
Convocato dal cardinale Péter Erdo, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE) e dal metropolita Gennadios di Sassima del Patriarcato ecumenico, si è svolto a Lisbona (Portogallo) il III Forum Europeo Cattolico-Ortodosso. Accolti dal patriarca di Lisbona, il cardinale José da Cruz Policarpo, i delegati delle conferenze episcopali cattoliche e delle Chiese ortodosse in Europa hanno questa volta affrontato la questione della crisi economica e le sue ripercussioni nel continente europeo, alla luce della fede cristiana.
Molti europei soffrono direttamente per le conseguenze della crisi finanziaria ed economica e, sotto l'influsso del processo di secolarizzazione, hanno preso le distanze dal legame costitutivo con Dio, cercando il senso della vita nel solo orizzonte terreno. A Lisbona, le Chiese hanno potuto constatare come la crisi che il continente sta attraversando non si limita alla mera dimensione economica né tanto meno è riconducibile alla sfera morale e culturale: è una crisi più profonda, antropologica e spirituale.
E allora, in che modo la fede può illuminare la vita economica della società europea? Come le Chiese si pongono di fronte alla crisi? Come accompagnano chi sta nell'indigenza? Il volume raccoglie un tentativo di risposta a queste domande, mostrando la vicinanza dei cristiani nel portare sollievo ai più poveri e una nuova luce alla società: insomma, nel portare speranza al vecchio continente.
Questo libro propone reali, concreti percorsi di costruzione di felicità e bene comune che le imprese oggi, nella risacca della crisi globale, possono sposare e implementare. Troppi sono gli scandali che hanno segnato la vita delle aziende: occorre che esse imparino di nuovo a percorrere piste virtuose, affinché ogni uomo, coinvolto dal progetto dell'impresa, possa vedere la sua vita fiorire. è questa la loro autentica responsabilità sociale: creare valore condiviso, curare gli interessi di tutti.
Molte cose sono cambiate da quando Angela Merkel, l'ex "ragazzina" di Kohl, al suo primo mandato, governava a capo di una grande coalizione. Oggi tutta l'Europa deve fare i conti con la peggiore crisi economica e finanziaria dal dopoguerra e la Germania, che l'affronta in una posizione di forza, viene messa sul banco degli imputati, accusata di non essere sufficientemente solidale. Sentimenti nazionalistici e pregiudizi antitedeschi riemergono, con la complicità di una stampa internazionale che parla alla "pancia" dei cittadini europei, mentre spesso trascura di fornire un quadro chiaro delle dinamiche in corso. Dopo aver raccontato per prima, nel 2009, la leader che si apprestava a essere eletta al suo secondo mandato, in questo libro Veronica De Romanis, forte di una profonda conoscenza della realtà tedesca, offre una chiave di lettura alternativa degli eventi che hanno portato la cancelliera a subire un così radicale cambio di immagine: da donna "più potente del mondo" a "più criticata", quando non addirittura odiata. Partendo dagli errori che da più direzioni vengono attribuiti ad Angela Merkel, il libro mette in luce i punti chiave della sua strategia per affrontare la crisi, le ragioni da cui ha origine e gli ostacoli che ha dovuto fronteggiare, non ultimi i vincoli istituzionali interni e un'opinione pubblica tedesca sempre più riluttante verso i salvataggi degli stati che non hanno rispettato le regole e non hanno fatto le riforme.
Il testo presenta in forma piana e sintetica i concetti fondamentali del marketing e costituisce un utile supporto all'attività formativa, validamente utilizzabile da studenti delle lauree triennali in Economia e Scienze della Comunicazione, nonché da quanti si avvicinano per la prima volta allo studio della materia. Il volume affronta in modo rigoroso i fondamenti e le problematiche gestionali del marketing, offrendo al lettore un inquadramento logico e metodologico adeguato alla piena comprensione dei modi in cui le aziende prendono decisioni relativamente al loro rapporto con i consumatori, i clienti, la concorrenza e i distributori. I quattordici capitoli di cui è composto guidano il lettore nelle diverse fasi del processo di marketing management: dall'analisi del mercato, alla strategia, fino alle scelte operative e al piano.
A che cosa pensano le aj quen, le donne guatemalteche mentre tessono al telaio la loro storia e il loro riscatto? Quale profumo ha il caffé di UCIRI? Quanto è dolce lo zucchero di Manduvirà? Un viaggio inedito in America Latina attraverso i progetti di Altromercato. Parole, immagini e profumi per capire il senso profondo della parola "scambio" e quello del commercio equo e solidale. Il commercio equo e solidale fonda la sua azione nei Paesi del Sud del mondo su un principio chiave: trade not aid. Il suo significato è chiaro: lavoro, non elemosina. Da 25 anni Altromercato, il maggiore importatore di prodotti equi e solidali in Italia, dà concretezza a queste parole attraverso le decine di progetti che ha avviato in America Latina, Asia e Africa, offrendo agli "oppressi" una possibilità di riscatto, portando in Italia i loro prodotti e promuovendo una differente cultura imprenditoriale, equa e solidale. "Latina, equa, solidale" esce in occasione dei 25 anni del Consorzio Ctm altromercato. Un libro a cura di Altreconomia, che ha raccolto in queste pagine le impressioni - in parole e immagini - che i "viaggiatori" Altromercato hanno riportato dai Paesi dell'America Latina: Messico, Costarica, Guatemala, Perù, Ecuador, Paraguay. La prefazione è del presidente di Altromercato Guido Leoni.
In questo saggio, travestito da romanzo di fantapolitica, una decina di esperti, che non fanno mistero della loro capacità di determinare le sorti del mondo, si riuniscono in una lussuosa villa nei pressi del Lago di Lugano. Hanno come missione quella di redigere un rapporto che deve rimanere segreto. Sono gli stessi a cui, già una decina di anni prima, era stato chiesto di scrivere un'altra relazione sullo stato del mondo ai tempi della contestazione del cosiddetto movimento "no global": il Rapporto di Lugano. Questa volta la domanda a cui devono rispondere è forse ancora più brutale: "Siamo in presenza di una fase inevitabile della crisi, di declino e caduta del sistema occidentale finora conosciuto, oppure siamo di fronte alla gestazione di una 'rinascita' del sistema capitalista stesso, che quindi ne uscirà rafforzato? Cosa possiamo fare per incoraggiare questa rinascita?". Per questi esperti, infatti, bisognerebbe farla finita non solo con lo stato sociale ma addirittura con la democrazia. In ultima istanza, è questa la ricetta per assicurare il trionfo del capitalismo occidentale. In questo racconto Susan George presenta una grande mole di dati sulla crisi economica in atto che convergono tutti verso una soluzione decisamente inquietante. Ma purtroppo realistica...
La crisi ha prodotto effetti drammatici sul tessuto economico e sociale dei paesi europei. L'aspetto economico, pur rilevante è solo il sintomo di un problema più ampio di natura politica che investe la capacità delle democrazie occidentali di risolvere problemi accumulati da oltre un ventennio. Chi è eletto democraticamente fa fatica a prendere decisioni impopolari che possono compromettere la sua rielezione. L'emergenza diventa così il motore dell'azione politica e il modo di giustificarla di fronte agli elettori, con la conseguenza che la cura - tardiva e varata sotto la pressione dei mercati diventa ancor più dolorosa e impopolare.
L'economia in recessione, la società in frantumi, la politica che degenera: la crisi iniziata nel 2008 sembra non finire mai. Un italiano su sei vorrebbe un'occupazione i è senza lavoro un lavoratore dipendente su quattro è precario, i giovani sono i più colpiti, l'industria ha perso un quarto della produzione, il peso del debito aumenta, gli scandali della finanza continuano. Una via d'uscita c'è. In Italia come in Europa, possiamo "sbilanciare l'economia": mettere l'azione pubblica prima del mercato, la sostenibilità e il lavoro prima dei profitti, l'uguaglianza al posto del privilegio. Qui trovate il catalogo delle misure da realizzare. Con una politica nuova, fatta di partecipazione e democrazia.
Il brand viene comunicato attraverso una comunicazione scritta, sonora e visuale. Il "Design del Gusto" è un nuovo concept culturale che intende studiare i rapporti tra il linguaggio e gli effetti "sinestetici" ovvero multisensoriali che sono generati dai processi di comunicazione. La parte sensoriale è spesso mortificata o affrontata con modalità casuali, approssimative, parziali e non mirate. Quindi inefficaci. Con il "Design del Gusto" i valori di una impresa o di una organizzazione sono tradotti nei loro corrispettivi sensoriali, per cui la comunicazione di marketing diventa concretamente operativa perché agisce in modo integrato con il suono, l'immagine, aromi e sapori. Il processo di coinvolgimento del target diviene più intenso. Questo nuovo filone progettuale si concretizza per esempio nello studio di un gadget alimentare specifico, unico per ogni azienda, marchio, prodotto o evento. Con la collaborazione di specialisti del settore enogastronomico, analisti sensoriali, tecnici multimediali e una sperimentazione concreta e sinergica, è possibile dotare la comunicazione di un potenziale espressivo e un impatto straordinariamente efficaci. In questo testo sono indicate le procedure, le case-history, le sperimentazioni e le basi metodologiche che rendono possibile il "total branding". Un nuovo filone di ricerca, analisi e strategia della comunicazione, rendendo possibile il sogno di un imprinting esperienziale memorabile...
Spendereste qualcosa in più per saltare una coda? Accettereste dei soldi per farvi tatuare il corpo con messaggi pubblicitari? È etico pagare le persone perché sperimentino nuovi farmaci pericolosi o perché donino i loro organi? E che cosa dire dell'assumere mercenari per combattere le nostre guerre? O del comprare e vendere il diritto di inquinare? O del mettere all'asta le ammissioni alle università d'élite? O ancora del vendere il diritto di soggiorno agli immigrati disposti a pagarlo? Non c'è qualcosa che non funziona in un mondo dove tutto è in vendita? Negli ultimi decenni, i valori del mercato sono riusciti a soppiantare logiche non di mercato in quasi ogni ambito della vita: la medicina, l'educazione, il governo, la legge, l'arte, gli sport, persino la vita familiare e le relazioni personali. Quasi senza accorgercene, sostiene Sandel, siamo così passati dall'avere un'economia di mercato all'essere una società di mercato. In "Giustizia", Sandel si era dimostrato un maestro nell'illustrare con chiarezza e vivacità i complessi dilemmi morali con cui dobbiamo confrontarci nella vita quotidiana. Ora, in questo nuovo libro, affronta una delle massime questioni etiche del nostro tempo e suscita un dibattito finora assente nella nostra epoca ossessionata dai soldi: qual è il giusto ruolo dei mercati in una società democratica e come si fa a tutelare i beni morali e civili che i mercati non rispettano e che i soldi non possono comprare?
Autore:
Gusmeroli Fausto
È ricercatore presso la Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio, città in cui vive. Collabora con il Dipartimento di Produzioni Vegetali dell'Università degli Studi di Milano e ha svolto attività di docenza in Master di primo e secondo livello. Ha pubblicato su riviste scientifiche nazionali e internazionali sui temi della biodiversità; è autore di libri e articoli divulgativi sugli stessi temi e sulla cultura alpina.
Contenuti:
Crisi. Ossia krísis: trasformazione.
Siamo alle soglie di una svolta epocale, paragonabile a quella che diecimila anni fa rese i raccoglitori-cacciatori una società rurale, o a quella che nel Settecento introdusse la società industriale. Come allora, il sistema appare oggi al collasso.
Il cambiamento, un vero sovvertimento, comincerà da un altro modo di guardare alla vita, al domani. Con gli occhi della cicala, è la provocazione di questo libretto. E se fosse lei ad avere ragione, invece della formica di Esopo? Nella favola, la formica è accumulo, crescita a tutti i costi, competizione, fretta... Egoismo.
La cicala è utopia.
«Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l'avara formica.
Io sto con la cicala,
che il più bel canto non vende,
regala»
(Gianni Rodari)
Autore:
Bosio Roberto
Nato ad Acqui Terme (AL), laureato in Economia con una tesi di geografia sul Sud del mondo, è insegnante di sostegno a Torino. Ha scritto diversi libri tra cui, per la EMI: Oltre il capitalismo (2010) e Lo scomodo profeta della Bassa (2011). È autore di due seguiti blog sulla piattaforma Blogosfere: economiaefinanza. blogosfere.it e contintasca.blogosfere.it
Contenuti:
Ma come diavolo avremo fatto a precipitare dentro a questa crisi infinita?
Noi lavoravamo, compravamo e vendevamo, amavamo... vivevamo, insomma. Con alti e bassi, più o meno come sempre. Poi, parole come spread, derivati, subprime hanno fatto irruzione nei nostri telegiornali. E nella nostra anima. Vorremmo capirci qualcosa almeno.
Questo opuscolo prova a spiegare con chiarezza cos'è avvenuto, e come si potrebbe uscirne. Lo fa con le parole di un autore competente ma dalla parte della gente comune (fa l'insegnante di sostegno - precario, avete indovinato).
Sono temi difficili, è vero. Ma che riguardano la nostra vita.