'articolazione in tre differenti sezioni, relative alle aree tecnico-metodologiche considerate, vengono illustrati efficacemente diversi modelli progettuali e applicativi nel campo delle arti terapie.
Questo libro raccoglie l’esperienza di giudici, avvocati ed esperti sul tema dell’ascolto della persona minore d’età sia in campo civile che penale, nel quadro della normativa internazionale che ha inteso dare giusta rilevanza a tale istituto. L’ascolto è oggi un diritto del minorenne in ogni procedimento che lo riguarda e quindi un obbligo per il giudice; il libro ne analizza la disciplina nei diversi contesti, ponendo in rilievo la sua natura di elemento rilevante per la individuazione del preminente interesse del soggetto minorenne coinvolto.
Anno 2014, una tappa importante di un viaggio scientifico, lungo quindici anni, che si snoda attraverso esperienze dirette nelle valli montane, in collaborazione con associazioni, enti locali, università ed enti di ricerca, pubblici e privati, nazionali e internazionali. Mediazione e sintesi per affrontare nuovi studi sulla montagna, il volume indaga le trasformazioni del territorio e il suo rapporto con l'uomo - contadino custode, imprenditore o anche solo fruitore - in un contesto più ampio di sviluppo e conservazione. Recuperando anche esperienze avviate, si propone di dare una risposta direttamente alla montagna, di immaginare come essa veda l'uomo, come sappia distinguerne la premurosità o la negligenza e i comportamenti rispettosi o disattenti. Oggi, l'abbandono della montagna da parte dei giovani e l'invecchiamento della popolazione sta modificando la fisionomia di una terra dalle consuetudini centenarie, costringendola a un brusco cambiamento d'identità. Questa repentina alterazione di pochi parametri fisici o socio-economici, vista la delicata fragilità dei territori montani, ha effetti che sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti - come l'incuria e il dissesto idrogeologico - e che si riverberano nocivamente anche sulla pianura. Solo progetti di attenzione ecosostenibile, solo l'incontro di tradizione e innovazione, di patrimoni territoriali e creatività possono offrire una nuova via per lo sviluppo delle terre alte nel mondo globale.
Questo libro affronta il tema della diversità in vari contesti di vita quotidiana: la nascita di un figlio disabile, l'integrazione nella scuola e nel mondo universitario, le relazioni con educatori e operatori. Attraverso l'analisi di tali situazioni, l'autore muove una critica costruttiva verso un mondo che è organizzato unicamente sui confini che dividono, che allontanano: chi sa e chi non sa, chi cura e chi è curato, chi è abile e chi disabile. L'intento del libro è proprio quello di far capire che non esistono solo confini e limiti, ma anche valichi e sentieri che uniscono.
Le lingue dei segni sono le forme di comunicazione visivo-gestuali delle comunità sorde. Oggi gli studiosi di linguistica le considerano l'unica forma di comunicazione, accanto alle lingue vocali, a cui è possibile attribuire lo statuto di lingua a tutti gli effetti. Dunque, l'unica altra manifestazione della capacità umana di sviluppare un sistema comunicativo potente, complesso e pervasivo, in grado di accompagnarci in tutte le attività della vita quotidiana, così come di dare una forma al nostro pensiero. Come tutte le lingue, anche quelle segnate si possono studiare in relazione ai tratti distintivi e universali del linguaggio umano, ma anche in rapporto ai caratteri storici e alle caratteristiche socioculturali delle comunità che le utilizzano. Questo libro ricostruisce entrambi gli aspetti, basandosi sulle ricerche compiute in campo internazionale e nazionale dai principali studiosi e dagli stessi autori.
Il testo fa continuo riferimento al quadro teorico presentato nel volume Lingue altre 1. Conoscerle e coltivarle, arricchendolo con aspetti pratici spendibili nell'attività didattica. Prendendo avvio dalla considerazione su quale pedagogia e didattica siano più adeguate all'insegnamento delle lingue "altre", il volume si concentra su una definizione articolata di glottodidattica, completata, sul fronte della pratica, dalla presentazione delle glottotecniche e delle glottotecnologie di ieri e di oggi. Il libro si chiude con un invito al lettore e allo studente universitario ad approfondire nuovi nuclei tematici di studio e ricerca, che danno vita a una visione multidimensionale dell'insegnamento/apprendimento delle lingue altre, adeguata ad una società sempre più multietnica e multiculturale.
Una panoramica sugli studi attuali sulle lingue e la loro varietà associata alla provenienza etnica e culturale che, partendo dall'origine del linguaggio, della cultura e delle lingue, arriva a trattare della comunicazione non verbale e della comunicazione mediata dal computer e dalla Rete. Il testo percorre le ricerche dell'ultimo ventennio sul cervello e sulla mente, significative per lo studio del linguaggio; accenna alla filosofia del linguaggio e alla linguistica e si sofferma sulle lingue "altre" nella società multietnica, multilinguistica e multiculturale, chiudendosi su un primo quadro di riferimento pedagogico-didattico che viene ampliato nel volume Lingue altre 2. Insegnarle e impararle. Un saggio che spazia su numerosi campi di ricerca con grande coerenza concettuale e stilistica e offre al lettore e allo studente universitario una prospettiva esauriente dalla quale guardare alla ricchezza linguistica dell'umanità.
I bambini nascono programmati per apprendere e per amare, e ogni giorno la psicologia cognitiva e le neuroscienze ci rivelano il loro potenziale straordinario. Tuttavia, il sistema educativo tradizionale sembra ignorare tanto i meccanismi naturali dell'apprendimento umano quanto i principi fondamentali dello sviluppo. E la scuola, anziché essere un luogo di gioia e di emancipazione, spesso si rivela un ambiente inadeguato, se non addirittura un ostacolo al nutrimento dell'intelligenza dei bambini... Seguendo le «leggi naturali del bambino» è possibile però rivoluzionare l'educazione. Lo dimostrano i risultati ottenuti da Céline Alvarez nel corso di una sperimentazione condotta in una scuola dell'infanzia di Gennevilliers, un comune a nord di Parigi, in un quartiere periferico e «problematico». Dando piena attuazione ai principi pedagogici di Jean Itard, Édouard Séguin e in particolare di Maria Montessori, Alvarez è riuscita laddove il sistema tradizionale di solito fallisce: ha creato un ambiente confortevole, accogliente e ricco di stimoli; ha concesso ai bambini tempo, fiducia, libertà e attività coinvolgenti; soprattutto, ha dato loro la possibilità di imparare a interessarsi agli altri, ad ascoltare, a creare solidi legami sociali. In breve, ha messo i suoi alunni in «contatto col mondo» e con se stessi. E inevitabilmente le straordinarie performance in tutte le discipline, dalla scrittura alla matematica alla lettura, non hanno tardato ad arrivare, in modo spontaneo.