
Quella del commentatore e teologo bizantino Eustrazio di Nicea (ca. 1050-1120) è una figura affascinante e misteriosa al tempo stesso. Assai apprezzato nel Medioevo latino per i suoi commenti all'Etica Nicomachea di Aristotele, Eustrazio è un autore ancora poco noto ai bizantinisti e in generale ai medievisti in virtù di una biografia a tratti oscura e per l'assenza di studi specifici sulla vita e sulla sua opera. Questo volume intende colmare tale lacuna ricostruendo in maniera precisa e dettagliata i dati relativi alla vita di Eustrazio e analizzandone per la prima volta l'opera filosofica nel suo complesso. Il ritratto che emerge da questo studio è quello di un appassionato lettore dell'opera del neoplatonico Proclo. Tuttavia, in Eustrazio i testi di Proclo si trovano ad essere riletti in maniera intrigante attraverso il filtro della letteratura monastica bizantina. Eustrazio ci impone dunque di rivedere le griglie tradizionali con cui si è soliti leggere la storia della cultura e della società bizantina di questo periodo. Da un lato, i toni ascetici nell'opera del metropolita di Nicea lo allontanano non di poco dal modello di intellettuale delineato da Michele Psello nel secolo XI; dall'altro, l'incontenibile predilezione per il neoplatonico Proclo che emerge nei commenti filosofici di questo autore lo rende assai particolare, se non unico, nel panorama degli autori ecclesiastici di questo stesso periodo.
"Vent'anni fa Jean-François Six e l'associazione Diritti dell'uomo e della solidarietà hanno cominciato a praticare la mediazione, che ha preso ben presto la forma di un Centro nazionale della mediazione. Oggi, la mediazione è di moda: basti pensare ad esempio che il Consiglio economico e sociale realizza, su richiesta del Primo Ministro, un rapporto sulla mediazione, descritta secondo un concetto vago, e che il Ministro delegato alla Famiglia e all'Infanzia richiede un rapporto sulla mediazione familiare, che non dà nessuna definizione del concetto di mediazione in generale o della mediazione familiare in particolare. Un seminario a cura di quarantadue esperti europei, organizzato dalla delegazione interministeriale alla Città, nell'ambito della presidenza francese dell'Unione Europea (settembre 2000), propone la seguente definizione: La mediazione sociale è definita come un processo di creazione e di riparazione del legame sociale e di regolamento dei conflitti della vita quotidiana, nel quale un terzo imparziale e indipendente tenta, attraverso l'organizzazione di scambi tra persone o istituzioni, di aiutare a migliorare una relazione o a regolare un conflitto che li oppone. Si potrebbero trovare numerose altre definizioni. La parola «mediazione» è, infatti, usata in modo superficiale e vago e soffre di un «sovraccarico semantico». La sua significazione si è moltiplicata in seguito alla proliferazione dei mediatori. È per questa ragione che Jean-François Six e Véronique Mussaud intendono «decriptare» la parola." (dalla prefazione)
La funzione della storia della filosofia è proporre il pensiero dei filosofi perché costituisca un aiuto alla nostra ricerca della sapienza. Non è ammissibile, pertanto, una concezione classicista della storia della filosofia antica, che la ridurrebbe ad un insieme di teoremi e proposizioni rigidamente concatenati, ritenendoli il culmine del pensiero umano, la soluzione definitiva a tutti i problemi filosofici. Non è neppure corretto l'atteggiamento storicista, cioè la convinzione che nessuna verità sopravvive alla storia e che pertanto la filosofia greca, come espressione del pensiero umano in un determinato momento storico, sia stata irrimediabilmente superata, per cui è possibile soltanto darne una fedele ricostruzione. In contrasto con entrambi gli atteggiamenti, dobbiamo affrontare lo studio della storia della filosofia antica, convinti di potervi trovare numerose verità, che il passar del tempo non può invalidare, ma anche numerosi errori che ci sarà utile conoscere.
Il volume raccoglie 14 saggi scritti nell'arco di un trentennio; essi precedono ed integrano l'analisi fatta in "La nozione metafisica di partecipazione". I saggi sono indirizzati ad indicare le linee maestre dell'itinerario che Fabro ha tentato di mostrare nelle opere sulla partecipazione per attuare quella radicalizzazione del tomismo che ne esprima l'istanza teoretica al suo livello autentico di pensiero essenziale.
Il pensiero credente, o comunque aperto all'universo delle fedi religiose, avverte il carattere tendenzialmente negativo e del mondo della natura, e del mondo della cultura e della civiltà, in quanto commisura i risultati di ogni possibile ricognizione su "come vanno le cose" con l'idea secondo cui il mondo, in generale, è governato, o perlomeno guardato con benevolenza, da una divinità alla quale vengono riconosciuti i caratteri dell'assolutezza e della bontà. Le stesse incrinature tragiche degli ottimismi sociali, esistenziali e religiosi debbono allora commisurarsi con quell'appello alla fedeltà, di cui l'assoluto in quanto tale si qualifica portatore.
Individuo e comunità, pluralità dei valori, loro conflitto e possibile conciliazione: sono alcuni dei temi decisivi della filosofia politica contemporanea. Temi che qui trovano un loro distillato nel dialogo tra Isaiah Berlin e Charles Taylor: due prospettive differenti nel declinare questi termini, pur all'interno del comune orizzonte di un liberalismo che non dimentica i suoi limiti.
Il volume tratteggia un disegno filosofico-educativo coagulato intorno ad alcune tematiche di ampio spessore pedagogico, quali il dialogo, la poetica, la morale dell’essere, la crescita dell’animus e la partecipazione. Coerenti con la riflessione di Edda Ducci, queste tematiche sono tenute insieme dal filo del filosofare, inteso come mezzo, o meglio, come cuore che pulsa e sempre rinnova l’oggetto della filosofia dell’educazione.
Presentazione del volume
I cinque saggi riportati in questo libro punteggiano un disegno filosofico-educativo coagulato intorno ad alcune tematiche di ampio spessore pedagogico, quali il dialogo, la poetica, la morale dell'essere, la crescita dell'animus e la partecipazione. Capaci di non cedere al fascino dell'immediatezza in cui il sapere pedagogico spesse volte trova il suo approdo, questi temi, intesi nella loro profonda umanità, potrebbero aiutare a comprendere quelle direzioni tese a un'azione educativa portatrice di fondanti valori etici. I pensatori a cui gli autori dei saggi si appoggiano per analizzare le singole tematiche hanno vissuto ed esperito l'uomo nella sua totalità: Platone, maestro insuperabile del dialogo, analizzato attraverso il suo Protagora, per scrutare la comprensione di un agire comunicativo fatto di indagine e di premesse, categorie essenziali per un dialogo educativo vero e autentico; Tommaso d'Aquino, interpretato attraverso il suo De Magistro, per cogliere gli strumenti del conoscere e insieme tentare di comprendere nell'educativo la necessità di una profonda riflessione tra poesia e pratica filosofica; Dhuoda, madre di un figlio lontano, letta attraverso il suo Liber Manualis, per indirizzare alla formazione di una coscienza personale portatrice di momenti paidetici essenziali quali l'umiltà, la volontà e la relazione; Seneca, autore senza età, per stimolare una desiderosa conoscenza di sé, per risvegliare un autentico interesse per l'educativo, per motivare a una professione responsabile e delicata quale quella dell'insegnante; Ebner, dialogista tra i più importanti del nostro tempo, per far comprendere, attraverso un'azione educativa partecipata, il confine tra natura e storia dell'uomo in cui lo spirito, tramite una comunicazione fatta non di suoni ma di parola, esprime pienamente ciò che rende umano l'uomo. Coerenti con la riflessione della filosofa dell'educazione Edda Ducci (1929-2007), queste direzioni sono tenute insieme dal filo del filosofare, inteso come mezzo, o meglio, come cuore che pulsa e sempre rinnova l'oggetto della filosofia dell'educazione.
Scritti di: Fiamma Albanesi, Stefano Bacchetta, Cosimo Costa, Barbara Minelli, Valeria Muti.
Cosimo Costa è ricercatore di Pedagogia generale e Filosofia dell'educazione presso la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma. Per l'editore Anicia ha curato Per una filosofia dell'educazione. La riflessione di Edda Ducci attraverso i suoi scritti (2015); Sulla natura dell'essere. Le origini di una filosofia dell'educazione (2016).
Indice
Carmela Di Agresti, Presentazione
Fiamma Albanesi, Il dialogo nell'agire educativo. Annotazioni su un dialogo platonico
(Dia-logos ed esistere; Dialogo o chiacchiera?; Il dialogo: cuore pulsante della realtà-uomo; Le categorie dell'incontro; Il percorso dialettico; Bibliografia)
Stefano Bacchetta, Filosofare con i bambini. Dal De magistro di Tommaso d'Aquino indicazioni per un'educazione poetica
(Introduzione; Chi può insegnare? Una risposta dal De magistro; Gli strumenti e i signa; Filosofia e poesia. Quando insegni al bambino il nome dell'uccello, il bambino non vede più l'uccello; Poesia come signum e strumento; La Poesia nella dinamica tra inventio e disciplina; Riflessioni; Quale filosofia con i bambini? Quale poesia?; Conclusioni; Bibliografia)
Cosimo Costa, Sulla formazione morale dell'essere. Spunti di riflessione dal Liber Manualis di Dhuoda
(Circa l'educazione morale; Dhuoda: anima "turbata dai molti affanni; La condizione dell'umiltà; Il motivo della volontà; L'etica della relazione; Conclusioni; Bibliografia)
Barbara Minellim Attendere all'umano (Attendas ad totum hominem)
(Filosofare sull'educativo; Inquietare; La proposta di Seneca; Seneca e lo Stoicismo; L'educazione dell'animo; Bibliografia)
Valeria Muti, La parola tra l'Io e il Tu in Ferdinand Ebner. Prossimità o partecipazione?
(La muraglia cinese; L'Io e il Tu; Dalla prossimità alla partecipazione; Bibliografia).
L'influenza del pensiero di Platone nella filosofia nella cultura occidentale dal II al XVI secolo. La filosofia di Platone, più di ogni altra, ha plasmato l'intera riflessione filosofica occidentale, configurandosi per molti aspetti come il modello ideale del "fare filosofia". Ripercorrere pertanto le molteplici vie della ricezione del messaggio platonico significa osservare il vivo operare di questo messaggio all'interno del pensiero metafisico-teologico nel corso dei secoli. I saggi contenuti nel volume ricostruiscono l'incidenza del pensiero e della stessa figura di Platone nella riflessione filosoficae nel contesto culturale tra tarda antichità e Rinascimento, consentendo di indagare, anche nei suoi aspetti meno noti, il formarsi di quella "tradizione platonica" che costituisce uno dei momenti fondativi della stessa identità spirituale dell'Occidente.
Bloch ha definito la musica il sognato castello, il brivido interiore, il razionale dell'irrazionale, le ardenti braccia del desiderarsi a casa, l'humanum utopico del mondo, quell'appello lanciato verso ciò che manca. L'originalità del suo pensiero è nell'aver individuato il profondo legame tra musica, filosofia e speranza, all'unisono con quanto affermato da Nietzsche, Cioran, Marcel, García Morente e Claudel.
L’opera Ermeneutica e verità, in questa terza edizione riveduta e corretta, e bibliograficamente aggiornata, si presenta come una completa storia dell’ermeneutica filosofica. Nessun autore e nessuna “forma storica” dell’ermeneutica vengono dimenticati, in un progetto che si propone di valorizzare pienamente anche ciò che sovente viene dimenticato, come l’ermeneutica patristica, l’ermeneutica medievale e in genere il contributo del pensiero cristiano alla questione ermeneutica. Attraverso un percorso storico che evidenzia sia la componente gnoseologica che quella teologica della questione ermeneutica, viene dato ampio risalto ai problemi relativi al fondamento veritativo dell’“interpretazione”. La presentazione delle principali “forme storiche” dell’ermeneutica si propone di adempiere ad un compito non semplicemente storiografico quanto principalmente teoretico: quello di poter discriminare, nella filosofia contemporanea, le forme del “nichilismo ermeneutico”, che esalta la hybris interpretativa a scapito della “verità dell’interpretazione”, dalle forme dell’“ermeneutica veritativa” al cui interno è possibile recuperare istanze autenticamente metafisiche, riannodando il dialogo tra ermeneutica e metafisica, e offrendo il contributo dell’ermeneutica al rapporto tra filosofia e teologia. Quest’opera inaugura la serie dei 4 volumi degli Scripta Hermeneutica, e si presenta arricchita dal resoconto del colloquio personale dell’Autore con Hans-Georg Gadamer: Ermeneutica e verità in Hans-Georg Gadamer. Incontro con un Maestro, dalla Presentazione di Francesca Brezzi e dall’Introduzione di Claudio Guerrieri.
Biografia
Gaspare Mura è Professore Ordinario Emerito di filosofia della Pontificia Università Urbaniana, dove ha ricoperto le cattedre di Storia della filosofia antica, Filosofia della religione, Ermeneutica filosofica, ed è stato Direttore dell’Istituto Superiore per lo Studio dell’Ateismo, dell’Urbaniana University Press e della rivista di Filosofia e Teologia “Euntes Docete”. È stato docente di Ermeneutica filosofica presso le Pontificie Università Lateranense e della S. Croce e dal 1993 al 2013 Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Ha al suo attivo oltre 100 pubblicazioni dedicate alla filosofia ermeneutica, alla filosofia della religione ed allo studio del fenomeno religioso. I 4 volumi degli Scripta Hermeneutica, ordinati per tematiche: ermeneutica veritativa, filosofia pratica, religione e teologia, interpretazioni storiche, si articoleranno in modo da comporre un quadro organico del pensiero dell’Autore, suggerendo le ricche potenzialità dell’«ermeneutica veritativa».
Francesca Brezzi è Prof.ssa Ordinaria di Filosofia Morale presso l’Università di Roma Tre, già Direttrice del Dipartimento di Filosofia della Facoltà di Lettere (1998-2006), Vice Presidente della Società Italiana di Filosofia.
Claudio Guerrieri è docente di Storia e Filosofia presso i licei, e dal 1987 al 2000 è stato titolare della cattedra di Antropologia filosofica presso l’Istituto Superiore “E.Caymari” di Roma.
Agnes Heller racconta per la prima volta il suo cammino filosofico, intrecciando lo sviluppo delle proprie idee alle sfide storiche e politiche del suo tempo (dal gulag ad Auschwitz, dalla rivoluzione all'emigrazione). La storia del suo pensiero viene presentata in quattro tappe: gli “anni dell'apprendistato”, a lezione da Gyorgy Lukacs, prima e dopo la rivoluzione ungherese; gli “anni del dialogo”, epoca di fermento, discussione e condivisione all'interno della cosiddetta “Scuola di Budapest”; gli “anni della formazione e dell'intervento”, caratterizzati dall'impegno politico durante l'esilio australiano; infine, gli “anni dell'emigrazione”, fra lezioni e conferenze in giro per il mondo, dopo la morte dell'ultimo marito Ferenc Fehér. Un'avventura intellettuale di straordinaria intensità che attraversa l'intero “secolo breve” e si confronta con il vortice dei suoi più scandalosi enigmi.