
Nella stagione più recente il diritto del lavoro italiano, ma anche quello di altri Paesi, si è trovato, per la prima volta, a confrontarsi decisamente con i condizionamenti provocati dalla crisi del debito pubblico, che nella sua gravità ha impresso il suo marchio alla presente epoca. Il saggio esamina quindi, per la prima volta in unico contesto, da un lato, i lineamenti della spirale che ha portato la percentuale di debito pubblico italiano rispetto al PIL dal 24% del 1947 e dal 27% del 1964 al 126,4% del 2012, dall'altro, le modifiche che ciò ha determinato nella legislazione del lavoro (contratti a termine, somministrazione, ecc..) e nei suoi riflessi processuali.
Questo manuale di Diritto sindacale ormai da più di un trentennio costituisce per gli studenti uno strumento indispensabile per la conoscenza dei principi giuridici e delle dinamiche delle relazioni collettive in Italia. Il volume offre una sensibile ricostruzione dei percorsi auto-ricompositivi intrapresi dal diritto sindacale nell'ultimo triennio (2013-2015), nel tentativo di contrastare la situazione di incertezza generatasi non solo a seguito della vicenda Fiat, ma anche in risposta alle molteplici sollecitazioni provenienti dall'inquieto fronte dell'economia e della disciplina del rapporto individuale di lavoro, questìultima giunta nell'anno in corso ad un suo peculiare epilogo con il c.d. Jobs Act. Il manuale analizza attentamente la sequenza di Accordi Interconfederali che confluiti nel c.d. Testo Unico sulla rappresentanza sindacale del 10 gennaio 2014, perseguono l'obiettivo della regolamentazione del sistema su base volontaristico-autonoma, in concorrenza con quella che sembrerebbe esseer nulla più che una ricorrente tentazione del legislatore di porre mani alla complessa materia della rappresentanza sindacale, senza mai giungere ad una formula normativa coerente con l'assetto sociale e politico del momento. Sono state riformulate ampie parti dei capitoli dedicati all'evoluzione del diritto sindacale e della contrattazione colletiva, nel capitolo sulla rappresentatività sindacale si è dato conto della sentenza della Corte Costituzionale n. 231/2013 che ha riformulato il testo dell'art. 19 St. lav. aprendo scenari inediti per le nostre relazioni collettive; quanto al pubblico impiego privatizzato l'aggiornamento si è esteso agli ultimi ritocchi normativi apportati alla Riforma Brunetta dalla legge n. 114/2014, che promettono assai più di quanto mantengono in tema di riapertura alla partecipazione sindacale; infine i capitoli sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali sono stati arricchiti dai riferimenti alle più recenti decisioni giurisprudenziali e delibere della Commissione di Garanzia.
A pochi mesi dall'uscita del Diritto sindacale nella sua ultima edizione vede la luce questa versione aggiornata del Rapporto di lavoro subordinato, destinata ad accompagnare gli studenti all'incontro con una materia attraversata, ormai da più di un trentennio, da istanze contraddittorie (tutela vs. flessibilità) e ricorrenti tentativi di rifondazione dei propri presupposti applicativi fondamentali (subordinazione, para-subordinazione, autonomia). La progressiva accelerazione dell'evoluzione legislativa è resa evidente dalla stessa frequenza con cui gli autori sono costretti a mettere mano ad una nuova edizione: un'evoluzione tutt'altro che lineare, che specie dalla fine del secolo scorso può essere metaforicamente rappresentata come un'inarrestabile e altalenante corsa alla riforma dell'ordinamento giuslavoristico da parte di schieramenti politici che talora prediligono l'intervento liberalizzante, talaltra quello laburista, tutti in ogni caso costantemente alla ricerca della formula magica della flexsecurity, da intendersi come scambio fra minor tutela nel rapporto e maggiore protezione nel mercato del lavoro.
La problematica del diritto all’ambiente è talmente ampia che non se ne può fare una esposizione completa se non attraverso un trattato. Il lavoro, poi, sarebbe a rapida obsolescenza perché ogni parte del diritto è ora in forte e continua trasformazione, ma quella dell’ambiente lo è in misura ancora maggiore perché più direttamente coinvolta nella crisi del modello di sviluppo che sta attraversando il pianeta, nei processi di globalizzazione, nella crisi di molte istituzioni e categorie giuridiche tradizionali. Non vi è, inoltre, nessuna delle discipline nelle quali si articola la scienza giuridica che non ne sia interessata: non ci si può occupare di diritto dell’ambiente senza tener conto anche di profili che riguardano il diritto internazionale (particolarmente importante per la derivazione sopranazionale della disciplina), la comparazione fra gli ordinamenti e, sul piano interno, il diritto costituzionale, tributario, penale, processuale, commerciale, del lavoro, e civile in generale. Quanto al diritto comunitario, la materia ambientale conferma che non se ne può più fare una trattazione del tutto separata da quella del diritto interno: la gran parte della normativa nazionale è di attuazione di quella europea. Il diritto amministrativo, nel quale si sono formati gli autori di questo libro, non ha quindi l’esclusiva della materia ma è il settore del diritto che più si presta a darne una visione d’insieme perché non vi sono aspetti rilevanti della disciplina che non comportino esercizio di pubblici poteri o comunque interventi di pubbliche amministrazioni. Inoltre, il diritto amministrativo è, fra le materie giuridiche, una di quelle che in maniera più evi-dente comportano l’esigenza di uno studio integrato con le analisi economi¬che, storiche e sociologiche senza le quali è impossibile comprendere la sola parte giuridica dei fenomeni. Ciò spiega come in tutti i paesi gli studi siano stati effettuati in prevalenza da amministrativisti. Il panorama complessivo degli studi giuridici che si sono fatti sul diritto dell’ambiente o “ambientale”, come altri preferiscono, è molto articolato e di diverso carattere. Come avviene per ogni materia ad alto contenuto di tecnicità, sono prevalenti i contributi di specialisti, elaborati spesso con un linguaggio specifico, densi di dati documentali e per la parte ricostruttiva tendenti per lo più a enfatizzare i profili di novità, come se il mondo e il diritto si dividessero essenzialmente in prima e dopo la questione ambientale. La maggior parte dei migliori contributi scientifici in Italia sono stati espressi in saggi volti a cogliere le problematiche emergenti. Molto ricca, soprattutto nei paesi anglosassoni, e ora è iniziata anche in Italia, è la produzione di lavori monografici che traggono dalle tematiche ambientali occasioni per tentare nuove sistematiche e metodologie o almeno la rivisitazione di concetti dogmatici. Infine vari testi destinati all’insegnamento universitario contengono importanti e apprezzabili ricostruzioni di insieme. Di tutto ciò si darà conto nel corso della trattazione. Lo scopo di questo libro è fornire una chiave di lettura del diritto dell’ambiente in modo da offrire la possibilità di acquisire non solo le informazioni essenziali e di rintracciare agevolmente anche quello di dettaglio, ma anche e soprattutto le capacità di comprensione delle problematiche giuridiche dell’ambiente. Non si effettua, in questa sede, una ricostruzione degli istituti generali del diritto amministrativo (organizzazione, attività, situazioni soggettive, tutele) che comprenda la disciplina ambientale ma, richiamando al più i profili generali, ci si concentra nell’evidenziare la specificità che presenta la materia ambientale; per esempio non si espone la problematica generale del procedimento amministrativo ma si evidenziano i tratti differenziali e specifici che attengono, in tale ambito, ai profili ambientali traendone, quando è possibile, spunti per una riconsiderazione delle categorie generali. A questi criteri risponde l’impostazione del libro che si compone di una parte generale, di una serie di approfondimenti e di una terza parte desti-nata alle informazioni. La parte generale, pur nella difficoltà del contenuto, è quella che pre-senta meno problemi dal punto di vista sistematico perché è volta a fornire delle chiavi di lettura complessive della materia evidenziando anche i profili, che da questa possono trarsi, in termini di approccio generale al diritto. Questa parte è stata scritta con la collaborazione di Giovanni Maria Caruso, Federico Dinelli e Andrea Farì, che hanno inoltre contribuito con Erika Braido alla redazione del volume. La parte sugli approfondimenti non è composta da saggi isolati ma vuole essere un’organica trattazione delle problematiche di maggior rilievo della materia, meglio, appunto, approfondita di quanto si è fatto in quella generale. Qui la scelta contiene un margine di discrezionalità ed è influenzata anche dalla idoneità in temi prescelti a fornire stimoli di carattere generale. I lavori giuridici collettanei sono il più delle volte la somma di contributi individuali; in questo caso si è cercato, di pervenire a un risultato condiviso, quanto meno nel metodo. La parte finale, sulle informazioni, contiene i dati giuridici essenziali dei principali settori del diritto dell’ambiente. La terza edizione si è resa necessaria per tener conto delle novità legislative e giurisdizionali che si sono avute dopo la pubblicazione del libro. L’aggiornamento è stato curato da Andrea Farì. Hanno contribuito ai lavori di aggiornamento anche Annamaria Gigli, Omar Hagi e Francesco Grassi. Lo stesso gruppo di studiosi ha dato vita alla Rivista Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente (www.rqda.it) da me fondata e diretta. Presso l’Università di Roma Tre è giunto alla sesta edizione il Master in diritto dell’ambiente.
Contributi di: Auretta Benedetti; Blasi Enrica; Maurizio Michele Cafagno; Giovanni Maria Caruso; Stefano Civitarese; Gian Domenico Comporti; Alba Conio; Guido Corso; Francesco De Leonardis; Federico Dinelli; Andrea Fari; Eugenio Fidelbo; Francesco Fonderico; Fabrizio Fracchia; Dario Franzin; Francesco Grassi; Omar Hagi Kassim; Massimo Monteduro; Giampaolo Rossi; Alessandra Pioggia; Pierluigi Portaluri; Mauro Renna.
Il "diritto dell'arte" è un neologismo che vuole indicare un sistema giuridico complesso: si interessa della disciplina di ogni rapporto che abbia a che fare con l'opera d'arte e la sua circolazione o con l'artista o con le varie vicende che possono riguardare tali oggetti o tali soggetti. È forse il settore del diritto che più abbraccia la totalità delle discipline giuridiche (civilistiche e commercialistiche, associativistiche, pubblicistiche e tributarie; aprendosi anche agli scenari del diritto penale e dei diritti di proprietà intellettuale e della personalità). Il "diritto dell'arte" si propone di regolare, proteggere e facilitare l'esistenza dell'opera creata, e la creazione in sé, come anche la circolazione e il godimento dell'oggetto artistico. Gli interessi giuridici coinvolti sono complessi e differenziati, spesso in conflitto tra loro: così una penetrante visione della funzione educativa e sociale del prodotto artistico può talora scontrarsi con gli istituti privatistici che tutelano la proprietà, come elemento di patrimonio individuale. E questo significa che le problematiche potranno trovare talora soluzioni differenziate, a seconda che prevalga nello studioso o nel legislatore l'atteggiamento pubblicistico o quello privatistico.
Il secondo volume dell'opera "Il Diritto dell'Arte", a cura di Gianfranco Negri-Clementi e Silvia Stabile, è dedicato alla "circolazione delle opere d'arte" e fornisce un'ampia esposizione dei profili economico-finanziari, giuridici e fiscali legati alla movimentazione, allo scambio, alla compravendita e alla valorizzazione delle opere d'arte e dei beni culturali all'interno di un sistema socio-economico sempre più globale. Gli argomenti affrontati nel secondo volume riflettono la complessità del sistema dell'arte avendo riguardo alle implicazioni, non solo di carattere giuridico, delle relazioni tra artisti, mercanti, collezionisti, musei e istituzioni culturali, pubblici e privati, offrendo adeguata rilevanza all'analisi di questioni correlate all'acquisto e alla vendita di opere d'arte e, più in generale, al sistema delle gallerie, delle case d'asta e dei mercanti d'arte contemporanea, analizzando nel dettaglio i modelli più innovativi di investimento e di tutela, affermatisi in campo internazionale, come, ad esempio, il trust di opere d'arte, i fondi di opere d'arte, il prestito e il noleggio di opere d'arte.
Il libro vuole offrire una visione d’insieme dei rapporti tra istituzioni, diritto ed economia a livello europeo e internazionale, con un approccio storico giuridico e in riferimento specifico al caso italiano. Partendo da un’elaborazione teorica dei modelli di costituzione economica dello stato di diritto si giunge alla riscoperta del carattere democratico liberale della Costituzione repubblicana del 1948 e su quella base, al ritracciamento della evoluzione/involuzione delle dinamiche del nostro sistema politico economico fino alla sua decostruzione globalizzante attualmente in corso. Prende forma così il susseguirsi autoimplicantesi, nella trasformazione e nella crisi, degli equilibri di costituzione economica materiale del nostro Paese fino ai nostri giorni. La ricostruzione ripercorre l’evoluzione dei principali mercati e settori dell’economia mettendo in luce la trama dinamica delle interdipendenze tra forme giuridiche e strutture istituzionali ed economiche, rendendo manifesto l’impatto anche inintenzionale del diritto sull’economia. L’ultima parte è dedicata alla penetrazione delle dinamiche globalizzanti nell’Eurozona. Sono analizzate le forme giuridiche autoreferenziali messe in atto dai poteri pubblici e privati e le strategie adattive delle imprese. Prendono così forma i rapporti e i conflitti di potere, gli squilibri tra politica, economia e finanza e le ricadute critiche sui diritti dei cittadini, sollecitando una riflessione sugli strumenti giuridici e le possibilità di cambiamento.
Il volume studia in maniera sistematica la struttura di governo pastorale della Chiesa, soffermandosi su ciascuno degli organismi, uffici e comunità che la compongono, in conformità con la disciplina attualmente vigente nell'ordinamento canonico. Nei primi capitoli si analizzano le fondamenta sacramentali della potestà di governo e dell'esercizio della funzione pubblica e dei ministeri nella Chiesa, declinando a partire dalla realtà teologica le conseguenti implicazioni giuridico-canoniche. I capitoli successivi trattano ordinatamente di ciascuna delle istituzioni pastorali di governo, appartenenti alla struttura centrale, alle Chiese locali e all'organizzazione sovra diocesana, seguendo la medesima metodologia: a partire dalla normativa vigente, analizzata alla luce della teologia e del magistero ecclesiastico, si illustra la configurazione giuridica degli istituti e le responsabilità canoniche che corrispondono a ciascuna delle funzioni ecclesiastiche.
Le sostanziali modifiche apportate dal Trattato di Lisbona in vigore dal 1 °dicembre 2009 sono alla base di questa edizione del volume. Il nuovo Trattato opera un profondo rinnovamento nell'assetto politico ed istituzionale dell'ordinamento giuridico europeo, provocando una quasi integrale riscrittura degli atti sui quali si fondavano le Comunità europee. Tra i principali interventi della riforma si sottolinea: la definitiva scomparsa della Comunità europea ormai assorbita dall'Unione europea, dotata di personalità giuridica esclusiva; l'inserimento tra le istituzioni del Consiglio europeo, al cui Presidente viene assegnato un ruolo determinante e di maggiore continuità (con un mandato di due anni e mezzo), e della Banca centrale europea; il valore giuridico vincolante della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la previsione dell'adesione dell'Unione alla Convenzione europea per i diritti umani (CEDU); l'assegnazione di una maggiore centralità al cittadino europeo a cui è attribuito un potere di iniziativa legislativa; la facoltà di recesso dall'Unione. Il testo, nell'incorporare la vastità delle riforme intervenute, è stato rivisitato completamente nella struttura e nei suoi contenuti continuando a proporre una trattazione esaustiva degli aspetti istituzionali e delle politiche europee, di particolare utilità sia per quanti devono preparare esami e concorsi sia per l'aggiornamento professionale.