
Se, in tutto il mondo, le democrazie soffrono di una disconnessione tra la maggior parte dei cittadini e le élite politiche, molti riterranno che il governo non sia in grado di comprendere le loro esigenze o di affrontare i loro problemi. La frustrazione derivante porterà gli elettori a scegliere demagoghi più che amministratori capaci. Affidarsi agli esperti e dialogare con i residenti locali e i funzionari preposti, soprattutto nei quartieri poveri e svantaggiati, è uno dei modi per rifondare una nuova democrazia. Grazie a esempi concreti di democrazia partecipativa attivi a livello locale, gli autori di questo saggio dimostrano come, se si vuole puntare a una nuova democrazia, si deve non soltanto ipotizzare soluzioni ma definire prima i problemi specifici da affrontare. Bisogna percepire di essere tutti dalla stessa parte, superando le differenze e generando fiducia, se si intende progettare insieme democraticamente il futuro della propria comunità.
Tre testi mai pubblicati prima d'ora in Italia (La poetica romantica, Forza e senso, le due dimensioni irriducibili di una scienza dell'uomo e La spiritualità della vita e la sua ombra) e una conversazione, anch'essa inedita, offrono una sorta di bilancio dell'eredità intellettuale del filosofo canadese, tra i maggiori studiosi della società moderna e dei suoi disagi. Alle risposte di Taylor fanno da controcanto undici brevi interventi dei principali interpreti internazionali della sua opera.
Individuo e comunità, pluralità dei valori, loro conflitto e possibile conciliazione: sono alcuni dei temi decisivi della filosofia politica contemporanea. Temi che qui trovano un loro distillato nel dialogo tra Isaiah Berlin e Charles Taylor: due prospettive differenti nel declinare questi termini, pur all'interno del comune orizzonte di un liberalismo che non dimentica i suoi limiti.
Il saggio, concepito espressamente per il pubblico italiano, illustra la direzione che ha assunto negli ultimi anni la riflessione di Charles Taylor sulla secolarità. Da un lato il filosofo canadese sembra interessato a contestualizzare ulteriormente la traiettoria secolarizzante moderna proiettandola sull'orizzonte di un ampio tempo storico. Poiché i successi incontestabili della modernità occidentale hanno da sempre esercitato, al suo interno e all'esterno, un fascino quasi ipnotico, per lo studioso è importante resistere al loro potere di suggestione diluendone l'impatto e la significatività grazie all'effetto calmierante della lunga durata. La seconda leva utilizzata da Taylor per rendere meno ovvio l'orientamento secolarista della mentalità moderna consiste nella moltiplicazione dei significati della modernità, della reiterazione del suo progetto in una prospettiva globale: in una parola, nel "provincializzare l'Europa". Davvero esiste un unico modello di laicità? O un solo prototipo di libertà, individualismo, autorealizzazione? Per chi è scettico riguardo alla pretesa arrogante della civiltà occidentale di aver esaurito l'intero spettro delle possibilità di espressione umane, una delle principali fonti di interesse è rappresentata proprio dagli effetti imprevedibili, e spesso rigeneranti, della migrazione da un angolo all'altro del pianeta delle teorie e pratiche escogitate in risposta a specifiche difficili sfide storiche.
Non ha senso contrapporre laicità e religione. La laicità ben intesa difende la libertà religiosa e la natura non confessionale delle istituzioni ma non per questo è indifferente o ostile al contributo decisivo che anche le culture religiose possono offrire alle società pluraliste. Per evitare che un'ipocrita neutralità azzeri le differenze, il rispetto della parità morale tra individui e la tutela della libertà di coscienza e di religione dovrebbero costituire i due obiettivi principali della laicità. I sostenitori di concezioni del mondo quali i grandi monoteismi storici, le religioni orientali, l'eclettismo spirituale, l'ateismo militante, l'agnosticismo e così via devono imparare a convivere e a stabilire legami di solidarietà. È la laicità pluralista di cui si parla in questo libro a garantire tutto questo.
Due autorevoli pensatori contemporanei, analizzano il rapporto tra fede e modernità, evidenziando tra esse la possibilità di un'osmosi positiva. Si tratta di riscoprire il cristianesimo come partner di un percorso di umanizzazione, portatore di una mentalità critica contro le illusioni di un'esistenza paga di se stessa.
Muchas de las opiniones comunes sobre la religión y la vida pública son mitos que tienen poco que ver con la realidad política y social o con la experiencia cotidiana. Por ejemplo, la religión no es ni meramente privada ni puramente irracional. Y la esfera pública tampoco es un ámbito de franca deliberación racional ni un espacio pacífico de acuerdo libre de coacción.
En los últimos años, en medio de una extendida recuperación del interés por la relevancia pública de la religión, son las categorías mismas de lo religioso y lo secular las que se reexaminan, reelaboran y replantean. Es lo que hacen, en este libro, cuatro destacados pensadores y representantes de la filosofía política y social contemporánea: Jürgen Habermas, Charles Taylor, Judith Butler y Cornel West.
Se recogen aquí sus intervenciones en un coloquio sobre «el poder de la religión en la esfera pública», tanto sus propias exposiciones como su posterior diálogo mutuo. Cada uno de ellos en su peculiar estilo intelectual y, traspasando los confines de las disciplinas académicas, desde un fuerte compromiso público. Juntos representan algunas de las voces filosóficas más originales e influyentes de hoy, y abarcan el espectro de la teoría crítica más reciente, del pragmatismo y el posestructuralismo a la teoría feminista y la teoría crítica de la raza, la hermenéutica o la filosofía del lenguaje.
La presente edición española se completa con una conversación entre Jürgen Habermas y Eduardo Mendieta sobre la relevancia filosófica de la conciencia postsecular y la sociedad mundial multicultural.
Nel testo si affrontano le alternative teorico-normative con cui governare la babele multiculturale del mondo contemporaneo. Le difficoltà derivano dal fatto che, in democrazia, il riconoscimento politico della diversità culturale non può che poggiare sull'eguaglianza dei diritti. Secondo i liberali la politica si fonda sull'universalismo delle norme giuridiche e dunque rimane neutrale rispetto alle varie concezioni etiche "private". Secondo i comunitari la politica si fonda invece sulla differenza dei valori etici.
En esta apasionante investigación sobre las fuentes de la identidad moderna, Charles Taylor nos enseña que la tendencia contemporánea hacia la interioridad, muy lejos de constituir –como muchos querrían– un desastre, es el resultado de los grandes esfuerzos realizados por el hombre para definir y alcanzar el bien. En el corazón mismo de su disquisición, así, Taylor encuentra aquello que él mismo denomina la afirmación de la vida corriente, un valor que, definitiva y totalmente, ha reemplazado a la antigua concepción de la razón ligada a la cuna y a la fortuna. Y, al narrar las revoluciones propuestas por los que fueron sus defensores –San Agustín, Montaigne, Lutero y algunos otros–, se propone asegurarse de que no perdamos de vista sus objetivos. Fuentes del yo, de este modo, no sólo plantea una firme defensa del orden moderno y una aguda contrarréplica a sus críticos, sino también una magnífica explicación –completa, ecuánime, sencilla, fluida, aguda y muy bien escrita– del yo producto de esa situación capaz de adentrarse en las profundidades de su propia herencia con enorme generosidad.