
Renato Scognamiglio, professore emerito di Diritto del lavoro presso l'Università La Sapienza di Roma, è accademico dei Lincei e Presidente dell'A.I.D.LA.S.S. Ha pubblicato, sul diritto civile, le monografie "Contributo alla teoria del negozio giuridico, Il diritto di accrescimento nelle successioni, I contratti in generale" e, sul diritto del lavoro, "Il diritto del lavoro: parte generale, Il diritto del lavoro nella Costituzione e Diritto del lavoro", che costituiscono fondamentali contributi allo studio delle materie trattate. È autore anche di numerosi scritti minori sul diritto civile e sul diritto del lavoro raccolti nel 1994 in due volumi.
Nel manuale "Diritto del Lavoro" è esposta la disciplina legislativa e le problematiche relative al contratto di lavoro subordinato privato, agli obblighi, ai diritti e ai poteri che ne derivano, alle vicende del rapporto di lavoro e alle modalità e ai limiti della sua estinzione, alle indennità di fine rapporto e alla tutela dei diritti dei lavoratori. Il manuale assolve ad una funzione didattica, ma non si limita a fornire informazioni. Tiene conto della problematica derivante da ciò che il diritto del lavoro, più ancora di ogni altro ramo del diritto, si caratterizza per essere un diritto "meticcio" e, cioè, un diritto che proviene da una pluralità di fonti. Ed infatti, la disciplina legislativa coesiste con quella dettata dall'autonomia sindacale di natura privatistica e ad esse si aggiunge l'apporto determinante della giurisprudenza costituzionale e ordinaria. Ogni capitolo è completato da indicazioni bibliografiche dalle quali risultano i più importanti contributi.
Il diritto del lavoro e il business law, inteso erroneamente in Italia quale diritto delle società, hanno costituito da diversi decenni un ossimoro. La presente opera, per contro, dimostra come, ove il diritto italiano venga analizzato da una prospettiva di common law, il fulcro attorno al quale gravita il lavoro è l’impresa da intendersi in senso ampio.
Di qui vi è una convergenza verso l’unica area del business law, da intendersi nella corretta accezione di common law, quale comprensiva del labour law, del contract law, e del corporate/partnership law.
Il lavoro costituisce, forse, la prima analisi del diritto del lavoro attraverso le lenti dei common law britannici (quello inglese, ma anche quello scozzese).
L’originalità è data anche dalla disamina di problematiche contemporanee, quali l’emergenza sanitaria e la tecnologia, fra cui, in particolare, gli human-gig-worker.
Da ultimo, questo libro costituisce uno dei rari esempi di lavori giuridici, e non solo giuslavoristici, relativi all’ordinamento italiano, realmente concepiti e realizzati in Gran Bretagna.
Con la "direttiva Bolkestein" si intende realizzare, nell'Unione europea, un mercato integrato per la prestazione di servizi. Ciò implica la rimozione di tutti gli ostacoli che limitano la libertà di prestare servizi, inclusi quelli che impediscono alle imprese lo spostamento di manodopera tra gli Stati. Per favorire tale spostamento, il diritto comunitario garantisce ai lavoratori distaccati sul territorio di uno Stato ospite un nucleo minimo di tutele, ma pone così anche le premesse per una erosione degli standard sociali riconosciuti negli Stati "importatori" di servizi labour intensive. Il libro affronta questi temi alla luce del nuovo Trattato di Lisbona e del diritto derivato, evidenziando una tensione - forte e difficilmente componibile - tra il rafforzamento della mobilità del fattore lavoro, imposta dalla liberalizzazione dei mercati, e il mantenimento di alti livelli di protezione sociale negli Stati nazionali.
Indice: Premessa. - I. Le prestazioni di servizi "labour intensive": la fornitura di lavoro altrui. - II. Le prestazioni di servizi "labour intensive": l'impresa dematerializzata. - III. Le prestazioni di servizi nell'Unione europea. - IV. L'impatto della liberalizzazione dei servizi sul diritto del lavoro nazionale. - V. La disciplina del distacco nella direttiva 96/71/CE. - VI. La mobilità del lavoro fra territorialità e sradicamento. - Riferimenti bibliografici.
Fabrizio Bano è professore di Diritto del lavoro nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Sassari. Fa parte della redazione della rivista "Lavoro e diritto". Con il Mulino ha pubblicato "Il lavoro senza mercato. Le prestazioni di lavoro nelle organizzazioni "non profit"" (2001).
Apriamo il nostro manuale per prepararci all’esame …
Cominciamo a leggere…
Poi … continuiamo … Nelle pagine che si susseguono incontriamo righi e righi da cui estrapolare nozioni e concetti da capire, catalogare e ricordare.
Sentiamo subito il bisogno, per entrare nel vivo della materia, di sottolineare le parole più importanti e di segnare brevi annotazioni a margine per imprimere nella nostra mente la sequenza logica di quanto stiamo imparando.
Il testo che abbiamo di fronte non è un romanzo che si divora in poco tempo, ma un testo universitario che ci costringe a leggere, rileggere, analizzare consapevoli che dalla corretta conoscenza dei suoi contenuti dipenderà l’esito del nostro esame, gli umori dei giorni a venire, la tensione della preparazione…
Quali argomenti prediligere? Quali approfondire con più attenzione?
Solo il dopo-esame ci potrà confermare se abbiamo centrato i cardini della materia e risposto esaurientemente alle domande del docente!
Ma perché non cambiare sistema? E come?
Oltre al prezioso elenco delle «domande» d’esame diligentemente raccolte, cos’altro può venirci incontro?
Gli ipercompendi, strumenti didattici di ultima generazione, costituiscono pratiche guide che, affiancate allo studio, consentono di ripercorrere in forma sintetica e sistematica le linee espositive del programma.
L’ipercompendio è una opportunità per fuggire dalla monotonia di pagine tutte uguali del manuale: grazie all’uso del colore, del neretto, delle mappe concettuali che permettono di «navigare» nella materia, delle schede … è possibile orientarsi, tenere viva la curiosità, lo spirito di osservazione e, soprattutto, migliorare l’apprendimento.
Terminata la lettura del testo ufficiale, inizia la delicata fase del ripasso dove occorre concentrarsi sugli argomenti più ostici, sulle domande più «gettonate», allenandosi a rispondere in modo sintetico e completo come se si fosse già al cospetto del docente.
L’ipercompendio offre poi, in appendice, un glossario dei concetti principali e dei lemmi più tecnici degli argomenti d’esame con gli opportuni richiami e rinvii.
Basta una scorsa al glossario per fugare gli ultimi dubbi terminologici, colmare possibili lacune, ordinare il pensiero perfezionando la preparazione e dormire più tranquilli la notte che precede l’esame.
L’ipercompendio ha così compiuto la sua missione!
Nella stagione più recente il diritto del lavoro italiano, ma anche quello di altri Paesi, si è trovato, per la prima volta, a confrontarsi decisamente con i condizionamenti provocati dalla crisi del debito pubblico, che nella sua gravità ha impresso il suo marchio alla presente epoca. Il saggio esamina quindi, per la prima volta in unico contesto, da un lato, i lineamenti della spirale che ha portato la percentuale di debito pubblico italiano rispetto al PIL dal 24% del 1947 e dal 27% del 1964 al 126,4% del 2012, dall'altro, le modifiche che ciò ha determinato nella legislazione del lavoro (contratti a termine, somministrazione, ecc..) e nei suoi riflessi processuali.
Questo manuale di Diritto sindacale ormai da più di un trentennio costituisce per gli studenti uno strumento indispensabile per la conoscenza dei principi giuridici e delle dinamiche delle relazioni collettive in Italia. Il volume offre una sensibile ricostruzione dei percorsi auto-ricompositivi intrapresi dal diritto sindacale nell'ultimo triennio (2013-2015), nel tentativo di contrastare la situazione di incertezza generatasi non solo a seguito della vicenda Fiat, ma anche in risposta alle molteplici sollecitazioni provenienti dall'inquieto fronte dell'economia e della disciplina del rapporto individuale di lavoro, questìultima giunta nell'anno in corso ad un suo peculiare epilogo con il c.d. Jobs Act. Il manuale analizza attentamente la sequenza di Accordi Interconfederali che confluiti nel c.d. Testo Unico sulla rappresentanza sindacale del 10 gennaio 2014, perseguono l'obiettivo della regolamentazione del sistema su base volontaristico-autonoma, in concorrenza con quella che sembrerebbe esseer nulla più che una ricorrente tentazione del legislatore di porre mani alla complessa materia della rappresentanza sindacale, senza mai giungere ad una formula normativa coerente con l'assetto sociale e politico del momento. Sono state riformulate ampie parti dei capitoli dedicati all'evoluzione del diritto sindacale e della contrattazione colletiva, nel capitolo sulla rappresentatività sindacale si è dato conto della sentenza della Corte Costituzionale n. 231/2013 che ha riformulato il testo dell'art. 19 St. lav. aprendo scenari inediti per le nostre relazioni collettive; quanto al pubblico impiego privatizzato l'aggiornamento si è esteso agli ultimi ritocchi normativi apportati alla Riforma Brunetta dalla legge n. 114/2014, che promettono assai più di quanto mantengono in tema di riapertura alla partecipazione sindacale; infine i capitoli sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali sono stati arricchiti dai riferimenti alle più recenti decisioni giurisprudenziali e delibere della Commissione di Garanzia.
A pochi mesi dall'uscita del Diritto sindacale nella sua ultima edizione vede la luce questa versione aggiornata del Rapporto di lavoro subordinato, destinata ad accompagnare gli studenti all'incontro con una materia attraversata, ormai da più di un trentennio, da istanze contraddittorie (tutela vs. flessibilità) e ricorrenti tentativi di rifondazione dei propri presupposti applicativi fondamentali (subordinazione, para-subordinazione, autonomia). La progressiva accelerazione dell'evoluzione legislativa è resa evidente dalla stessa frequenza con cui gli autori sono costretti a mettere mano ad una nuova edizione: un'evoluzione tutt'altro che lineare, che specie dalla fine del secolo scorso può essere metaforicamente rappresentata come un'inarrestabile e altalenante corsa alla riforma dell'ordinamento giuslavoristico da parte di schieramenti politici che talora prediligono l'intervento liberalizzante, talaltra quello laburista, tutti in ogni caso costantemente alla ricerca della formula magica della flexsecurity, da intendersi come scambio fra minor tutela nel rapporto e maggiore protezione nel mercato del lavoro.
La problematica del diritto all’ambiente è talmente ampia che non se ne può fare una esposizione completa se non attraverso un trattato. Il lavoro, poi, sarebbe a rapida obsolescenza perché ogni parte del diritto è ora in forte e continua trasformazione, ma quella dell’ambiente lo è in misura ancora maggiore perché più direttamente coinvolta nella crisi del modello di sviluppo che sta attraversando il pianeta, nei processi di globalizzazione, nella crisi di molte istituzioni e categorie giuridiche tradizionali. Non vi è, inoltre, nessuna delle discipline nelle quali si articola la scienza giuridica che non ne sia interessata: non ci si può occupare di diritto dell’ambiente senza tener conto anche di profili che riguardano il diritto internazionale (particolarmente importante per la derivazione sopranazionale della disciplina), la comparazione fra gli ordinamenti e, sul piano interno, il diritto costituzionale, tributario, penale, processuale, commerciale, del lavoro, e civile in generale. Quanto al diritto comunitario, la materia ambientale conferma che non se ne può più fare una trattazione del tutto separata da quella del diritto interno: la gran parte della normativa nazionale è di attuazione di quella europea. Il diritto amministrativo, nel quale si sono formati gli autori di questo libro, non ha quindi l’esclusiva della materia ma è il settore del diritto che più si presta a darne una visione d’insieme perché non vi sono aspetti rilevanti della disciplina che non comportino esercizio di pubblici poteri o comunque interventi di pubbliche amministrazioni. Inoltre, il diritto amministrativo è, fra le materie giuridiche, una di quelle che in maniera più evi-dente comportano l’esigenza di uno studio integrato con le analisi economi¬che, storiche e sociologiche senza le quali è impossibile comprendere la sola parte giuridica dei fenomeni. Ciò spiega come in tutti i paesi gli studi siano stati effettuati in prevalenza da amministrativisti. Il panorama complessivo degli studi giuridici che si sono fatti sul diritto dell’ambiente o “ambientale”, come altri preferiscono, è molto articolato e di diverso carattere. Come avviene per ogni materia ad alto contenuto di tecnicità, sono prevalenti i contributi di specialisti, elaborati spesso con un linguaggio specifico, densi di dati documentali e per la parte ricostruttiva tendenti per lo più a enfatizzare i profili di novità, come se il mondo e il diritto si dividessero essenzialmente in prima e dopo la questione ambientale. La maggior parte dei migliori contributi scientifici in Italia sono stati espressi in saggi volti a cogliere le problematiche emergenti. Molto ricca, soprattutto nei paesi anglosassoni, e ora è iniziata anche in Italia, è la produzione di lavori monografici che traggono dalle tematiche ambientali occasioni per tentare nuove sistematiche e metodologie o almeno la rivisitazione di concetti dogmatici. Infine vari testi destinati all’insegnamento universitario contengono importanti e apprezzabili ricostruzioni di insieme. Di tutto ciò si darà conto nel corso della trattazione. Lo scopo di questo libro è fornire una chiave di lettura del diritto dell’ambiente in modo da offrire la possibilità di acquisire non solo le informazioni essenziali e di rintracciare agevolmente anche quello di dettaglio, ma anche e soprattutto le capacità di comprensione delle problematiche giuridiche dell’ambiente. Non si effettua, in questa sede, una ricostruzione degli istituti generali del diritto amministrativo (organizzazione, attività, situazioni soggettive, tutele) che comprenda la disciplina ambientale ma, richiamando al più i profili generali, ci si concentra nell’evidenziare la specificità che presenta la materia ambientale; per esempio non si espone la problematica generale del procedimento amministrativo ma si evidenziano i tratti differenziali e specifici che attengono, in tale ambito, ai profili ambientali traendone, quando è possibile, spunti per una riconsiderazione delle categorie generali. A questi criteri risponde l’impostazione del libro che si compone di una parte generale, di una serie di approfondimenti e di una terza parte desti-nata alle informazioni. La parte generale, pur nella difficoltà del contenuto, è quella che pre-senta meno problemi dal punto di vista sistematico perché è volta a fornire delle chiavi di lettura complessive della materia evidenziando anche i profili, che da questa possono trarsi, in termini di approccio generale al diritto. Questa parte è stata scritta con la collaborazione di Giovanni Maria Caruso, Federico Dinelli e Andrea Farì, che hanno inoltre contribuito con Erika Braido alla redazione del volume. La parte sugli approfondimenti non è composta da saggi isolati ma vuole essere un’organica trattazione delle problematiche di maggior rilievo della materia, meglio, appunto, approfondita di quanto si è fatto in quella generale. Qui la scelta contiene un margine di discrezionalità ed è influenzata anche dalla idoneità in temi prescelti a fornire stimoli di carattere generale. I lavori giuridici collettanei sono il più delle volte la somma di contributi individuali; in questo caso si è cercato, di pervenire a un risultato condiviso, quanto meno nel metodo. La parte finale, sulle informazioni, contiene i dati giuridici essenziali dei principali settori del diritto dell’ambiente. La terza edizione si è resa necessaria per tener conto delle novità legislative e giurisdizionali che si sono avute dopo la pubblicazione del libro. L’aggiornamento è stato curato da Andrea Farì. Hanno contribuito ai lavori di aggiornamento anche Annamaria Gigli, Omar Hagi e Francesco Grassi. Lo stesso gruppo di studiosi ha dato vita alla Rivista Quadrimestrale di Diritto dell’Ambiente (www.rqda.it) da me fondata e diretta. Presso l’Università di Roma Tre è giunto alla sesta edizione il Master in diritto dell’ambiente.

